
jp morgan
La Grecia è alla corda. Il suo futuro dipende dalla decisione di Angela Merkel, la cancelliera tedesca, sul fatto di concedere una garanzia fidejussoria alle banche tedesche che dovranno acquistare i bond ellenici. Se lo Stato tedesco non garantisce, le bnache non comprano e la Grecia fallisce:
“La Grecia è andata”, dicono gli operatori finanziari. Tradotto: ormai è quasi sicuro che non riuscirà a vendere i suoi titoli di debito […] Il
Wall Street Journal di ieri ha rivelato che questa settimana era previsa un’asta di titoli di Stato, ma il governo l’ha rinviata all’ultimo minuto […] ormai il destino della Grecia si gioca in una partita a due con Berlino, l’Unione europea ha abdicato e ha lasciato alla cancelliera Angela Merkel la responsabilità di decidere se abbandonare Atene al collasso (così l’euro si svaluterà e i prodotti tedeschi ritroveranno competitività, ma al prezzo di una nuova crisi bancaria e forse una recessione) […] il
Financial Times Deutschland scrive che le banche tedesche hanno fatto sapere di non essere interessate a comprare bond greci, posizione che equivale a una sentenza di morte finanziaria per Atene. Ma Papandreu è stato invitato a Berlino il 5 marzo, per discutere con la Merkel il destino del suo Paese
(fonte: La Grecia si arrende – Economia | l’AnteFatto | Il Cannocchiale blog).
Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico qualcuno però ride: sono le banche, quelle che certificavano i bilanci truccati del governo di Papandreu, Jp Morgan e Goldman Sachs. Loro hanno infilato milioni e milioni di dollari dei loro clienti nei CDS, i cosiddetti Credit Defaul Swap, i contratti-lotteria, una sorta di derivati nei quali si scommette su qualunque cosa. La stessa forma contrattuale che ha mandato in malora mezzo occidente fra 2008 e 2009, la vera causa delle bolle speculative che di volta in volta hanno toccato il mercato del petrolio, l’oro, i cereali, eccetera, facendone schizzare il prezzo alle stelle.
Ora tocca alla Grecia e, di riflesso, all’Euro:
Le più grandi banche americane e i più grandi hedge funds, fondi d’investimento ad alto rischio, hanno sferrato un massiccio attacco all’euro […] Questi colossi finanziari, svela il Wall street Journal, stanno accumulando CDS, o Credit defaults swaps, i titoli assicurativi contro la bancarotta della Grecia, che in un anno sono passati da circa 40 a circa 85 miliardi di dollari […] all’inizio del mese una «banca boutique» ha riunito a Manhattan il Soros Fund managment, la Sac capital advisors e altre star di Wall Street asserendo che il dissesto della Grecia è inevitabile, che l’euro crollerà e che i CDS frutteranno guadagni enormi […] E’ la massima speculazione monetaria, scrive il Wall Street Journal, da quella del ’92 contro la sterlina inglese, che fruttò a George Soros, il mago delle valute, e ai suoi pari 1 miliardo di dollari […] (Queste banche ) negli ultimi anni hanno aiutato la Grecia a nascondere il suo debito. E perché scommettono sulla sua bancarotta, un potenziale caso di conflitto di interessi […] l’intervento dell’Ue dovrebbe però venire accompagnato da una regolamentazione dei CDS, come ha chiesto la Francia, ma l’amministrazione Obama e il Congresso americano sono riluttanti a imporla (fonte: Usa: banche ed hedge funds in azione contro l’euro, la Sec apre un’inchiesta – Corriere della Sera).
I punti controversi in questa vicenda sono diversi. In primo luogo, ciò che appare misterioso è il ruolo dell’ex Re dei broker, George Soros, oggi filantropo della democrazia attraverso la George Soros Foundation e il franchising delle rivoluzioni colorate. Da più parti si dipinge il magnate americano come l’uomo ombra nelle scelte economiche e politiche degli USA. Quale il suo ruolo nella attuale fase speculativa della Finanza contro la Grecia e i cosiddetti “pigs” (Portogallo, Italia o Irlanda a seconda delle interpretazioni, Grecia e Spagna), nessuno può dirlo. Quel che è certo è che la Grecia rischia il default e c’è qualcuno che ci guadagna. Sono proprio quei contratti, i CDS, che l’amministrazione Obama ha rifiutato di regolamentare. Forse che Obama sia un ostaggio delle banche? Non erano le stesse banche sul punto di fallire più o meno un anno fa? A pensarci bene, avrebbero fatto meglio a lasciarle andare a picco. Hanno inquinato il mondo finanziario con i derivati “tossici”, ma allo stesso tempo hanno certificato bilanci statali fasulli. L’Italia, paese nel quale il falso in bilancio non è più reato, potrebbe aver fatto diversamente? Secondo il vice primo ministro greco Pangalos, no:
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