Questo post è stato scritto alle 22 del 26 Maggio 2013. Chiaramente per motivi elettorali viene pubblicato solo a urne chiuse. Nella foto che segue è riportato il grafico di Google Trends sull’indice di ricerca dei tre candidati sindaco di Roma, Gianni Alemanno, Ignazio Marino e Marcello De Vito.
L’indicatore mostra, venerdì 24, il picco per tutti e tre i candidati ma De Vito raggiunge e supera Marino di due punti (69 a 67), mentre Alemanno viaggia su un punteggio di 98. Questo tipo di rilevazioni non sono affidabili – non tengono conto del ‘sentimento’ verso il nome ricercato, ovvero posso digitare Alemanno dieci volte su Google indignato per la inconsistenza della sua politica, ma l’algoritmo di Mountain View registra solo un generico +10… – in ogni modo vengono spesso impiegate per anticipare gli orientamenti dell’opinione pubblica in materia elettorale. Se tutto ciò ha un qualche fondamento, il ballottaggio per Roma sarà Alemanno-De Vito.
A posteriori posso aggiungere che ancora una volta gli strumenti di rilevazione del cosiddetto ‘sentiment’ su intenet falliscono nella previsione di un risultato elettorale. Fra qualche giorno qualcuno escogiterà un tipo di analisi che certamente gli permetterà di dire, “su twitter Marino aveva già vinto”, e via discorrendo, facendo passare noi poveri come degli stupidi che non hanno saputo interpretare quelle linee spezzate colorate e apparentemente prive di senso. Questi strumenti falliscono perché intercettano non la realtà ma una porzione molto piccola di essa, quella che viene registrata dagli algoritmi di Mountain View. Le tecnologie statistiche celate all’interno dei social network possono aiutare a ‘sentire’ l’opinione pubblica e a capire come si sta orientando, ma non possono spingersi più in là di una pura valutazione di massima: l’interesse verso i candidati sindaco di Roma è cresciuto fortemente due giorni prima del voto. Non perché siano diventati improvvisamente popolari, più semplicemente perché gli elettori si sono più frequentemente informati. Ciò è accaduto in un contesto in cui l’interesse per la politica è sceso a livelli minimi. I più scaltri vi diranno che ciò non è sfuggito al fiuto di Google Trend. Guardate il grafico che rappresenta il volume di ricerca sul nome ‘Beppe Grillo’ nell’ultimo anno.
Insomma, mi pare evidente che dal 25 Febbraio in poi, l’interesse verso Grillo è sceso ai livelli di metà 2012. Significativo? Può darsi. Guardando questo grafico sarei spinto a dire che in generale la massa degli elettori, che ha accesso ad internet, si informa una settimana prima del voto, e poi abbandona la politica al suo corso. In ogni caso, è difficile spiegare il risultato odierno del 5S con questa curva discendente.