Mali, l’Azawad e l’escalation jihadista

Questo post rimanda a un eccellente articolo di Anna Mahjar-Barducci pubblicato su Agenzia Radicale, semplicemente molto illuminante sulla situazione attuale nel Mali, dopo l’aggravarsi del predominio di Iyad Ag Ghali, del suo Ansar Dine e degli jihadisti salafiti di AQMI.

AQIM vuole disperdere MNLA e prendere il controllo dell’area. AQIM non ha interesse a negoziare con il Mali, vuole che Azawad diventi un paese senza abitanti, un’area strategica in Africa, in cui poter espandere le proprie attività. Il 27 giugno il quartier generale del consiglio di transizione dello stato di Azawad (CTEA, stabilito il 7 giugno e guidato dal MNLA), è stato attaccato a Gao da AQIM, MUJAO (che è un gruppo con base a Gao) e Boko Aram. In seguito a questa battaglia, il MNLA ha forzato la ritirata dai principali centri in Azawad e sta rivedendo i propri piani politici e militari. Durante la battahlia, però, il MNLA ha dato un doloroso colpo ad AQIM uccidendo il suo presunto capo, Moktar Belmoktar. Il giorno della battaglia, il MNLA ha compreso che Ansar Dine non ha il controllo della situazione, ma piuttosto AQIM e che non si sarebbe raggiunto nessun accordo con Iyadh, che ora è vicino ad AQIM.

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Mali, liberi tre dei sette diplomatici algerini rapiti da AQMI

Un’immagine della battaglia di Tessalit (Mali)

Non è la notizia che attendevamo da mesi, la notizia della liberazione di Rossella Urru. Si tratta invece di tre dei sette diplomatici algerini rapiti da Al Qaeda del Maghreb Islamico e poi trattati da Mujao, il cui ultimatum era scaduto alla fine del mese di Maggio. La parziale liberazione può essere interpretata come un parziale successo delle trattative fra i qaedisti e il governo algerino. Per la loro liberazione erano stati chiesti 15 milioni di euro nonché la liberazione di diversi prigionieri qaedisti in Algeria. Il rapimento del console algerino nel nord del Mali stava per causare una crisi militare fra Algeri e i ribelli del Sahel. Poi il Movimento di Liberazione Nazionale dell’Azawad si è separato sia da Ansar Dine, sia dai qaedisti dediti ai rapimenti (AQMI e l’affiliata Mujao).

Ansar Dine ha intanto inviato un messaggio filmato a Sahara Media. Nel video, ben lontano dalle lugubri e criptiche dichiarazioni qaediste, compare tale Abu Mohammed, alias Sheikh Osa, uomo forte del movimento nonché braccio destro del leader Iyad Ag Ghali. “Allah ci ha benedetti per le grandi conquiste e stiamo ora tentando l’applicazione della legge islamica in lode a Dio”, dice Sheikh Osa nel filmato. Invitando tutti i musulmani a unirsi al movimento, afferma che la rottura con il MNLA è stata causata da profonde divergenze in materia religiosa: “ci sono state difficoltà dovute alla mancanza di consapevolezza di alcuni dei partecipanti [del MNLA] della legge islamica in relazione a fedeltà comiugale e in particolare di ripudio”.

Sheikh Osa ha diffuso inoltre immagini dell’assalto all’aeroporto di Tsalit (Tessalit) in cui, osserva il giornalista di Sahara Media, non c’è traccia di alcun combattente affiliato al MNLA (ovvero dei Tuareg berberi, in parte laici e liberali). MNLA aveva dichiarato di aver partecipato alle operazioni, specie nella città di Kidal. Il fatto che non vi sia prova alcuna della loro presenza sul campo, apre grandi dubbi sulla loro reale consistenza militare.

Rossella Urru, chi è Mujao che l’ha rapita

Hanno chiesto un riscatto di 30 milioni per liberare Rossella Urru e Ainhoa Fernández, rapite in Algeria diversi mesi or sono. Si chiamano Mujao, Movimento per l’unicità e la jihad in Africa Occidentale (Tawhid Wal Jihad fi Jamat Garbi) e una certa vulgata giornalistica li definisce come dissidenti di Al Qaeda. In realtà si tratta di un gruppo estremista che è legato a AQMI, Al Qaeda nel Maghreb Islamico; hanno partecipato alla recente presa della città di Gao, durante l’insurrezione Tuareg.

Hanno un portavoce che si chiama Adnan Abu Walid Sahraoui. E’ lui ad esser stato contattato dalla agenzie France Presse (AFP) per il rilascio di queste dichiarazioni. In realtà Mujao cerca di far pervenire la propria voce già da un mese a questa parte. Lo scorso 9 Aprile arrivò una richiesta simile, ma ora Mujao può muoversi con maggior destrezza nel ricatto, avendo catturato il console algerino a Gao. Pensano anche di realizzare attacchi contro l’Algeria, come a Tamanrasset, un colpo eseguito da due giovani. I negoziati con Algeri sono falliti la settimana scorsa. Mujao chiedeva 15 milioni e i rappresentanti del governo hanno risposto con il rifiuto.

Le autorità algerine contano sull’appoggio di Iyad Ag Ghaly, il leader di Ansar Edine, altra formazione salafita jihadista che opera però in Timbuctu. “Abbiamo un accordo con i nostri fratelli in Ansar Edine”, aveva detto un membro del Mujao solo qualche giorno fa, quando si parlava della liberazione degli ostaggi algerini. Ciò conferma che il gruppo ribelle islamico Ansar Edine ha assunto in sé la questione della liberazione dei diplomatici algerini. In Bamako, una fonte della sicurezza del Mali ha confermato l’esistenza di trattative tra il gruppo di Iyad Ag Ghaly e Mujao. Iyad Ag Ghaly è considerato un moderato. E’ un uomo di guerra, ma con lui si può trattare, si può fare la pace.

Intanto la Mauritania chiude la frontiera con il Mali secessionista, l’Azawad. Lo spettro di una crisi umanitaria si fa sempre più pesante.