Lavitola cala l’asso: ecco la email di Walfenzao

Eccola, la email che Lavitola teneva nascosta nel taschino. E’ agli atti dell’inchiesta dell’Attorney General di St. Lucia, Mr. Doddy Francis. E’ per tale ragione che Lavitola ha rischiato l’incriminazione da parte degli inquirenti di Saint Lucia.

Lo scrivente è quel James Walfenzao più volte citato nell’arco della vicenda come l’amministratore delle società Timara e Primtemps, nonché presidente o simile di The Corpag Group, la madre di tutte le off-shore, se così si può dire. L’indirizzo email di Walfenzao corrisponde a quanto pubblicato qui:

La email è stata trafugata dal pc di Michael Gordon, secondo Lavitola titolare della Corporate Agents St. Lucia Ltd, sita al numero 10 di Manoel Street a Castries, stesso indirizzo di Timara e Primtemps. Corparate Agents è una società controllata da The Corpag Group. Figura fra le filiali di Corpag, nei Caraibi. E’ un mistero su chi ha trafugato la email. Gordon figura come destinatario della missiva, insieme a Evan Hermiston, socio della Corporate Agents, nonché esperto di off-shore. L’indirizzo email di entrambi riporta l’estensione di candw.lc, che corrisponde a un sito di webmail gratuite di Saint Lucia. Di primo acchito non si può affermare che le email siano false.

Ho tentato una traduzione del testo:

Signori,

Queste due società (Timara+Primtemps, nel titolo della email) hanno attirato l’attenzione della stampa italiana. A quanto ci sembra (precedentemente non conoscenza di ciò) vi è un connessione politica che è emersa in un grande conflitto/scandalo, ora che Berlusconi e Fini (precedentemente partner in politica) stanno litigando. La sorella del cliente sembra avere un forte legame con uno degli uomini politici coinvolti.
Mentre la maggior parte del fango viene gettato dalla stampa controllata da Berlusconi, giornali anche più seri come il Corriera della Sera ne stanno scrivendo.
Il mio nome è stato citato come regista; nessun commento sul fatto che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato. Nonostante sia molto fastidioso.
Queste aziende sono state utilizzati per comprare un piccolo appartamento in MC. Abbiamo trovato il valore basso e siamo andati dal notaio per verificare. Il notaio ha spiegato che il prezzo (l’appartamento è stato ereditato da una vecchia signora che è morta, era in cattive condizioni/non mantenuto etc); il notaio ha spiegato che era soddisfatto del valore e non poteva trasferire il bene per un valore troppo basso in quanto egli deve riscuotere le tasse di trasferimento per lo Stato.
Si può essere avvicinati dai giornalisti- Io suggerisco che noi dobbiamo soltanto non rispondere. Stiamo considerando di dimetterci; per primo, voglio sentire dal cliente ciò che egli ha da dire.
Vi terrò informati.
Ho solo pensato che fosse giusto farvi sapere.
Saluti,
James

Ammessa la validità del documento, su cui si può dubitare, eccovi le mie considerazioni:

  1. stupisce come il sistema delle off-shore si sia messo in allarme appena qualche giorno dopo le rivelazioni de Il Giornale; Walfenzao si è impaurito per il solo fatto di esser stato avvicinato da giornalisti e perché il suo nome era citato sui giornali, non solo quelli di B., ma anche sul più serio (!) Corriere della Sera;
  2. Walfenzao nella email dice di aver parlato con il notaio che ha redatto l’atto di trasferimento circa il prezzo pattuito, secondo W. troppo basso; il notaio gli ha riferito che l’immobile era in cattive condizioni;
  3. il notaio riferisce che non può trasferire il bene a un prezzo troppo basso; quindi 300mila euro sono pochi o no? A me pare una contraddizione: W. trova il prezzo basso, va dal notaio che gli riferisce di non poter vendere a un prezzo più basso ancora. Ma il fatto che l’appartamento fosse in cattivo stato è riportato anche qui;
  4. W. pensa di dimettersi (dalla Timara e dalla Primtemps?); dice che ne parlerà con il clinete;
  5. il cliente sembra proprio essere Tulliani; ha una sorella legata a uno dei politici coinvolti nel conflitto fra Berlusconi e Fini.

(continua…)

Nuovi tasselli nel puzzle Montecarlo. Francis: l’indagine avviata tre mesi fa

Volevo tornare a parlare di Politica. Non già del voto di fiducia di domani, che si chiuderà con un “tarallucci e vino” – così Polito stasera a Otto e Mezzo – e con la scelta del sì/astensione da parte dei finiani dalla coda di paglia. Non certamente del mercato delle bestie fatto ancor oggi con la fuoriuscita di cinque deputati dell’UDC e di due dell’API – eletti nel PD, ricordate? questi farabutti – pronti a subentrare al primo segnale di ritirata dei FLi dalla maggioranza. No, questa non è Politica, è spazzatura.

E invece – spiacente per voi – ma la vicenda Saint Lucia-Montecarlo-Tulliani-Fini mi diverte ancora troppo. Oggi si sono aggiunti nuovi tasselli nella tragica commedia tutta italiana, ma di esportazione, che fa tremare la debole politica dei Caraibi. sintetizzando, direi che le novità sono quattro:

  1. Francis ieri era nervoso: incalzato dai giornalisti italiani, questa chiassosa pattuglia, ha dovuto cedere e ha organizzato una estemporanea conferenza stampa durante la quale ha fatto capolino la faccia da cartellone pubblicitario di Walter Lavitola. Lavitola si è prodotto in una performance memorabile. Ha chiesto in uno spagnolo “claudicante” al ministro della Giustizia se alla base della sua inchiesta vi fosse una email fra James Walfenzao, mister x, e Michael Gordon, il fondatore della Corporate Agent, la “madre di tutte le società” che hanno preso parte alle compravendite della casa di Montecarlo. Francis, a quanto pare, ha risposto sì, ma l’uomo Doddy Francis è parso alquanto confuso;
  2. in un altro articolo, comparso su Libero, Rick Wayne, famoso anchorman della Helen Television Service di Saint Lucia, conduttore di un talk show dal nome poco fantasioso di Talk Show, ha rivelato che l’indagine su Primtemps e Timara non è stata avviata su richiesta di qualcuno, ma perché a Castries, la capitale di Saint Lucia, era arrivata addirittura la Interpol, rimasta in città per giorni “a setacciare gli uffici” per assicurarsi che non fossero stati commessi illeciti. I poliziotti si sarebbero informati anche presso il ministro, il quale ha di seguito scritto al premier King. A mio avviso una storia bislacca: un tentativo giornalistico maldestro per celare l’ipotesi che la richiesta di indagine – dietro compenso – sia arrivata da ambienti esterni a Saint Lucia ma correlati a chi in Italia ha interessi nella vicenda;
  3. Francis sembra essersi tradito: ha riferito in conclusione di conferenza stampa che l’indagine era stata avviata “tre o sei mesi fa”, prima della sua nomina a ministro e prima dello scoppio del pseudo scandalo di Montecarlo per mano de Il Giornale;
  4. dulcis in fundo, secondo Italo Bocchino, che sta parlando nel momento in cui scrivo a Ballarò, il giornalista dominicano, autore dello scoop del documento del ministro Francis, tale Josè Antonio Torres, sarebbe sotto contratto con la società editrice de L’Avanti, il giornale di Lavitola.

Roba che scotta, direi. Ma che non ha niente a che fare con la Politica, sia chiaro. Emerge ancor di più l’impronta artificiosa del dossieraggio. E Fini domani terrà in vita il governo. Bel casino, vero?

Caraibi, Corallo e Walfenzao, i nomi chiave del giallo Fini-Tulliani

Avrete letto l’articolo di Marco Lillo su Il Fatto. Si parla della vocazione di An per i “casinò”, della vacanza a Sint Maarten, isoletta caraibica poco distante da Saint Lucia, di Fini e della ex moglie con Amedeo Laboccetta, amico di Francesco Corallo, il leader mondiale del gioco d’azzardo (una foto di Gianfranco Fini e Amedeo Laboccetta con le rispettive consorti – si intravede Daniela Di Sotto che era ancora la signora Fini – scattata a Saint Marteen nell’agosto del 2004 nel ristorante del casino di Corallo, Marco Lillo su Il Fatto). Si disse che Fini andò solo per fare le immersioni. Ma tant’è, Laboccetta ora è rimasto dall’altra parte, con B. e Fini si è imparentato con i Tulliani.
Francesco Corallo controlla Atalntis World. Atlantis è titolare di tre casino a Saint Marteen, due a Santo Domingo e uno a Panama. Per diversificare il proprio “prodotto”, è titolare di una concessione del Governo Italiano “al fine di gestire alcuni aspetti dell’industria del gioco in Italia” (così sul loro sito). Atlantis World Group esiste dal 1992. Ha sede a Cupecoy, nelle Antille Olandesi e gestisce anche:

Beach Plaza Casino (100%)
Hotel V Centenario Inter-Continental and Casino V Centenario (100%)
Paradise Plaza Casino (100%).

Chi è Corallo?

  • la sua biografia suscita qualche ambascia. Nel 1999 in Bolivia, come raccontò L’ Espresso, il suo nome fu fatto in relazione alla scoperta di alcuni casinò clandestini e a un traffico di droga, in cui era coinvolto il suo amico Marino Diodato, marito di una nipote del dittatore Hugo Banzer, titolare in Italia di una società per la commercializzazione di slot machines. Ma non fu neanche mai processato
  • Anni prima, quando il padre Tanino fu protagonista dello scandalo di Sanremo, il tentativo di mettere le mani sulla casa da gioco pagando mazzette a politici della Dc e del Psi, che costò anche la prigione all’ ex sindaco di Imperia e oggi ministro Claudio Scajola, poi assolto, Francesco aveva soltanto 22 anni
  • a tutt’ oggi non c’ è nessuna conferma del rapporto della Drug Enforcement Agency che vuole Francesco in “elevata posizione” nel clan mafioso Santapaola (Nuovi casinò: An e gli amici d’azzardo – Repubblica.it » Ricerc – 2005).

Ora, si dà il caso che Corallo sia un incensurato. Lo scrivono in tutti gli articoli. Lui dice che i casinò se li è fatti da solo. Sarà ma il padre tentò di scalare il casinò di Sanremo, una volta. Coincidenze. Sappiate che Corallo ha anche un giornale a Sint Maarten. E a Sint Maarten ci sono solo tre giornali:

Quale quello di Corallo? Non sono riuscito a risalire. Non vi è alcuna indicazione sull’editore. Ironia della sorte, in uno di questi – The Daily Herald – vi è persino una rubrica dedicata alla lettere dei lettori all’editore, pensate un po’. Che non risponde mai.

Ebbene, Il Fatto ha mostrato come James Walfenzao, l’amministratore di Primtemps e Timara Ltd, le due società off-shore con sede a Saint Lucia che si sono scambiate l’appartamento ex An di Montecarlo, è anche il consulente, l’amministratore e il prestanome di Francesco Corallo. Walfenzao, su alcuni siti, è addirittura indicato come il presidente di Corpag Group. L’idea che mi è venuta è che Walfenzao gestisca, per tramite della Corpag Group, una serie di grossi clienti. Non a caso Primtemps e Timara hanno sede nell’ufficio della Corpag a Saint Lucia: Manoel Street, 10, Castries, come indicato qui. E’ innegabile quindi che Primtemps e Timara siano creature di Walfenzao. E come scrive Red Stripe 2010, il vero proprietario delle due società off-shore non lo sapremo mai. Poiché è mission di Walfenzao far perdere le traccia del titolare:

Un  Trust, o ancora meglio una stiftung, serve a questo, a tenere segreto tutto, ma proprio tutto. Sopratutto serve a tenere segreti patrimonî ingenti, milioni e milioni di €uri, non bilocali e Ferrari (Red Stripe 2010, cit.).

Infatti, “il trust è un contratto tra un individuo (Settlor) che trasferisce alcuni beni di sua proprietà (the Trust fund) a una o più persone (the trustees) con le istruzioni, che sono giuridicamente vincolanti per gli amministratori, che gli amministratori dovrebbero tenere il fondo fiduciario a condizioni prescritte (the beneficiaries).I Trust può essere revocabile o irrevocabile” (Red Stripe 2010, cit.). Il trust serve a mantenere la riservatezza sulla provenienza del capitale.

Walfenzao, un mister x, insomma. A cui Tulliani domiclia le bollette di Rue Princess Charlotte. L’avvocato Ellero, autore di quella polpetta avveleneata (definizione di Luca Barbareschi, finiano doc), che sabato scorso ha quasi scagionato Tulliani proprio quando tutti attendenvano il discorso registrato di Fini, oggi suggerisce sempre a mezzo stampa che Tulliani può essere un mediatore. Uno che lavora in campo immobiliare e che ha piazzato un appartamento insignificante, inutilizzato, alla modica somma di 300mila euro, e per questo si è guadagnato la prelazione per l’affitto dei locali.

Pensate, l’accostamento Walfenzao-Corallo è parso palese persino a quelli de Il Giornale. Che lungimiranza. Così scrivono oggi:

Walfenzao è dunque «presente» a Saint Lucia, dove è tra i riferimenti della Corporate Agent Saint Lucia ltd. È presente negli Usa, come corrispondente della Corpag di Miami, al 999 di Brickell Avenue. Ma come è noto è anche a Montecarlo, dove abita con la moglie in avenue Princesse Grace, a un solo portone di distanza dalla sede della Jason Sam. Una quasi ubiquità anche più impressionante, considerando che Walfenzao controlla, per conto dell’imprenditore italiano di gioco autorizzato (in Italia) e casinò (ai Caraibi) Francesco Corallo, la Uk Atlantis Holding Plc, una delle società del gruppo (Il Giornale).

Troppo spesso, in questa vicenda, abbiamo solcato il Mare delle Antille. Visitando addirittura tre isole: Santo Domingo, Saint Lucia e ora Sint Maarten (l’isola di Corallo). Ma il mare nostrum della politica è alquanto melmoso. Dicevo che Corallo aveva in Italia Laboccetta come amico e amministratore. Laboccetta è poi diventato parlamentare nel 2008 e ha fatto rapidamente carriera in Transatlantico (un altro mare melmoso). Tanto che ora è un papabile sottosegretario nell’eventuale rimpasto di governo che Berlusconi intende fare dopo il 29 Settembre.

Prima di divenire parlamentare, Laboccetta ha rischiato di finire nel mezzo dello scandalo delle slot, una maxi evasione di 98 miliardi di euro, rimasta impunita, scoperta anni fa da due giornalisti de Il Secolo XIX. Le società che gestiscono le slot hanno truffato il fisco taroccando le macchinette in modo tale che risultassero disconnesse dalla rete con lo Stato per la maggior parte del tempo:

la Procura regionale della Corte dei Conti del Lazio aveva inoltrato ai concessionari del settore New Slot una richiesta di risarcimento di 98 miliardi, limati poi a 90. I magistrati contabili contestavano il mancato collegamento degli apparecchi alla rete telematica dello Stato, quello che permette  di controllare l’entità delle giocate e di applicare quindi l’imposta che grava, il Preu. Nonchè il mancato rispetto di alcuni livelli di servizio nella trasmissione dei dati degli apparecchi di gioco. In pratica le concessionarie, non collegando le slot ai terminali statali, hanno sottratto al fisco miliardi di euro di tasse (fonte).

Tra i gestori fraudolenti vi erano: Snai, Hbg, Cirsa Italia, Sisal Slot, Cogetech Codere Network, Lottomatica Videolot Rete, Gmatica, Gamenet e Atlantis World Giocolegale, la filiale di Atlantis World in Italia, di cui Laboccetta era amministratore delegato. Lui dice di essersi dimesso anzitempo. Ben prima dello scandalo. Ma poteva non sapere? Chi potrà mai dirlo, al momento non mi risulta alcuna inchiesta della magistratura, nemmeno mi risulta che la multa (30 mld per la Atlantis) sia mai stata pagata.

Walfenzao-Corallo-Laboccetta (ma lui smentisce e ha annunciato querela a La Repubblica per quell’articolo di Giusppe D’Avanzo nel quale si anticipava l’equazione che sto per farvi) sembrano connessi fra di loro. Stupitevi, lo dice anche Il Giornale, il che viene da sorridere per tanta lucidità giornalistica:

Walfenzao controlla la Uk Atlantis attraverso due società – la Corporate Management St. Lucia ltd e la Corporate Management Nominees, inc – che la missiva del ministro della Giustizia Francis cita come società che controllano Printemps e Timara, e che detengono le azioni della Jaman directors, una delle altre off-shore. E le due società legate ad Atlantis, secondo la lettera, «agivano su ordine» sia di Walfenzao che di Izelaar. Dunque, c’è un legame diretto tra la compravendita della casa di Montecarlo e il gruppo di Corallo. Vicino all’ex An, tanto che Amedeo Laboccetta, già parlamentare del partito di Fini (e ora nel Pdl) ed ex rappresentante per l’Italia della Atlantis World di Corallo, portò al ristorante del casinò Beach Plaza di Saint Marteen anche Gianfranco Fini, nel 2004, per una cena a cui partecipò anche Checchino Proietti, braccio destro del presidente della Camera. E uomo che, per la procura di Potenza che indagò sulla vicenda (la Corte dei Conti constatò un ammanco nelle casse dell’erario di oltre 31 miliardi di euro), si spese con i monopoli italiani per evitare che l’Atlantis perdesse la licenza per il gioco legale in Italia (Il Giornale, cit.).

Malpica e Chiocci, gli autori della ricostruzione degli intrighi di Walfenzao per Il Giornale, promettono ulteriori sviluppi che dovrebbero giungere addirittura dalla penna di Lavitola, impegnato, così è scritto, a recuperare una email di un collega giornalista in cui un tale, proprietario di una società a Montecarlo “diceva all’agente concessionario delle società a Santa Lucia, che è un alto magistrato, che in Italia era in corso uno scontro molto duro tra Fini e Berlusconi” e ceh avrebbe preso presto la “decisione […] di rescindere l’incarico a seguito della «pubblicità negativa relativamente anche alla mia persona»” (Il Giornale).

A mio avviso permangono ancora dei punti oscuri. Per esempio: qaule il rapporto fra Walfenzao e Tulliani? Chi conduce Tulliani agli uffici della Corpag di Montecarlo? Tulliani ha un rapporto collaborativo con Walfenzao, come suppone l’avv. Ellero? E poi, quale il rapporto fra Fini e Laboccetta? E fra Fini e Corallo? Vi anticipo che il prossimo scoop de Il Giornale tenderà a rievocare quella vacanza del 2004 a Sint Maarten. Ci sarà tanto di foto, vedrete.