(c) gazeta

Prepariamoci a dire addio ad ACTA!

(c) gazeta

Traduzione di [Major Victory] Now Let’s Win ACTA’s Final Round! – La Quadrature du Net

Il Team de La Quadrature du Net e volontari provenienti da tutta Europa hanno trascorso la scorsa settimana al Parlamento per garantire che tutti i gruppi politici e dei membri fossero adeguatamente informati e pronti ad affrontare la loro responsabilità durante il voto di oggi. I membri dela commissione del Commercio Internazionale (INTA) hanno evitato di cadere vittime della forte pressione esercitata dalle lobby dell’industria e della Commissione UE, che hanno cercato con qualche difficoltà di salvare la faccia ed evitare una sconfitta palese. Il Commissario De Gucht, responsabile dei negoziati ACTA, anche lui invitato in seno alla commissione INTA, ieri, ha tentato disperatamente di convincere i membri a rinviare la votazione finale di qualche anno. Invano.

Con 19 voti contro 12, l’INTA ha adottato la raccomandazione finale: Il Parlamento europeo deve respingere ACTA!

Nel corso della prossima sessione plenaria a Strasburgo, probabilmente il 4 luglio, si terrà il voto finale. Questa sarà un’occasione unica per tutti i deputati per distruggere definitivamente e seppellire ACTA. I cittadini devono mettersi in contatto con tutti i membri del Parlamento e consigliare loro di seguire la raccomandazione della commissione INTA (come pure quelli delle altre quattro commissioni che hanno anch’essiinvitato a rifiutare ACTA).

“Considerando come la Commissione europea e i gruppi d’interesse hanno continuato ad ignorare la posizione ambigua della maggioranza dei parlamentari europei, si deve aspettare un nuovo ciclo di pressione e manovre. I cittadini devono rimanere pienamente mobilitati in vista del voto in plenaria”, ha dichiarato Richard Mélissa, attivista per La Quadrature du Net.

«La strada è ora asfaltata per un rapido e totale rifiuto di ACTA da parte del Parlamento europeo! Con un simbolo politico di una così grande scala globale, la strada sarà aperta per una riforma positiva del diritto d’autore, al fine di incoraggiare le nostre pratiche culturali, invece di reprimerle ciecamente. Ora puntiamo a questa tanto attesa vittoria e costruiamo il nostro mondo post-ACTA! Ma prima andiamo a festeggiare! “, Conclude Jérémie Zimmermann, portavoce del gruppo LQDN.

La Quadrature du Net ringrazia calorosamente tutti i cittadini che hanno partecipato a questo successo, e tutti i membri della commissione INTA che coraggiosamente li ha difesi. Si tratta di uno sforzo che dobbiamo sostenere.

ACTA, nuova bocciatura sulla Privacy

L’Accordo Commerciale Anti-Contraffazione, noto con l’acronimo di ACTA, è stato oggetto di un parere negativo da parte di EDPS, European Data Protection Supervisor, una sorte di Garante della Privacy europeo. Naturalmente trattasi di un parere, peraltro una replica di un analogo documento del 2010, non vincolante per la Commissione Europea né per il Parlamento. EDPS si era espresso nel 2010 solo sulla base delle indiscrezioni del testo dell’Accordo. Oggi che il testo è pubblico, ha potuto esplicitare meglio la precedente affermazione secondo cui

the introduction in ACTA of a measure that would involve the massive surveillance of Internet users would be contrary to EU fundamental rights and in particular the rights to privacy and data protection, which are protected under Article 8 of the European Convention on Human Rights and Articles 7 and 8 of the Charter of Fundamental Rights of the EU (l’introduzione in ACTA diuna misura che comporterebbe la sorveglianza di massa degli utenti di Internet, sarebbe in contrasto con i diritti fondamentali dell’Unione e in particolare i diritti alla privacy e alla protezione dei dati, che sono tutelati ai sensi dell’articolo 8 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e dagli articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. EDPS – trad. propria).

L’analisi dell’Accordo da parte di EDPS parte dal presupposto che EDPS medesima riconosce la legittima preoccupazione di assicurare il rispetto del diritto d’autore in un contesto internazionale. ma le modalità previste per rafforzare la sua applicazione “non devono andare a scapito dei diritti fondamentali degli individui, e in particolare dei loro diritti alla tutela della privacy e dei dati”, cosa che invece potrebbe avvenire se ACTA venisse applicato dagli Stati membri nel testo in cui è stato approvato dal Consiglio nel Dicembre 2011 e firmato dalla Commissione in sede internazionale il 26 Gennaio 2012.

Il disposto normativo contenuto nel Capitolo II, Sezione 5, contiene due strumenti potenzialmente lesivi della privacy individuale. che sono nell’ordine:

  1. un meccanismo mediante il quale i provider di servizi on-line possono essere obbligati da una competente autorità di rivelare l’identità di un abbonato sospetto, direttamente e immediatamente al titolare di un diritto;
  2. la promozione di sforzi di cooperazione fra provider e detentori dei diritti per affrontare efficacemente le violazioni di marchi e diritti d’autore.

EDPS scive senza che, questi due strumenti, ognuno singolarmente o in combinato fra loro, potrebbero prefigurarsi come un sistema di monitoraggio dell’uso individuale di Internet, sia nell’intento di combattere le violazioni del copyright, sia nell’atto di prevenirle. In molti casi, inoltre, tale monitoraggio verrebbe condotto dallo stesso soggetto detentore del copyright o con l’ausilio di società terze, se non addirittura del medesimo ISP. Le misure che comportano il controllo generalizzato delle attività Internet degli utenti sono molto invasive della sfera privata degli individui. Il monitoraggio potrebbe interessare anche utenti non sospettati, utenti ignari di essere sotto controllo, di essere tracciati. Nessuna notifica è prevista nemmeno per i sospettati sottoposti al monitoraggio.

They may involve the monitoring of electronic communications exchanged over the Internet and the review of the content of individuals’ Internet communications, including emails sent and received, websites visited, files downloaded or uploaded, etc. Furthermore, such monitoring usually entails the systematic recording of data, including the IP address of suspected users. All this information can be linked to a particular individual through the ISP, who can identify the subscriber to whom the suspected IP address was allocated. It therefore constitutes personal data as defined in Article 2 of the Data Protection Directive 95/46/EC (Ciò può comportare il controllo delle comunicazioni elettroniche
scambiate su Internet e la verifica del contenuto delle comunicazioni degli individui, compresi e-mail inviate e ricevute, i siti web visitati, i file scaricati o caricati, ecc. Inoltre, tale controllo comporta di solito la registrazione sistematica di dati, incluso l’indirizzo IP degli utenti sospetti. Tutte queste informazioni possono essere collegate a un individuo particolare attraverso l’ISP, che può a sua volta identificare l’abbonato al quale il sospetto indirizzo IP è stato assegnato. Ciò costituisce pertanto violazione dei dati personali ai sensi dell’articolo 2 della direttiva 95/46/CE sulla protezione dei dati individuali – EDPS cit., trad. propria).

La legittimità di tali misure specifiche che interferiscono con i diritti fondamentali e le libertà individuali devono essere valutate alla luce dei criteri di cui all’articolo 8 (2) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo 24 e l’articolo 52 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Queste norme fondamentali richiedono che ogni limitazione dei diritti sia prevista dalla legge e sia altresì necessaria e proporzionata allo scopo legittimo perseguito, nonché devono essere conformi alla normativa sulla protezione dei dati, che, tra l’altro, richiede che esse siano fondate su una base giuridica valida. Affinché siano definite proporzionate, tali misure devono essere valutate “caso per caso” e devono essere sufficientemente dettagliate al fine di definire con precisione l’impatto che queste possono avere sulla sfera dei diritti individuali. La misura deve essere proporzionata in risposta a una violazione individuale dei diritti di proprietà intellettuale (e che può esistere soltanto dinanzi al fatto compiuto); una misura che mira a prevenire le violazioni dei diritti d’autore in via generale non sarebbe proporzionata.

Pertanto, per valutare la proporzionalità di tali misure di monitoraggio è necessario valutare a) la portata e la profondità delle attività di monitoraggio; b) l’ampiezza delle violazioni del copyright. Ne consegue che il monitoraggio generalizzato previa memorizzazione di dati su scala generale allo scopo di far rispettare il copyright, così come la scansione di Internet in quanto tale, o tutta l’attività nelle reti P2P, andrebbero al di là ciò è legittimo.

Such general monitoring is especially intrusive to individuals’ rights and freedoms when it is not well defined and there is no limitation to it, in scope, in time, and in terms of persons concerned28 . As a consequence, the indiscriminate or widespread monitoring of Internet user’ behaviour in relation to trivial, small-scale not for profit infringement would be disproportionate and in violation of Article 8 ECHR, Articles 7 and 8 of the Charter of Fundamental Rights, and the Data protection Directive (Tale monitoraggio generale è particolarmente intrusivo per i diritti e le libertà individuali quando non è ben definito e non vi è alcuna limitazione ad esso, in termini di ambito, nel tempo, e in termini di soggetti interessati. Di conseguenza, l’indiscriminato o viceversa capillare monitoraggio del comportamento degli utenti di Internet ‘in relazione a violazioni banali, su piccola scala, non per profitto, sarebbe sproporzionato e in violazione dell’articolo 8 della ECHR, articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali, e la Direttiva sulla protezione dei dati – EDPS, cit., trad. propria).

 

ACTA, i segreti e le bugie

Ieri, mentre i giornali italiani erano intenti a osservare la novità della nevicata a Roma, in centinaia di città in tutta Europa si svolgevano manifestazioni contro ACTA, l’accordo commerciale anti contraffazione che l’Unione Europea ha firmato e che si appresta a adottare senza la benché minima discussione pubblica. E guardando la cartina qui sopra si può ben comprendere in quali paesi si stia organizzando una mobilitazione contro ACTA e in quali no. Il nostro paese è in prima linea fra quelli che se ne disinteressano. Tanto per capirci.

E’ stato detto che all’interno di ACTA nessuna norma esplicitamente metteva in opera meccanismi giuridici contro la libertà di internet. In un articolo di Timothy B. Lee, ‘Cosa Acta non dice’, apparso originariamente su Ars Techica con il titolo ‘As Anonymous protests, Internet drowns in inaccurate anti-ACTA arguments’, pubblicato in Italia da Valigia Blu con la traduzione di Fabio Chiusi, viene scritto in tono tranquillizzante e un po’ accademico, che “niente nel trattato sembra richiedere agli ISP di controllare il traffico dei loro clienti”. Lee sostiene che nell’articolo 27 comma 3 del testo finale di ACTA non si può ravvisare alcun riferimento alle pratiche francesi dei three strikes e delle disconnessioni.

Per meglio comprendere la veridicità dell’affermazione di Lee, è necessario prendere in esame l’art. 27 quasi per intero.

ARTICLE 27: ENFORCEMENT IN THE DIGITAL ENVIRONMENT

[Applicazione all’ambito digitale]

1. Ciascuna parte provvede affinché le procedure di attuazione, nella misura di cui alle Sezioni 2 (diritto civile) e 4 (esecuzione penale), siano disponibili nel proprio ordinamento giuridico, in modo da consentire un’azione efficace contro un atto di violazione della proprietà intellettuale e di diritti di proprietà che si svolge in ambito digitale, tra cui rapidi rimedi per prevenire violazioni e rimedi che costituiscano un deterrente contro ulteriori infrazioni.

1. Each Party shall ensure that enforcement procedures, to the extent set forth in Sections 2 (Civil enforcement) and 4 (Criminal Enforcement), are available under its law so as to permit effective action against an act of infringement of intellectual property rights which takes place in the digital environment, including expeditious remedies to prevent infringement and remedies which constitute a deterrent to further infringements.

Il comma 1 definisce le caratteristiche degli strumenti legislativi che devono operare in ambito digitale per “un’azione efficace” contro la violazione del copyright:

  1. rapidi rimedi per prevenire violazioni;
  2. rimedi che costituiscano un deterrente contro ulteriori infrazioni.
Prevenzione e deterrenza: come si possono tradurre questi due criteri – dico, tecnicamente e giuridicamente – in ambito digitale? ACTA non ce lo dice. Quindi è vero, ha ragione Lee: ACTA non prescrive le disconnessioni ma mette – e questo Lee non lo dice – i governi nelle condizioni per doverle adottare.
Il comma 2 rimescola le carte:
2. Fatto salvo il paragrafo 1, le procedure di attuazione di ciascuna parte si applicano alle violazione dei diritti d’autore o connessi su reti digitali, che possono includere l’uso illecito dei mezzi di vasta distribuzione per scopi illeciti. Queste procedure saranno applicate in modo tale da evitare la creazione di ostacoli alle attività legittime, compreso il commercio elettronico, e, coerentemente con la legislazione di detta Parte contraente, preservando i principi fondamentali quali la libertà di espressione, processo equo, e privacy.
2.  Further to paragraph 1, each Party’s enforcement procedures shall apply to infringement of copyright or related rights over digital networks, which may include the unlawful use of means of widespread distribution for infringing purposes. These procedures shall be implemented in a manner that avoids the creation of barriers to legitimate activity, including electronic commerce, and, consistent with that Party’s law, preserves fundamental principles such as freedom of expression, fair process, and privacy.
I mezzi di vasta distribuzione non sono altro che le piattaforme di filesharing. “Evitare la creazione di ostacoli alle attività legittime” può esser considerata una tutela delle migliaia di utenti che – come nel caso di Megaupload – utilizzano tali servizi di hosting per conservare i propri documenti. Una ulteriore tutela può esser intravista nell’ultimo capoverso, in cui è scritto che è necessario preservare i “principi fondamentali quali la libertà di espressione, processo equo, e privacy”. Le disconnessioni previste nell’Hadopi francese dovrebbero così essere scongiurate. Il comma 4 però pone altri problemi:
4. Una parte può fornire, in conformità alle proprie disposizioni legislative e regolamentari, alle sue competenti autorità il potere di ordinare a un provider di servizi online di rivelare rapidamente a un titolare di diritti [di proprietà intellettuale] informazioni sufficienti per identificare un utente il cui account sarebbe stato utilizzato per la violazione, se tale titolare ha presentato a norma di legge un sufficiente reclamo per infrazione di marchio o diritto d’autore o connessi, e laddove tali informazioni vengono richieste al fine di proteggere o di far rispettare tali diritti.
Tali procedure sono attuate in modo tale da evitare la creazione di ostacoli all’attività legittima, compreso il commercio elettronico, e, coerentemente con la legislazione di detta Parte contraente, conserva i principi fondamentali quali la libertà di espressione, di processo equo, e privacy.
4. A Party may provide, in accordance with its laws and regulations, its competent authorities with the authority to order an online service provider to disclose expeditiously to a right holder information sufficient to identify a subscriber whose account was allegedly used for infringement, where that right holder has filed a legally sufficient claim of trademark or copyright or related rights infringement, and where such information is being sought for the purpose of protecting or enforcing those rights.
These procedures shall be implemented in a manner that avoids the creation of barriers to legitimate activity, including electronic commerce, and, consistent with that Party’s law, preserves fundamental principles such as freedom of expression, fair process, and privacy.

Ed ecco il nonsense: quale autorità ha il potere di pretendere dall’ISP i dati dell’utente che viola il copyright? ACTA non specifica. Dice solo che le Parti contraenti hanno la possibilità di individuare all’interno del proprio ordinamento le autorità competenti per farlo. Può anche essere l’autorità giudiziaria, ma non è detto. Un giusto processo ha bisogno di tempo per poter essere celebrato. Come si integra il rispetto ai principi del giusto processo, il potere di poter pretendere i dati sensibili dell’utente e la rapidità dei meccanismi di prevenzione di cui al comma 1?

Secondo LQDN (La Quadrature du Netquesti meccanismi “sono chiamati dalla Commissione europea come “misure extra-giudiziarie” e “alternativi ai tribunali”. Di fatto, un giusto processo è tecnicamente impossibile per prevenire le azioni illegali in internet in materia di diritto d’autore. E di fatto viene attribuito a un privato il potere di perseguire il presunto trasgressore (a cosa volete che servano queste “informazioni” sull’utente?). Non è l’autorità giudiziaria o quella amministrativa (penso ad una Autority in stile HADOPI) a contrastare l’utente che viola il coyright ma lo stesso titolare del diritto d’autore. Questa si chiama giustizia privata.

[Rimando a ulteriore post per la parte relativa alle sanzioni]

Parlamento Europeo in difesa della libertà di Internet. Invita i parlamentari italiani a firmare la Dichiarazione 12/2010!

Inviatiamo tre dei nostri parlamentari europei a firmare la Dichiarazione 12/2010 per arginare il potere della Commissione Europea in fatto di materia commerciale nell’ambito dei negoziati dell’Accordo Anti-Contraffazione (ACTA), che potrebbe avere conseguenze per la libertà di Internet e nella diffusione dei farmaci nei paesi in via di sviluppo.

Questo il testo ripreso da La Quadrature du Net:

Strasburgo, Marzo 8, 2010 – La dichiarazione scritta 12/2010 relativa all’Accordo Commerciale sulla lotta alla contraffazione (o ACTA, il suo acronimo inglese) è ora aperta alla firma. Deve essere firmata entro tre mesi, da più della metà dei deputati affinché sia adottata. Il Parlamento europeo deve cogliere l’occasione per dimostrare il suo impegno per tutelare i diritti e le libertà. I cittadini europei preoccupati per gli effetti dell’ACTA e che desiderano conservare una rete Internet libera, possono partecipare contattando 3 deputati e invitandoli a firmare la dichiarazione scritta.

La dichiarazione scritta 12/2010 è stata presentata da Françoise Castex (FR, S & D), Alexander Alvaro (DE, ALDE), Stavros Lambrinidis (GR, S & D) e Zuzana Roithova (CZ / PPE). Essa esprime il timore che i negoziati in corso sulla ACTA mettano in pericolo la libertà di espressione, la neutralità di Internet, il diritto ad un equo processo e il diritto al rispetto della privacy e all’accesso ai farmaci nei paesi in via di sviluppo.

La dichiarazione scritta fissa le linee di frontiera da non attraversare per i negoziatori di ACTA, sottolineando che gli “attori” di Internet non devono essere ritenuti responsabili per le azioni dei propri utenti, o essere costretti a controllare e la rete per mezzo di filtri. Il testo è coerente con le raccomandazioni della protezione dei dati europei in una revisione recente, ed è estremamente critico delle disposizioni in corso di negoziato in ACTA.

Una pagina dedicata alla campagna è stata istituita per consentire a ogni cittadino di partecipare alla raccolta delle firme della maggioranza dei deputati. Da Lunedi 8 a Giovedi 11 marzo, questi ultimi si riuniranno a Strasburgo in seduta plenaria. Da oggi fino a metà giugno, le sessioni plenarie saranno il momento ideale per raccogliere le firme.

“Con la firma della dichiarazione scritta 12/2010, i deputati dimostrano il loro impegno per proteggere i cittadini. L’adozione della dichiarazione scritta invierà un segnale forte nei confronti della Commissione e degli Stati membri indicando che il Parlamento non permetterà che la libertà dei cittadini europei sia lasciata in balia di oscuri negoziati diplomatici. Ogni cittadino o ogni organizzazione preoccupata per le possibili conseguenze di ACTA possono partecipare invitando i deputati a firmare la dichiarazione, “afferma Jeremy Zimmermann, portavoce di La Quadrature du Net.

Collecte de signatures sur la déclaration ACTA ! | La Quadrature du Net.

Il testo della dichiarazione:

0012/2010
Dichiarazione scritta sulla mancanza di un processo trasparente e la presenza di un contenuto potenzialmente controverso sull’accordo commerciale anti-contraffazione (ACTA)
Il Parlamento europeo,

– Visto l’articolo 123 del suo regolamento

A. Considerando i negoziati in corso sulla accordo commerciale anti-contraffazione (ACTA)
B. Considerando che il ruolo di co-decisione del Parlamento europeo sul commercio e l’accesso ai documenti negoziali sono garantiti dal trattato di Lisbona
1. ritiene che l’accordo proposto non deve imporre l’armonizzazione della legislazione UE indiretta sul diritto d’autore, brevetti o marchi di fabbrica e che essa deve rispettare il principio di sussidiarietà;
2. ritiene che la Commissione dovrebbe mettere immediatamente a disposizione del pubblico tutti i documenti relativi ai negoziati in corso;
3. ritiene che l’accordo proposto non deve imporre restrizioni sul processo giudiziario o pregiudicare i diritti fondamentali quali la libertà di espressione e il diritto al rispetto della privacy;
4. sottolinea che una valutazione del rischio economico e dell’innvazione dovrebbe precedere l’introduzione di sanzioni penali laddove siano già state introdotte sanzioni civili ;
5. ritiene che i fornitori di servizi Internet, o gli host attraverso il proprio servizio, non devono essere ritenuti responsabili per i dati che essi trasmettono al punto che si renda necessaria una vigilanza preventiva o lo screening di dati;
6. indica che qualsiasi misura atta a rafforzare le competenze in termini di controllo delle frontiere e il sequestro di beni, possono influenzare l’accesso ai farmaci legali, economici e sicuri a livello globale;
7. incarica il proprio Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con i nomi dei firmatari al Consiglio e alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri.

Scrivi sulla Bacheca Facebook di Debora Serracchiani e invitala a firmare la dichiarazione:

Bacheca Facebook Debora Serracchiani

Scrivi sulla fanpage Facebook di Luigi De Magistris e invitalo a firmare la dichiarazione:

Luigi De Magistris Fanpage

Scivi sulla Bacheca Facebook di Sonia Alfano e invitala a firmare la dichirazione:

Bacheca Facebook Sonia Alfano

Filtraggio Internet, in Francia non sono messi meglio. LOPPSI, l’altra faccia della dottrina Sarkozy.

In Francia non stanno meglio di noi in quanto a Libertà Digitali. Il patto fra Sarkozy e le major delle industrie dei media ha permesso di approvare un altro provvedimento – ufficialmente con lo scopo di combattere la pedofilia online – denominato LOOPSI, che introduce un sistema di filtraggio della rete e apre la strada per la legittimazione della censura “collaterale”. Adirittura, all’articolo 2 del medesimo provvedimento, si inventa un reato di “usurpazione d’identità” a mezzo Internet, con una formulazione alquanto vaga che può permettere di sanzionare le “caricature” e la satira della clonazione dei siti – ricordate quel che accadde a Mastella con il suo sito personale? L’indomani del debutto, decine di caricatura del blog fiorirono su tutto il web italico, traformando il re di Ceppaloni in Clemente Pastella.

French Parliament approves Net censorship

Parigi, 11 febbraio 2010 – Nel corso del dibattito sul disegno di legge francese sulla sicurezza (LOPPSI), il governo si oppone a tutte le modifiche che cercano di ridurre al minimo i rischi connessi al filtraggio dei siti Internet. Il rifiuto di rendere questa misura sperimentale e temporanea dimostra che all’esecutivo non potrebbe importare di meno della sua effettività nell’affrontare la pornografia infantile online o le sue disastrose conseguenze. Questa misura consentirà al governo francese di prendere il controllo di Internet, poiché la porta è aperta per l’estensione della rete di filtraggio.

Il rifiuto netto di adottare il filtraggio come misura sperimentale è una prova delle cattive intenzioni del governo. Rendere la rete di filtraggio una misura temporanea avrebbe dimostrato che è inefficace per la lotta contro la pornografia infantile.

Come la recente mossa del governo tedesco mostra, solo le misure che affrontano il problema alla radice (cancellando il contenuto incriminato dal server; attaccando i flussi finanziari) e il rafforzamento dei mezzi di investigazione della polizia, può combattere la pornografia infantile.

Inoltre, considerando che l’effettività della dispositivo di filtraggio della Rete non può essere provata, il governo francese si rifiuta di prendere in considerazione il fatto che l’over-blocking – vale a dire la censura “collaterale” di siti perfettamente legittimi – è inevitabile. Il filtraggio di Internet può ora essere esteso ad altri settori, come il presidente Sarkozy ha promesso alle industrie pro-HADOPI  (la cosiddetta legge “Tre-Strikes”, dei tre avvisi prima della disconnessione, ndr.).

“La tutela dell’infanzia viene vergognosamente sfruttata da Nicolas Sarkozy per l’attuazione di una misura che porterà alla censura collaterale e verso derive molto pericolose. Dopo la HADOPI viene la LOPPSI: la macchina securitaria del governo viene utilizzata in un tentativo di controllare Internet a scapito della libertà “, conclude Jérémie Zimmermann, portavoce di La Quadrature du Net.

the Three Strikes plan and under it, alleged copyright infringers — file sharers — get two warnings and if they don’t do what they’re told — buy corporate ‘product,’ and only corporate ‘product’ — they get thrown off the net.

La Quadrature du Net lancia l’allarme: ACTA, pronto l’attacco a Internet.

 


L’ACTA, l’Accordo Commerciale Anti-Contraffazione, verrà negoziato in questi giorni a Città Del Messico fra l’Unione Europea, USA, Australia, Canada, Giappone, Corea del Sud, Messico, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore e Svizzera. I governi di questi paesi (per la UE sarà presente la Commissione capitanata da Barroso) tratteranno fra di loro, con l’assenza della Cina, le regole del commercio in tema di contraffazione. Imputato d’eccellenza, Internet e le reti dello scambio peer-to-peer che tanto danno provocano alle entrate miliardarie delle major dell’intrattenimento.

L’approccio di fondo sarà quello di imporre un accordo forzoso fra gli ISP (Internet Service Provider) e detentori di diritti attraverso pratiche di filtraggio, disconnessioni, rimozione dei contenuti contestati. Con ACTA si vuole rendere responsabili gli ISP delle infrazioni al diritto d’autore commesse dai loro utenti.

La Quadrature du Net, l’associazione francese che lotta per la libertà di Internet e per il riconoscimento dei diritti dei netizen, ha oggi lanciato l’allarme e chiamato a raccolta il popolo del web per combattere questo ennesimo attacco alla neutralità della rete.

ACTA attaque l’Internet! Attaquons ACTA! | La Quadrature du Net.

Parigi, gennaio 25, 2010 I negoziati relativia all’accordo Anti-Counterfeiting Trade (ACTA) si terranno dal 26 al 29 gennaio in Messico. L’obiettivo di ACTA è quello di controllare Internet, pur evitando accuratamente il processo democratico. Negoziatori non eletti agli ordini dell’industria dello spettacolo attaccano l’essenza stessa di Internet. Attacchiamo ACTA! Sveliamo i suoi negoziatori per metterli fronte alle loro responsabilità.

Dal 26 al 29 gennaio, i rappresentanti di una manciata di paesi (compresa l’Unione europea, rappresentata dalla Commissione) si riuniranno in Messico per decidere il futuro di Internet e di altre questioni quali l’accesso ai farmaci. Senza il controllo proprio di una organizzazione democratica e la supervisione democratica, le condizioni sono ideali per le lobby di intrattenimento per realizzare il loro sogno: imporre un regime di diritto d’autore sostanzialmente inadeguato per il controllo di Internet e l’accesso libero alla conoscenza. Più di 80 organizzazioni non governative di tutto il mondo (compresi Consumers International, Reporter senza frontiere, la Free Software Foundation e la Electronic Frontier Foundation) hanno siglato una lettera aperta di forte opposizione all’ACTA.

L’analisi finale della Commissione europea rivela l’intenzione del testo: un accordo imposto  ma “volontario” tra ISP e detentori dei diritti, al fine di combattere per via extra-giudiziaria le violazioni del diritto d’autore con una risposta lgraduale, il filtraggio o la cancellazione automatica dei contenuti. Per costringere i commercianti ad accettare tali restrizioni, ACTA li renderà responsabili delle infrazioni del diritto d’autore effettuate dai loro utenti.

“Con la creazione di questa incertezza giuridica per gli operatori di Internet, l’ACTA li obbliga a cedere sotto la pressione delle industrie dello spettacolo. ACTA richiederà ai fornitori di accesso a Internet di filtrare e rimuovere i contenuti e i servizi, trasformandoli in ausiliari di polizia e digiustizia privata. Non possiamo permettere che le restrizioni sui diritti e le libertà fondamentali siano imposti da soggetti privati. Tali modifiche del diritto penale da parte dei governi stessi, nell’oscurità più totale, mostra come le persone che stanno dietro ad ACTA odiano la democrazia “. sostiene Jérémie Zimmermann, portavoce di La Quadrature du Net.

La Quadrature du Net invita ogni cittadino a partecipare alla consapevolezza dei pericoli di ACTA (vedi Policy Brief ) e a mettere i suoi negoziatori dinanzi alle loro responsabilità. Una pagina dedicata alla campagna partecipativa è prevista per questo scopo.

“Seguendo le industrie della musica e del cinema, dei negoziatori non eletti sono in procinto di decidere il futuro di Internet. Dobbiamo ritenerli responsabili e garantire che essi si assumano le conseguenze delle loro decisioni.” conclude Geremia Zimmermann.