Saint Lucia nel porto delle nebbie. L’ordine di B.: insabbiare

Saint Lucia, l’isola del mistero. Il porto delle nebbie. Ora nessuno più ne parla. Il Giornale e Libero hanno ricevuto l’alt di Berlusconi. Lavitola? Una felice interpretazione, la sua. Quasi da Oscar.

Un breve riassunto: ricorderete l’Attorney General di Saint Lucia, tale Lorenzo Rudolph “Doddy” Francis, rintracciato in Svizzera dai cronisti de Il Fatto precipitarsi con il primo volo a Castries per gestire la “crisi” internazionale che potrebbe scaturire da quel documento “patacca” che portava lo stemma del governo di St. Lucia e attribuiva la proprietà dell’appartamento di Montecarlo, al centro dello scandalo italiano, a tale Giancarlo Tulliani. Francis non può negare l’autenticità: nella prima – brevissima – conferenza stampa dice che il documento è vero e che non sa proprio come possa essere stato reso pubblico. E’ imbarazzato e imbarazzante, assediato dai giornalisti italiani, lasciato incomprensibilmente da solo dal suo premier e dal ministro degli Esteri.

Che fare? La sera stessa – era giovedì – ad Annozero, Italo Bocchino rivela il nome del pataccaro: Walter Lavitola, sedicente direttore dell’Avanti!, ciò che resta del glorioso giornale socialista; è da quel momento che Lavitola si impossessa della scena, in un irrazionale scarto narrativo in cui una comparsa diventa protagonista. Bisogna rassicurare Francis sulla correttezza dell’approccio seguito sino ad allora. Lavitola finge di lavorare a un’inchiesta giornalistica su un presunto riciclaggio di denaro proveniente anche dall’Italia, inchiesta che lo ha fatto imbattere nel caso Tulliani come per “caso”. Dice di lavorarci da sei mesi. Francis, messo ancora alle strette dai giornalisti italiani, rivela che l’inchiesta su Timara e Primtemps è stata avviata tre o sei mesi fa. Un’inchiesta avviata non già su impulso di un’autorità giudiziaria, né nazionale né internazionale, bensì “governativa”. Un atto illegale, secondo l’esponente dell’opposizione. Un atto che mette a pregiudizio il segreto sulla proprietà di due società off-shore, un atto che minerebbe alla base tutta l’economia dell’isola.

Francis temporeggia, poi la conferenza stampa delle ore 22.30 italiane: presente anche Lavitola. Casualmente la troupe al seguito del giornalista di Annozero, Corrado Formigli, riprende un potente aereo privato atterrare quello stesso giorno sulla pista dell’aeroporto di Castries. E’ un Cessna Citation XL. Da esso, capirà poi il giornalista, scendono proprio Lavitola, Torres, il giornalista di el Nacional che pubblicò il documento contraffatto  di St. Lucia, e un interprete. Lavitola, in un primo momento sostiene di esser giunto sull’isola il giorno prima su un aereo di linea American Airlines. Oggi su Il Fatto, Formigli rivela che l’aereo non è di proprietà di tale Rogelio Oruna, imprenditore amico di Lavitola, ma del miliardario spagnolo Pablo Pinero, proprietario della catena alberghiera Bahia Principe, e di un certo Malmonado, leader del Partito Rivoluzionario Dominicano (PRD, di area socialista, come Lavitola). Le bugie di Lavitola fanno acqua da tutte le parti. Sabato scorso, in un dramma che subodora di operetta (“a Saint Lucia mi stanno incriminando”), l’Avanti! pubblica l’email che sarebbe agli atti dell’inchiesta di Francis, email che lo stesso Francis ha confermato durante l’ultima estemporanea conferenza stampa. L’ennesimo scoop che indica in Tulliani il proprietario dell’apprtamento monegasco.

La smoking gun di Lavitola dovrebbe creare delle polemiche fuori dal normale. E invece il silenzio. Tutti tacciono. Compresi Il Giornale e Libero. E’ il 2 Ottobre. Lo strascico polemico dura sino a ieri ma è sottotraccia, lasciato a figure comprimarie. In precedenza, durante le repliche al dibattito sulla questione di fiducia al Senato, Berlusconi ha parlato male de Il Giornale, spingendosi ad affermare che forse le sue inchieste giornalistiche non giovano affatto al PdL. Un segnale? O un bluff?

Di fatto la lunga serie di copertine anti-Fini con epicentro la casa di Montecarlo è terminata. Qualcuno ha forse ordinato la “ritirata”. Il caso Tulliani stava per avere ripercussioni a livello internazionale considerevoli. Guastare uno dei paradisi dell’off-shore per far fuori un avversario politico. Roba da matti. A conferma di questo, la telefonata anonima ad Annozero. La voce è di un certo David. Racconta Formigli:

Chi è David? Per ora, una voce e nulla più. Telefona due volte alla nostra redazione, la prima mentre siamo in diretta con la puntata di Annozero e ci occupiamo del caso Fini. La seconda dopo aver visto -dice lui – l’inchiesta che abbiamo realizzato a St Lucia mostrando il jet di Lavitola. Sostiene di essere molto vicino alla moglie del ministro degli Esteri di St. Lucia, Rufus Bousquet. Questa è la sua testimonianza: “Qualcuno ha fabbricato un documento falso sulla casa di Montecarlo. Falso perché non proviene dal governo di St Lucia. Noi abbiamo visto il documento i primi di giugno e ci siamo chiesti: cosa diavolo sta succedendo? Chi l’ha fatto? Il nostro primo ministro ha fatto un sacco di telefonate in giro, a Santo Domingo e altrove. È proprio allora che compare mister Lavitola. Lui dice a Bousquet che questo documento deve venire autenticato, garantito come vero dal governo di St Lucia, perché se non fosse stato autenticato, l’isola avrebbe potuto subire ingenti danni economici perché l’Italia ha molto denaro custodito a St Lucia” (C. Formigli per Il Fatto Quotidiano, 05/10/2010).

Poi, oggi, alle 17.51, una agenzia dell’AGINews rilancia le dichiarazioni dell’avvocato Ellero al settimanale Oggi:

“Il mio cliente [secondo Ellero] e’ inattaccabile perche’ tiene in pugno qualcuno di molto importante” ha raccontato Ellero nell’intervista […] Il direttore dell’Avanti ha dovuto correre perche’ qualcuno gli ha mandato a dire: ci hai cacciato nei guai, adesso vieni a tirarci fuori. Il mio cliente non lo conosce ma se dovesse raccontare quel che sa su Lavitola succederebbe un finimondo. Se poi rivelasse il nome dell’uomo politico al quale e’ legato?” (AGI News On – CASA MONTECARLO: ELLERO, MIO CLIENTE HA IN PUGNO UOMO IMPORTANTE).

Quindi Lavitola orchestra una messinscena: toglie le castagne dal fuoco a Francis con la storia della email, mentre in Italia scatta l’ordine di fermare il linciaggio. Cosi cala il sipario su Saint Lucia. Qualcuno dice che B. vuole trattare con i finiani sulla giustizia (leggasi immunità). Forse è una interpretazione sbagliata. L’attacco ulteriore alle toghe sopraggiunto dal palco di Milano, domenica scorsa, ha messo la pietra tombale su ogni tentativo di dialogo con FLI. Berlusconi invece muove chiaramente le truppe per le elezioni. Perché allora disinnescare la bomba di Saint Lucia? La possibile risposta: la faccenda è sfuggita di mano. A rischio l’identità di uomini ombra. Forse centra anche il rinnovo delle concessioni delle slot machine. La vicenda è approdata in aula, alla Camera, per mezzo di una interrogazione a risposta scritta fatta dai deputati di IDV al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti. Ecco cosa scrivono:

BARBATO, DI PIETRO, DONADI, CAMBURSANO, ZAZZERA, RAZZI, PALADINI, MESSINA, ROTA, ANIELLO FORMISANO, PIFFARI, GIULIETTI, BORGHESI, PALAGIANO, MURA, EVANGELISTI, PORCINO, FAVIA, PALOMBA, DI STANISLAO, CIMADORO, DI GIUSEPPE, LEOLUCA ORLANDO e MONAI. – Al Ministro dell’economia e delle finanze

  • [la] società Atlantis World Gioco Legale Ltd con sede in Inghilterra, attraverso una propria stabile organizzazione in Italia, risulta concessionaria per la gestione telematica degli apparecchi da intrattenimento (cosiddette slot machines) di cui all’articolo 110, comma 6, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza
  • tale società è controllata attraverso una complessa struttura da società off- shore dei Caraibi
  • Solo il 5 per cento è di soci italiani identificabili (Sapamet, consorzio riferibile ai dirigenti dei gestori del sindacato delle slot-machines) mentre nessuno sa veramente chi è la persona fisica proprietaria del restante 95 per cento
  • la Hoshi Okara Corporation ltd controlla l’82 per cento mentre il restante 13 per cento è nelle mani della Uk Atlantis Holding Plc
  • Hoshi Okara è una società delle Antille che secondo alcune notizie di stampa sarebbe riferibile a Francesco Corallo
  • La società UK Atlantis Holding Pie che detiene il 13 per cento è invece controllata da società con sede nello Stato caraibico di Saint Lucia (la Corporated Management St. Lucia possiede il 99,9 per cento mentre la Corporate Management Inc. ne ha una minima quota dello 0,01 per cento)
  • Entrambe le società sono riconducibili al signor James Walfenzao, professionista che, secondo notizie recentemente riportate dalla stampa, agirebbe in nome e per conto di un trust appartenente a Francesco Corallo
  • l’unico nome di una persona fisica che sostiene di essere socio in proprio della Atlantis Gioco Legale Ltd concessionaria dell’Azienda autonoma dei monopoli di Stato AAMS nel controllo del gioco legale, è quello di Francesco Corallo, il figlio di Gaetano Corallo, il quale è stato condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso in primo e secondo grado, accusa che è stata trasformata – dopo una serie di monunciamenti della Cassazione – in associazione a delinquere semplice: la condanna a sette anni e mezzo era legata proprio alla scalata dei casinò italiani da parte di soggetti legati al clan mafioso di Nitto Santapaola, boss di Catania che sarebbe stato fotografato con Gaetano Corallo a Saint Marteen, Antille olandesi, dove allora Gaetano gestiva un casino e dove oggi il figlio Francesco gestisce altri tre diversi casino
  • il predetto Francesco Corallo sarebbe stato a sua volta indagato più volte dalla procura di Roma per traffico di droga e riciclaggio e – anche se le indagini sono state archiviate – negli atti sarebbe comunque definito più volte come soggetto legato al clan di Benedetto Santapaola, capo assoluto della mafia catanese
  • la convenzione per la concessione ad Atlantis World Rti (che vale da sola decine di milioni di euro e permette di incassarne altrettanti alla società, che stava quotandosi in borsa a Londra proprio grazie alla concessione medesima) è stata siglata senza richiedere alla prefettura gli accertamenti ai fini della cosiddetta informativa interdittiva antimafia che solitamente viene chiesta per appalti superiori ai 5,2 milioni di euro mentre in questo caso si parla di centinaia di milioni se non di miliardi di euro
  • la concessione è stata prorogata due volte (ultimamente fino al maggio 2011) sempre senza alcuna richiesta della cosiddetta informativa interdittiva antimafia
  • la procura della Corte dei conti ha citato in giudizio la Atlantis World, assieme ad altri nove concessionari, contestando violazioni degli obblighi del concessionario, che non aveva provveduto a collegare le macchinette per permetterne il controllo in tempo reale, come previsto dalla legge e che non aveva versato all’Erario ingenti somme relative al prelievo erariale dovuto sui proventi dei citati apparecchi di gioco. Ad Atlantis Word e ai suoi controllori inadempienti dell’AAMS, la Corte dei Conti contesta un ammontare pari a circa 32 miliardi di euro complessivi per inadempimenti degli obblighi relativi ai livelli di servizio previsti dalle convenzioni di concessione (Camera.it – Lavori – Resoconti Assemblea – Allegato).

Insomma, il clamore di stampa conseguente alla faccenda Montecarlo-St. Lucia rischia di mettere a pregiudizio la concessione governativa sulle slot machine. E non sono pochi soldi. Possibile che una concessione governativa sia stata assegnata a una società off-shore? E se adesso cominciassimo ad occuparci di questa vicenda più seriamente, che accadrebbe?

Aggiornamento del 06/10, ore 7.30: questa la prima pagina de Il Giornale di oggi. Sembra contraddire quanto affermato prima:

L’articolo di apertura, a firma di Chiocci e Malpica, i due giornalisti che hanno il “merito” (?) di aver aperto l’inchiesta giornalistica, rappresenta un ritorno alle origini dell’inchiesta: i mobili, i lavori di ristrutturazione, le interviste ai vicini. Roba ferragostana. Per giunta non opera loro ma di Bruno Vespa, che arriva così in cospicuo ritardo sulla vicenda contribuendo a far spegnere i riflettori su Saint Lucia. Di quel pasticciaccio nessuna menzione. Il logoramento continua, ma la rotta è stata abbondantemente corretta e porta lontano, molto lontano, dai Caraibi.

Nuovi tasselli nel puzzle Montecarlo. Francis: l’indagine avviata tre mesi fa

Volevo tornare a parlare di Politica. Non già del voto di fiducia di domani, che si chiuderà con un “tarallucci e vino” – così Polito stasera a Otto e Mezzo – e con la scelta del sì/astensione da parte dei finiani dalla coda di paglia. Non certamente del mercato delle bestie fatto ancor oggi con la fuoriuscita di cinque deputati dell’UDC e di due dell’API – eletti nel PD, ricordate? questi farabutti – pronti a subentrare al primo segnale di ritirata dei FLi dalla maggioranza. No, questa non è Politica, è spazzatura.

E invece – spiacente per voi – ma la vicenda Saint Lucia-Montecarlo-Tulliani-Fini mi diverte ancora troppo. Oggi si sono aggiunti nuovi tasselli nella tragica commedia tutta italiana, ma di esportazione, che fa tremare la debole politica dei Caraibi. sintetizzando, direi che le novità sono quattro:

  1. Francis ieri era nervoso: incalzato dai giornalisti italiani, questa chiassosa pattuglia, ha dovuto cedere e ha organizzato una estemporanea conferenza stampa durante la quale ha fatto capolino la faccia da cartellone pubblicitario di Walter Lavitola. Lavitola si è prodotto in una performance memorabile. Ha chiesto in uno spagnolo “claudicante” al ministro della Giustizia se alla base della sua inchiesta vi fosse una email fra James Walfenzao, mister x, e Michael Gordon, il fondatore della Corporate Agent, la “madre di tutte le società” che hanno preso parte alle compravendite della casa di Montecarlo. Francis, a quanto pare, ha risposto sì, ma l’uomo Doddy Francis è parso alquanto confuso;
  2. in un altro articolo, comparso su Libero, Rick Wayne, famoso anchorman della Helen Television Service di Saint Lucia, conduttore di un talk show dal nome poco fantasioso di Talk Show, ha rivelato che l’indagine su Primtemps e Timara non è stata avviata su richiesta di qualcuno, ma perché a Castries, la capitale di Saint Lucia, era arrivata addirittura la Interpol, rimasta in città per giorni “a setacciare gli uffici” per assicurarsi che non fossero stati commessi illeciti. I poliziotti si sarebbero informati anche presso il ministro, il quale ha di seguito scritto al premier King. A mio avviso una storia bislacca: un tentativo giornalistico maldestro per celare l’ipotesi che la richiesta di indagine – dietro compenso – sia arrivata da ambienti esterni a Saint Lucia ma correlati a chi in Italia ha interessi nella vicenda;
  3. Francis sembra essersi tradito: ha riferito in conclusione di conferenza stampa che l’indagine era stata avviata “tre o sei mesi fa”, prima della sua nomina a ministro e prima dello scoppio del pseudo scandalo di Montecarlo per mano de Il Giornale;
  4. dulcis in fundo, secondo Italo Bocchino, che sta parlando nel momento in cui scrivo a Ballarò, il giornalista dominicano, autore dello scoop del documento del ministro Francis, tale Josè Antonio Torres, sarebbe sotto contratto con la società editrice de L’Avanti, il giornale di Lavitola.

Roba che scotta, direi. Ma che non ha niente a che fare con la Politica, sia chiaro. Emerge ancor di più l’impronta artificiosa del dossieraggio. E Fini domani terrà in vita il governo. Bel casino, vero?

Lorenzo Rudolph Francis, conferenza stampa a sorpresa: la lettera è vera

Aggiornamento ore 21.25, il video della conferenza stampa sul sito di La Repubblica. Attenzione: l’audio corrisponde al testo riportato nei sottotitoli, ma il video no. Curioso che non ci sia nemmeno mezza immagine di questa conferenza stampa. Eppure erano presenti tre giornalisti italiani. Forse i soli sull’isola.

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Udite, udite: la lettera del ministro Francis è vera. Lo spiega lui stesso, in una conferenza stampa dopo che il consiglio di gabinetto presiduto dal premier King si è riunito oggi. Questa l’agenzia APCom che spiega i fatti:

Il ministro della Giustizia di St.Lucia L. Rudolph Francis, annuncia telefonicamente al ‘Fatto Quotidiano’ che al termine di una riunione del Governo dell’isola in corso, si terrà una conferenza stampa in cui verrà fornita – riferisce il sito del quotidiano italiano- una versione ufficiale del Governo sulla lettera pubblicata dai giornali (prima a Santo Domingo e poi in Italia) nella quale si attribuisce la proprietà della società off shore che ha comprato la casa di Montecarlo a Giancarlo Tulliani, fratello della compagna del Presidente della Camera. Il ministro Francis ha spiegato che è in corso una riunione del governo. Una volta terminata inizierà la conferenza stampa: “Si prevede entro un paio d’ore”, quindi presumibilmente entro le 17 e 30. Il ministro si è rifiutato di commentare le precedenti dichiarazioni della telefonata della serata di ieri e ha detto: “non confermo e non smentisco nulla” (APCom).

Poi Il Fatto Quotidiano ha informato che la conferenza stampa ha avuto luogo proprio stasera alle 18 a Saint Lucia, presideuta dallo stesso ministro della Giustizia Francis. L’intervento è durato pochi minuti alla presenza di tre giornalisti italiani, a quanto sembra.

Qualcosa però non torna. Francis era stato raggiunto telefonicamente da Il Fatto ieri sera. Questa la cronistoria completa:

Alle 20 e 06 un funzionario invita via mail i nostri cronisti a contattare il ministero di Grazia e Giustizia. Alle 20 e 30, dopo un lungo inseguimento telefonico, il Guardasigilli risponde dalla Svizzera: “Quel documento è vero, faremo un comunicato ufficiale la prossima settimana”. Verso le 22 e 30 un sedicente amico della moglie del ministro degli Esteri di Saint Lucia chiama Annozero: “Da due settimane l’isola è piena zeppa di agenti segreti libici, russi e italiani travestiti da turisti” (Il Fatto).

Ieri sera il ministro era in Svizzera e quest’oggi compare a Saint Lucia. Deve essere rientrato precipitosamente nella capitale di Saint Lucia. Non vi era un via vai di 07 russi, libici e italiani? Una confusione tale che ha suggerito ai governanti del paese di svignarsela in Svizzera (sempre secondo Il Fatto). A me sembra che si sia fatto molto rumore per nulla. Ancora non ho visto una copia leggibile di quella lettera. E voi?

Domani parlerà Fini, ma non in conferenza stampa. Fini invierà un discorso per mezzo di Youtube ai siti di Futuro e Libertà. Una palese ammissione di inadeguatezza. Fini ha timore delle domande? Che cosa dirà domani, senza alcun contradditorio? Questa è una mossa sbagliata. Ma le cose sono precipitate, irrimediabilemte. E volgono a favore di B.

Saint Lucia, o l’isola che non c’è: ma chi è il ministro che indaga su Tulliani?

Oggi, era circa l’una, ho avuto una folgorazione: ma se cerco su Google Saint Lucia, che salta fuori? La pagina di Wikipedia, per esempio, che spesso può essere di aiuto per avere una conoscenza rapida ma superficiale di un po’ di tutto, compreso il caso Tulliani-Fini-Il Giornale. Innanzitutto:

Santa Lucia è una nazione insulare nel Mar dei Caraibi orientale, sul confine con l’Oceano Atlantico. Fa parte delle Piccole Antille e si trova a nord delle isole di Saint Vincent e Grenadine e a sud della Martinica. Fa parte del Commonwealth dal 22 febbraio 1979 (Wikipedia).

Penso che stiamo parlando della stessa Saint Lucia, no? Caraibi, Piccole Antille. Paradiso della natura e paradiso fiscale.

L’aumento della concorrenza latinoamericana nell’esportazione delle banane e i recenti cambiamenti nella politica di importazione dell’Unione Europea hanno fatto della diversificazione dell’economia una necessità sempre più impellente per Santa Lucia. L’isola è perciò stata in grado di attrarre investimenti dall’estero, specialmente nel campo dell’offshore e del turismo (con quest’ultima attività che rappresenta la principale fonte di guadagno per l’isola) (Wikipedia, cit.).

Ecco, off-shore. Per i patiti è il termine con cui si indica una società registrata in base alle leggi di uno stato estero, ma che conduce la propria attività al di fuori dello stato o della giurisdizione in cui è registrata. Berlusconi e Mills ne dovrebbero sapere qualcosa. Quindi si tratta della stessa isola. L’isola dei Tulliani. Il cui Capo di Stato si chiama niente meno che Elisabetta II Regina d’Inghilterra. Il paese ha quindi, nella tradizione della common law, un governo costituzionale con premier il leader del partito che ha vinto le elezioni.

Il potere esecutivo spetta al primo ministro e al suo gabinetto. Il primo ministro coincide solitamente con il leader del partito che ha vinto le elezioni per la House of Assembly (la “Camera dei Deputati” locale), che è composta da 17 deputati. L’altra camera, cioè il Senato, ha invece 11 membri (Wiki, cit.).

Il nome del premier di Saint Lucia è Stephenson King. Invece, quello che segue è il sito del governo di Saint Lucia. Perché Saint Lucia, come tutti i paesi che si rispettino, ha un sito in cui pubblica documenti e informazioni sull’attività del governo:

Government of Saint Lucia

Date un’occhiata al simbolo in alto a sinistra: trattasi dello stemma dello Stato di Saint Lucia. Esso coincide con il simbolo presente sul documento fornito dai due giornali dominicani, ripreso poi da Dagospia e Il Giornale come l’atto che incastra definitivamente il cognato di Fini. Guardate voi stessi:

Secondo il Listin Diario e El Nacional, la lettera qui sopra sarebbe stata inviata dal neoministro della giustizia Lorenzo Rudolph Francis al premier Stephenson King. Una missiva altamente confidenziale relativa al caso Tulliani-Fini, uno scandalo che può produrre “una potenziale pubblicità negativa” per lo Stato di Saint Lucia. L’allarme sembra esser preso sul serio, poiché questa campagna di stampa metterebbe in cattiva luce il paese, attento com’è a rispettare le legislazioni internazionali in fatto di società off-shore.

Lorenzo Rudolph Francis è effettivamente il neoministro della Giustizia di Saint Lucia. Lo è diventato lo scorso 16 Luglio quando Nicholas Frederick ha rassegnato le dimissioni:

Mr. Francis is a practicing Barrister, who holds a Bachelor of Laws (LLB) degree, a Masters degree (LLM) in Tax and Corporate Law, a B Sc (Economics and Accounting) and a Post Graduate Diploma in Management.  He also has had many years of public service experience particularly in the Ministry of Finance, Inland Revenue Department.  He will therefore also be a valuable addition to Government’s economic team (StLucia News Online).

Francis è un avvocato. Gode della stima del suo premier, a quanto pare. Il sito del governo di Saint Lucia non è aggiornato. Quindi? Ho preso un granchio? Sì, è vero, ma non sono il solo… (vedi qui). Ma certamente non demordo. Continua la caccia alla patacca. Per esempio, quella che segue è l’immagine del documento come pubblicata da Il Giornale:

L’indirizzo nella intestazione corrisponde a quanto scritto nel sito del Governo di Saint Lucia: Attorney General’s Chambers and Ministry of Justice, 2nd FL, Francis Compton Bldg, Waterfront, Castries,  Saint Lucia, West Indies. E la parte che riguarda i recapiti, in alto a sinistra, pare identica: Telephone : (758) 468-3200, Fax : (758) 458-1131, Email : atgen@gosl.gov.lc; a me pare che siano infomazioni che si possano copiare facilmente. A voi?

Intanto Italo bocchino e Carmelo Briguglio indicano in Valter Lavitola l’autore della patacca. Lavitolaè in politica dal 1984 con il PSI, dove gli vengono affidati incarichi a livello nazionale ed internazionale. Si occupa da sempre di sviluppo sostenibile. Aderisce al partito di Forza Italia nel 1994. E’ Segretario Generale del Comitato Interparlamentare per lo Sviluppo Sostenibile. Poi imprenditore nel campo dell’import-export, delle costruzioni e dell’editoria. Anche Presidente nazionale della F.I.P.E.D. (Federazione Italiana Piccoli Editori). Lavitola è Sole administrator della International Press Soc Coop. Ma qualsiasi verifica su questa società editoriale mi risulta estremamente difficile.

Intanto stasera Dagospia ammette che fare un falso con l’intestazione del Governo di Saint Lucia è un gioco da ragazzi. Aprite questo link: http://www.slugovprintery.com/samples.php?sample=printingServices/letterHeads/AttorneyGeneral.jpg

Sì, è proprio la carta intestata dell’Attorney General Chamber’s. Ma differisce dal documento patacca per numerosi particolari, in primis il carattere utilizzato. Osserva Dagospia:

il passaggio fondamentale è un altro e Aimable ce lo spiega involontariamente: se la NPC non fornisce carte digitali modificabili, perché sul documento pubblicato da Libero e da il Giornale compare un hyperlink sotto l’indirizzo di posta elettronica dell’ufficio del ministro? In una carta intestata, quella scritta non dovrebbe esserci. A rigor di logica questo significa solo una cosa: che il documento è stato composto al computer, ma non su quella carta.

Hyperlink non deve esserci. Segno che il documento è stato fatto al pc. Ovvero è un falso. Fine della storia?

Valter Lavitola, 38 anni, sposato con un figlio, laureato in Scienze Politiche.
Direttore ed editore del quotidiano “Avanti!”.
In politica dal 1984 con il PSI, dove gli vengono affidati incarichi a livello nazionale ed internazionale. Si occupa da sempre di sviluppo sostenibile.
Aderisce al partito di  Forza Italia nel 1994.
Segretario Generale del Comitato Interparlamentare per lo Sviluppo Sostenibile.
Imprenditore nel campo dell’import-export, delle costruzioni e dell’editoria.
Presidente nazionale della F.I.P.E.D. (Federazione Italiana Piccoli Editori).