Arrampicata stile libero e caso Cancellieri

A questo fanno pensare le dichiarazioni di Cuperlo e Renzi circa il caso dell’aiutino alla famiglia Ligresti. Il ‘tengo amici’ del Ministro dell’Interno pone in grande imbarazzo due dei tre (quattro..) candidati alle primarie per la segreteria del Pd.

Cuperlo, riporta oggi Repubblica.it, pur essendo favorevole alle dimissioni della Ministro, tiene a precisare il suo pensiero: “Non è in discussione la correttezza del ministro Cancellieri; quel che ho posto è un problema di opportunità politica: se esistono tutte le ragioni di serenità per adempiere appieno a una funzione particolarmente delicata come è quella del Guardasigilli”.

La posizione di Renzi è sempre la stessa da alcuni giorni: “io mi sarei dimesso”.

Forse non si sono accorti che sulla Ministro pende una mozione di sfiducia individuale proposta dal M5S. E che quindi il dilemma non è più dimissioni/non dimissioni bensì quello ben più gravoso per il Pd, il dilemma della fiducia. Non è forse il caso di riflettere bene prima di difendere a spada tratta Cancellieri? Di riunire i gruppi parlamentari e di ascoltare bene le ragioni di coloro che chiedono le dimissioni, di votare valutando accuratamente le conseguenze di tale deliberazione? Non è forse il caso di allargare lo sguardo e di accorgersi dell’opinione pubblica generale prima di limitare l’analisi a ciò che è più consono alla persistenza del governo delle Larghe Intese? Poiché non c’è scritto da alcuna parte che lo stato d’emergenza perpetuo in cui viviamo giustifichi gli abusi d’ufficio di un Ministro.

Ho scelto un posto a caso, lo scranno del Segretario

@civati: Ho scelto un posto a caso e dietro di me si sono seduti Bersani e Franceschini. Mi dovrò comportare bene… #opencamera

Comincia così la diciassettesima, pardon, XVII Legislatura. Qualcosa che si annuncia indimenticabile. Nell’arco di due file trovi nientemeno che il primo vice-segretario nonché secondo segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini, capogruppo uscente, se così si può dire. Di fianco a lui l’attuale segretario del PD, Pierluigi Bersani, il cui mandato arriverà a naturale scadenza entro breve, brevissimo, ahi lui.
Pensi forse che le cose non siano affatto cambiate, quaggiù, a parte ‘quelli del loggione’, i 5 Stelle, confinati nelle file estreme, in postazioni che ricordano quelle dei Radicali (per dire che non hanno alcun futuro, i cosiddetti pontieri).

Il nuovo. Dov’è il nuovo? A insidiare i ritratti – e le strategie? – dei segretarissimi (il barbuto è anche in pole per una elezione a presidente della Camera), due ragazzi, due passisti scalatori, tanto per usare una ciclistica. Antonio Decaro e Giuseppe Civati. Oramai è chiaro, i due fanno squadra (e spogliatoio).

@orfini @civati @ivanscalfarotto nn perdete dignità no inciuci votate per vs giovani nuovi.Farlo x il futuro sto giro è andata.Disobbedite.

Qualcuno suggerisce soluzioni ‘a sorpresa’.

@civati per spezzare con gli ultimi 60 anni consiglio #Andreotti #opencamera Fri, Mar 15 2013 12:33:21
Domani il mantra ‘bianca, bianca, bianca, Fico, bianca’ sarà finalmente finito. Non per lui, ovviamente.

Roberto Fico alla buvette. I colleghi lo sfottono: “presidente, quanto zucchero?” #opencamera Fri, Mar 15 2013 03:38:12

Politiche 2013: i candidati premier nei trend di ricerca

Spulciando Google Trends negli ultimi 90 giorni si scopre che dei quattro nominativi dei candidati leader delle coalizioni, i termini di ricerca più digitati sono quelli di Mario Monti e Silvio Berlusconi. Bersani è in coda, minimizzato, ma non è una novità: questo strumento lo penalizzava anche alle primarie di Italia Bene Comune laddove era in coda insieme a Tabacci in una classifica dominata da Matteo Renzi e Nichi Vendola. Sappiamo tutti come è andata a finire.

trend_monti_b_bersani

Ricerca su Google Trends, ultimi 90 giorni: in blu il volume di ricerca per Mario Monti, in rosso Bersani, in giallo Silvio Berlusconi. I due picchi di Monti corrispondono alla settimana della sua ascesa in campo; il picco rosso indicato con C corrisponde alla elezione di Bersani al ballottaggio delle primarie del 2 Dicembre.

Se sostituiamo Bersani con Partito Democratico (“il PD non è un partito personale”) la curva rossa cambia sensibilmente e mette maggiormente in evidenza i flussi di ricerca in prossimità delle primarie per la leadership:

Mario Monti e Silvio Berlusconi vs. Partito Democratico su Google Trends

Mario Monti e Silvio Berlusconi vs. Partito Democratico su Google Trends

L’ultimo grafico che vi propongo è relativo al confronto del volume di ricerca fra Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle: ebbene, le due curve (in blu Grillo, in rosso M5S, nel grafico sottostante) sono strettamente correlate e ogni volta che il nome di Grillo subisce una impennata nel motore di ricerca, il M5S riceve un traino esattamente proporzionale. Forse così si spiegano le periodiche ‘sparate’ del comico. La lettera A, per esempio, corrisponde ad una intervista a Grillo trasmessa dal Tg1 il 10 Gennaio scorso. Le lettere C e D corrispondono alle espulsioni di Favia e Salsi.

Grillo vs. M5S su Google Trends

Grillo vs. M5S su Google Trends

Sondaggi Politiche 2013: aggiornamento delle tendenze

[1. segue dalla prima analisi]

[2. partecipate al sondaggio sulla Lombardia]

Ho aggiornato l’analisi di due settimane fa con i dati dei sondaggi condotti dalle società di rilevazione e registrati in www.sondaggipoliticoelettorali.it fino alla data del 14 Gennaio. L’andamento non è dissimile da quanto rilevato all’epoca, anche se il centrosinistra tende a perdere slancio e ad attestarsi su una media del 38-39%. Ho calcolato l’oscillazione di ogni coalizione e di alcuni dei partiti mediante la deviazione standard della serie di rilevazioni dal 10 dicembre al 14 gennaio (quarta colonna tabella sottostante). Il Csx ha un valore di 1.8 mentre il Cdx (nella nuova-vecchia alleanza con la Lega Nord) 2.5, al pari della Lista Monti. Significa che c’è molta variabilità nel campione di sondaggi sui risultati delle ultime due coalizioni che nel caso del centrosinistra. Ciò può essere inteso in una scarsa mobilità di opinione (o di elettorato); in soldoni, significa che cambiano le società di rilevazione ma il risultato non cambia. Sinistra, Ecologia e Libertà ha la deviazione standard più bassa, al pari della Lega Nord. Medesimo discorso può essere affrontato per UDC e FLI. Il loro elettorato è recintato, di più non potranno ottenere. Notare che il M5S ha variabilità superiore sia al Cdx che a Scelta Civica di Monti ma ha un trend negativo. Ed è ulteriormente impressionante la stabilità di rivoluzione Civile: l’avvento di Ingroia non ha determinato sinora alcun cambio di passo alla coalizione che avrebbe mantenuto un 4% anche senza di lui (si ottiene il medesimo risultato facendo la somma algebrica delle percentuali di IDV, Fds e Verdi).

MIN MAX MEDIA DEV.ST
PD 29,0 35,3 32,8 1,6
SEL 4,1 6,0 4,9 0,6
IBC 34,9 42,0 39,0 1,8
UDC 3,4 6,4 4,6 0,7
FLI 1,0 2,5 1,4 0,4
LISTE MONTI 1,7 12,0 7,6 2,9
ITALIA FUTURA 1,5 3,0 2,3 1,1
LISTA MONTI 8,0 17,6 12,9 2,5
PDL 15,0 23,1 17,8 1,8
LEGA NORD 3,9 6,8 5,2 0,9
CDX + Lega 21,7 34,2 26,4 2,5
M5S 10,0 19,0 14,4 2,6
RIVOLUZIONE CIVILE 2,0 5,5 4,1 0,7

Segue il consueto grafico con le linee di tendenza lineare.

grafico_sondaggi_2

Politiche 2013, le tendenze del voto nei sondaggi

Ho raccolto i risultati dei sondaggi degli ultimi 30 giorni circa (periodo 10/12/12-02/01/13) in questa tabella:

tabella

Ho determinato la percentuale della cosiddetta Lista Monti sommando le percentuali delle varie liste separate (UDC, Montezemolo alias Italia Futura o Liste Monti e Fli). Nel grafico, ho inserito sia la curva del PD che del Centrosinistra al completo. L’analisi è eseguita tramite curve di tendenza lineare: il Csx cresce se cresce il PD; Sel fornisce alla coalizione un apporto statico, ancora inferiore allo zoccolo duro che fu di Rifondazione comunista nel 1996 (8-10%). E’ interessante notare come l’agenzia SWG e Euromedia tendano a stimare il PD intorno al 30%, mentre tutti gli altri lo posizionano intorno al 33% (media PD:32.5%; senza SWG e Euromedia: 33.85%).

grafico_sondaggiLa Lista Monti risulta in crescita, ma la percentuale registrata da Piepoli (12%) non è dissimile dalla somma delle varie componenti e sottocomponenti come rilevate dai sondaggi precedenti, quando la decisione del Senatore di partecipare alle elezioni come candidato premier del ‘centrino’ era ancora di là da venire. La fotografia dei sondaggi rivela il calo del M5S, un calo consolidato almeno dal 19 dicembre, mentre sembra che il ritorno in campo di Berlusconi abbia ridato vigore al derelitto PdL. La Lega Nord è stabile: oscilla intorno al 5% ma senza un’allenza con il PdL, il Carroccio uscirà dalle politiche 2013 fortemente ridimensionato.

Nel grafico che segue ho cercato di raffiguarare l’effetto che la candidatura di Ingroia avrebbe avuto sulle liste oramai marginali di IDV e di Federazione della Sinistra. La somma di IDV+FDS confrontata con il risultato della Lista Ingroia (apprezzato sinora solo da Piepoli) risulta inferiore ma non di molto: l’ex pm di Palermo aggiungerebbe un magro 1.5% circa.

idv_sel_ingroiaI sondaggi sono stati ripresi dal sito www.sondaggipoliticoelettorali.it/

Primarie M5S, voci dietro al muro di gomma

voto_online_m5s

Le primarie del Movimento 5 Stelle sono iniziate oggi. Con il crash del sito http://www.beppegrillo.it/movimento/elezioni-politiche-2013.html ma soprattutto con qualche altra sottaciuta polemica che emerge a stento da dietro il muro di gomma che lo staff ha creato intorno alla competizione. Prendete per esempio la testimonianza, postata sulla pagina Facebook di Valentino Tavolazzi, di Davide Gionco, candidato per la circoscrizione estero:

Davide Gionco (di LOSANNA – candidato per M5S per il collegio internazionale!!!!) scrive TESTUALE!!!!
In ogni caso oggi ho deciso di ritirare la mia candidatura, anche se naturalmente dal punto di vista informatico la cosa è impossibile (non l’hanno previsto…). Ho preso questa decisione sia perché negli ultimi giorni mi è stato posta come condizione il riconoscere il capo politico, che io invece non riconosco come capo. E poi perché mi trovo a dovere scegliere fra decine di candidati che non conosco (collegio Internazionale: non ci conosciamo), avendo solo poche ore per leggere il loro CV, e solo durante le ore di votazione (che coincidono con le ore di lavoro, o quasi). Infatti i CV non risultano accessibili al di fuori delle ore di votazione. Mi chiedo che senso abbia votare per persone che non si conoscono senza avere neppure a disposizione il tempo per conoscerle. (link fonte).

AdnKronos riporta questo commento ripreso dal blog di Grillo: “C’e’ anche chi segue M5S da 5 anni, virtualmente e “fisicamente”, come scrive Antonino di Roma, eppure resta fuori dalla corsa. “Caro Grillo e’ frustrante! E non e’ neanche bello vedere che i votanti abilitati sono poco di piu’ dei candidati”, lamenta il grillino”. Da che se ne deduce una verità: i votanti sono poco più che i candidati, ergo si voteranno fra di loro. Un disguido, certamente.

Poi ci sono i problemi tecnici, molti a quanto pare. Sul blog, Grillo ha scritto in testa ad un articolo in cui si parla di tutt’altro (L’era della scarsità – Lester Brown) che alcuni indirizzi di posta @gmail non hanno ricevuto la e-mail di accettazione, pertanto questi iscritti hanno dovuto accedere al proprio account e modificare la e-mail di riferimento. Qualcuno tenta di dare una spiegazione:

  • Se sono solo ALCUNI indirizzi di gmail a non ricevere, probabilmente i messaggi sono finiti nella casella dello spam. Soluzione: aggiungere l’indirizzo da cui proviene l’email alla lista contatti di gmail.
  • Se sono TUTTI gli indirizzi gmail a non ricevere allora l’indirizzo da cui proviene la mail e’ stato messo in una black list. Soluzione: l’amministratore del blog deve contattare google e chiederne il perché e quindi la rimozione.

il problema è tanto comune che è un diluvio di commenti del genere, diluito dal solito commentare fuori tema degli animatori del blog. Brois V. scrive di essere iscritto al portale da tanto tempo e di essere pure certificato. Ma anche lui non ha ricevuto alcuna email e nel profilo non trova alcun riferimento alla pagina di modifica.

Caro Boris, sono nella tua stessa identica situazione.
Ho provato e riprovato, alla fine sono riuscita a fare il login e a trovare le votazioni quando appare la scritta che dice che LE VOTAZIONI SONO AL MOMENTO SOSPESE E RIPRENDERANNO TRA 15 ORE E 50 min.
Forse le connessioni sono troppe, ma da stamattina non sono riuscita a fare nulla… non è possibile!!!

alessandra c., roma 03.12.12 18:46

Vorrei porre lo stesso quesito perché non riesco a votare e perché non mi è arrivata la mail punto primo punto secondo sono settimane che chiedo mi venga gentilmente reso possibile scrivere con il mio nome su questo blog visto e considerato che sono anche inscritto al movimento a 5 stelle con documento il mio nome è Davide Franchin cari dello staff almeno un e mail che mi chiarisca il motivo perché non scrivo più con il mio nome.

francesco f., Treviso  03.12.12 19:23

SCUSATEMI, MA ANCHE VOI AVETE AVUTO DIFFICOLTA’ A VOTARE? MI PARE UN INFERNO STA VOTAZIONE

INCAZZATOO NERO, Mazara del Vallo  03.12.12 19:08|

e da mo’ che provo,non parte nemmeno la mia richiesta di istruzioni per votare. Grazie a chi mi aiutera’.

franco f., gradara  03.12.12 18:55|

Sarebbe interessante sapere quale è stata “l’affluenza” virtuale, essendo questo il primo esperimento in Italia di consultazione elettorale online. Sarebbe stato bello che si fosse potuto leggere tutti, anche i non appartenenti al movimento, in maniera trasparente e in tempo utile, i curricula dei candidati. Le cose stanno andando diversamente e l’esito finale verrà spacciato per un grande esempio di democrazia dal basso. Nulla di tutto ciò sta avvenendo. Il tentativo è più pasticciato che altro. Quello che segue è un altro commento che spiega bene il livello mediocre delle presentazioni, i curricula raffazzonati, incompleti, quasi in stile lavorativo:

Oggi mi sono riservato l’analisi delle auto-presentazioni dei candidati della Circoscrizione 1 della Lombardia per poter votare domani con calma.
Devo dire che alcune candidature, mi hanno deluso.
A parte quelli che non hanno messo neache la faccia (cioè non c’è neanche la loro foto…), alcuni hanno saltato la propria presentazione (niente CV, niente carta d’intenti).
Ma sopratutto non mi sono piaciuti coloro che si sono auto-presentati con un CV di tipo “lavorativo”.
Come se la candidatura fosse un colloquio di lavoro.

No, non è lavoro. Anche se i candidati diventeranno “dipendenti”, come vuole la retorica di Grillo, anche se ci si mette a posto, almeno per una legislatura. E si guadagna pure di più di quelli che ora fanno i consiglieri regionali.

Regionali Sicilia, l’autodistruzione di Sel

Cosa è successo al partito di Vendola dopo la rovinosa rinuncia di Claudio Fava alla candidatura a governatore? La fallace organizzazione del candidato Fava è inciampata su un comma della legge elettorale regionale, il quale prevede che un candidato alle elezioni regionali debba avere acquisito la residenza in un comune dell’isola al più tardi 45 giorni prima della data della consultazioni (che si terranno il prossimo 28 Ottobre). L’esito di questa incredibile svista è stato che il candidato di Sel, ex leader della Fiom, Giovanna Marano, sia precipitata nei sondaggi dal 10% circa raccolto da Fava al modesto 6.5% di Marano (Datamonitor, 10/10/2012). In sostanza, l’abbandono di Fava ha annullato l’”effetto candidato” che per Sel valeva circa il 6% di voti in più. Oggi la Lista Fava-FdS-Sel_Verdi è incollata al 4,0% e rischia di non entrare neanche in Assemblea Regionale, con buona pace di chi contestava questa mia affermazione.

Questa la fotografia del voto dei candidati governatori al 10 Ottobre:

Nello Musumeci 33,0%; Rosario Crocetta 30,5%; Gianfranco Miccichè 17,0%; Giancarlo Cancelleri 7,5%; Giovanna Marano 6,5%; Cateno De Luca 1,5%; Mariano Ferro 2,0%; Altri 2,0%; Indecisi, non voto, scheda bianca/nulla 44,1%;

così invece i partiti:

Pdl 18,0%; Lista Musumeci 7,0%; Cantiere Popolare/Pid 3,5%; Adc – Alleanza di Centro 0,5%; Partito dei Siciliani/Mpa 9,0%; Grande Sud 5,5%; Fli Nuovo Polo per la Sicilia 2,2%; Partito Pensiero e Azione – Piazza Pulita 0,3%; Pd 18,5%; Udc 9,0%; Lista Crocetta 5,5%; Lista Fava-FdS-Sel_Verdi 4,0%; Idv 3,5%; Mov.5Stelle 8,5%; Rivoluzione Siciliana 1,5%; Popolo dei Forconi 1,5%; Altri 2,0%; Indecisi, non voto, scheda bianca/nulla 48,2%.

Sono altissime le percentuali dell’area del non-voto.

Attendo nuovi sondaggi per valutare invece l’effetto della Traversata dello Stretto (del Comico).

Presenze in Tv, Il Fatto Quotidiano imbroglia su Casadei (PD)

Thomas Casadei ospite a Salotto Blu

[La foto soprastante è relativa ad una partecipazione televisiva di Casadei, ma “Salotto Blu” non e’ pagamento. E’ infatti generalista e su temi vari. E’ di un’altra emittente tv rispetto a Teleromagna che manda in onda La mia Regione].

Diciamo subito che si tratta di una guerriglia giornalistica neanche troppo convincente. Da una parte Repubblica, che titola su Favia e i 5 Stelle e Grillo che parla di funerali quando non serve e di televisioni e radio locali che organizzano dibattiti a pagamento senza specificarlo;  dall’altra Il Fatto Quotidiano, che spara in home page le presunte dichiarazioni del consigliere regionale del PD, Thomas Casadei, il quale avrebbe ammesso che anche le apparizioni tv dei consiglieri regionali democratici avvengono a pagamento.

“Non poteva mancare il PD”, scrivono. E’ bastato “fare un viaggio furori dalle porte di Bologna”, sulla A14, specificano. Come dire: voi di Repubblica non fate le verifiche dei fatti. Noi del Fatto invece sì. Ce l’abbiamo nel titolo. Capirai. Citano Teleromagna e Telerimini, i cui uffici commerciali avrebbero venduto spazi tv a consiglieri regionali “di tutti i partiti”, PD compreso. Questa sconcertante rivelazione merita il Pulitzer, c’è da giurarlo. Se si tratta di propaganda, nulla di anomalo. Succede, soprattutto in tempi di campagna elettorale. Durante il 2012 deve essere senz’altro accaduto. Per via delle amministrative, eccetera.

Il problema è far passare questa affermazione per una ammissione di “colpevolezza”. Il messaggio che si vuol veicolare è analogo a quello imbastito da Repubblica sulle spalle di M5S, SeL, Lega, PdL. Vi ingannano, vanno in Tv ma niente di autentico: è tutto preconfezionato su misura dal partito, che paga con i soldi dell’istituzione regionale. Addirittura trovano in Thomas Casadei, consigliere regionale del PD, la “gola profonda” che smentisce il capogruppo Richetti, secondo cui la prassi seguita dal M5S “è immorale”.

La stessa emittente [Teleromagna] mette a disposizione un programma di circa 15 minuti, in cui gli eletti hanno la possibilità di spiegare cosa fanno e cosa hanno intenzione di fare. Si chiama “La mia Regione” ed è utilizzato anche dal gruppo regionale del Pd. “Abbiamo un regolare contratto – conferma il consigliere regionale del Pd Thomas Casadei, più volte seduto negli studi di Teleromagna – ma viene sempre indicato che si tratta di una trasmissione a cura del nostro gruppo politico” (Il Fatto Quotidiano).

Thomas Casadei ha risposto oggi con una nota stampa. Secondo Casadei l’articolo del Fatto presenta delle inesattezze. A mio avviso, tali inesattezza producono nel lettore la sensazione voluta, alla maniera dell’articolo di Repubblica nei confronti del M5S. Si tratta in fondo di bassa pratica di bottega. Repubblica attacca i 5 Stelle; il Fatto risponde contro il PD. Sapete quindi come si sono scelti la parte, entrambi.

In ogni caso Casadei specifica che

una modalità è quella di veicolare il proprio messaggio politico e istituzionale, con specifico riferimento a provvedimenti, progetti e proposte, mediante forme strutturate, con titoli, contenuti e format mirati, entro campagne istituzionali e d’informazione tramite i vari mezzi di comunicazione (giornali, radio, televisioni, social network). In questo caso è chiaro lo specifico intento di servizio ai cittadini su ciò che viene realizzato o sui problemi aperti, con riferimenti espliciti al partito di appartenenza e alle finalità della comunicazione, con procedure regolamentate con appositi contratti e attingendo ai fondi che la Regione mette a disposizione delle «attività di comunicazione» dei diversi gruppi.

Prosegue Casadei affermando di aver partecipato, nella veste di consigliere regionale del PD, ad una trasmissione Tv progettata e mirata a queste funzioni, dal titolo “La mia Regione”, i cui contenuti “sono legati alle campagne istituzionali e di informazione promosse dal Gruppo PD”.  Ogni trasmissione era focalizzata su singoli temi specifici ed era evidente il richiamo al simbolo del partito.

Che a questa attività si accompagnino saltuariamente, per i singoli consiglieri, presenze a invito in singole puntate di trasmissioni generaliste o legate alla cronaca quotidiana rientra nella normale modalità di confronto e informazione politica. Per quel che ci riguarda ciò deve avvenire, e avviene, senza alcun pagamento da parte dei consiglieri. E così è sempre stato per quel che mi riguarda. Singole interviste a pagamento in trasmissioni televisive generaliste, che non distinguono il momento dell’informazione da quello più propriamente di propaganda, rischiano di configurare una pratica non appropriata e che presenta elementi di non chiarezza per i telespettatori.

Con queste righe Casadei pone un discrimine evidente, che Favia ha fatto molta fatica a individuare. Da un lato vi sono trasmissioni a carattere pubblicistico, create con lo scopo di divulgare il messaggio politico istituzionale. Dall’altro le trasmissioni quotidiane in cui si è invitati per parlare degli eventi di cronaca o simili.

Va da sé che i giornalisti del Fatto, Liuzzi e Zaccariello, affermano di aver visto alcune puntate de “La mia Regione”, reperite “in rete”. Ho voluto vederle anche io e non le ho trovate (vedi prossimo paragrafo). Ma sarà sicuramente un problema di inesperienza, loro che sono giornalisti avranno altri potenti motori di ricerca. Noi comuni mortali abbiamo Google e poco altro. Vi allego i link alle mie infruttuose ricerche:

Ricerca “teleromagna la mia regione” su sezione video di Google (ho cercato sino alla pagina 10, senza successo) : link

Ricerca video Youtube (appena sei risultati) – “teleromagna la mia regione”: link

Ricerca sul sito di Teleromagna: link

Grazie alla segnalazione di Giovanni Stinco sulla pagina Fb di Yes, political! è possibile vedere alcune puntate di ‘La Mia Regione’, quelle in cui è presente Casadei. Potete trovare i video nella pagina Youtube del consigliere PD, sotto il titolo “Politica in Movimento”. Sono evidentemente spazi di comunicazione politica dedicati a politici forlivesi, dal sindaco ai consiglieri comunali sino a Casadei. E’ chiaramente una trasmissione orientata a pubblicizzare le iniziative politiche dell’amministrazione di Forlì. A turno, gli invitati vengono introdotti a specifici argomenti come il futuro dei giovani o delle istituzioni locali. Negli ultimi filmati pubblicati non sono presenti, né in testa né in coda, riferimenti alla tipologia di comunicazione politica a pagamento ma non è chiaro se siano registrazioni complete o se in coda siano stati operati dei tagli. In apertura del filmato compare la scritta “un programma a cura della redazione politico-economica di Teleromagna” e il programma medesimo è condotto da Pier Giorgio Valbonetti. In quelli meno recenti, a circa due minuti e mezzo dall’inizio del filmato compare la scritta in sovraimpressione che specifica si tratti di “messaggio a pagamento”.

Ecco la foto che lo prova (in piccolo, sotto la scritta La politica in movimento):

Casadei, La Mia Regione, indicazione del “messaggio politico a pagamento”, Gruppo Assembleare PD E-R

Potete visionare voi stessi.

La mia Regione:

Fra l’altro, il titolo “La Politica in movimento” è uno slogan di Casadei: campeggia infatti sul suo sito, nella sezione dedicata, dove sono presenti i link alle puntate del 2011.

Non credo sia buon giornalismo quel giornalismo che nasconde le fonti (a meno che non si mettano in pericolo delle vite, ma non è questo il caso). Tanto più se lo fa per raccontare una realtà aggiustata. Ho già espresso la mia sul caso dei 5 Stelle e potete prenderne atto leggendo gli ultimi post in merito (qui, qui e qui). Mi sono focalizzato sui 5 Stelle, sebbene sia una pratica, quella di pagare per apparire, in voga un po’ in tutta l’opposizione (intendo PdL, Lega, UDC). La precisazione di Casadei non equivale ad una ammissione, come ci vuol far credere il Fatto Q e come hanno ribattuto tutti gli altri quotidiani (Il Giornale: la doppia morale del PD). Casadei ha specificato che vi sono due livelli, uno informativo in senso pubblicistico, di divulgazione propagandistica delle attività istituzionali, spesso focalizzato su specifiche argomentazioni; l’altro meramente di informazione televisiva legata alla cronaca politica.

Potete comprendere come un articolo ben costruito – ma facilmente “falsificabile” (cioè smascherabile) – come quello de Il Fatto costituisca una pezza d’appoggio per la difesa dei 5 Stelle, ma rischia di essere in un certo senso controproducente. Poiché le parole di Favia erano chiare: “noi” dei 5 Stelle paghiamo ma siamo trasparenti, quelli del PD chissà come spendono i soldi pubblici dei gruppi consiliari. Poi arrivano i giornalisti de Il Fatto e ci spiegano che anche quelli del PD pagano. Allora dov’è il marcio? Se pagano per andare in Tv, dietro regolare contratto, come i 5 Stelle, l’allarme di Favia – indagate su di loro! – è assolutamente pretestuoso. E’ come gettar acqua su un incendio mai scoppiato. Complimenti per la sinergia.

Infatti, Favia è già partito a testa bassa contro Casadei:

Non si è fatta attendere – pure in questa occasione – la replica del consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Giovanni Favia (anch’egli coinvolto nello scandalo-interviste), che dice: ‘’E’ un fatto gravissimoAvevano detto di essere gli unici che non acquistavano. Mi sentiro’ con gli altri capigruppo per le iniziative da prendere. Il Pd si vergogni. Ora voglio vedere se si fara’ un’operazione verita’, se Bianca Berlinguer e gli altri tg daranno con lo stesso peso questa notizia. Se avessi mentito io o nascosto i fatti, cosa avrebbero detto di me?’’ (Il Resto del Carlino).

[Post aggiornato]

Grillo grazia Favia per le partecipazioni televisive a pagamento

Con questo stringatissimo post Grillo dice la sua sulla questione delle partecipazioni televisive del consigliere regionale dell’Emilia Romagna Favia:

Pagare per andare in televisione per il MoVimento 5 Stelle è come pagare per andare al proprio funerale, anche se è certamente lecito. La mia è un’opinione molto radicata, altri magari ne hanno di diverse. Il M5S ha rifiutato ogni contributo elettorale. L’eventuale spesa per inserzioni televisive è coperta dalla differenza tra lo stipendio “auto ridotto” di un consigliere regionale del M5S, circa 2.500 euro, e lo stipendio “normale” di 10.000 euro e altri benefit. I soldi pubblici e il M5S sono inconciliabili. Per questo proporrò a tutte le prossime liste regionali, prima di presentarsi, di impegnarsi a restituire alla Regione, o a un istituto di pubblico interesse regionale, la differenza tra lo stipendio percepito e quello regionale (http://www.beppegrillo.it/2012/08/pagare_per_anda/index.html).

Quindi secondo Grillo le partecipazioni presso 7Gold e ètv sono state “coperte dalla differenza tra lo stipendio “auto ridotto” di un consigliere regionale del M5S e lo stipendio normale” ma in realtà sono spazi televisivi pagati coi denari messi a disposizione dalla Regione ai gruppi consiliari, e non direttamente dai consiglieri. Sebbene i 5 Stelle emiliano-romagnoli abbiano messo a bilancio alcune voci relative ad “acquisto spazi presso Punto Radio e Rete 7” (due per tutto il 2011), dalle inchieste giornalistiche pare che i politici abbiano pagato per ogni singola apparizione presso 7Gold, in particolar modo nella trasmissione mattutina di commento delle notizie e filo diretto con gli ascoltatori.

Grillo propone di pattuire con le prossime liste regionali (badate bene, regionali e non nazionali) di restituire alla Regione i denari in eccesso rispetto al limite di 2500 euro fissato per gli stipendi dei consiglieri. A sorpresa non propone nulla, dico nulla, per affrontare la faccenda adesso, al fine di stabilire con Favia un diverso “codice deontologico” per quanto concerne le comparsate in tv. Un codice che contenga giusto un paio di regole: non si comprano spazi televisivi, si va in tv solo per interviste in contraddittorio. Lo scandalo delle partecipazioni a pagamento non è tanto relativo all’impiego dei denari pubblici, bensì piuttosto sul fatto che Favia preferisce gli spot a pagamento in cui si possono esprimere dei “concetti” a delle interviste con domande. E soprattutto: che la famigerata orizzontalità dei 5 Stelle anche in questo caso è dimenticata.

La guerra di Camisani Calzolari ai grillini BOT – parte II

Marco Camisani Calzolari, il docente dello Iulm, non ci sta e risponde alle critiche verso la sua ricerca sui followers falsi di @Beppe_Grillo ripetendo il test e pubblicandolo integralmente sul suo sito. Il documento è consultabile a questo link:

http://digitalevaluations.com/DE-Twitter-Politici.pdf

Leggendo questo documento potreste anche voi fare il test e assegnarvi un punteggio. Siete un utente “umano”, un BOT o un incerto? Ecco i criteri che ci distinguono dai BOT:

Caratteristiche associabili a comportamento "umano" che valgono un punto:

  • Il profilo contiene un nome
  • Il profilo contiene un’immagine
  • Il profilo contiene un indirizzo fisico
  • Il profilo contiene una biografia
  • L’utente ha almeno 30 follower
  • L’utente è stato inserito in una lista da altri utenti
  • L’utente ha scritto più di 50 post
  • L’utente è stato geolocalizzato
  • Il profilo contiene un URL
  • L’utente è stato inserito tra i preferiti di qualche altro utente
  • L’utente usa la punteggiatura nei suoi post
  • L’utente ha usato almeno una vota un hashtag nei suoi post
  • L’utente ha usato un iPhone per accedere a Twitter
  • L’utente ha usato Android per accedere a Twitter
  • L’utente ha postato con Foursquare
  • L’utente ha postato con Instagram
  • L’utente ha usato il sito web Twitter.com
  • L’utente ha scritto lo userID di un altro utente all’interno di almeno un post
  • L’utente ha un numero di follower che se moltiplicato per 2 è maggiore dei following
  • L’utente pubblica contenuti che non contengono URL

Caratteristiche associabili a comportamento "umano" che valgono due punti:

  • Almeno un post è stato retwittato da altri utenti

Caratteristiche associabili a comportamento "umano" che valgono tre punti:

  • L’utente ha avuto accesso a Twitter attraverso client diversi

Caratteristiche associabili a comportamento "BOT" che valgono un punto:

  • Usa solo API

Per ogni caratteristica nell’elenco "umano" che non totalizza punti, sarà assegnato un punto "BOT" ad esclusione delle seguenti caratteristiche:

  • l’utente ha usato differenti client
  • l’utente utilizza il sito web
  • l’utente ha usato Android
  • l’utente ha usato iPhone
  • l’utente ha postato con Foursquare
  • l’utente ha postato con Instagram

Caratteristiche associabili a comportamento "BOT" che valgono due punti:

§ Nessun post è stato retwittato da altri utenti

Se la singola caratteristica di comportamento "umano" risulta vera, vengono assegnati i relativi punti "umano". Se risulta falsa vengono assegnati i relativi

punti "BOT". Viceversa per ogni singola caratteristica di comportamento "BOT", se risulta vera, vengono assegnati punti "BOT". Se risulta falsa vengono assegnati

punti "umano".

In difesa di Favia e Defranceschi (non del M5S)

Ora va di moda dagli addosso ai 5 Stelle. Dalle colonne di questo blog non sono mai mancate le critiche al M5S, sin dalle origini. La crescita esponenziale del Movimento, con le amministrative 2012 e dopo, in maniera del tutto virtuale, nei sondaggi, ha innescato un nuovo filone giornalistico. Trovare scheletri nell’armadio di Grillo, Casaleggio e di tutti i neofiti del M5S. L’importante è parlarne male, non argomentare bene le proprie tesi (ci sono un paio di post imperdibili di Mazzetta e il Nichilista, assolutamente da leggere e che costituiscono, a mio avviso, due esempi di buon giornalismo in materia di M5S e utopismo della democrazia diretta). Ma, a sorpresa o forse no, il nouveau divertissement non nasce sul web bensì sui giornali – il web ne fa solo un copia-incolla, nelle più comoda delle pratiche attira visitatori. Così, stamane, mi trovo a dover difendere i due consiglieri regionali dell’Emilia Romagna del M5S, non già per partito preso: solo e soltanto per il piacere di verificare i fatti.

Parto dal principio. Un blogger copia e incolla un articolo di Silvia Cerami su L’Espresso. In esso si sferra un colpo sotto la cintola a Favia in particolare, reo di esser presidente – da ben due anni – della Commissione Regionale VI “Statuto e Regolamento”. Un fatto noto. Favia, in quanto presidente, avrebbe “a disposizione due dirigenti e un funzionario, un budget annuale di oltre 100 mila euro, più eventuali spese di rappresentanza. Non manca, ovviamente, un emolumento mensile maggiorato per le incombenze del presidente, che nel 2011 ha incassato 125.239,68 euro” (Jack’s Blog). Naturalmente, nessuno del blog sopra citato ha pensato di dover verificare quanto scritto dalla Cerami. Si assume che sia vero perché l’ha scritto tale Cerami su L’Espresso. Nessuno mette in dubbio la buona fede di Cerami, semplicemente qui si crede che il suo pezzo valga tanto quanto gli articoli anti-Casta di Sallusti su Il Giornale. E dire che il M5S ha davvero tanti problemi, a partire da quell’idea forse irrealizzabile e utopica di “democrazia dal basso”, che peraltro nemmeno funziona, visto e considerato i casi di Parma e di Cento (Tavolazzi docet). L’attacco della Cerami contro Favia si impernia sul fatto che Favia avrebbe anzitempo bollato la Sesta Commissione come “uno spreco”. Poi ne è diventato presidente e spreco più non era. Quindi c’è il mistero della cifra – quelle 125.238,68 euro che, secondo Cerami, Favia avrebbe “incassato” nel solo 2011. Basterebbe quello per accecare tutti i fan del M5S di Bologna e dintorni. Il problema è che le parole della Cerami non permettono verifica. Infatti, sul sito dell’Assemblea Regionale dell’Emilia Romagna, alla pagina Trasparenza, sono pubblicate altre cifre, e diventa difficile se non impossibile capire da dove provengano quelle 125.000 euro di cui testimonia Cerami.

Emolumenti a favore dei Consiglieri regionali

Netto esclusi rimborsi a pié di lista e rimborsi di cui alla let.b art.52 del T.U.I.R. Rimborsi di cui alla lett.b art.52 del T.U.I.R.* Totali netti

Presidente Assemblea legislativa e Giunta Regionale

5.314,69 2.277,02 7.591,71

Vice Presidente Assemblea legislativa

4.591,16 2.277,02 6.868,18

Presidente Commissione Consiliare

4.012,32 2.277,02 6.289,34

Vice Presidenti Commissioni Consiliari

3.578,19 2.277,02 5.855,21

Consigliere Segretario e Segretario Questore del Consiglio

4.012,32 2.277,02 6.289,34

Capigruppo Gruppi Consiliari

4.012,32 2.277,02 6.289,34

Consigliere Regionale

3.288,78 2.277,02 5.565,80
(*) Nota: è compreso in questa voce: il rimborso forfetario delle spese sostenute per la partecipazione alle riunioni istituzionali e per le spese derivanti da attività connesse all’espletamento del mandato, previsto dalla La L.R. 42/1995 all’art. 6, comma 1, lettera a); Non è compreso in questa voce: il rimborso spese di trasporto previsto dalla L.R. 42/1995 all’art. 6, comma 1, lettera b) per lo svolgimento delle attività connesse all’esercizio del mandato, costituito da un rimborso chilometrico che tiene conto della distanza tra la residenza e la sede dell’Assemblea, corrisposto in base alla effettiva presenza, fino ad un importo massimo corrispondente a 12 presenze mensili. Tali importi sono variabili e corrisposti a fronte di spese sostenute e puntualmente certificate; non sono quindi riportati nella tabella di sintesi.

Se gli emolumenti che spettano a Favia in qualità di presidente di commissione sono effettivamente pari a 6289 euro netti al mese, allora nel 2011 dovrebbe aver “incassato” una somma pari circa a 75000 euro. In ogni caso, dovrebbe valere l’intenzione più volte espressa da Favia di trattenere solo i 2500 euro mensili. Nel suo Movimento sono piuttosto attenti a queste cose e polemiche erano già sorte sul destino della eccedenza che Favia e Defranceschi devono comunque percepire personalmente. Su questo punto non mi dilungo altrimenti. Se ne è parlato forse in eccesso. E’ ora di passare oltre.

Secondo aspetto degno di critica secondo Cerami: la commissione VI sarebbe alquanto inoperosa. Solo “ventiquattro sedute in tutto il 2011, con una media di due al mese, quasi trenta ore all’anno di duro lavoro”. Una Commissione “nata nel 2001 per riscrivere lo Statuto della Regione”, doveva durare trenta mesi, il tempo di approvare le modifiche statutarie. Ebbene, sono “trascorsi quasi dieci anni” poi “nel 2010 […], dopo le elezioni regionali, venne di nuovo costituita, per altri cinque anni” (Jack’s Blog, cit.). Ventiquattro sedute possono essere tante o poche, non è questo il modo corretto di argomentare. E’ chiaro che una Commissione sul Regolamento ha un minor tasso di attività rispetto per esempio ad una Commissione Bilancio, nella quale transitano quasi tutti i provvedimenti di un governo regionale. Bisognerebbe poi fare una valutazione della qualità del tempo speso dalla Commissione VI, che ha comunque una serie di compiti che vanno al di là delle semplici “modifiche statuarie”. La Commissione infatti deve occuparsi di:

−  proposte di modifica allo Statuto e al Regolamento interno;
−  legge elettorale, disciplina dei casi di incandidabilità, ineleggibilità e incompatibilità;
−  leggi in materia di organismi e Istituti previsti dallo Statuto;
−  promozione della democrazia partecipativa e dei processi decisionali inclusivi;
−  promozione delle attività di controllo e valutazione delle leggi, clausole  valutative e missioni valutative;
−  semplificazione e qualità degli atti e dei procedimenti;
−  rapporto sulla legislazione. (Commissione VI – Statuto e regolamento).

Inoltre, dando un’occhiata alla composizione della Commissione, la cui esistenza è attribuita da Cerami quasi come una colpa a Favia, troviamo personaggi illustri e al di sopra di ogni sospetto della politica dell’Emilia Romagna, come l’avvocato di strada Antonio Mumolo (PD), il compianto Maurizio “Cev” Cevenini, Roberta Mori (PD), attuale presidente della Commissione per la Parità e attivissima sul fronte dei diritti delle Donne.

In ogni caso, questa “inutile” Commissione ha partorito 41 progetti di leggi regionali (ATTI Commissione VI). Fra di essi vi sono tre leggi molto importanti, che hanno distinto la Regione Emilia-Romagna nel paese:

494 – Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: “Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995, n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”” (24 09 10). Vedi pdl 827– e 827 Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri Monari, Sconciaforni, Naldi, Mandini, Barbati, Mazzotti, Noè, Lombardi, Pollastri, Manfredini e Cevenini: “Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995 n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”” (06 12 2010), poi confluite nella Legge regionale n. 13 2010.

958 – Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi “Anagrafe pubblica degli eletti della Regione Emilia-Romagna. Disposizioni sulla trasparenza e l’accessibilità alle informazioni” (25 01 11), vedi pdl 262, poi diventato Legge regionale n. 1 2012.

1078 – Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi “Norme per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni mafiosi, criminali, illegali e per la promozione dell’educazione alla legalità” (18 02 11), vedi pdl 1117,  Progetto di legge d’iniziativa della Giunta: “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile” (delibera di Giunta n. 259 del 28 02 11), poi diventato Legge regionale n. 3 2011.

Si tratta di tre leggi che hanno avuto origine dall’iniziativa di Favia e Defranceschi – abrogazione vitalizio consiglieri regionali, anagrafe degli eletti e Contrasto fenomeni mafiosi. L’Emilia-Romagna è stata la prima regione a dotarsi di una legislazione per il contrasto alla infiltrazioni mafiose;  ed è la prima regione ad aver abolito il vitalizio dei propri consiglieri. Se non altro, la presenza di Favia e Defranceschi, nonché l’attività in Commissione VI di Favia medesimo, influenzano il dibattito consigliare della Regione Emilia-Romagna.

Non si spiega altrimenti, se non con una volontà calunniatoria, l’articolo di Silvia Cerami. Ripeto: di problemi e di aspetti poco chiari il M5S è pieno. Un corretto giornalismo dovrebbe cominciare da quelli: dal ruolo di Grillo e di Casaleggio (per favore senza indugiare nel complottismo); dall’idea di democrazia diretta applicata mediante la tecnologia del web – tecnoutopismo e democrazia; dall’aspetto legato alla perdita della caratteristica del professionismo della politica; dal problema annoso della mancata circolazione delle élites. Ma forse chiedo troppo.

Aggiornamento 24/06/2012:

Alla fine è arrivata la risposta di Favia, ma le risposte – quelle vere, quelle fattuali – erano già lì, sul sito istituzionale dell’Assemblea dell’Emilia Romagna.

Queste sono le tabelle citate da Favia, che potete esaminare e tenere sotto controllo voi stessi su http://www.assemblea.emr.it/assemblea-legislativa/trasparenza/commissioni