Dalla legge di stabilità alle Dimissioni: in diretta la fine del berlusconismo?

Le dirette del voto sulla legge di stabilità: #opencamera sulla homepage (RT Andrea Sarubbi) e diretta streaming dalla Camera dei Deputati. Anche sulla pagina Fb di Yes, political!

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Berlusconi si è dimesso, no non si è dimesso

Volete sapere la notizia di oggi? Berlusconi è – nonostante tutto – ancora in sella. Nonostante l’evidenza di un voto che non lascia scampo ad equivoci. Questo è sconcertante. Si dimetterà, lui dice, soltanto dopo l’approvazione della Legge di Stabilità, comprensiva del maxi emendamento che dovrebbe contenere le nuove norme promesse alla UE in fatto di lavoro e pensioni e quant’altro. Il contenuto della lettera di Berlusconi a Bruxelles. La vuota – profondamente vuota – lettera.

Questa si chiama con un solo nome: irresponsabilità. La scelta doveva essere una sola. Doveva essere dimissioni. Passeranno invece altri quindici giorni durante i quali questa ‘classe dirigente‘ ci legherà mani e piedi a un provvedimento assassino, figlio della vanagloria di un finto premier che è andato un giorno a Bruxelles promettendo leggi inaudite e inutili. Promesse che hanno prodotto una lettera di 39 domande – trentanove legittime domande – che il commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn ha inviato in una lettera a Tremonti lo scorso 4 novembe (in italiano a questo link). Domande del tipo: ma quanto ci avete promesso lo farete davvero? Prego indicare entro quando. Ed è incredbile quanto sta succedendo, poiché nella lettera di Olli Rehn non c’è scritto di piegare il mondo del lavoro o di cancellare le pensioni. No. C’è scritto: avete detto che volete riformare le pensioni? Entro quando lo fate? Non contiene diktat, ma richieste di chiarimenti. Tutto il resto glielo abbiamo detto noi, anzi Lui, il dimesso che non si è dimesso.

Bisognerebbe che qualcosa o qualcuno accelerasse l’avvicendamento. E’ abbastanza improbabile che venga organizzata una nuova maggioranza in questo parlamento, magari riciclando personaggi simil-Scilipoti. Un governo Monti è quanto di più lontano ci sia in questo momento. Monti, che è poi l’unico in grado di castigarci per sempre senza compromettersi il futuro politico, lui che non ne ha, e allo stesso tempo calmare la City londinese, pronta a gettarci nell’incubo di un default se non cediamo alla deregulation complessiva di tutta la nostra società.

Abbiamo bisogno di personalità che vadano in Europa ed abbiano la forza di dire no, noi facciamo così. Noi, in Italia, facciamo così. Punto. Voi preoccupatevi che i nostri conti siano corretti. E basta. Niente ricette. Siamo noi responsabili del nostro debito e del nostro bilancio. Eppure non ce ne sono. Che dramma è mai questo?

Sarà fiducia sulla lettera della UE? Finirebbe 305 sì, 308 no

Per Osvaldo Napoli, B. fa bene a chiedere il voto di fiducia sulla lettera alla Unione europea, ovvero quel dattiloscritto che B. ha portato a Bruxelles dinanzi all’Eurogruppo, un documento che è stato rifiutato dal suo Ministro delle Finanze. Se non ha convinto Tremonti, come può credere che quella carta convinca i suoi deputati? Appunto, non li convincerà. B. cadrà sulle sue stesse parole.

A quanto sembra, in serata Calderoli avrebbe chiesto a B. di fare il ‘passo indietro’. Berlusconi si è rifiutato. Neanche i leghisti lo hanno convinto che così va all’autodistruzione. Tant’è, qualcuno oggi ha provato a fare i conti della serva per cercare di capire come potrebbe andare un eventuale voto di fiducia. Ecco i risultati:

I numeri potrebbero anche essere diversi. Nella tempesta, altri potrebbero decidere di saltare dalla nave e chiedere soccorso all’UDC di Casini.

Gabriella Carlucci, “Silvio, ti voglio Bene”, ma ti tradisco. E dico sì a Monti

Cosa? Gabriella Carlucci, pasdarand forzista e mediasettizzata sino al midollo, passa all’UDC?

La Carlucci ha detto espressamente che andando avanti così, l’Italia non potrà rispettare gli impegni presi con l’Europa. C’è bisogno di un passo indietro di B. Di un governo Letta o Schifani. Se lo dice lei. E chissà quali profondi dilemmi l’hanno agitata in questi giorni. Dice la Carlucci che addirittura non dorme la notte. Che sacrificio, il suo. Un sacrificio per la patria?

E poi viva la coerenza. Alla domanda, se Letta o Schifani non ce la fanno, lei sosterrebbe un governo Monti? La Carlucci che ti potrebbe rispondere? Ma certo, dice al giornalista del Corsera:

(tratto da Corsera, 07/11/11, p. 11)

Maggioranza, venti o quaranta sono i traditori del PdL

Lo dice la Reuters in un articolo intitolato “Intrighi e tradimenti a Roma mentre Berlusconi lotta”. Venti o addirittura quaranta i taditori del PdL, ben oltre ciò che serve per far perdere la maggioranza a B. Saranno tutti assoldati da Fli e UDC? Reuters scrive anche che un eventuale ‘step down’ di Berlusconi farebbe scendere i tassi di interesse dei nostri Btp decennali di un punto percentuale. Pensate, B. vale 1% di interessi in più sui Btp. Ce lo possiamo ancora permettere?

I prezzi delle obbligazioni si riprenderebbero e il differenziale di rendimento scenderebbe di un punto percentuale se il governo dovesse cadere, secondo un sondaggio Reuters su 10 gestori di fondi, analisti di mercato e strateghi finanziari effettuato la scorsa settimana (Reuters).

A complicare le cose, sostiene la Reuters, si è messa anche la BCE per bocca di Yves Mersch, membro del Consiglio, secondo il quale è frequente in BCe il dibattito se sia meglio o peggio sospendere gli acquisti di Btp finché l’Italia non risponde sulle riforme annunciate. Una scelta del genere farebbe cadere i nostri titoli finirebbero totalmente ‘fuori controllo’. E’ solo la BCE che tiene i nostri titoli a galla, quindi. L’Europa, l’odiatissima tecnocratica anti-democratica Banca Centrale Europea.

 

In Giunta per le Autorizzazioni la maggioranza diventerà minoranza?

Tratto da Il Messaggero, 18/10/2011, p. 10:

Toto fiducia: forse maggioranza a quota 316, governo salvo per 11 voti?

Previsione del voto di fiducia numero ciquantatre:

Pdl, 216 voti; Lega Nord, 59; Responsabili, 29; Repubblicani, 3; Misto 12, che equivalgono a 319 da cui si devono detrarre almeno,

Filippo Ascierto[-1], operato alla gamba, per il quale potrebbe essere necessario un trasporto in elicottero; Stefano Stefani (Lega) [-2], che al telefono ammette: “Ho prenotato l’aereo, ma se sto come oggi non ce la faccio proprio”. Quelle politiche, da cercare soprattutto negli scajoliani, che al Cavaliere vorrebbero mandare un segnale: scendere sotto quota 316, a dimostrazione che da domani, come dal 14 dicembre scorso, il Governo è appeso ad un filo. Tentati dall’assenza sarebbero, tra loro, Giustina Destro [-3] e Fabio Gava [-4], ma anche Roberto Antonione [-5], Paolo Russo [-6] e Pietro Testoni [-7] (fonte TMNews).

Secondo il TgLa7, sicuri No sono Calogero Mannino e Santo Versace, mentre gli sciaboletti al soldo di Scajola voteranno sì.

Fatti due conti, maggioranza che oscilla fra 310 e 319, mentre l’opposizione non supererà certamente i 302-304 voti. Ergo, tutto inutile, tutto rimandato.

 

 

Diciamolo, questa manovra è un fiasco

Il cuore di B. gronda sangue, gli Ufo esistono e ieri ho visto un asino che vola. Questa potrebbe benissimo essere la nuova manovra Tremonti – Berlusconi. Che più ne ha, più ne metta. Oggi aboliamo i comuni sotto i mille abitanti, ma contigui fra di loro altrimenti no. Le Unioni municipali devono essere almeno di 5.000 abitanti, ma le regioni possono decidere altrimenti, alzando o abbassando l’asticella a loro piacimento. Per stimolare la crescita e gli investimenti, eliminiamo per decreto l’impossibilità di licenziare senza giusta causa e spostiamo le festività nazionali la domenica. Volete mica lasciar stare le pensioni? Alziamo l’età pensionabile a 67 anni. Poi, tassiamo. Tassiamo tutto. Anche l’aria. (Toh, persino le sigarette e la benzina, che nessuno l’ha mai fatto).

Simply Sauce, scrive il The Economist. Tradotto letteralmente: semplice salsa, ovvero, semplice contorno, condimento. Lo spettacolino indecoroso deve ancora iniziare. In queste ore le pagine dei giornali sono occupate dalle esternazioni di qualsiasi mezza cartuccia del PdL. Eh sì, il PdL ha una fronda interna e la Lega un giorno è fedele a Tremonti, il giorno dopo è contro Tremonti. Il decreto arriva in aula al Senato dalla prossima settimana: solo allora comincerà il balletto degli emendamenti. Imperdibile, questa volta.

Ecco l’antipasto servito sui quotidiani di oggi. La maggioranza sembra coesa e compatta verso l’approvazione del decreto…

La Stampa – Int. a CROSETTO GUIDO – CROSETTO: “CAMBIARE SI PUO’ SUBITO L’ETA’ MINIMA A 63 ANNI”  (SCHIANCHI FRANCESCA)

Sole24Ore – Int. a BALDASSARRI MARIO – “L’ETA’ DI PENSIONAMENTO A 70 ANNI”  (COLOMBO DAVIDE)

Il Gazzettino – Int. a BOSSI UMBERTO – BOSSI: “TAGLI AI COMUNI PER SALVARE LE PENSIONI”  (PIETROBELLI GIUSEPPE)

Corsera – Int. a BRAMBILLA MICHELA VITTORIA – “SOLO DANNI DALL’AUMENTO DELL’IVA NEGOZI, ORARI LIBERI PER LA CRESCITA”  (PICCOLILLO VIRGINIA)

Il Messaggero – Int. a QUAGLIARIELLO GAETANO – QUAGLIARIELLO: “LE REGOLE DEL GIOCO NON SI CAMBIANO A GIOCO COMPIUTO”  (M.A.)

Il Giorno – Int. a FORMIGONI ROBERTO – FORMIGONI: “VADO IN PIAZZA CON I SINDACI”  (MINOTTI ROSSELLA)

Il Mattino – Int. a BOTTACIN GIAMPAOLO – BOTTACIN: “LA GENTE DEL NORD E’ STANCA LA LEGA DEVE RISPETTARE LE PROMESSE”  (CASTIGLIONE CORRADO)

Cosentino è salvo, la maggioranza no, l’opposizione neppure

La Camera dei Deputati ha oggi negato con scrutinio segreto l’autorizzazione ad impiegare le intercettazioni telefoniche relative all’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino. Ne danno il triste annuncio le agenzie di stampa.

Cosentino è salvo grazie ai 308 voti a favore, mentre 285 sono stati i voti contrari per un totale di 593 presenti in aula (maggioranza a 297). Fatti i conti, c’è qualche ribelle che ha votato in maniera disgiunta rispetto alle indicazioni dei capigruppo: dei trentaquattro votanti di Futuro e Libertà, quanti sono quelli che hanno “marinato”? Fra le opposizioni non è andato tutto liscio come ci si aspettava:

Il capogruppo del Partito Democratico Dario Franceschini ha sottolineato il fatto che sono mancati 15 voti al fronte di coloro che si erano dichiarati favorevoli alla richiesta della magistratura.

“Costituisce un fatto grave che manchino circa 15 voti, contando la differenza tra la somma di quelli che avevano annunciato di votare a favore dell’uso delle intercettazioni e il voto effettivo”, ha detto Franceschini, escludendo che le defezioni siano giunte dal suo gruppo. (Reuters).

Insomma, considerate le assenze – pari a 37 deputati – è chiaro che qualcosa è andato storto. E’ vero che la maggioranza ha soltanto sfiorato quota 316, ma l’opposizione non serra le fila. Le defezioni? Facciamo due conti:

  • Contrari all’uso intercettazioni: PdL e Lega, 297 membri a ranghi completi; ne hanno ricevuti 308, vale a dire 11 in più;
  • Favorevoli all’uso delle intercettazioni: PD, IDV, UDC e Fli, per un totale a ranghi completi di 303, mentre hanno votato in tal senso 285 deputati, 18 in meno del dovuto (per Franceschini 15).
  • Da questo conteggio ho escluso i deputati del Gruppo Misto, che sono 31, di cui non ho alcuna indicazione di voto.

Al momento non sono ancora disponibili gli elenchi sulle assenze dei deputati. C’è da giurare che qualcuno dell’opposizione, nel segreto dell’urna, ha fornito il proprio soccorso alla maggioranza. Un soccorso insperato, ma non sufficiente a dare indicazioni sul prossimo voto di fiducia. La quota 316 turberà per ancora una settimana i sogni di Berlusconi.

Le parole di Fini, un altro Duomo in bocca a Berlusconi. Il cortocircuito della maggioranza. Cicchitto contro Travaglio e Maroni contro internet.

Ferri corti. Nonostante la degenza di Berlusconi in ospedale, Fini non rinuncia al suo ruolo di opposizione interna al governo e critica duramente la decisione dell’esecutivo di mantenere la fiducia sulla legge finanziaria. Le parole del Presidente della Camera producono immediatamente malumori e piccoli litigi: Roberto Cota della Lega rinuncia a parlare, Italo Bocchino ha un diverbio con Cicchitto, ovvero con il suo capogruppo.
Il tutto è stato preceduto dall’informativa del Governo sulla vicenda dell’aggressione. L’intervento dello stesso Cicchitto ha risuonato nell’aula per le durissime accuse contro quella che definisce campagna d’odio condotta dal network Repubblica-L’Espresso, il Fatto, Santoro e Di Pietro, e da terroristi mediatici come Travaglio. Questo, secondo l’analisi di Cicchitto, avrebbe "armato" la mano di un folle.
In sostanza, i falchi fedelissimi di Berlusconi tuonano in parlamento l’ira del (finto) premier. Mettere a fuoco l’assemblea, l’obiettivo. Alfano dice, in un’intervista, che le colpe del clima di violenza verbale fra maggioranza e opposizione non sono equamente divise. Loro avrebbero soltanto difeso il (finto) premier. Di fatto oggi non si sono risparmiati nell’uso della vicenda a proprio vantaggio politico. Hanno, di fatto, capitalizzato il gesto del Tartaglia. I media, giornali e tv, sono un coro pro Berlusconi. Ispirano il pietismo della gente. In poche parole, creano consenso. E trasformano un danno fisico in una bomba mediatica. Se non fosse che è capitato per mano di Uno Qualunque, si direbbe che è una regia perfetta.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, invio al Presidente Berlusconi il saluto e l’augurio a nome del gruppo parlamentare del Popolo della Libertà e di milioni di nostri iscritti ed elettori (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).
Quello che è avvenuto – l’aggressione a Berlusconi, la contestazione organizzata e aggressiva di ben due manifestazioni a Milano, le migliaia di solidarietà a Tartaglia su Facebook – è il segno che stanno penetrando nel profondo di settori, fortunatamente assai minoritari, della nostra società i veleni prodotti dalla campagna di odio iniziata fin dal 1994 (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
In questa campagna di odio non è vero che siamo tutti uguali, perché essa è da sempre concentrata contro una sola persona, contro Silvio Berlusconi. Essa si è avvalsa nel corso degli anni dei materiali più diversi; ultimamente essa è ripartita dai gossip, ma poi si è concentrata su due accuse infamanti e terribili: la mafiosità e la responsabilità delle stragi del 1992-1994.
A condurre questa campagna è il network composto dal gruppo editoriale Repubblica-Espresso, da quel mattinale delle procure che è Il Fatto Quotidiano, da una trasmissione televisiva condotta da Santoro e da un terrorista mediatico di nome Travaglio (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), da alcuni pubblici ministeri che hanno nelle mani alcuni processi tra i più delicati sul terreno del rapporto tra mafia e politica e che nel contempo vanno nei più vari talk show televisivi a demonizzare Berlusconi….

FURIO COLOMBO. Questi sono i toni bassi (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

FABRIZIO CICCHITTO. …e da un partito, l’Italia dei Valori, il cui leader Di Pietro sta in questi giorni evocando la violenza, quasi voglia tramutare lo scontro politico durissimo in atto in guerra civile fredda, e poi questa in qualcosa di più drammatico (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
È condotta anche, onorevole Bersani, da qualche settore giustizialista del suo partito. Come se ne esce? A nostro avviso non con esercitazioni puramente verbali, destinate a lasciare il tempo che trovano, ma andando al cuore del problema: disinnescando, cioè, con leggi funzionali all’obiettivo l’uso politico della giustizia, che è il cancro che ha distrutto la prima Repubblica e che sta corrodendo anche la seconda (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).
Se si prende il toro per le corna – lo dico rispondendo in termini politici all’appello del Presidente della Repubblica – si può iniziare un cammino virtuoso, procedendo ad una grande riforma istituzionale, ad una grande riforma della giustizia, ad un’incisiva riforma dei regolamenti parlamentari e all’istituzione del federalismo fiscale.

Aggiungo per chiarezza che non possono essere messe sullo stesso piano, neanche dalle nostre autorità istituzionali, due problematiche assai diverse: quella di chi, magari con un linguaggio non diplomatico, ha invocato una riforma costituzionale, compresa quella della Corte costituzionale, recuperando le obiezioni fatte a suo tempo da Palmiro Togliatti e da Calamandrei, e quella di quei pubblici ministeri che hanno fatto trattenere il fiato al Paese e alla comunità internazionale in attesa che gli oracoli di nuovo conio, gli Spatuzza e i fratelli Graviano, pronunciassero i loro verdetti, anzi, le loro atipiche sentenze (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud)! Si è verificato a questo proposito, onorevole Presidente, un’ulteriore asimmetria, perché mentre quell’invocazione ad una grande riforma è stata duramente contestata, gli attacchi di tutti i tipi rivolti ad una carica dello Stato eletta dalla maggioranza del popolo non hanno avuto finora una chiara e netta risposta.

Questo è lo stato della questione, detto con senso di responsabilità, ma anche con la dovuta fermezza da parte di un gruppo che vede il suo leader in ospedale, colpito da uno squilibrato, la cui mano è stata armata da una spietata campagna di odio, il cui obiettivo è il rovesciamento di un legittimo risultato elettorale (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

FURIO COLOMBO. Non puoi armare la mano di uno squilibrato!

FABRIZIO CICCHITTO. I termini della questione sono chiarissimi e con chiarezza li abbiamo esposti. A questo punto, ognuno deve assumersi le sue responsabilità. Ci auguriamo che l’aggressione e il ferimento subiti da Silvio Berlusconi possano servire a qualcosa di positivo e che dal male possa venire il bene (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud – Congratulazioni).

Maroni annuncia la censura su Internet:


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