Lassini aggrappato al ramo vuole entrare in Consiglio comunale

Lassini, l’autore di quei beceri manifesti che hanno tappezzato Milano, quello del Via le BR dalle Procure, coinvolto dallo scandalo e dall’anatema di Napolitano nonché dell’opposizione tutta e persino della Moratti, inizialmente doveva dimettersi, poi ha ricordato di aver ricevuto il sostegno del suo capo Berlusconi, e ora è lanciato più che mai verso Palazzo Marino:

“Se sarò eletto”, dichiara a Radio24, penso che vada rispettata la volontà degli elettori”. La sua volontà – ha precisato – “sarebbe quella di restare al mio posto”. In precedenza, in occasione della cena delle “mille donne” organizzata dalla Santanché per la campagna elettorale del sindaco uscente, avrebbe mandato la moglie in avanscoperta, tentando un riavvicinamento con la Sciura Moratti. Un evento felice, dice Tiziana Maiolo, poiché la moglie del Lassini ha affrontato tempi così cupi quando il maritino fu arrestato ingiustamente anni or sono, ai tempi di Tangentopoli. Le donne sono più pragmatiche, afferma la Santanché, facendo intendere che la Sciura prima o poi si piegherà ai voleri del premier e terrà Lassini come un dolce agnello a pascolare in Consiglio Comunale, magari con qualche carica in qualche assessorato. Fosse per lui, se ne sarebbe restato al proprio posto. Tutta questa polvere per aver vilipeso la magistratura, quella stessa magistratura che lo violentò in quei tempi cupi delle manette facili. No, lui ne ha patite di cotte e di crude dai magistrati e intende uscirne a testa alta: è una vittima della giustizia, un martire che però non ha sparso sangue. Il sangue è solo quello dei magistrati morti ammazzati. Roba che lui neanche si immagina.