Riconteggio Piemonte: Cota è (quasi) senza speranza

Riconteggio Piemonte, dove eravamo rimasti? Cota praticamente non è più il Presidente della Regione: non è una predizione, è matematica. Il sito del Comitato per il Riconteggio è l’unico organo di informazione con la situazione riconteggio aggiornata. Fatti i dovuti calcoli, Bresso avrebbe 1.033.326 voti, Cota 1.027.739. Ergo, Cota è giù dalla sedia. Certo, sul riconteggio pende il ricorso della Lega in Consiglio di Stato. Motivo: la Lega contesta l’interpretazione del Tar circa l’assegnazione dei voti di lista al candidato correlato. Secondo il Tar, l’elettore avrebbe dovuto esplicitamente crociare anche il nome del candidato e non solo quello della lista, indi per cui i voti dati alle sole liste fraudolente non possono essere ritenuti validi per il candidato governatore. Da ciò è nata l’esigenza del riconteggio. Per i leghisti, tutta la procedura è nulla poiché l’interpretazione data alla legge elettorale dal Tar è errata. L’elettore, votando per la lista, ha comunque anche scelto il candidato.

In ogni caso, questa la situazione aggiornata ad oggi, 12 ottobre 2010:

Provincia di Alessandria:

Provincia di Asti:

Provincia di Biella:

Provincia di Cuneo:

Provincia di Verbania:

Manca solo la provincia di Torino.

(fonte immagini: http://www.riconteggioinpiemonte.info/index.php).

Regionali Piemonte, è caos riconteggio: scomparsi alcuni scatoloni con le schede dei voti. Ma Cota rischia

Siamo all’ostruzionismo giudiziario: questa è la strategia difensiva di Roberto Cota, governatore sub judice del Piemonte. Il riconteggio è stato concluso ad Asti, dove le doppie croci sulle liste illegittime di Scanderebech e dei Consumatori e sul nome di Cota sono soltanto il 13% delle preferenze raccolte (un totale di 529 voti, di cui ritenuti validi al riconteggio solo 68). Cota ha già perso 461 voti.

Ma a Biella e ad Alessandria il difensore di Cota, Procacci, ha sollevato diverse obiezioni: sulla mancanza dei verbali, sull’uso di uno scotch trasparente per i sigilli che non garantirebbe la permanenza di firme e timbri sugli scatoloni, per l’assenza di un sigillo su un sacco di juta contenente le schede. Tutte eccezioni respinte dalla Camera di Consiglio del Tribunale che hanno però avuto lo scopo di rallentare i lavori. Un dato però è emerso:

solo il 10% delle schede presenta la doppia croce, il rimanente 90% ha soltanto un segno sulle liste di Scanderebech e dei Consumatori (Schede scomparse Riconteggio a rischio- LASTAMPA.it).

Cota lamenta anche la scomparsa di 200/300 voti a Biella. Dinanzi a un fatto tanto grave, pare che non si sia mosso nulla: sempre Procacci ha minacciato di bloccare il riconteggio, che tanto – a loro parere – è inutile poiché la sentenza del Tar è contraria alla legge. Su questa eccezione si pronuncerà il Consiglio di Stato il 19 Ottobre prossimo. Il secondo grado amministrativo dovrà dirimere il seguente quesito:

  • Il Tar ha annullato le liste consumatori e Scanderebech; è stato ordinato il riconteggio per verificare quanti elettori, accanto al voto di lista, avevano espresso in modo esplicito anche un voto per Cota, quindi:
  1. Opinione Cota: la legge elettorale dice che il voto per un candidato si può esprimere anche crociando soltanto il simbolo di una delle liste a lui collegate; se un elettore delle due liste coinvolte avesse voluto scegliere un candidato diverso da Cota, avrebbe potuto farlo esprimendo il cosiddetto «voto disgiunto». Se non lo ha fatto, dicono i legali del governatore, è perché la sua intenzione di voto era chiara;
  2. Opinione Bresso: la preferenza per Cota espressa attraverso il voto per una delle liste giudicate illegittime non è valida, proprio perché la sentenza del Tar ha cancellato le liste (fonte: Regionali, tutti i dubbi sul riconteggio- LASTAMPA.it)

Pensate che solo i legali di Cota facciano ostruzionismo? No, ci ha pensato anche Chiamparino, il quale, nelle sue vesti di sindaco, non ha sborsato i soldi per pagare il trasporto delle schede da una via all’altra di Torino. Un paradosso: il Chiampa è deciso di attendere la decisione del Tar in merito all’istanza dei legali di Bresso su chi deve sostenere le spese per il riconteggio. Fino a tale date le schede non si muovono dal deposito del Tribunale.

Regione Piemonte, nessuno intende pagare il riconteggio voti

Non si diceva pure che chi sbaglia paga? Oggi non è più così, stando a sentire il Ministero della Giustizia: il riconteggio dei voti in Piemonte, dopo la sentenza del Tar che ha annullato due liste collegate a Roberto Cota presidente di Regione, costerà la bellezza di 350.000 euro che nessuno vuole pagare, né il Consiglio Regionale, né il Ministero.

  1. spese di trasporto delle schede dal magazzino regionale di Chieri a una scuola torinese;
  2. adattamento locali;
  3. vigilanza;
  4. pagamento straordinari ai dipendenti.

I punti 1, 2, 3 incidono per circa 180.000 euro; il punto 4 per circa 168.000. Chiaro?

Si cercano volontari…

Cota contro il Tar, vince il Tar. Il giro di parole del Tg1 per non dirlo

Il ricorso con il quale Roberto Cota ha impugnato la decisione del Tar del Piemonte sul riconteggio dei voti delle liste fraudolente è stato rigettato. Sei pagine, dicono le agenzie, in cui la V sezione ha così liquidato la richiesta di sospensiva del verdetto del giudice amministrativo:

non c’è motivo di sospendere l’ordinanza del Tar che ordinava il riconteggio perché “non sussistono allo stato attuale gli estremi del danno grave e irreparabile asseritamente derivante dall’esecuzione del dispositivo impugnato, atteso che esso non é in grado di paralizzare o anche solo di ostacolare il corretto funzionamento degli organi della Regione Piemonte” (asca.it).

Insomma, poche parole e chiare. No alla sospensiva; il riconteggio non paralizza un bel nulla. Poco fa la versione – tutta da leggere – del Tg1:

Lo trascrivo, perché è esilarante: “Rigettata la richiesta di sospensiva della decisione con cui il Tar ha ordinato il riconteggio di circa 15mila schede elettorali delle ultime elezioni regionali. Ora si attende la pronuncia sul merito”. Un triplo salto mortale, non c’è che dire. Proviamo a tradurlo, per capire la portata delle omissioni operate nel modo di dare una notizia del genere: rigettata la richiesta di sospensiva, avanzata dal neo-presidente Cota, della decisione con cui il Tar ha ordinato il riconteggio di circa 15mila schede elettorali delle ultime elezioni regionali, equivalenti a altrettanti voti attribuiti alle liste truccate che hanno permesso la vittoria di Cota medesimo. Ora si attende la pronuncia sul merito da parte del Tar, nella udienza del 7 ottobre prossimo, durante la quale sarà reso noto l’esito del riconteggio che potrebbe anche comportare la ufficializzazione di Mercedes Bresso presidente.

Scusate se è poco.

Cota, il Tar decide per il riconteggio dei voti

Dopo una camera di consiglio durata fino all’una di notte, il Tar ha così deciso:

  1. ricorso Verdi Verdi, respinto;
  2. ricorso Consumatori e  lista Scanderebech: si va al riconteggio dei voti; occorre vedere quanti di questi voti sono andati alla sola lista e quanti invece sono stati dati espressamente a Cota. A prima vista, trattasi di puro cerchiobottismo giudiziario. Ma non dovrebbe già esser chiaro quali sono i voti della lista e quali sono quelli andati esclusivamente a Cota? Forse il giudice teme di trovare fra le schede attribuite alla lista anche indicazioni di voto alla presidenza; in tal caso, forse assolutamente residuale, il giudice potrebbe ritenerli validi. Nuova udienza per il 7 Ottobre (tempi biblici, insomma);
  3. ricorso lista Michele Giovine: il Tar rinvia al 18 Novembre prossimo venturo, dando 60 giorni di tempo ai ricorrenti per presentare querela per falso (ma non c’è già un procedimento in corso? a che serve la querela?).

[Aggiornato 16/07, ore 19.20]

Il bestiario del dopo sentenza:

Cota: sentenza incompensibile, io governo

Bresso: non si vince violando le regole

PD Piemonte, Davide Gariglio: come Pd abbiamo annunciato la massima disponibilità a collaborare al governo regionale per evitare che questa fase di incertezza, che capita in un periodo di grave crisi economica, possa arrecare danni alla nostra comunità (eh?);

UDC, deputato Delfino: le scomposte reazioni del presidente Cota, della Lega Nord e del Pdl alla decisione del Tar sui ricorsi elettorali confermano un deficit culturale democratico gravissimo. Per loro la giustizia esiste solo se gli da ragione, altrimenti non c’e’. La pronuncia del Tar e’ stata chiara e potra’ essere appellata, ma va rispettata fino a prova contraria. Il presidente Cota sapeva benissimo i rischi che correva stipulando accordi con le liste oggi cancellate ma, incautamente, pur di vincere, e’ andato avanti ed oggi ne paga le conseguenze. I riconteggi sono pienamente leggitimi;

Cota 2: per qualcuno non dovevo vincere

Cicchitto (PdL): la vicenda del Piemonte e’ incredibile. La sinistra, dopo aver perso le elezioni regionali, non essendo riuscita a ottenere il consenso popolare per governare la Regione, adesso cerca di ribaltare il risultato per via giudiziaria.

Le scomposte reazioni del presidente Cota, della Lega Nord e del Pdl alla decisione del Tar sui ricorsi elettorali confermano un deficit culturale democratico gravissimo. Per loro la giustizia esiste solo se gli da ragione, altrimenti non c’e’. La pronuncia del Tar e’ stata chiara e potra’ essere appellata, ma va rispettata fino a prova contraria. Il presidente Cota sapeva benissimo i rischi che correva stipulando accordi con le liste oggi cancellate ma, incautamente, pur di vincere, e’ andato avanti ed oggi ne paga le conseguenze. I riconteggi sono pienamente leggitimi

Ricorsi Tar: attesa per Cota

Il Tar sta giudicando sui ricorsi contro le liste imbroglione delle scorse elezioni regionali in Piemonte. Non c’è stato rinvio. I giudici sono attualmente in camera di consiglio. La decisione è attesa in serata.

Si parla di decisione su uno solo dei due ricorsi, quello per le irregolarità delle liste Verdi Verdi e per la lista Scanderebech, mentre per il ricorso contro la lista “Pensionati per Cota”, di Michele Giovine, si prevede un rinvio al fine di consentire il sereno giudizio della magistratura ordinaria. Giovine è intervenuto poco fa, nel baillame delle dichiarazioni di fine udienza, per mezzo del proprio legale secondo il quale la perizia calligrafica della procura di Torino sarebbe grottesca: sosterrebbe infatti che la “stessa firma di Giovine sarebbe falsa”. L’udienza di oggi però non era limitata alla sola questione delle firme false di Giovine, sulle quali la procura non sembra aver alcun dubbio. Il Tar non sta decidendo sulla autenticità delle firme, bensì sulla ammissibilità della lista. Ed è proprio su questo fatto che si è concentrata la strategia difensiva dei legali di Cota, i quali hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale riguardo alla parte della norma elettorale che regolamenta la presentazione dei ricorsi stessi – articolo 83/11 del dpr 570/1960 – in cui si stabilisce che si può fare ricorso contro la proclamazione degli eletti:

“Con la sentenza 236 la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma elettorale nella parte in cui non prevede immediatamente l’impugnazione degli atti preparatori alle elezioni […] L’impugnazione tardiva – ha dichiarato Procacci davanti al presidente del Tar Franco Bianchi – è una grave lesione del diritto dell’elettorato attivo. Va contro l’articolo 48 della Costituzione che stabilisce che tutti i cittadini possono partecipare al voto e contro il principio di conservazione dell’espressione della volontà popolare. Inoltre va anche contro l’articolo 97 della Costituzione che sancisce il principio di buona andamento della pubblica amministrazione e quindi anche del governo regionale. Se si dovessero infatti rifare le elezioni così tardi questo creerebbe un danno alla Regione e ai suoi cittadini” […] La controparte invece – conclude l’avvocato di Cota – impugna l’atto di proclamazione degli eletti ma in realtà si riferisce a vizi di ammissione delle liste. Avrebbe dovuto farlo prima. Se uno è effettivamente parte lesa il ricorso lo deve fare subito e non aspettare con opportunismo alla finestra l’esito delle elezioni (Piemonte/ Legale Cota: Ricorsi tardivi grave lesione diritto voto – Politica – Virgilio Notizie).
I ricorsi – secondo la difesa Cota – sarebbero “tardivi”.  Secondo questa ottica, se si ha notizia di irregolarità nella presentazione delle liste ma oramai le elezioni si sono svolte, non è possibile fare ricorso. Se un governatore venisse eletto con l’appoggio di una lista che ha barato, anche quando ciò sia dimostrato incontrovertibilmente, i ricorsi non sarebbero ammissibili. Per dimostrare la incoerenza del teorema, potrei qui citare il caso Molise della precedente tornata elettorale (2004), e invece no. Se ne è già parlato altrove e persino un numero di volte francamente eccessivo. Lascio a voi l’incombenza.
Bresso, in serata, si è detta fiduciosa, ma non si sa perché. D’altronde, anche nel caso Cota venga deposto, Bresso non sarà della partita: è Chiamparino il candidato ombra per il PD.
Sitografia:

Cota, il Tar rinvia la decisione al 15 Luglio

Roberto Cota è ancora il governatore del Piemonte, eletto a Marzo con uno scarto di circa 10.000 voti. Una parte di essi, sarà la magistratura amministrativa e ordinaria a stabilirlo, potrebbe essere stata raccolta da liste irregolari. Oggi il Tar avrebbe dovuto decidere se le liste di Scanderebech e dei Verdi Verdi collegate a Cota erano tali. Ma ha deciso per il rinvio. Ufficialmente per ‘acquisire i documenti di accettazione delle liste depositati presso le prefetture e gli otto tribunali provinciali del Piemonte’; la decisione ha l’effetto di accorpare i ricorsi in una data sola. Il Tar il 15 Luglio deve infatti decidere anche sul caso della lista ‘Pensionati per Cota’, la lista di Michele Giovine sotto indagine da parte della magistratura ordinaria per falso in atto pubblico (diciotto firme false su diciannove).

Gli avvocati di Cota puntano a far slittare la decisione del Tar a fine estate, o a Settembre, con lo motivazione che il ricorso di Bresso consta di ben 700 pagine, troppe per essere lette e studiate entro il 15 Luglio. Cota accusa Bresso di incoerenza per la rinuncia a uno solo dei due ricorsi, contrariamente a quanto avrebbe assicurato ella stessa nel contestatisimo incontro che ebbe con Cota all’indomani della sconfitta per ottenerne l’appoggio nella elezione a presidente del Comitato delle regioni in sede Ue. Carica che perderebbe se le elezioni si dovessero rifare. Bresso sarebbe inoltre disposta a farsi da parte nel ruolo di candidata del centro-sinistra, lasciando strada aperta al sindaco di Torino, Chiamparino.

Il Piemonte si appresta a divenire così campo di una battaglia legale che potrebbe ridefinire gli equilibri romani, soprattutto interni al PdL. Che farà la Lega dopo un eventuale accoglimento del ricorso? Cota potrebbe dimettersi subito, senza giocarsi il tutto in Consgilio di Stato, ma potrebbe gettare a mare l’alleanza con il PdL puntando tutto sulla amoralità della partitocrazia ‘romana’ rappresentata dal partito del predellino. In cui Fini avrebbe poi buon gioco a insediarsi nelle crepe dell’alleanza con la Lega. E nel PD? Finirebbe finalmente il rebus sulla collocazione all’interno del PD: l’elezione a governatore metterebbe la parola fine alle sue ambizioni in fatto di leadership di partito o di coalizione.

Roberto Cota, la sedia scricchiola

Roberto Cota, neo presidente della Regioen Piemonte, rischia di ‘cadere dalla sedia’. Tutto per una lista, ‘Pensionati per Cota’, guidata da Michele Giovine, consigliere regionale uscente, che è stato rinviato a giudizio in sede penale per aver falsificato diciotto delle diciannove firme dei candidati iscritti nella sua lista. La procura ha sottoposto a perizia calligrafica le firme e tutte quante e diciotto sarebbero opera dello stesso Giovine. La lista ha fruttato a Cota ben 18.000 voti circa. Cota ha vinto su Bresso per meno di diecimila voti. Detto questo, è chiaro che la lista di Giovine, fondata sul falso, è stata decisiva per l’elezione dell’ex capogruppo della Lega. Il Tar, nella prosima seduta del 1° Luglio, prenderà in esame il ricorso di Bresso e del PD. Alla luce dell’indagine della procura di Torino, potrebbe o decidere di acquisire gli atti, o di rinviare ad altra seduta in attesa del giudizio della magistratura ordinaria; certamente, una volta stabilito che Giovine ha barato, potrebbe decidere di far ripetere il voto in Piemonte.

Mercedes Bresso? Inizialmente aveva accettato di non sostenere più alcun ricorso al fine di confermare un proprio incarico a livello europeo, disse lei, “per salvare il posto” di alcuni suoi collaboratori precari. La decisione fu intesa da molti come un voltafaccia. Quelli del PD la stigmatizzarono: cosa non si fa per difendere una poltrona. Ma ora tutto è cambiato. C’è aria di scioglimento via Tar del consiglio Regionale. E cosa fa Bresso? Si riallinea, rivendicando la ‘maternità’ del ricorso, facendo valere la propria opzione all’interno del PD in vista di una nuova sfida a Cota. Ma nel PD non ci stanno e pure Chiamparino scalpita. A molti non sono piaciute le giravolte di Bresso. E poi non si può perdere due volte con lo stesso candidato.

PdL e Lega preparano una fiaccolata per il 28 Giugno a Torino. Difficilmente i cittadini potrebbero comprendere i motivi di un ritorno alle urne. Cota avrebbe buon gioco a gridare alla magistratura comunista. Ma l’urlo gli esce strozzato. Parla di golpe sudamericano, di schiaffo alle intenzioni elettorali dei piemontesi. Sfuggendo alla domanda decisiva: “è giusto, in una democrazia, che un governatore sia eletto con i voti decisivi di una lista che si è presentata con 18 firme false su 19?” (Piovono rane – Blog – L’espresso). D’altronde, una lista a lui collegata ha barato. E la Lega non ci sta a passare dalla parte dell’illegalità. Saprà Cota scaricare sui colleghi del PdL la responsabilità politica di una alleanza con questa lista parassita?

Ne parlano:

Regionali 2010, in bilico insieme alle regioni in bilico. La diretta dello spoglio.

Su Yes, political! si sceglie di seguire in diretta lo spoglio delle due regioni più interessanti, quelle che si concluderanno al fotofinish: Piemonte e Lazio.

Per il Piemonte: http://www.radiogold.it/site/index.php

Per il Lazio: http://www.repubblica.it/static/speciale/2010/elezioni/regionali/index.html?refresh_cens

Alla fine la spuntano sia Cota che Polverini. Il PdL dà il via ai festeggiamenti, ma la sua è una vittoria di Pirro, la Lega sfonda poi sfonda solo nel Lombardo-Veneto, ed è partito di maggioranza relativa in Veneto. Bresso chiederà il riconteggio dei voti, ma per il PD c’è poco da contestare: finisce 7 a 6 (con la Lombardia sub judice per la questione del divieto di terzo mandato).

In Lombardia, eletto consigliere regionale Giuseppe Civati; medesia sorte per Giulio Cavalli per IDV; ce la fa anche Thomas Casadei in Emilia-Romagna (PD, area Marino); per il Mov 5 Stelle, eletto Favia in Emilia-Romagna in virtù del voto nelle liste circoscrizionali di Bologna e Modena; Luisa Capelli raccoglie solo 196 voti nella circoscrizione Roma; Abonante in Piemonte non va oltre le 2300 preferenze (pur un buon risultato, ma forse non basta). In Piemonte e Lazio, l’incertezza del risultato finale ha rallentato di molto la computa del voto di lista. Più tardi i risultati finali e le considerazioni di merito. Ma il risultato nazionale non è certo un premio per il PdL, il partito del (finto) premier: chiude con un risultato inferiore alle Europee di quasi l’8%.

23.05, in pratica Cota ha quasi vinto in Piemonte; si annuncia l’enplain della Lega: Piemonte, Lombardia e Veneto al Carroccio; qualcosa è cambiato;

23.05, Lazio, Polverini chiama a raccolta i suoi, per festeggiare?

23.00, Cota è davanti del 3% quando manca il 27% delle sezioni;

22.55, Lazio, ora la vittoria di Polverini è un oscuro fantasma, rimonta a meno 2000 voti, 80% l’avanzamento dello scrutinio

22.45, a Brescia il più votato è Renzo Bossi – viva la meritocrazia.

22.35, Piemonte, sostanziale parità fra PD e PdL, divise da circa un punto percentuale; piccola crescita della Lega, 1.36%; l’astensionismo punisce tutti;

22.30, Lazio, si riduce lo scarto fra Bonino e Polverini, ora pari a circa 4.500 voti

22.30, La Russa, le regioni vinte da PdL e Lega sono più popolose, ergo le eventuali elezioni mid-term confermano la maggioranza al governo (???? chi glielo spiega che non è così?)

22.25, Lombardia, Civati ce la fa in Brianza!

22.25, Proiezioni Rai danno Cota vincente;

22.15, Formigoni, “siamo al quarto successo consecutivo, mai visto da altre parti”; certo, da altre parti è illegale, e anche in Lombardia;

22.15, Piemonte, Bresso in difficoltà, circa 2 punti di svantaggio su Cota

22.15, Lazio, scrutinio al 67%, Bonino 49,9%

21.20, Lazio, 58% di sezioni scrutinate, Bonino avanti ancora, 50.38%, quasi 20.000 voti.

21.20, Piemonte, circoscrizione Torino, Bresso sotto la soglia del 55%, indispensabile per vincere. Bresso vince solo a Torino; le altre provincie del Piemonte votano tutte per Cota, con vantaggio massimo anche del 14% (Cuneo). Torino però vale metà vittoria (più popolosa).

21.10, Piemonte, dati Viminale, sono ora 7.700 i voti di vantaggio per Cota. Bresso in silenzio, si gioca tutto sul finale (il dato è relativo a poco meno del 50% delle sezioni).

21.04, per Bossi, la sinistra è sparita (e il PdL?).

21.04: altro off-topic sul Veneto: Lega al 35%, stacca di 11 punti il PdL e si pone come il partito del Veneto, il partito non del Nord, ma del Nord-Est; in Lombardia, parti invertite; PD appena sopra la soglia del 20% in entrambe le Regioni

20.54: Cota avanti di 3.500 voti, il sorpasso? Secondo Bossi, sì, Cota è vincente. E se vince Cota, festeggia anche Grassano, l’ex presidente del Consiglio Comunale di Alessandria sotto processo per truffa aggravata, truffa tentata e falso nei confronti del proprio Comune.

20.50: Piemonte, 0.1% il divario fra Bresso e Cota. Tensione alle stelle.

20.50: Lazio, Emma Bonino al 50.26%, lasciate perdere le percentuali delle proiezioni, saranno carta straccia con risultati così indecisi.

20.40: Piemonte, debole la crescita della Lega Nord, +0.62%

20.27: piccolo off-topic, Emilia-Romagna, Giovanni Favia vicino al 7%, incredibile exploit del Movimento 5 Stelle!

20.15: Piemonte, prosegue il testa a testa fra Bresso e Cota, su 37% delle sezioni, Bersso 47.69, Cota 47.11

20.15: Lazio, davanti c’è Emma! 43% delle sezioni, 50.7 vs 48.8

20.10: nel Lazio, il PdL è al 4.5%, ma il Tg1 trucca il risultato suddividendo il numero ei voti per i votanti escuso Roma (certo Roma e provincia non hanno potuto votarlo, ma quei voti sono confluiti nel listino della Polverini);

20.00: il Tg1 titola “finirà 7 a 5”, ma argomenta sulle proiezioni comparandole con il risultato delle regionali 2005 (PD paragonato all’Ulivo).

19.00, Lazio: Bonino davanti, ma la lista della Polverini incamera il voto disperso del PdL romano (PdL solo 4%).

18.55, Piemonte: un dato su tutti, lampante, sebbene iniziale, PDL circa 25%, dato regionale, -7% dalle europee; ma la Lega non sfonda (sez. scrutinate meno del 10%). PD in lieve flessione; Movimento 5 Stelle sfonda il 3%.