#8Dic – Tenetevi Liberi

Vi siete augurati le peggio cose. Nei commenti su Facebook, nelle timeline di Twitter, e via discorrendo. Quel Civati lì.

Ora che vi siete sfogati, che avete dato sfoggio alla vostra arte retorica, posso dirvi che la foga con la quale vi siete precipitati a commentare, a giudicare, era – se non altro – indirizzata male. Perché quel Civati lì avrà pur perso la battaglia, ma vi ha mostrato, in tutta la pienezza, l’ipocrisia che regge questo partito e in particolar modo il governo delle Larghe Intese. Un’ipocrisia di dimensioni garguntesche.

Neanche dinanzi ad una proposta di mozione, che Civati ha voluto discutere nel gruppo parlamentare, il Pd ha potuto scegliere. E la maggior parte dei suoi deputati si è persino sentita sollevata. Ha applaudito il Presidente del Consiglio segretario ombra (mai votato da alcuno per questo doppio incarico), ha dileggiato il contestatore, isolandolo, come si fa di solito con i diversi.

Avete, abbiamo, una occasione storica per dire a questo inossidabile gruppo dirigente che non lo vogliamo più intorno. Si chiama 8 Dicembre. Tenetevi liberi. In generale, soprattutto per gli anni che seguiranno.

Leaderismo di burro

Cosa conta un leader se, dinanzi alla vicenda di un ministro della Giustizia molto operoso per salvaguardare gli amici in difficoltà, bofonchia dichiarazioni ipotetiche e prive di prospettiva, specie se nel brevissimo il suo medesimo partito, il partito che si candida a guidare, deve decidere se votare o no una mozione di sfiducia individuale?

Due dei tre candidati alle primarie, come ho scritto ieri, preferirebbero che Cancellieri si dimettesse domani o dopo. Certamente tale fatto toglierebbe i due dall’imbarazzo di effettuare una scelta. Altrimenti, insieme a loro, tutto il partito potrebbe affondare con entrambi i piedi in un paludoso cerchiobottismo, anche ora che dovrebbe esser chiaro dove stare.

Il dato politico è inequivocabile: se non arrivano dimissioni e scuse, la Ministra Cancellieri deve essere o rimossa dal suo Presidente del Consiglio, o sfiduciata dal Parlamento. In queste ore, nel Pd, sono state inaugurate formule alchemiche inedite tali per cui il parlamentari democratici non potrebbero né chiedere le dimissioni (né votare la mozione dei 5S?) ‘perché ci sono le primarie’ (Boschi, quota Renzi; cito testuale da Il Fatto Q: “Se questa vicenda fosse arrivata dopo l’8 dicembre, data delle primarie, conclude Boschi, “il Pd avrebbe già chiesto le dimissioni”).

In queste ore si stanno concludendo in tutta Italia le convenzioni di circolo, primo passo del congresso del Pd. Durante questi brevi dibattimenti, buona parte degli iscritti ha compiuto una certa scelta, sicuri di trovare in tal candidato (Renzi) un leader che parla la voce della chiarezza, che può dire ciò che pensa e che non ha mezze misure, specie verso il suo stesso partito e i soloni presenti in tutte le correnti. Ecco, ormai è tardi per avvisarli, ma sappiano che possono correggersi l’8 Dicembre. Sempre che Renzi medesimo non scelga per tornare sui propri passi e dichiarare pubblicamente il voto favorevole alla mozione di sfiducia che Civati presenterà martedì mattina nella riunione del gruppo parlamentare del Pd

Arrampicata stile libero e caso Cancellieri

A questo fanno pensare le dichiarazioni di Cuperlo e Renzi circa il caso dell’aiutino alla famiglia Ligresti. Il ‘tengo amici’ del Ministro dell’Interno pone in grande imbarazzo due dei tre (quattro..) candidati alle primarie per la segreteria del Pd.

Cuperlo, riporta oggi Repubblica.it, pur essendo favorevole alle dimissioni della Ministro, tiene a precisare il suo pensiero: “Non è in discussione la correttezza del ministro Cancellieri; quel che ho posto è un problema di opportunità politica: se esistono tutte le ragioni di serenità per adempiere appieno a una funzione particolarmente delicata come è quella del Guardasigilli”.

La posizione di Renzi è sempre la stessa da alcuni giorni: “io mi sarei dimesso”.

Forse non si sono accorti che sulla Ministro pende una mozione di sfiducia individuale proposta dal M5S. E che quindi il dilemma non è più dimissioni/non dimissioni bensì quello ben più gravoso per il Pd, il dilemma della fiducia. Non è forse il caso di riflettere bene prima di difendere a spada tratta Cancellieri? Di riunire i gruppi parlamentari e di ascoltare bene le ragioni di coloro che chiedono le dimissioni, di votare valutando accuratamente le conseguenze di tale deliberazione? Non è forse il caso di allargare lo sguardo e di accorgersi dell’opinione pubblica generale prima di limitare l’analisi a ciò che è più consono alla persistenza del governo delle Larghe Intese? Poiché non c’è scritto da alcuna parte che lo stato d’emergenza perpetuo in cui viviamo giustifichi gli abusi d’ufficio di un Ministro.

Cosa ha detto veramente Giarda sugli esodati

Alcuni aspetti degni di interesse del discorso del ministro Giarda in difesa della collega Fornero:

  1. In sede di formazione del decreto risultò chiaro che l’utilizzodei criteri e tipologie di soggetti indicati dal comma 14 dell’articolo 24 della legge n. 214 del 2011 avrebbe comportato l’ammissione ai benefici di un numero di soggetti superiore a quello compatibile con le risorse finanziarie indicate dal comma 15 [limiti del numero di 50.000 lavoratori beneficiari]. Si rivelò, quindi, necessario qualificare le tipologie di beneficiari rispetto a quelle indicate dal comma 14 per renderle compatibili con il vincolo delle risorse finanziarie. Diverse opzioni vennero considerate e, in conclusione, si decise di regolare l’ammissione in modo da garantire le persone che si sarebbero trovate in condizione di disagio economico nel corso del 2013.
  2. Gli altri soggetti non rientranti nell’applicazione del primo decreto sarebbero stati trattati in atti successivi, quando fossero state, così si ritenne, acquisite le risorse finanziarie necessarie. E non è detto anche che non sia necessario avere più di un ulteriore provvedimento.
  3. Cosa sarebbe successo se il decreto avesse recepito pienamente le tipologie definite dalla legge senza apportare le modifiche necessarie per contenere l’onere finanziario entro il tetto fissato dalla legge stessa? Sarebbe scaturita la conseguenza paradossale di scaricare sugli enti previdenziali l’onere di respingere le domande di pensionamento provenienti da lavoratori rientranti nelle tipologie ammesse al beneficio, ma pervenute dopo che fosse stato raggiunto un numero massimo fissato in attuazione della legge. Avremmo, cioè, avuto un modello di intervento «a rubinetto»;
  4. Il decreto [di Riforma delle pensioni, il c.d. Salva-Italia] non si è presentato come una attuazione definitiva della riforma pensionistica, ma ne rappresenta solo la prima attuazione diretta ad affrontare, nel quadro delle risorse finanziarie messe a disposizione dalla legge, le situazioni di maggiore urgenza.

Riassumendo, il Salva-Italia ha gestito l’urgenza. La riforma delle pensioni non è definitiva. Dovranno essere emessi una serie di decreti attuativi e/o correttivi poiché nel corso del tempo è possibile che il numero degli esodati cresca ancora.

Ma c’è un limite, o si continua a sprofondare?

Fonte: Seduta n. 659 del 03/07/2012 – Resoconto Stenografico

Mozione di sfiducia: Sandro Bondi sarà graziato dal Terzo Polo? Domani la diretta streaming del voto

Domani in aula alla Camera – diretta streaming su questo blog – verrà messa al voto la mozione di sfiducia individuale contro il Ministro della Cultura, Sandro Bondi. Sarà l’ennesimo buco nell’acqua del cosiddetto Terzo Polo: mezza UDC – ma non solo – sarà assente per il concomitante Consiglio d’Europa. Certo, c’è da crederci che il giorno del voto sia stato deciso a caso, senza ricordare l’agenda degli impegni europei, che distratti questi nostri deputati. Il rinvio è stato respinto oggi. Bondi, sdegnato per questa richiesta ha esclamato: “c’è un limite anche a giocare con la dignità delle persone per squallide ragioni di interesse politico”.

Di squallido, in questa vicenda, c’è solo la sciocca recita della mozione di sfiducia che non passerà.

Domani, in ogni caso, diretta streaming del voto dalle ore 10.30 su questo blog (clicca).