Qualcuno – su Aurora – ha pensato di ragionare sulla manifestazione di ieri e si è sorpreso nel non riuscire a interpretarla fino in fondo. E allora ha preso scorciatoie che, anziché avere in vista il vero, conducono mestamente alla mistificazione. Magari senza volerlo. La tesi di fondo è questa: ma quale spontaneismo che promana dalla rete, è tutta una montatura di Di Pietro. La prova? Il banner del sito di Di Pietro stesso: ad Aprile già recava l’icona viola che poi sarebbe stata effige del No B Day, nato “ufficialmente” per opera di bloggers solo lo scorso 8 Ottobre. E pubblicano tanto di immagine del sito, limitatamente alla testata.
Vuoi vedere che hanno pescato Di Pietro con le mani nel sacco a organizzare manifestazioni di piazza sotto falso nome per mettere in difficoltà la sinistra, che non ha più soldi, e il PD che non saprebbe comunque scegliere se partecipare o meno e contaminarsi con il popolo?
Guardate la foto, la prova inoppugnabile del misfatto:

banner sito Di Pietro
reca scritto, appena al di sotto del banner, “Archivio”. Chiunque ha un blog sa che è possibile fare ricerche nel relativo archivio, e addirittura tornare indietro al primo post pubblicato, ma – e questo è il punto fondamentale – il banner e la testata e le altre parti della pagina restano quelle. Cambia solo il corpo del post, la parte centrale del sito. Ecco spiegato l’arcano: Di Pietro non è un veggente, non poteva sapere ad Aprile che a Dicembre si sarebbe fatta questa grande manifestazione; nemmeno la manifestazione è opera di una mente machiavellica, come quella di Di Pietro, che lavora dietro le quinte per una manifestazione contro il premier facendola passare per spontanea. Semplicemente chi ha scattato lo screenshot del sito lo ha fatto su una pagina di archivio, prima di ieri e dopo l’8 di Ottobre, ovvero quando Di Pietro sapeva di partecipare e di sostenere la manifestazione, ovvero nel periodo in cui il banner è stato modificato proprio per l’occasione. Oggi, a No B Day avvenuto, il banner è tornato a essere quello di sempre. Per i dietrologi, non credo sia possibile risalire alla home page del blog di Di Pietro di Aprile, pertanto non posso consegnarvi la prova provata del fatto che vi state sbagliando.
Intanto però, l’infelice intuizione è stata ripresa da Il Giornale, che ne ha confezionato un titolone, “si chiama No B Day, si legge IDV”. Hanno persino scoperto che il partito di Di Dipietro ha contribuito alla manifestazione per 150.000 euro. Verrebbe da chiedere, e che c’è di male? Sono forse soldi rubati?
La critica al No B Day su Aurora procede poi con l’argomentazione che se i manifestanti di ieri sono una folla che promana dal basso, allora come mai si sono organizzati sulla maniera dei meet-up di Grillo? La rivoluzione viola non è forse l’applicazione del metodo Grillo al partito IDV? Il fatto che si siano organizzati in meet-up, secondo l’autore del pezzo, è un ‘altra prova a carico dell’accusa di dipietrismo occulto. Sono della stessa famiglia di Grillo e dei Girotondini. Ma si trasucra un fatto: il metodo dei meet-up è lo stesso usato da Forza Italia a suo tempo – i circoli della libertà o come diavolo si chiamavano – e ora in prestito al PD – i circoli sono stati parte fondamentale del procedimento deliberativo delle primarie; i meet-up ne sono soltanto la web-versione.
Insomma, nella fretta di demolire il No B Day si è incappati in un sacco di errori. Il No B Day non andrebbe demolito, ma più semplicemente capito.
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Il NObday nato spontaneamente???? | Aurora
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Questa storia delle cose che nascono “dal basso” dalla rete, per germinazione spontanea, non mi hanno mai convinto. Forse perchè comincio a capire qualcosa di cosa funziona e di cosa non funziona in rete. Scusate, sarà un post lungo e puntiglioso, ma poi non ci tornerò più.
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Ed allora vediamola, questa germinazione spontanea, partendo [dal blog di Tonino di Pietro]. Ed ecco la prima sorpresa: la home-page è cambiata. Non è più quella che conoscevo, e che è stata usata fino a marzo compreso. Ne riproduco il frontespizio, per chi ha memoria corta: il bel faccione di Tonino, niente viola, niente links ad un ancora non esistente “No Berlusconi Day” nato dalla rete, dal basso
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Ma passa appena un mese, arriviamo all’aprile del 2009, e il frontespizio del blog di Tonino è cambiato. DRASTICAMENTE cambiato
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la data è il 30 Aprile 2009, cioè cinque mesi e nove giorni PRIMA del giorno di nascita del gruppo. Non è, a dir poco, alquanto “strano“? Delle due l’una: o Tonino ha il dono della preveggenza, e riesce ad immaginare fin nel nome della manifestazione, e nel colore viola, i dettagli di una cosa che “nascerà spontaneamente dalla ggente” sei mesi dopo, oppure siamo in presenza di un fenomeno paranormale. Tertium non datur
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Nel frontespizio c’è tanto di link a facebook con tanto di manina che indica dove cliccare, ma il link è inattivo. Per forza… in aprile il “gruppo spontaneo nato dalla rete” non esiste ancora, però Tonino si è portato avanti
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Ma chi ce lo ha detto, a noi, che il gruppo è nato il 9 Ottobre del 2009, esattamente cogli stessi colori che Tonino aveva immaginato cinque mesi abbondanti prima? Ma ce lo dice il gruppo! Basta guardare la pagina ufficiale del gruppo oggi, concentrarsi sulla colonna di sinistra, e si può trovare tutto quello che molti non vogliono trovare
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su questa pagina c’è un link per “l’Autofinanziamento del B-Day“. Siamo all’ossimoro. Se io mi autofinanzio, non chiedo i soldi a nessuno. Sul Tafanus c’è un link simile, ma chiamiamo le cose col loro nome: “Sostegno“, non “Autofinanziamento“. O no?
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a scendere, osserviamo un altro pezzetto della colonna, coi simil-meetup di Tonino. Ma come, questa cosa non era nata spontaneamente e disordinatamente dalla rete? Confesso che comincio a non capirci più niente
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quella di vedere chi è il collettore dell’autofinanziamento. Per fare questo è sufficiente cliccare sull’icona “Donazione” (non sul mio post, ovviamente, ma sulla pagina del gruppo su Facebook. Lo abbiamo fatto, ed ecco cosa ci appare: l’invito a mandare una donazione a tale Franz Mannino. Ma la richiesta di donazione per “autofinanziamento” è sulla pagina del gruppo. Ma il gruppo non era spontaneo, nato dal basso, dalla rete, senza vertici e strutture
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