Legge Omofobia, passano le aggravanti

Alla fine l’equilibrio si spezza. L’emendamento Verini, che estende le aggravanti ai reati di omofobia, viene votato dalla maggioranza dell’aula, alla Camera. Che per una volta non corrisponde a quella governativa. A favore dell’emendamento hanno votato Pd, M5S, Sc, Sel per un totale di 354 sì. Il Pdl ha votato contro, salvo qualche voto ribelle. La rottura dell’accordo con il Pdl implica il fatto che la legge, così come è uscita da Montecitorio, non potrà essere approvata al Senato, dove il Pdl è determinante.

Il Partito Democratico ha votato contro il proprio relatore (Scalfarotto) su un subemendamento presentato da Scelta Civica; la proposta di modifica reca in sé l’intenzione di rendere inapplicabile il precedente emendamento in caso di “opinioni espresse all’interno di organizzazioni di natura politica, culturale o religiosa”. L’aula si è spaccata in due ma il subemendamento passa lo stesso con uno scarto di 28 voti (256 vs. 228).

Scalfarotto si è così espresso:

Perché si dice: «Volete proprio utilizzare la Mancino, tutta la Mancino» ? Perché se c’è un fenomeno di discriminazione non possiamo evidentemente discriminare tra discriminazioni. Se quella è la legge, quella legge si applica. Ma del resto, però, noi sappiamo che stiamo parlando di una norma penale, come qualcuno ha detto prima, e quindi siamo andati con i piedi di piombo […] o che certamente la differenza di opinioni non va regolamentata con una norma penale. Allora, per questo noi stiamo introducendo una norma di garanzia, che spiega nient’altro che quello che ci dice l’articolo 21 della Costituzione. Come diceva la collega Marzano, richiamando Voltaire: non sono d’accordo su niente di quello che dici, ma darei la vita perché tu continui a poterlo dire. E questa norma che introduciamo con questo emendamento, insieme all’aggravante, consente proprio di tenere insieme due esigenze che sono ugualmente importanti: quella di proteggere le persone omosessuali e transessuali dalla discriminazione, dall’odio e dalla violenza – e stia bene attento chi dice: meglio nessuna legge che una cattiva legge, perché una legge è indispensabile per quello che succede in questo Paese (Resoconto Camera 19/09/13, p. 91).

Peccato che la norma stemperi le aggravanti quando, chi si esprime ‘istigando’ alla violenza contro i gay, appartenga a qualche gruppo organizzato, sia esso un partito politico o similari. Per intenderci, un iscritto al Partito Democratico può esprimersi con toni omofobi e passarla liscia; un elettore del Partito Democratico (oltre a non contare nulla e ammesso che ve ne sia di omofobi) invece, è soggetto alla fattispecie di reato previsto da tale provvedimento. Mi deve spiegare, l’onorevole Scalfarotto, come può l’articolo 21 della Costituzione essere declinato solo in caso di tessera o di fede.

Giorgio Bocca, “hanno perso la testa”

Un articolo del 1992, quando Giorgio Bocca definì per sempre la miserrima classe dirigente leghista. Un pezzo esemplare e lungimirante. Per superare l’inutile polemica del Giorgio Bocca “omofobo e razzista”.

HANNO PERSO LA TESTA

09 ottobre 1992 —   pagina 1

LA LEGA avanza, dicono a Milano, “come il coltello nello stracchino”. Basta lasci fare agli altri che fanno a gara per aiutarla. Questo Nicola Mancino, ministro degli Interni, che nella crisi dirompente della partitocrazia, nella fine pietosa delle sue arroganze, cerca di togliere ai cittadini di Varese e di Monza il diritto di votare. Questo Giuseppe Gargani, noto per le partite a tresette con De Mita, che propone di mandare in galera i giornalisti che danno notizie su Tangentopoli, proprio lui nato e cresciuto alla politica nel bel mezzo della colossale dissipazione e corruzione del terremoto e della illegalità legalizzata di cui a quanto pare non si è mai accorto, pur essendo presidente della commissione giustizia della Camera. Questi cinquanta deputati che scrivono al ministro della Giustizia, Martelli, perché freni i giudici che si occupano della corruzione e se scorri i loro nomi scopri che metà sono in attesa o in timore di una comparizione giudiziaria e l’ altra metà sono stati eletti con i voti della Camorra o della Mafia. QUESTI leader dei partiti sordi a ogni richiamo della ragione, impudentemente testardi: il Bettino Craxi che vuole rifondare e moralizzare il Psi come se non fosse notoriamente il signore di piazza del Duomo 19, degli uffici dove quelli del suo stato maggiore ritiravano le tangenti e questo De Michelis che Craxi ha voluto, con violenza provocatrice, vice segretario del partito, che a parte le faccende giudiziarie risulta persona irresponsabile – cretino no, perché cretino non è – al punto di aver dichiarato alla stampa sul finire del 1990 a bancarotta finanziaria incombente “ci stanno davanti quindici e forse venti anni di una espansione economica e di un benessere senza precedenti”. In nobile gara con gli Andreotti e i Cirino Pomicino che continuavano a falsificare i bilanci dello Stato pur di rimanere al potere. Questo Francesco Cossiga che, forse per solidarietà massonica, rende pubbliche lodi al giudice Carnevale, ne parla come di un perseguitato, ignorando che con le sue trecento o quattrocento sentenze cassate ha reso praticamente impossibile per più di un decennio la persecuzione giudiziaria dei mafiosi. E Cossiga era il Presidente della Repubblica, colui che avrebbe dovuto proteggere i diritti degli italiani deboli, degli italiani umili taglieggiati, minacciati, uccisi dai mafiosi che Carnevale mandava liberi per i più ridicoli, anzi irridenti difetti di forma. Questi ministri della Giustizia e degli Interni che solo ora mettono taglie sui grandi latitanti e fanno fare retate a Gela, ma prima hanno affossato il pool antimafia e non si sono accorti che a Gela il prefetto era il boss Joccolano. E anche questi sindacati, questo Pds, che continuano a anteporre i loro interessi organizzativi, consociativi o politici a quello ormai dominante della nazione in pericolo. Ma purtroppo, o per fortuna, la Lega non si accontenta di stare sulla riva del fiume in attesa che passi il cadavere della partitocrazia. La Lega si è messa a sentenziare, a proporre, a sproloquiare, a fare la terrorista come se fosse un gioco eccitante, non solo per bocca del suo grande comunicatore Umberto Bossi o del suo mattocchio intellettuale Gianfranco Miglio, ma anche con i suoi quadri medi e inferiori che si avvicendano alle tribune messe a loro disposizione da una informazione attenta al nuovo per gridare “ci siamo anche noi”. La signorina Pivetti che si toglie il gusto di trattare da complice dei partiti e dei ladri il cardinale di Milano Martini; il capogruppo alla Camera Marco Formentini, che come se fosse una innocua boutade propone di far crollare sul paese la montagna del debito pubblico; lo Speroni e gli altri che al seguito di Bossi e di Miglio parlano nel vago di una riforma federalista ma nel concreto secessionista, come se rovesciare l’ orologio della storia italiana, tornare indietro di duecento anni ai primi moti unitari, fosse una bella festa paesana da andarci vestiti da Alberto da Giussano con spadoni e elmi di cartapesta, come al carnevale di Ivrea. L’ impressione è che i dirigenti della Lega si siano lasciati plagiare e quasi drogare da questo “coltello che affonda nello stracchino”, da questo successo facile e travolgente. Che si siano veramente convinti che i milioni di padani che gli danno il voto glielo danno veramente per le quattro scemenze localistiche e federalistiche con cui cercano di supplire un programma che non c’ è? Che non abbiano capito che gran parte di questo voto gli è dato da chi pensa alla Lega come l’ ariete, come il grimaldello che può rompere il pack dei partiti? Si prova persino imbarazzo nel ricordare ai dirigenti della Lega quelle che sono acquisizioni ormai sedimentate, consolidate nella coscienza della nazione. E non dico i legami economici, finanziari, strutturali dello Stato unitario, non dico i cataclismi e i pandemoni che affronterebbe chiunque si provasse a rompere quel po’ di stato di diritto, quel po’ di stato europeo che siamo riusciti a mettere assieme in centotrentadue anni. Non dico neppure le osservazioni più ovvie in materia economica, come chiedere ai Bossi e ai Formentini di spiegarci come verrebbe ripartita in una divisione dell’ Italia la montagna del debito pubblico. Al nord per quanto spetta agli acquirenti di Bot e Cct? L’ ottantuno per cento, come è stato calcolato, del prodotto lordo della Padania? E l’ economia padana, secondo Bossi, sopravvivrebbe sotto una simile valanga? Ma non sono ripeto questi argomenti economici, questi discorsi a non finire sul do ut des fra l’ Italia ricca e la povera, che pure c’ è e che una cultura meridionalistica onirica e piagnona sbaglia a rifiutare a contestare, gli argomenti decisivi; ma qualcosa di molto più importante, di molto più conficcato nella coscienza della nazione. Che non c’ è, non ci sarebbe delitto peggiore che abbandonare milioni di meridionali onesti, di concittadini onesti a un destino libanese; che lasciare inermi di fronte alla nomenklatura armata e ricca della malavita organizzata e del ceto politico corrotto i milioni di siciliani, di calabresi, di campani, di pugliesi che chiedono di vivere in un paese civile e ordinato. Sarebbe la morte, con vergogna, della società civile del settentrione. – di GIORGIO BOCCA

Diritti civili: in USA Obama firma legge contro omofobia, in Italia la Camera vota per il sondino di stato.

Obama ha firmato oggi un provvedimento che equipara le violenze contro i gay agli atti di razzismo e xenofobia. In Italia, il ddl Concia, analogo al provvedimento dell’amministrazione USA, è stato affossato da Lega e UDC per mero calcolo strategico, con il concorso di colpa di buona parte della maggioranza e del PD che non ha difeso il documento riportandolo in commissione. Il provvedimento a firma della ministra Carfagna? Non pervenuto.
Oggi alla Camera, in Commissione Affari Sociali, si è votato sul testamento biologico nel testo aprovato al Senato, ovvero la cosiddetta bozza Calabrò che impone il sondino di Stato: per 24 voti a 17 (anche la Binetti ha votato contro) è passata la mozione per la quale si deve ripartire da quel testo così com’è, senza nessuna riformulazione. La maggioranza ha mostrato un atteggiamento di chiusura alquanto discutibile, e ha ancora una volta incassato i voti favorevoli dell’UDC. Un brutto presagio in vista di quel che farà Bersani in tema di alleanze elettorali: può il neo-segretario accettare un’alleanza con un partito così sbilanciato in senso clericale?

  • Gay/ Obama firma legge contro violenze su omosessuali

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    • La Casa Bianca aveva promesso di passare all’azione sulla questione dei diritti civili e Barack Obama firmerà nel pomeriggio americano una legge specifica contro le violenze nei confronti dei gay.

    • Il testo – un allegato al budget della Difesa – prende il nome di Matthew Shepard, studente di college torturato e ucciso nel 1998, e di James Byrd, un uomo di colore che nello stesso anno fu legato a un’auto e trascinato per diversi chilometri a Jasper, in Texas

    • con la nuove legge le violenze contro i gay vengono accomunate a quelle scatenate da motivi razziali, religiosi o etnici

    • La firma di Obama conclude una lunga battaglia da parte delle associazioni per i diritti dei gay, da ultima la Human Right Campaign

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    • La discussione sul testamento biologico alla Camera ripartirà dal testo sul fine vita uscito dal Senato, il cosiddetto ddl Calabrò

    • A favore della proposta del relatore Di Virgilio (Pdl) hanno votato, in commissione Affari sociali, 24 esponenti della maggioranza con l’Udc, mentre i contrari sono stati 18

    • Il relatore Di Virgilio ha illustrato la sua proposta dicendosi pronto a prendere in considerazioni modifiche nel corso dell’iter del provvedimento alla Camera. La Commissione dovrebbe stabilire la data del 12 novembre come data ultima per la presentazione degli emendamenti.

    • Protesta l’opposizione che chiedeva di partire da un testo modificato rispetto a quello licenziato da palazzo Madama. Una possibilità che sembrava più concreta dopo l’apertura, nei mesi scorsi, da parte del presidente della Camera Gianfranco Fini.

    • si parla di dialogo ma si pratica lo scontro e perciò abbiamo votato contro l’adozione del testo Calabrò come testo base della discussione alla Camera", protesta la capogruppo Pd in commissione Affari sociali Livia Turco

    • Anche i deputati dell’Idv Silvana Mura e Antonio Palagiano parlano di ”un atto di arroganza e al tempo stesso dimostra che sul testamento biologico si vuole seguire una linea di chiusura

    • Ma il vero colpo di scena della giornata è stato il voto contrario, alla proposta del relatore Di Virgilio di ripartire dal testo uscito dal Senato, della pattuglia dei ‘teodem’ guidati da Paola Binetti. "Ho votato contro pur condividendo il testo dell’impianto – ha spiegato ai giornalisti Paola Binetti – perché mi sarebbe sembrato più corretto, da parte del relatore, dire subito che si intendeva ripartire da lì senza tenerci in sospeso, in una sorta di ‘suspence’ per tutto questo tempo"

    • Il relatore, Giuseppe Di Virgilio, dal canto suo si dice "negativamente sorpreso dalla votazione contraria dei teodem, perché siamo nel bicameralismo, non si può ignorare il lavoro di un ramo del Parlamento, che ha registrato ben settanta votazioni in un iter del provvedimento che è durato mesi. Mi sono anche detto pronto – ha sottolineato Di Virgilio – a migliorare il testo e a fare tutto il possibile per renderlo più vicino ai bisogni della gente"

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Omofobia, Franceschini scarica la Binetti: “non fa parte della mia mozione”. Paola Concia: “si volevano liberare tutti di questa legge”.

Franceschini getta la Binetti dal treno. Questo in sintesi. L’ha definita – con le parole che furono di Marino – il signor problema. Ha detto che non c’entra nulla con la sua mozione e le sue liste. Ma il caso Binetti-legge omofobia è la cosiddetta ultima goccia che fa traboccare il vaso degli errori del gruppo parlamentare alla Camera del PD. Era una legge da difendere a tutti i costi, l’hanno esposta a un voto di costituzionalità che di fatto era un’imboscata tesa dai banchi dell’UDC. Pessima strategia. Anna Paola Concia era su tutte le furie. E’ chiaro che è mancata, ancora una volta, nel gruppo dei deputati PD una certa dose di lungimiranza parlamentare. Il segnale che le cose stavano cambiando lo si poteva raccogliere dal cambiamento di voto della maggioranza già in commissione affari costituzionali, dove i delegati del PdL si erano astenuti. E nonostante l’assist fornito dall’avvocato Giulia Bongiorno, dal voto contrario alla pregiudiziale dei finiani, il PD è andato sotto.
Marino si è espresso in serata con toni abbondantemente critici verso il segretario che a suo dire non è in grado di far tener al gruppo parlamentare una linea politica condivisa e che le sue sono solo parole. Franceschini, nella tripla intervista alle Iene andata in onda stasera, prima dichiara di essere completamente d’accordo con Marino, poi dice d’esser contrario alle adozioni per i single e al matrimonio fra i gay, pur ammettendo la possibilità di introdurre le unioni civili. Chiaro, no?

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    • Paola Concia esce dall’aula come una furia. «I froci sono quelli da buttare al macero in 30 secondi», grida la deputata del Pd in mezzo al Transatlantico

    • Poco distante c’è Paola Binetti che ha appena votato (unica nel gruppo democratico) a favore della pregiudiziale di costituzionalità che ha di fatto ’uccisò il testo della collega

    • un nuovo caso sulla Binetti

    • «È un signor problema. Una scelta intollerabile», scandisce il segretario Dario Franceschini sul voto della deputata teodem, che è già stata tra i 6 che hanno ricevuto la lettera di richiamo dal capogruppo Antonello Soro per aver disertato il voto finale sullo scudo fiscale

    • Binetti non si scompone: «Capisco che il mio voto diverso è problematico, ma io non leggo il problema dell’omofobia in chiave di appartenenza partitica, ma come rappresentazione di un valore e di un modello di società. Anche due anni fa in Senato ho sostenuto le stesse tesi». E a chi le chiede se ha intenzione di lasciare il gruppo del Pd, Binetti risponde che valuterà il da farsi dopo le primarie.

    • In serata Franceschini è tornato sul caso Binetti e al ’signor problemà di cui aveva parlato nel pomeriggio, aggiunge parole più dure: «La scelta della Binetti in aula è intollerabile. Contro l’omofobia c’è una sola linea del Pd e la liberta di coscienza non c’entra nulla»

    • Poi Franceschini coglie anche l’occasione per rispondere a Ignazio Marino che lo aveva attaccato in quanto incapace di allontanare Binetti perchè bloccato da logiche di corrente. «Ignazio, vedo che usi sempre la Binetti contro di me. Cerca di essere onesto: sai bene che non c’entra nulla con la mia mozione e le mie liste», ribatte Franceschini

    • Lasciando l’aula, Concia aveva detto infatti ai cronisti: «Il mio gruppo ha votato incautamente. Era meglio il rinvio in commissione. Io sto qui da un anno e l’ho capito prima di loro come funzionano le cose. Ma lo sapevano, la verità è che se ne volevano liberare tutti di questa legge. Erano tutti in cattiva fede, lo sapevano tutti che finiva così.

    • Bressa e Sereni hanno spiegato che le cose non sono andate così e che la responsabilità della bocciatura del testo è tutta della maggioranza. «Il problema non è la costituzionalità del provvedimento, ma la volontà politica di affossarlo. Chi ha tradito l’accordo è stato Cicchitto: se si voleva migliorare davvero il testo nello spirito del Trattato di Lisbona, bisognava accogliere la nostra proposta di tornare subito in commissione e a novembre in aula. Questo non si è voluto fare»

    • La rassicurazione dei colleghi del Pd hanno calmato Concia fino a un certo punto. Durante la riunione del gruppo Pd è infatti intervenuta con parole accalorate, tanto che anche Pier Luigi Bersani è andato a rassicurarla: «Non ti preoccupare che gli torniamo sotto»

    • Sereni ha garantito l’impegno del Pd sulla materia: «Presenteremo nei prossimi giorni un nuovo testo, più avanzato e armonizzato con il trattato di Lisbona

    • al termine della riunione del gruppo Pd, è stato approvato all’unanimità un documento in cui si dice che «la maggioranza, in modo del tutto strumentale, invocando argomenti pretestuosi, ha voluto affossare la proposta di legge contro l’omofobia del nostro gruppo»

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    • Ignazio, riferendosi alla bocciatura del testo sull’omofobia avvenuta alla Camera dei Deputati, ha affermato di essere”veramente indignato per la bocciatura della legge contro l’omofobia alla Camera. Il Governo e l’Udc hanno voluto negare i diritti alle persone omosessuali e lo hanno fatto dopo averci fatto credere che avremmo potuto votare insieme su un tema che sembrava così trasversalmente condiviso. È  stata una decisione irresponsabile, data l’incredibile escalation di aggressioni di questo periodo nei confronti dei gay. Ma sono sconcertato anche perché la pregiudiziale di costituzionalità è passata con il voto di Paola Binetti. Ancora una volta risulta evidente quanto Franceschini non sia in grado di praticare ciò che predica: è inutile che ci racconti che è favorevole al testamento biologico, è inutile che ci dica che la bocciatura della legge Concia è una vergogna.”

    • Ignazio ha poi concluso , affermando che si tratta solo di “parole, parole, parole. Nei fatti Franceschini è bloccato da Paola Binetti e dalle correnti che questa presenza rappresenta nella sua mozione. Che partito e che opposizione può permettere a Paola Binetti di continuare a sedere nei banchi del Pd, votando con la destra?”

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La legge sull’omofobia è carta straccia! Votata dalla maggioranza la pregiudiziale di costituzionalità.

Questo parlamento decide che il disegno di legge sull’omofobia a firma di Anna Paola Concia ha elementi di incostituzionalità, ma anziché emendarli, boccia la legge nel suo complesso. Il provvedimento è ora carta straccia. Grazie alla pregiudiziale promossa dall’UDC e dalla Lega e votata dalla Destra e – udite! udite! – dalla Binetti, che ora Franceschini vorrebbe non avere in mozione. La grave colpa del PD risiede nel fatto di non aver difeso il provvedimento facendolo tornare in commissione, come era stato richiesto da Giulia Bongiorno del PdL.
Di seguito le primissime reazioni, fra le quali quelle di Anna Paola Concia, la prima firmataria e relatrice del disegno di legge.
In sostanza il Parlamento ha avallato di fatto il clima di intimidazione verso le coppie omosessuali che si respira a Roma e in altre parti del paese. L’aggravante sta nel aver trattato un tema delicatissimo solo nella logica perversa del correntismo. L’imboscata l’hanno fatta dai banchi dell’UDC, ma proveniva da altrove. E’ un sospetto, o forse più di un sospetto, visto il clima di lunghi coltelli che si respira nel PD.

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    • «Io su questa legge per un anno ci ho buttato il sangue». È furiosa e amareggiata Paola Concia, la parlamentare del Pd promotrice del testo di legge sull’omofobia affondato dalla Camera

    • La bocciatura di oggi non era affatto scontata: in commissione, infatti, tante osservazioni del centrodestra erano state accolte e il testo era stato approvato quasi all’unanimità.

    • C’era grande speranza

    • Poi la proposta di Giulia Bongiorno di far tornare il decreto in commissione viene bocciata, la legge torna in aula e la Camera approva una pregiudiziale di costituzionalità proposta dall’Udc e votata da tutto il centrodestra

    • «Mi vergogno di questo parlamento», questo il primo commento di Paola Concia dopo il voto. «Questo testo – ha ricordato – era stato votato quasi all’unanimità in Commissione, lo avevano appoggiato sia il Pd che il PdL. Nelle ultime ore erano emersi dei problemi e noi, per salvare il provvedimento eravamo disposti a rinviarlo in Commissione per limarlo. Ma il Pd non ha appoggiato la richiesta di rinvio, che avrebbe permesso di salvare il testo e così si è proseguito in aula e poi il PdL lo ha affossato votando a favore delle pregiudiziali presentate dall’Udc». «Era una cosa di civiltà – ha aggiunto Concia – e in questo parlamento le cose di civiltà non si possono fare»

    • non manca una critica al comportamento del Pd e alla strategia adottata alla Camera. «Il rinvio era meglio. Il Pd ha sbagliato tattica, non doveva votare contro, si sapeva che nel voto sulle pregiudiziali finiva così. Il gruppo ha sbagliato e non mi stupirei se per ragioni congressuali»

    • «In 30 secondi – ha attaccato Concia – hanno buttato al macero i gay. Diciamo la verità: se ne volevano liberare tutti di questa legge. Ma questa non era la legge Concia, era la legge del Pd che è finita così. Ora mi rivolgerò alla Corte di Giustizia
      europea»

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    • La "legge Concia" sull’omofobia è stata affossata alla Camera. La maggioranza ha votato l’incostituzionalità del provvedimento dopo essere stata sconfitta sul tentativo di rinviare tutto in commissione

    • La pregiudiziale di incostituzionalità, sollevata dall’Udc, ha ricevuto 285 voti favorevoli, 222 contrari e 13 astenuti. Decisione che ha aperto una scia di polemiche tra maggioranza e opposizione, ma anche nello stesso Pd

    • Otto deputati del Pdl, in un testo congiunto, avevano espresso la loro disapprovazione per il testo, che vorrebbe introdurre l’aggravante della discriminazione sessuale per le aggressioni personali. Lega, Pdl e Udc avevano chiesto che il testo tornasse in commissione per una serie di "limature al testo"

    • Ma la proposta non ha ottenuto la maggioranza alla Camera, che prosegue così l’esame del provvedimento

    • Contro il rinvio in Commissione giustizia hanno votato non solo i deputati di Pd e Idv, ma anche numerosi deputati del Pdl

    • Poi la svolta. A sorpresa. Basta leggere la dichiarazione della stessa relatrice: "Mi vergogno di far parte di questo Parlamento". Anna Paola Concia esce furibonda dall’aula della Camera

    • bocciato per incostituzionalità la proposta di legge sull’omofobia

    • il Pdl, che "ha detto bugie", ma anche per il suo gruppo, che "senza avvertirmi ha cambiato idea e ha votato contro la possibilità di tenere in vita questa legge con il suo ritorno in commissione"

    • denunciano i parlamentari Pdl – era stato raggiunto un accordo "per rimediare ai vizi di costituzionalità della norma, rinviandola all’esame della commissione e arrivando in tempi brevissimi a riportare il testo in aula". Violato il patto, "anche noi abbiamo votato contro"

    • Una ricostruzione contestata dal segretario Pd Franceschini: "Il dato politico è che la destra e

      l’Udc hanno affossato il provvedimento contro l’omofobia

    • Noi abbiamo votato contro il
      rinvio perchè non ci è stato garantito dalla maggioranza un impegno su tempi"

    • Polemica cui si aggiunge quella con la deputata Pd Binetti che ha votato insieme alla maggioranza, cosa che Franceschini commenta: "E’ un problema, un signor problema".

    • I nove deputati del Pdl che hanno votato contro la pregiudiziale di costituzionalità sono ex membri di Alleanza Nazionale molto vicini al presidente della Camera Gianfranco Fini. Tra questi Italo Bocchino, Giuseppe Calderisi, Chiara Moroni, e Adolfo Urso. Nel Pdl si sono registrate anche dieci astensioni tra cui quelle dei ministri Elio Vito e Gianfranco Rotondi e della presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno.

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Omofobia e Ronde nere. Mozione Marino per il mondo LGBT.

Sembra che il clima romano sia particolarmente turbolento. Attacchi a locali gay e ronde nere. Il sindaco Alemanno si appella al Prefetto, ma quale vera attività preventiva ha applicato il Comune? Da un lato, quello pubblico, si mostra la faccia critica e contraria a questo genere di eventi criminosi, dall’altra parte, quella privata, forse si continuano a mantenere rapporti con aree politiche contigue con le frange estremiste di destra.

Il dibattito congressuale interno al PD relativamente alla parte dei diritti civili – sia LGBT che etero – è condotto ancora una volta e soltanto dagli esponenti della mozione Marino. Ieri sera in Puglia, alla presenza di Paola Concia e di Ignazio, il candidato regionale Enrico Fusco è tornato ad esprimersi sulla necessità di assegnare eguali diritti alle coppie di fatto, siano esse coppie etero, siano esse dello stesso sesso.

Al di là della controversia sulle Civil Partnership che divide il mondo LGBT – CP ghetto oppure no? – quello che conta è mantenere viva la discussione su questi argomenti affinché si affermi l’istanza di uguaglianza dei LGBT.  L’impegno di Ivan Scalfarotto, Anna Paola Concia, Enrico Fusco dovrebbe motivare tutto il mondo LGBT a mobilitarsi in favore della mozione terza, anziché dividere. Se non altro questa unità intorno al gruppo di Ignazio Marino dovrebbe avere il senso di portare alla luce della scena pubblica la cogenza del problema dell’omofobia e dell’esclusione dai diritti.

Nuovo attacco omofobo a Roma – Molotov contro locale gay

  • Ancora un atto intimidatorio al “Qube”, sede storica degli eventi organizzati da Muccassassina
    Si tratta dell’ennesimo episodio di intolleranza omosessuale nella Capitale
  • Un ordigno molotov è stato lanciato poco prima delle sette di questa mattina contro la serranda della discoteca Qube
  • la bomba molotov ha causato un principio di incendio ma nessun ferito.
  • Una persona che ha avvertito i carabinieri avrebbe riferito di aver visto due giovani a bordo di una moto che lanciavano il rudimentale ordigno
  • Solo a Roma dal 19 agosto scorso sono stati numerosi gli episodi di intolleranza omofoba, espressa con aggressioni a ragazzi gay o atti intimidatori verso luoghi e locali frequentati dalle comunità omosessuali

In città debuttano le ronde nere- Alemanno: “Intervenga il prefetto”

  • Tra i volontari la presidente dell’Msi Maria Antonietta Cannizzaro e uno dei promotori delle ronde, il presidente del Partito Nazionalista Italiano Gaetano Saya
  • Hanno fatto la loro prima uscita pubblica romana a Piazza della Repubblica e da qui hanno inscenato una mini-parata fino a via Nazionale. Sono i volontari della Guardia Nazionale che, oggi pomeriggio, in attesa di organizzare ‘ronde notturne nelle periferie’, hanno fatto una prima azione dimostrativa nella Capitale
  • Iniziativa subito condannata dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha chiesto “ufficialmente al prefetto e al questore di
  • Divisa color ocra, tricolore e aquila appuntata sul petto, sei volontari delle cosiddette ‘ronde nere’ hanno percorso le vie centrali di Roma in schiera e con il braccio destro alzato in segno del saluto del legionario.
  • Ad accoglierli reazioni di incredulità, sdegno e risa da parte dei passanti e un’azione dimostrativa “carnevalesca” (con lancio di coriandoli e stelle filanti), da parte di un consigliere provinciale della Sinistra, Gianluca Peciola.
  • Alla guida dei militanti, il presidente del partito nazionalista Gaetano Saya, rinviato a giudizio nel 2004 per propaganda di idee fondate sull’odio razziale e nel 2005 ai domiciliari per aver creato all’interno del dipartimentimento studi strategici antiterrorismo una sorta di polizia parallela.
  • Chi li ha incontrati questo pomeriggio nella prima loro parata a braccia tese ha avuto reazioni contrastanti. “All’inizio ho creduto che fossero un corpo dell’esercito straniero – ha commentato una signora
  • “It’s possible only in Italiy!”, ridevano alcune turiste di passaggio.
  • tra di loro c’è chi si prende molto sul serio: “Siamo pronti a morire e a scendere in armi per difendere l’Italia contro chiunque attenti alla sua unità e alla sua Costituzione – ha detto Saya prima di ‘sciolgliere le legioni’ – E mi riferisco in primis a Bossi. Sappia che nel corso di una prossima grande iniziativa a Roma crocifiggeremo il suo fantoccio”.
  • Tante le manifestazioni di condanna da vari esponenti del Pd, da Michele Meta a Roberto Morassut

ENRICO FUSCO HA PRESENTATO LA MOZIONE MARINO A PUTIGNANO. IL 25 OTTOBRE IL CONGRESSO DEL PD.

· Grandi temi civili: testamento biologico e coppie di fatto. Fusco: “Ignazio Marino è il vero democratico”.

·        Domani, alle 18, il PD di Putignano discute in pubblico le mozioni.

·        Ieri sera a Polignano, cena di finanziamento alla Tana Marina con la deputata Paola Concia, il candidato alle primarie Ignazio Marino (di rientro entrambi da Bari: il 25 ottobre Marino sfiderà Franceschini e Bersani per la segreteria del Partito Democratico) e Enrico Fusco, candidato alla segreteria regionale del PD (sostiene la mozione Marino).

· “C’è in atto un oscuramento della mozione Marino, ritenuto il terzo incomodo”.Fusco accusa pure la stampa: “Dobbiamo inventarci qualcosa per essere sui giornali…”.”PD: PARTITO DI COOPTATI, MARINO E’ IL VERO DEMOCRATICO” –

·        Il candidato denuncia scorrettezze all’interno del partito stesso, tra i candidati alla segreteria regionale, in particolare Blasi per la mozione Bersani: “Lui manda sms e email, a noi, invece viene impedito di entrare in contatto con gli iscritti”.Fusco fa notare come, stranamente, nell’ultimo periodo il numero degli iscritti si sia raddoppiato: “Si parla di interi pacchetti di tessere acquistati. Chi governa il partito si divide equamente le due mozioni avversarie. E’ in corso una lottizzazione correntizia di un partito di cooptati.

·        La presenza di Marino a Bari non è stata diffusa, nonostante abbia inviato un testo alla sede regionale del partito

· LA MOZIONE MARINO – Enrico Fusco parla di laicità dello Stato e ne ha pure per la senatrice teodem Paola Binetti: “C’è una contraddizione interna al partito per la quale i clericali hanno impedito di decidere sul testamento biologico. La dignità della morte è un obiettivo al quale bisogna avvicinarsi con laicismo…come recita il vocabolario Devoto-Oli, il laico non è succube di alcuna morale religiosa. Franceschini non rappresenta il nuovo, mentre Bersani ha al suo interno lettiani che votano al centro-destra”.

· COPPIE DI FATTO – Nella mozione Marino c’è spazio per i grandi temi civili; si discute su coppie di fatto per le unioni etero e omosessuali“E’ un problema che un paese civile -spiega Fusco- deve affrontare. La Costituzione italiana stabilisce il principio di uguaglianza. Se il nostro ideale è quello di una società civile, il Partito Democratico non può fingere che questi problemi non esistano”.

·        L’Italia è uno dei pochi paesi in Europa dove alcuni diritti delle coppie di fatto sono sistematicamente negati, senza che finora si sia mai aperto un serio dibattito a tal proposito:

– se uno dei due partner ha bisogno di un intervento medico urgente e rischioso, l’altro non può autorizzarlo, visto che non figura come parente;

– il convivente non può chiedere permessi di lavoro se il partner si ammala;

– il convivente che collabora all’impresa dell’altro non ha nessun diritto. Meglio, quindi, premunirsi con un regolare contratto di società o di lavoro dipendente;

– se la convivenza termina, il convivente in stato di bisogno non ha diritto a nessun sostegno economico da parte dell’altro;

– se dalla convivenza sono nati dei figli e questi sono ancora minorenni nel caso in cui la convivenza cessi, l’affidamento è stabilito in base al criterio dell’interesse del minore. Se vi è disaccordo, l’affidamento è deciso dal tribunale per i minorenni. Anche dopo la cessazione della convivenza, il genitore ha l’obbligo di mantenere il figlio che conviva con l’altro partner;

– in caso di maltrattamenti di un convivente nei confronti dell’altro si configura il reato di maltrattamenti in famiglia;

– se uno dei conviventi sconta una pena detentiva, il partner ha lo stesso diritto a colloqui e permessi di un coniuge;

– se cessa la convivenza il proprietario o l’intestatario del contratto d’affitto ha diritto a restare nell’abitazione, salvo un diverso accordo tra le parti. Tuttavia non è lecito “cacciare” l’altro convivente e ogni contrasto dovrà essere risolto dal giudice;

– se uno dei due conviventi muore e l’appartamento era di sua proprietà, quest’ultimo spetta agli eredi legittimi del defunto. Il convivente potrà continuare ad abitarlo solo se l’altro ne aveva disposto con testamento in suo favore;

– se invece la casa era in locazione, il convivente ha diritto di subentrarvi nel contratto;

– se uno dei partner è extracomunitario non può chiedere il rilascio/rinnovo del permesso o carta di soggiorno per convivenza con il partner italiano.

L’omosessualità attenzionata dalla polizia e le bombe carta. Una sottile congiunzione.

Il cattivismo feltriano del Giornale che sbatte l’omosessuale Boffo in prima pagina e il terrorismo omofobo che circola nelle strade di Roma: che cosa li congiunge? Un sentore che si può percepire dalle parole di un articolo scritto per attaccare politicamente un avversario possiede una similarità con la violenza contro gli omosessuali che in questi giorni riemerge dalle colonne della cronaca.
Dare dell’omosessuale e scrivere che il tale è addirittura attenzionato dalla polizia, equivale a scrivere che gli omosessuali sono pericolosi. L’omosessualità viene mostrata come un disvalore. Una pecca. Un fatto dequalificante. E’ un omosessuale quindi non può occupare il posto che occupa. Deve essere rimosso in quanto anomalia. Non può esistere che un omosessuale diriga un giornale della CEI.
Implicitamente si afferma che un omosessuale non debba esistere, non debba respirare, non possa andare nei locali, a ballare, a divertirsi; non possa baciarsi in pubblico, né attraversare la strada mano nella mano con il proprio partner. Di fatto, si legittima questa violenza. Che non è altro che un tentativo di cancellare la diversità, stabilendo prima che questa è diversità, stabilendo una normale che promana da un presunto ordine naturale.

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    • Davanti all’ennesimo attacco contro la comunità GLBTQ bisogna a questo punto fondersi, ricompattare le fila. Dobbiamo pretendere che la vergognosa situazione che vede l’Italia fanalino di coda in tema di diritti civili sia sanata, e l’unico modo per arrivarci è che l’intera comunità gay italiana si compatti e finalmente si unisca mettendo da parte i particolarismi e le divisioni che fino ad oggi l’hanno tenuta occupata assai di più del raggiungimento dell’obiettivo
    • siamo non solo vittime ma corresponsabili di questa situazione
    • Come diceva Eleanor Roosevelt “Nessuno può farci sentire inferiori senza il nostro consenso”, e se siamo qui lo dobbiamo anche al fatto che i nostri trent’anni di lotta sono stati oggettivamente meno efficaci di quelli dei nostri compagni di ventura degli altri paesi europei.
    • Basti guardare cosa succede anche nel PD, dove il tavolo GLBT del partito decide inspiegabilmente di mantenersi equidistante tra le mozioni nonostante una soltanto sia apertamente schierata e impegni l’intero partito sul fronte dell’uguaglianza e della piena dignità dei cittadini GLBT e le altre due non dicano una sola parola sull’argomento,
    • Quale altro fragoroso rumore stiamo aspettando per rimetterci in ascolto?
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    • ‘E’ arrivato il momento che i cittadini romani, tutti, facciano sentire la loro voce contro chi sta cercando di distruggere una storia millenaria di accoglienza. La citta’ di Roma deve reagire a chi vuole darne un’immagine omofoba, razzista e violenta’. Cosi’ la deputata del Pd Paola Concia
    • ‘L’incredibile e intollerabile attentato della notte scorsa a Gay Street – aggiunge – e’ l’ennesima conferma che l’omofobia vive una reale escalation, non solo nei sempre piu’ frequenti episodi di violenza, ma anche nelle forme, che sono delle vere intimidazioni, volte a innescare la paura negli omosessuali e transessuali italiani’.
    • A questa violenza si impone una reazione, pacifica e di massa. Per questo invito tutti i romani, di destra e di sinistra – conclude – le forze politiche tutte e le istituzioni ad essere vicini agli omosessuali e transessuali che si riuniranno in un presidio-assemblea questa sera alle 22 a Gay Street, e partecipare alla fiaccolata prevista venerdi’ alle 21, in via San Giovanni in Laterano
    • I violenti devono sapere di essere una miserabile minoranza, ne va del diritto di tutti a vivere in un Paese civile
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    • Dopo l’enensima aggressione alla comunità omosessuale, Ignazio si dichiara indignato e preoccupato: “Ma che Paese è quello in cui si verificano episodi di questo genere? E’ inaccettabile rimanere inerti e non poter agire per contrastare i reati di omofobia, di discriminazione e di odio fondati sull’orientamento sessuale “.
    • Ignazio apprezza l’apertura di Bersani e conferma l’urgenza della discussione sulla proposta di legge contro l’omofobia depositata in Parlamento
    • riprendere i  temi del rispetto, della libertà e dei diritti dei singoli individui
    • Sono soddisfatto che la nostra proposta  di legge sull’omofobia  sia largamente sostenuta sia dall’opposizione che da parte del Governo.
    • richiediamo che la discussione del testo proposto dall’on. Paola Concia, prima firmataria e sostenitrice della mozione Marino, sia inserita il più presto possibile nel calendario dei lavori dell’aula della Camera

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Quella Roma omofoba. Quella Roma con le scritte neofasciste sui muri.

Il delirio di chi crede d’essere meglio – razzialmente, moralmente, eticamente – non può che passare per l’aggressione verbale, per la violenza fisica. Il diverso, il libero, deve essere ridotto a cosa, sottoposto, reso inferiore. E’ la logica dell’identità prevalente, che si cerca di trasferire sugli altri, che viene imposta a una realtà che ci sfugge. Lo sforzo di annientare le categorie che nel nostro orizzonte mentale non sono previste, o che sono percepite come una minaccia, hanno il riflesso di annullare qualsiasi apertura verso l’altro da noi, nell’inutile tentativo di ridurre tutto a uno solo.
La Roma omofoba che emerge dalle cronache di questi giorni è la stessa Roma che scrive la svastica sui muri, che picchia a cinturate i giovani ragazzi dell’onda. La stessa Roma che festeggia Alemanno col braccio teso.

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    • Nelle scorse settimane ha destato molto clamore mediatico la vergognosa scritta di matrice fascista nei confronti della Resistenza romana (“Via Rasella: partigiano terrorista”) apparsa il 26 luglio sulle pareti della sede dell’A.N.P.I. Nazionale.
    • per una scritta eliminata ne rimangono decine di matrice nazifascista a deturpare i muri, ad offendere la coscienza democratica dei cittadini ed oltraggiare la memoria dei martiri romani della Resistenza.
    • Evidenziamo che nei Rioni Esquilino, Monti e Celio, zone a rilevante presenza di siti storici quali, per citarne alcuni, il carcere nazista di Via Tasso (ora sede del Museo della Liberazione), Villa Volkonsky (ex Ambasciata tedesca), la casa dove abitò don Pietro Pappagallo (in Via Urbana) le oltraggiose scritte nazifasciste con il lugubre corollario di svastiche sono numerose.
    • come sia tollerabile il permanere di queste scritte e perché l’amministrazione Comunale non sia ancora intervenuta a rimuoverle. Se si conducono, come si sta facendo, giuste battaglie per il decoro urbano contro le deturpazioni dei vandali comuni riteniamo sia altrettanto doveroso dare priorità alla cancellazione sistematica delle scritte inneggianti al nazifascismo, all’odio antisemita ed al razzismo, nel rispetto delle Leggi Scelba (n. 645/1952) e Mancino (n. 205/1993) vigenti.
    • A.N.P.I. – Sezione Esquilino-Monti-Celio “don Pietro Pappagallo” di Roma
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    • La scorsa notte il Qube, la discoteca romana che spesso ospita serate gay come "MuccassassinA", la più importante festa trasgressiva della capitale, ha subito un attentato incendiario che ha provocato solo danni alla struttura per altro chiusa per ristrutturazione.
    • è stato trovato liquido infiammabile
    • La direzione del Qube non avanza ipotesi sulla matrice dell’ attentato incendiario: «Non abbiamo elementi per poter confermare il movente omofobo del gesto incendiario ai danni del nostro locale» ma ricorda che «lo scorso anno si sono verificate aggressioni all’esterno del locale, con ferimenti nei confronti di clienti in attesa di partecipare a serate omo.»
    • La parlamentare Paola Concia, relatrice della legge contro l’ omofobia in Commissione Giustizia alla Camera arriva a dire che «le importanti dichiarazioni rese ieri da sindaco Alemanno sembrano quasi aver scatenato la reazione di quanti, soprattutto nell’estrema destra, credevano di godere di copertura e impunità e invece si sono scoperti soli, decidendo così di alzare il tono dello scontro».
    • Il sindaco Alemanno dal meeting di Rimini tranquillizza: a Roma «non c’è assolutamente» una escalation di violenza contro i gay, «è una città tollerante. Ci sono delle ristrette minoranze e dei soggetti pericolosi, che agiscono in nome della intolleranza sessuale. Vanno isolati, colpiti». Per poi ribadire che il problema è «la certezza della pena» e per questo chiede «una legge che introduca le aggravanti per i gesti di intolleranza sessuale, che è indispensabile».

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Flagranza di reato. L’aggressore dei ragazzi gay è libero. Ma quale sicurezza.

Perché parlare di sicurezza, in questo paese? L’aggressore dei ragazzi omossessuali è stato rintracciato dopo ore. L’arresto? La legge non lo prevede. Doveva sussistere la flagranza di reato, cioè il signore (signore è un eufemismo) doveva essere trovato mentre commetteva il fatto. E come ciò sia possibile, solo la legge italiana – e il legislatore – lo sa. Di fatto, solo il GIP può disporre l’arresto. Da un punto di vista giuridico, ciò non fa una grinza. Mi chiedo come mai l’uomo non sia stato nemmeno condotto in caserma per una breve serie di domande (almeno).

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    • La persona che ha ferito i due – l’uno con un coltello, l’altro con una bottiglia in testa – è infatti a piede libero. Il sostituto procuratore Giovanni Ferrara ha semplicemente applicato la legge, cheprevede – appunto – che un aggressore può essere arrestato solo in flagranza di reato.
    • "Vorrei andare via dall’Italia. Quello che è successo è assurdo, quando mi sono trovato il coltello conficcato ho pensato di morire", ha detto l’aggredito, un giovane marchigiano
    • Immediata è stata la replica della Procura: "Quello che è stato definito cavillo procedurale – spiega il procuratore della Repubblica – in realtà è la mancata flagranza di reato. La legge, in questo caso, impone soltanto la denuncia. Naturalmente la vicenda è molto grave e prenderemo tutti gli opportuni provvedimenti del caso".
    • la Procura potrebbe emettere un decreto di fermo nei confronti dell’ aggressore dei due ragazzi, provvedimento che sarà valutato dal gip. Secondo il Codice l’arresto è consentito in flagranza di reato o in un momento immediatamente successivo a quello di una notizia di reato. L’accoltellatore era stato individuato e rintracciato diverse ore dopo il fatto.
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    • ‘Sono indignata, avvilita e anche impaurita da questo clima di intolleranza e di violenza impunita contro omosessuali e transessuali’. Lo dichiara la deputata Pd Anna Paola Concia
    • Come puo’ la nostra societa’ accettare inerme questa continua violenza omofoba, senza fare e dire niente. Come puo’ farlo il Pd. Chiedo al Partito democratico e in particolare ai candidati alla segreteria nazionale Marino, Bersani e Franceschini di pronunciarsi e di dire apertamente se considerano l’omofobia un reato grave come il razzismo. Se cosi’ e’, non voglio piu’ essere lasciata sola a condurre questa battaglia dentro il Parlamento. E’ necessaria una mobilitazione di tutto il partito affinche’, a settembre, l’approvazione della legge contro l’omofobia diventi una priorita”
    • preoccupante che alla Festa Democratica di Genova non sia stato previsto alcun dibattito su queste tematiche
    • Concia presentera’ nei prossimi giorni un’interrogazione parlamentare al Ministro Alfano ‘perche’ le dichiarazioni del procuratore di Roma Giovanni Ferrara, sono il chiaro esempio della difficolta’ della giustizia di poter intervenire in modo adeguato, in assenza di una legge contro l’omofobia
  • "Accolgo l’appello di Paola Concia per un impegno chiaro e deciso del Pd contro l’omofobia. Auspico che il partito tutto decida non solo di sostenere il ddl in discussione alla Camera, ma anche di avviare iniziative su tutto il territorio, a partire dalle Feste Democtariche. Sono convinto che la difesa dei diritti civili debba essere un fondamentale carattere identitario per un partito che voglia essere veramente democratico". Lo afferma Ignazio Marino, canidato alla segreteria del Pd.

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