Alla conta per Papa, il PdL punta al voto segreto in aula

Se la Lega Nord e i suoi due uomini nella Giunta per le Autorizzazioni sono nel pieno dell’imbarazzo, c’è chi cerca di levarli d’impaccio. E’ il solito Maurizio Paniz, il deus ex machina della requisitoria anti pm sul caso Ruby, quello che crede fermamente alla balla di Ruby nipote di Mubarak, il quale sta da giorni puntando a un solo obiettivo: far saltare il voto in Giunta per portare il caso Papa direttamente all’attenzione dell’aula. Perché in aula si voterà a scrutinio segreto.

E soprattutto perché il segreto coprirebbe le vergogne leghiste. Una speranza, una delle tante, che si accompagna a quella di trovare qualche sponda nell’opposizione, anche in termini di assenze e “malattie”.

Leghisti divisi, quindi: da una parte i lealisti del “cerchio magico”, dall’altro la fronda maroniana. Cosa accadrà nel segreto dell’urna di Montecitorio?

Bossi si astiene dal dare indicazioni precise, limitandosi a un vago “teniamo la maggioranza sulle spine”. Luca Paolini e Fulvio Follegot sono i due rappresentanti leghisti che siedono in Giunta. Non hanno mai avuto tanti occhi addosso. Votare sì all’arresto di Papa equivale a mettere fine alla maggioranza di governo. Possono però i leghisti scaricare un uomo della cricca più ristretta a Bisignani, quindi a Letta, senza passare un brutto quarto d’ora? Quel che è rimasto in piedi della macchina del fango, che passa alla storia con il nome di P4, può comunque agire per distruggere la residua fiducia che gli elettori leghisti hanno nei confronti dei vertici di partito. Può aprire il forziere leghista e scoprire rapporti imbarazzanti, estremamente imbarazzanti, fra uomini del cerchio magico e soggetti poco piacevoli alla platea nordista, come quel Brancher che tesseva le fila per Calderoli nei palazzi che contano.

Paniz sa bene però che nella bolgia di Montecitorio, il giorno 20, quando si voterà per l’arresto di Papa, qualche franco tiratore potrebbe approfittare della situazione per impallinare il partito insieme al deputato della cricca lettiana. Tanto più che sta montando l’idea di salvare Papa per colpire Milanese, l’ex collaboratore di Tremonti, al fine ultimo di mettere in imbarazzo proprio il Ministro dell’Economia.

L’aula è quindi attraversata da un intreccio di strategie, tutte motivate da ragioni di opportunità politica che nulla hanno a che vedere con la giustizia. Il futuro del governo passa proprio dalle due richieste di arresto di Papa e Milanese, e B. lo sa. Il progetto di Alfano di un ‘partito degli onesti’ appare oggi un’idea alquanto bislacca.