Guardatelo. Eppure per il suo medico personale sarebbe in “convalescenza”. Novanta giorni di prognosi dopo i fatti di Piazza Duomo. Sul volto non un solo segno. Sarebbe guarito, o forse no. Ci sono ferite nascoste sotto il cerone. Novanta giorni di prognosi, allora non potrebbe nemmeno recarsi “al lavoro”. Non starebbe bene. Berlusconi ha ancora i postumi dell’aggressione da smaltire. Non può recarsi alle udienze. Le udienze dovrebbero essere sospese. Il suo avvocato, Ghedini, ci ha provato. I giudici di Milano, al processo Mediaset-diritti tv, hanno respinto entrambe le richieste della difesa: rito abbreviato e rinvio. E il procuratore aggiunto di Milano Massimo Spataro ha disposto una consulenza medico-legale per accertare la prognosi di Silvio Berlusconi dopo l’aggressione da parte di Massimo Tartaglia. La consulenza dovrà chiarire la durata della malattia e i tempi di guarigione del presidente del Consiglio. Forse anche un’indagine sulla miracolosa assenza di segni sul volto di Scarface sarebbe necessaria. Là, e solo là, su quella cerata, una spedizione di scienziati potrebbe riscoprire gli antiche segni delle ferite delle guglie e fugare per sempre ogni dubbio sulla veridicità dell’accaduto, spegnendo sul nascere le traballanti teorie complottistiche.
Intanto, lui, l’attentatore, Massimo Tartaglia, è uscito di carcere per migrare in un ospedale psichiatrico. “Rischio di autolesionismo”, dicono gli psichiatri a cui il Gip, Cristina Di Censo, aveva chiesto una perizia. Il pericoloso attentatore, l’uomo che ha eluso il servizio di sicurezza del Presidente del Consgilio, si trova già in un ospedale, in stato depressivo. Chissà cosa pensa ora del sorridentissimo – ma ammalato – Presidente del Consgilio? E così il “partito dell’odio” divnta il “partito dei pazzi”. Chi ha armato la mano di Tartaglia, non è la follia, bensì l’ipocrisia. La maschera di gomma continua a sorridere beffarda.