Cota, il Tar rinvia la decisione al 15 Luglio

Roberto Cota è ancora il governatore del Piemonte, eletto a Marzo con uno scarto di circa 10.000 voti. Una parte di essi, sarà la magistratura amministrativa e ordinaria a stabilirlo, potrebbe essere stata raccolta da liste irregolari. Oggi il Tar avrebbe dovuto decidere se le liste di Scanderebech e dei Verdi Verdi collegate a Cota erano tali. Ma ha deciso per il rinvio. Ufficialmente per ‘acquisire i documenti di accettazione delle liste depositati presso le prefetture e gli otto tribunali provinciali del Piemonte’; la decisione ha l’effetto di accorpare i ricorsi in una data sola. Il Tar il 15 Luglio deve infatti decidere anche sul caso della lista ‘Pensionati per Cota’, la lista di Michele Giovine sotto indagine da parte della magistratura ordinaria per falso in atto pubblico (diciotto firme false su diciannove).

Gli avvocati di Cota puntano a far slittare la decisione del Tar a fine estate, o a Settembre, con lo motivazione che il ricorso di Bresso consta di ben 700 pagine, troppe per essere lette e studiate entro il 15 Luglio. Cota accusa Bresso di incoerenza per la rinuncia a uno solo dei due ricorsi, contrariamente a quanto avrebbe assicurato ella stessa nel contestatisimo incontro che ebbe con Cota all’indomani della sconfitta per ottenerne l’appoggio nella elezione a presidente del Comitato delle regioni in sede Ue. Carica che perderebbe se le elezioni si dovessero rifare. Bresso sarebbe inoltre disposta a farsi da parte nel ruolo di candidata del centro-sinistra, lasciando strada aperta al sindaco di Torino, Chiamparino.

Il Piemonte si appresta a divenire così campo di una battaglia legale che potrebbe ridefinire gli equilibri romani, soprattutto interni al PdL. Che farà la Lega dopo un eventuale accoglimento del ricorso? Cota potrebbe dimettersi subito, senza giocarsi il tutto in Consgilio di Stato, ma potrebbe gettare a mare l’alleanza con il PdL puntando tutto sulla amoralità della partitocrazia ‘romana’ rappresentata dal partito del predellino. In cui Fini avrebbe poi buon gioco a insediarsi nelle crepe dell’alleanza con la Lega. E nel PD? Finirebbe finalmente il rebus sulla collocazione all’interno del PD: l’elezione a governatore metterebbe la parola fine alle sue ambizioni in fatto di leadership di partito o di coalizione.

Roberto Cota, la sedia scricchiola

Roberto Cota, neo presidente della Regioen Piemonte, rischia di ‘cadere dalla sedia’. Tutto per una lista, ‘Pensionati per Cota’, guidata da Michele Giovine, consigliere regionale uscente, che è stato rinviato a giudizio in sede penale per aver falsificato diciotto delle diciannove firme dei candidati iscritti nella sua lista. La procura ha sottoposto a perizia calligrafica le firme e tutte quante e diciotto sarebbero opera dello stesso Giovine. La lista ha fruttato a Cota ben 18.000 voti circa. Cota ha vinto su Bresso per meno di diecimila voti. Detto questo, è chiaro che la lista di Giovine, fondata sul falso, è stata decisiva per l’elezione dell’ex capogruppo della Lega. Il Tar, nella prosima seduta del 1° Luglio, prenderà in esame il ricorso di Bresso e del PD. Alla luce dell’indagine della procura di Torino, potrebbe o decidere di acquisire gli atti, o di rinviare ad altra seduta in attesa del giudizio della magistratura ordinaria; certamente, una volta stabilito che Giovine ha barato, potrebbe decidere di far ripetere il voto in Piemonte.

Mercedes Bresso? Inizialmente aveva accettato di non sostenere più alcun ricorso al fine di confermare un proprio incarico a livello europeo, disse lei, “per salvare il posto” di alcuni suoi collaboratori precari. La decisione fu intesa da molti come un voltafaccia. Quelli del PD la stigmatizzarono: cosa non si fa per difendere una poltrona. Ma ora tutto è cambiato. C’è aria di scioglimento via Tar del consiglio Regionale. E cosa fa Bresso? Si riallinea, rivendicando la ‘maternità’ del ricorso, facendo valere la propria opzione all’interno del PD in vista di una nuova sfida a Cota. Ma nel PD non ci stanno e pure Chiamparino scalpita. A molti non sono piaciute le giravolte di Bresso. E poi non si può perdere due volte con lo stesso candidato.

PdL e Lega preparano una fiaccolata per il 28 Giugno a Torino. Difficilmente i cittadini potrebbero comprendere i motivi di un ritorno alle urne. Cota avrebbe buon gioco a gridare alla magistratura comunista. Ma l’urlo gli esce strozzato. Parla di golpe sudamericano, di schiaffo alle intenzioni elettorali dei piemontesi. Sfuggendo alla domanda decisiva: “è giusto, in una democrazia, che un governatore sia eletto con i voti decisivi di una lista che si è presentata con 18 firme false su 19?” (Piovono rane – Blog – L’espresso). D’altronde, una lista a lui collegata ha barato. E la Lega non ci sta a passare dalla parte dell’illegalità. Saprà Cota scaricare sui colleghi del PdL la responsabilità politica di una alleanza con questa lista parassita?

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