Il Piemonte per @Civati

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Si ritrova a Torino sabato 1 Giugno. Chi potrà esserci ha la mia stima. Per quanto mi riguarda l’occasione è solo rimandata (scaldo il tablet, eh).

Per partecipare potete compilare questo modulo: https://docs.google.com/forms/d/1fwdJ-eoj33aXyMBIFpwpEuYYljD5HVV3ovAiER6liEc/viewform

Daniele Viotti è il riferimento per tutti i dettagli. Scrivetegli: https://www.facebook.com/svioz

Non si offenda, Beppe Grillo.

Incredibile, Cota vince al Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Cota contro la sentenza del Tar che ha imposto il riconteggio delle schede delle elezioni Regionali 2010 in Piemonte

Così recita il dispositivo della sentenza: “considerato che all’esito della decisione in camera di consiglio è emersa la fondatezza dell’appello” [di Cota e] “l’infondatezza degli appelli incidentali proposti da Mercedes Bresso e dagli altri liti consorti, ha accolto l’istanza cautelare e per l’effetto ha sospeso integralmente l’efficacia della sentenza impugnata” (Repubblica.it – Torino). Naturalmente le motivazioni potranno essere esaminate solo fra quindici giorni. L’ansa riporta una notizia diversa:

La decisione di oggi ha carattere sospensivo, mentre, scrive l’Ansa, restano ancora da discutere nel merito i ricorsi. Le parti potranno inoltre proporre ricorso per Cassazione (ciwati).

La sentenza ha del clamoroso. Bresso non si aspettava tale esito: “le sentenze si rispettano”, ha affermato mestamente, e poi “valuteremo nel merito  quando si conosceranno le motivazioni dell’ordinanza emessa dalla Quinta sezione”. Le rimane la possibilità di ricorrere in Cassazione, ma dubito che procederà oltre. D’altronde, sul capo di Cota, pende ancora il giudizio sul caso Giovine della lista Pensionati e il falso in firme (Giovine vale altri 27mila voti, tre volte il distacco Cota-Bresso, pari a 9mila). Giovine e la sua lista fasulla fa parte della maggioranza che sostiene Cota. Bresso proseguirà sulla linea del ricorso amministrativo o cederà definitivamente al leghista le redini della Regione?

Su questo blog, alcuni lettori (uno) hanno parlato di golpe rosso se Cota fosse stato dichiarato illegittimo governatore. Sono stati usati termini pesanti che un tempo furono usati per il caso Molise (ma dall’altra parte, a centro-sinistra), dicei anni fa. Il caso-Molise si giocò anch’esso in Consiglio di Stato – sentenza 3212 del 2001. E’ curioso che il medesimo organo si pronunci diversamente su vicende così simili. così si esprimeva allora il giudice amministrativo:

La partecipazione di liste, che avrebbero dovuto essere escluse, ha inciso sull’ esito elettorale in termini che non sono esattamente individuabili. Si rende quindi necessaria la rinnovazione del procedimento elettorale (Archivio Repubblica.it).

In cosa e in quali aspetti il caso-Piemonte differisce da quello molisano? Eccovi le 39 pagine della Sentenza CDS_3212/2001:

Sentenza Consiglio di Stato 3212/2010

[della sentenza odierna su Cota non è possibile leggere neanche il dispositivo sul sito del CDS essendo esso, come noto, aggiornato sempre con qualche giorno di ritardo, quindi non è possibile sapere se il CDS ha discusso nel merito il ricorso o se si è limitato a definirne la non-infondatezza].

Cota, il Tar decide per il riconteggio dei voti

Dopo una camera di consiglio durata fino all’una di notte, il Tar ha così deciso:

  1. ricorso Verdi Verdi, respinto;
  2. ricorso Consumatori e  lista Scanderebech: si va al riconteggio dei voti; occorre vedere quanti di questi voti sono andati alla sola lista e quanti invece sono stati dati espressamente a Cota. A prima vista, trattasi di puro cerchiobottismo giudiziario. Ma non dovrebbe già esser chiaro quali sono i voti della lista e quali sono quelli andati esclusivamente a Cota? Forse il giudice teme di trovare fra le schede attribuite alla lista anche indicazioni di voto alla presidenza; in tal caso, forse assolutamente residuale, il giudice potrebbe ritenerli validi. Nuova udienza per il 7 Ottobre (tempi biblici, insomma);
  3. ricorso lista Michele Giovine: il Tar rinvia al 18 Novembre prossimo venturo, dando 60 giorni di tempo ai ricorrenti per presentare querela per falso (ma non c’è già un procedimento in corso? a che serve la querela?).

[Aggiornato 16/07, ore 19.20]

Il bestiario del dopo sentenza:

Cota: sentenza incompensibile, io governo

Bresso: non si vince violando le regole

PD Piemonte, Davide Gariglio: come Pd abbiamo annunciato la massima disponibilità a collaborare al governo regionale per evitare che questa fase di incertezza, che capita in un periodo di grave crisi economica, possa arrecare danni alla nostra comunità (eh?);

UDC, deputato Delfino: le scomposte reazioni del presidente Cota, della Lega Nord e del Pdl alla decisione del Tar sui ricorsi elettorali confermano un deficit culturale democratico gravissimo. Per loro la giustizia esiste solo se gli da ragione, altrimenti non c’e’. La pronuncia del Tar e’ stata chiara e potra’ essere appellata, ma va rispettata fino a prova contraria. Il presidente Cota sapeva benissimo i rischi che correva stipulando accordi con le liste oggi cancellate ma, incautamente, pur di vincere, e’ andato avanti ed oggi ne paga le conseguenze. I riconteggi sono pienamente leggitimi;

Cota 2: per qualcuno non dovevo vincere

Cicchitto (PdL): la vicenda del Piemonte e’ incredibile. La sinistra, dopo aver perso le elezioni regionali, non essendo riuscita a ottenere il consenso popolare per governare la Regione, adesso cerca di ribaltare il risultato per via giudiziaria.

Le scomposte reazioni del presidente Cota, della Lega Nord e del Pdl alla decisione del Tar sui ricorsi elettorali confermano un deficit culturale democratico gravissimo. Per loro la giustizia esiste solo se gli da ragione, altrimenti non c’e’. La pronuncia del Tar e’ stata chiara e potra’ essere appellata, ma va rispettata fino a prova contraria. Il presidente Cota sapeva benissimo i rischi che correva stipulando accordi con le liste oggi cancellate ma, incautamente, pur di vincere, e’ andato avanti ed oggi ne paga le conseguenze. I riconteggi sono pienamente leggitimi

Ricorsi Tar: attesa per Cota

Il Tar sta giudicando sui ricorsi contro le liste imbroglione delle scorse elezioni regionali in Piemonte. Non c’è stato rinvio. I giudici sono attualmente in camera di consiglio. La decisione è attesa in serata.

Si parla di decisione su uno solo dei due ricorsi, quello per le irregolarità delle liste Verdi Verdi e per la lista Scanderebech, mentre per il ricorso contro la lista “Pensionati per Cota”, di Michele Giovine, si prevede un rinvio al fine di consentire il sereno giudizio della magistratura ordinaria. Giovine è intervenuto poco fa, nel baillame delle dichiarazioni di fine udienza, per mezzo del proprio legale secondo il quale la perizia calligrafica della procura di Torino sarebbe grottesca: sosterrebbe infatti che la “stessa firma di Giovine sarebbe falsa”. L’udienza di oggi però non era limitata alla sola questione delle firme false di Giovine, sulle quali la procura non sembra aver alcun dubbio. Il Tar non sta decidendo sulla autenticità delle firme, bensì sulla ammissibilità della lista. Ed è proprio su questo fatto che si è concentrata la strategia difensiva dei legali di Cota, i quali hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale riguardo alla parte della norma elettorale che regolamenta la presentazione dei ricorsi stessi – articolo 83/11 del dpr 570/1960 – in cui si stabilisce che si può fare ricorso contro la proclamazione degli eletti:

“Con la sentenza 236 la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma elettorale nella parte in cui non prevede immediatamente l’impugnazione degli atti preparatori alle elezioni […] L’impugnazione tardiva – ha dichiarato Procacci davanti al presidente del Tar Franco Bianchi – è una grave lesione del diritto dell’elettorato attivo. Va contro l’articolo 48 della Costituzione che stabilisce che tutti i cittadini possono partecipare al voto e contro il principio di conservazione dell’espressione della volontà popolare. Inoltre va anche contro l’articolo 97 della Costituzione che sancisce il principio di buona andamento della pubblica amministrazione e quindi anche del governo regionale. Se si dovessero infatti rifare le elezioni così tardi questo creerebbe un danno alla Regione e ai suoi cittadini” […] La controparte invece – conclude l’avvocato di Cota – impugna l’atto di proclamazione degli eletti ma in realtà si riferisce a vizi di ammissione delle liste. Avrebbe dovuto farlo prima. Se uno è effettivamente parte lesa il ricorso lo deve fare subito e non aspettare con opportunismo alla finestra l’esito delle elezioni (Piemonte/ Legale Cota: Ricorsi tardivi grave lesione diritto voto – Politica – Virgilio Notizie).
I ricorsi – secondo la difesa Cota – sarebbero “tardivi”.  Secondo questa ottica, se si ha notizia di irregolarità nella presentazione delle liste ma oramai le elezioni si sono svolte, non è possibile fare ricorso. Se un governatore venisse eletto con l’appoggio di una lista che ha barato, anche quando ciò sia dimostrato incontrovertibilmente, i ricorsi non sarebbero ammissibili. Per dimostrare la incoerenza del teorema, potrei qui citare il caso Molise della precedente tornata elettorale (2004), e invece no. Se ne è già parlato altrove e persino un numero di volte francamente eccessivo. Lascio a voi l’incombenza.
Bresso, in serata, si è detta fiduciosa, ma non si sa perché. D’altronde, anche nel caso Cota venga deposto, Bresso non sarà della partita: è Chiamparino il candidato ombra per il PD.
Sitografia:

Kitegen e le “famiglie” di Berzano S. Pietro, provincia di Asti: un caso di ostilità all’energia pulita

Berzano S. Pietro è un piccolo comune dell’astigiano, in Piemonte. Gli ultra-cinquantenni sono il 42% circa della popolazione (ISTAT 2007). Un comune dove il reddito massimo non supera i 50.000 euro/annui (2005). Che si sta ripopolando ma che conta poi di soli 439 abitanti (ISTAT 2007). Ebbene, dieci di questi abitanti non amano gli aquiloni. Hanno il timore che gli aquiloni cadano sopra le loro teste. Ovvero, sono del tutto ostili all’inventore del secolo, tale Massimo Ippolito:

Esperto di meccatronica, è l’ideatore del progetto Kite Gen. Dal 1983, seguendo un sempre più preciso interesse sui temi dell’ambiente e dell’energia, è impegnato con la propria società di ricerca, Sequoia Automation, su diversi fronti legati alla sostenibilità e alla efficienza energetica, in particolare tramite l’impiego di sensoristica miniaturizzata e intelligente ad altissime prestazioni. Inventore di quasi venti brevetti e co-autore di 3 lavori sul tema del controllo di profili alari (Kitegen.com).

Insomma, un uomo che il mondo ci invidierebbe e che altrove avrebbe già intitolate delle piazze, qui da noi, nel tropicale Piemonte delle colline a vigneto e ad anticrittogamico, viene ostacolato nel suo futuristico progetto di produzione dell’energia dal vento, il cosiddetto ‘eolico d’alta quota’, che ha la forma della vela di un kite-surf, con cavilli e beghe di vicinato ‘da quattro soldi’:

E’ un’idea rivoluzionaria, che opera un vero e proprio cambio di prospettiva nel campo dell’eolico, ma c’è chi non è convinto. L’hanno chiamato ‘effetto b.a.n.a.n.a’, cioè build absolutely nothing anywhere near anything (non si costruisce assolutamente niente in nessun posto vicino a nessuna cosa): nonostante la licenza a costruire rilasciata dal Comune di Berzano, i tipi di Sequoia, la società che si occupa della progettazione e della messa in opera di Kitegen, sono stati messi in difficoltà anche dalla Forestale, secondo cui sono stati tagliati troppi rami. Da eseguirsi quindi una valuzatione di impatto strategica:

Appena riaperto il cantiere, la forestale, che nei mesi precedenti, nonostante la nota querelle , nulla aveva eccepito in tal senso, è tornata alla carica, chiedendo che l’impianto del kitegen sia assoggettato a verifica di compatibilità ambientale […] Si tratta, in pratica, di una verifica di assoggettabilità, o meno, del kitegen alla valutazione di impatto strategica. SE l’impianto fosse permamente, potrebbe anche essere, la situazione è spinosa […] La cosa è alquanto opinabile, perchè l’autorizzazione, comunque rilasciata dal Comune prevede la messa in pristino del terreno e dei luoghi alla fine del periodo di sperimentazione e quindi, per definizione l’impatto sulle aree boscate deve essere nullo o nullificabile con opportuni accorgimenti (Kitegen: stop&go e gli omini neri – Crisis).
Massimo Ippolito, il genio berzanese, presidente di Sequoia, si è dichiarato “sconfitto” sin da ora. Troppi gli ostacoli burocratici.
A seguito del ricorso dei dieci berzanesi (cinque famiglie), Carabinieri  e Guardia Forestale stanno indagando e il Giudice ha già acquisito le carte da esaminare per verificare la correttezza dell’operato dell’Amministrazione Comunale (La banana e il kitegen — Nuove Tecnologie Energetiche).
Felice Celestino, consigliere comunale di maggioranza, ha scritto una lettera ai propri concittadini; una lettera di denuncia e di stimolo affinché i berzanesi, ma soprattutto le due famiglie ricorrenti, desistano dall’ostacolare un progetto così lungimirante e innovativo. La loro è “un’inerzia sociale” che fa paura. Possibile che un paese come Berzano lasci cadere nel vuoto l’occasione per entrare nella storia delle energie rinnovabili? L’eventuale successo della sperimentazione di Kitegen, aprirebbe a risorsi sinora impensabili per Berzano. Berzano diventerebbe il centro del mondo. Energia pulita dal vento a impatto minimo. Qualcosa che per ora è confinato solo nei sogni.
per il Pianeta il KITEGEN limiterà drasticamente le immissioni di CO2 in atmosfera; l’Italia presenterà all’Esposizione Universale di Shangai del maggio 2010 il KITEGEN  come progetto pilota, Berzano di San Pietro diventerebbe un centro mondiale di progresso e innovazione.  Il Pianeta e l’Italia non perderanno nulla perché KITEGEN diventerà presto operativo in ogni caso, magari ubicato in un paese più accogliente del nostro. Berzano perderà – invece – un’occasione irripetibile per i millenni a venire e questo, come cittadino e come amministratore, lo considero inaccettabile […] l’immagine di Berzano di S. Pietro, già notevolmente deteriorata nel circondario, uscirà da questa telenovela come quella di un paese retrivo, meschino e intellettualmente sottosviluppato, cosa che rifiuto con tutte le mie forze (F. Celestino – La banana e il kitegen — Nuove Tecnologie Energetiche).
Se Kitegen dovesse fallire a Berzano, il Piemonte non perda l’occasione della propria storia. Ci sono decine di migliaia di metri quadri lasciati all’incuria, i sindaci colgano l’occasione, se hanno un barlume di ragione ancora:

Nel frattempo, però, un altro Comune Piemontese Sommariva Perno, ha avuto molti meno problemi.[…] un kitegen volerà comunque, sopra una discarica, dal nome evocativo di Cascina del mago. (Kitegen: stop&go e gli omini neri – Crisis).

Sitografia:

Roberto Cota, la sedia scricchiola

Roberto Cota, neo presidente della Regioen Piemonte, rischia di ‘cadere dalla sedia’. Tutto per una lista, ‘Pensionati per Cota’, guidata da Michele Giovine, consigliere regionale uscente, che è stato rinviato a giudizio in sede penale per aver falsificato diciotto delle diciannove firme dei candidati iscritti nella sua lista. La procura ha sottoposto a perizia calligrafica le firme e tutte quante e diciotto sarebbero opera dello stesso Giovine. La lista ha fruttato a Cota ben 18.000 voti circa. Cota ha vinto su Bresso per meno di diecimila voti. Detto questo, è chiaro che la lista di Giovine, fondata sul falso, è stata decisiva per l’elezione dell’ex capogruppo della Lega. Il Tar, nella prosima seduta del 1° Luglio, prenderà in esame il ricorso di Bresso e del PD. Alla luce dell’indagine della procura di Torino, potrebbe o decidere di acquisire gli atti, o di rinviare ad altra seduta in attesa del giudizio della magistratura ordinaria; certamente, una volta stabilito che Giovine ha barato, potrebbe decidere di far ripetere il voto in Piemonte.

Mercedes Bresso? Inizialmente aveva accettato di non sostenere più alcun ricorso al fine di confermare un proprio incarico a livello europeo, disse lei, “per salvare il posto” di alcuni suoi collaboratori precari. La decisione fu intesa da molti come un voltafaccia. Quelli del PD la stigmatizzarono: cosa non si fa per difendere una poltrona. Ma ora tutto è cambiato. C’è aria di scioglimento via Tar del consiglio Regionale. E cosa fa Bresso? Si riallinea, rivendicando la ‘maternità’ del ricorso, facendo valere la propria opzione all’interno del PD in vista di una nuova sfida a Cota. Ma nel PD non ci stanno e pure Chiamparino scalpita. A molti non sono piaciute le giravolte di Bresso. E poi non si può perdere due volte con lo stesso candidato.

PdL e Lega preparano una fiaccolata per il 28 Giugno a Torino. Difficilmente i cittadini potrebbero comprendere i motivi di un ritorno alle urne. Cota avrebbe buon gioco a gridare alla magistratura comunista. Ma l’urlo gli esce strozzato. Parla di golpe sudamericano, di schiaffo alle intenzioni elettorali dei piemontesi. Sfuggendo alla domanda decisiva: “è giusto, in una democrazia, che un governatore sia eletto con i voti decisivi di una lista che si è presentata con 18 firme false su 19?” (Piovono rane – Blog – L’espresso). D’altronde, una lista a lui collegata ha barato. E la Lega non ci sta a passare dalla parte dell’illegalità. Saprà Cota scaricare sui colleghi del PdL la responsabilità politica di una alleanza con questa lista parassita?

Ne parlano:

Regionali 2010, in bilico insieme alle regioni in bilico. La diretta dello spoglio.

Su Yes, political! si sceglie di seguire in diretta lo spoglio delle due regioni più interessanti, quelle che si concluderanno al fotofinish: Piemonte e Lazio.

Per il Piemonte: http://www.radiogold.it/site/index.php

Per il Lazio: http://www.repubblica.it/static/speciale/2010/elezioni/regionali/index.html?refresh_cens

Alla fine la spuntano sia Cota che Polverini. Il PdL dà il via ai festeggiamenti, ma la sua è una vittoria di Pirro, la Lega sfonda poi sfonda solo nel Lombardo-Veneto, ed è partito di maggioranza relativa in Veneto. Bresso chiederà il riconteggio dei voti, ma per il PD c’è poco da contestare: finisce 7 a 6 (con la Lombardia sub judice per la questione del divieto di terzo mandato).

In Lombardia, eletto consigliere regionale Giuseppe Civati; medesia sorte per Giulio Cavalli per IDV; ce la fa anche Thomas Casadei in Emilia-Romagna (PD, area Marino); per il Mov 5 Stelle, eletto Favia in Emilia-Romagna in virtù del voto nelle liste circoscrizionali di Bologna e Modena; Luisa Capelli raccoglie solo 196 voti nella circoscrizione Roma; Abonante in Piemonte non va oltre le 2300 preferenze (pur un buon risultato, ma forse non basta). In Piemonte e Lazio, l’incertezza del risultato finale ha rallentato di molto la computa del voto di lista. Più tardi i risultati finali e le considerazioni di merito. Ma il risultato nazionale non è certo un premio per il PdL, il partito del (finto) premier: chiude con un risultato inferiore alle Europee di quasi l’8%.

23.05, in pratica Cota ha quasi vinto in Piemonte; si annuncia l’enplain della Lega: Piemonte, Lombardia e Veneto al Carroccio; qualcosa è cambiato;

23.05, Lazio, Polverini chiama a raccolta i suoi, per festeggiare?

23.00, Cota è davanti del 3% quando manca il 27% delle sezioni;

22.55, Lazio, ora la vittoria di Polverini è un oscuro fantasma, rimonta a meno 2000 voti, 80% l’avanzamento dello scrutinio

22.45, a Brescia il più votato è Renzo Bossi – viva la meritocrazia.

22.35, Piemonte, sostanziale parità fra PD e PdL, divise da circa un punto percentuale; piccola crescita della Lega, 1.36%; l’astensionismo punisce tutti;

22.30, Lazio, si riduce lo scarto fra Bonino e Polverini, ora pari a circa 4.500 voti

22.30, La Russa, le regioni vinte da PdL e Lega sono più popolose, ergo le eventuali elezioni mid-term confermano la maggioranza al governo (???? chi glielo spiega che non è così?)

22.25, Lombardia, Civati ce la fa in Brianza!

22.25, Proiezioni Rai danno Cota vincente;

22.15, Formigoni, “siamo al quarto successo consecutivo, mai visto da altre parti”; certo, da altre parti è illegale, e anche in Lombardia;

22.15, Piemonte, Bresso in difficoltà, circa 2 punti di svantaggio su Cota

22.15, Lazio, scrutinio al 67%, Bonino 49,9%

21.20, Lazio, 58% di sezioni scrutinate, Bonino avanti ancora, 50.38%, quasi 20.000 voti.

21.20, Piemonte, circoscrizione Torino, Bresso sotto la soglia del 55%, indispensabile per vincere. Bresso vince solo a Torino; le altre provincie del Piemonte votano tutte per Cota, con vantaggio massimo anche del 14% (Cuneo). Torino però vale metà vittoria (più popolosa).

21.10, Piemonte, dati Viminale, sono ora 7.700 i voti di vantaggio per Cota. Bresso in silenzio, si gioca tutto sul finale (il dato è relativo a poco meno del 50% delle sezioni).

21.04, per Bossi, la sinistra è sparita (e il PdL?).

21.04: altro off-topic sul Veneto: Lega al 35%, stacca di 11 punti il PdL e si pone come il partito del Veneto, il partito non del Nord, ma del Nord-Est; in Lombardia, parti invertite; PD appena sopra la soglia del 20% in entrambe le Regioni

20.54: Cota avanti di 3.500 voti, il sorpasso? Secondo Bossi, sì, Cota è vincente. E se vince Cota, festeggia anche Grassano, l’ex presidente del Consiglio Comunale di Alessandria sotto processo per truffa aggravata, truffa tentata e falso nei confronti del proprio Comune.

20.50: Piemonte, 0.1% il divario fra Bresso e Cota. Tensione alle stelle.

20.50: Lazio, Emma Bonino al 50.26%, lasciate perdere le percentuali delle proiezioni, saranno carta straccia con risultati così indecisi.

20.40: Piemonte, debole la crescita della Lega Nord, +0.62%

20.27: piccolo off-topic, Emilia-Romagna, Giovanni Favia vicino al 7%, incredibile exploit del Movimento 5 Stelle!

20.15: Piemonte, prosegue il testa a testa fra Bresso e Cota, su 37% delle sezioni, Bersso 47.69, Cota 47.11

20.15: Lazio, davanti c’è Emma! 43% delle sezioni, 50.7 vs 48.8

20.10: nel Lazio, il PdL è al 4.5%, ma il Tg1 trucca il risultato suddividendo il numero ei voti per i votanti escuso Roma (certo Roma e provincia non hanno potuto votarlo, ma quei voti sono confluiti nel listino della Polverini);

20.00: il Tg1 titola “finirà 7 a 5”, ma argomenta sulle proiezioni comparandole con il risultato delle regionali 2005 (PD paragonato all’Ulivo).

19.00, Lazio: Bonino davanti, ma la lista della Polverini incamera il voto disperso del PdL romano (PdL solo 4%).

18.55, Piemonte: un dato su tutti, lampante, sebbene iniziale, PDL circa 25%, dato regionale, -7% dalle europee; ma la Lega non sfonda (sez. scrutinate meno del 10%). PD in lieve flessione; Movimento 5 Stelle sfonda il 3%.

Regionali 2010, Candidati Coraggiosi: area Marino, Civati e Abonante materiale resistente.

La breve galleria dei Candidati Coraggiosi che Yes, political! ha organizzato a cominciare da Luisa Capelli nel Lazio (Indie IDV), non può non proseguire senza far cenno ai protagonisti della stagione delle primarie PD dell’area Marino, ora candidati alle Regionali. Due, in special modo, i volti che chiedono di essere (di)svelati, raccontati, portati alla luce della pubblico: Giuseppe Civati per la Lombardia, Giorgio Abonante per il Piemonte.
Civati è un volto noto, è uno dei “piombini”, uno dei mariniani, uno dei quattro guitti che hanno firmato l’esposto contro il Governatore Seriale (ah che dolori di fegato, eh Penati…), l’ineleggibile Roberto Formigoni. Civati scrive insieme a Carlo Monguzzi il “Libro Grigio” su Formigoni (download dal sito di Monguzzi), testo che ci fornisce in un sol colpo tutti i capi d’accusa contro il fumus formigonis che da quindici anni sosta sui cieli della Lombardia.
Impegnatissimo nelle battaglie sulla legalità, sull’ambiente, sulla democraticità della propria regione, del proprio paese, del proprio partito soprattutto, è autore di una campagna elettorale alquanto sui generis, con soluzioni idee slogan frutto del suo talento creativo letterario e visionario.

Il video che segue ha influenzato altre menti e ora – non senza suscitare il risentimento dello stesso Civati – è stato ripreso paro paro da Abonante Giorgio, altro mariniano, sponda Piemonte, Provincia di Alessandria, violando in senso buono la prassi del copyleft che prevede di “citare le fonti”:


Il programma di Civati? Civati è in cerca della conferma a consigliere regionale, naturalmente il suo programma è l’antitesi del Formigoni pensiero. Eccolo riassunto in cinque grandi punti:

  • Ambiente e Traffico: Mandar via Formigoni, che è una fonte fossile e ormai emette un sacco di Co2! La Lombardia ha visto aumentare la produzione di Co2 del 15% negli ultimi 15 anni” […] Partirei da una revisione significativa della partita urbanistica. Il territorio si sta trasformando senza criterio e solo perché alcune  scelte come quella di abolire l’Ici ci hanno fatto passare dalla tassa sulla casa alle case nuove come tassa per far quadrare i bilanci;
  • Immigrazione: riservare un’attenzione maggiore su un territorio come quello monzese dove c’è grandissima integrazione dal punto di vista lavorativo, ma ancora scarsa dal punto di vista sociale […] Al di là delle ronde di qualche  scalmanato, bisogna mandare gli ispettori sul luogo di lavoro. I controlli devono essere spietati, come dice la Lega: voglio vedere se poi i leghisti saranno contenti di farli, quei controlli.  Questo al fine di interrompere  la “creazione”  di clandestini […] proposte pratiche, con ispettori del lavoro, semplificazione delle procedure burocratiche per chi richiede il permesso di soggiorno, perché molti sono clandestini ma sono in attesa del permesso di soggiorno e sono confusi coi clandestini veri […] cambiare la legge Bossi Fini che crea clandestini, e tramite i clandestini si prendono i voti;
  • Rifiuti: contro il raddoppio degli inceneritori, a partire da quello di Desio, Trezzo e una novità come quello di Paderno per i rifiuti speciali;
  • Autonomie Locali: a me piace il federalismo della Lega, ma da quando c’è la Lega i Comuni hanno sempre meno soldi
  • Criminalità Organizzata: è innegabile la presenza della ‘ndrangheta, in modo diffuso in diversi settori dell’economia, ma è soprattutto sul versante ambientale, dal movimento terra alle attività immobiliari che la sua presenza si esprime (fonte : Giuseppe Civati vuole la riconferma | La rivista che vorrei | Monza, la Brianza e tutto il resto).

Abonante ha scelto di dare risposte, seguendo l’indicazione mariniana dei sì e dei no chiari:

Chi volesse conoscere Abonante e forse chiedergli di rispettare il copyleft di Civati, Venerdì 26 Marzo alla Camera del Lavoro presso la sede della CGIL, in Via Cavour ad Alessandria, Giorgio chiuderà la campagna elettorale insieme a Ignazio Marino (sì, il chirurgo).

  • Ho 34 anni, sono sposato da circa un anno e papà di un bimbo di cinque mesi. Faccio politica da quando avevo 20 anni sia all’interno del partito democratico (allora PDS) sia con l’associazione Tempi Moderni. Dall’esperienza di Tempi Moderni nacque il Gruppo Universitario e l’idea di organizzare Etnomosaico, festival interculturale che quest’anno vivrà a Cassine la sua decima edizione. Dal 1998 al 2001 sono stato rappresentante degli studenti nel Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche e nel CdA dell’Università del Piemonte Orientale avanzando proposte come le fasce di contribuzione appositamente dedicate agli studenti lavoratori e le attività di sostegno allo studio realizzate con il Progetto Maieutica. Dal 2007 sono consigliere comunale di Alessandria eletto nella lista DS, oggi membro del gruppo consigliare del Partito Democratico. Con lo stesso gruppo di amici e attivisti che ha dato vita ad Etnomosaico organizzo dal 2008 ad Alessandria la rassegna teatrale “Martedì all’Ambra”. Sono candidato per il Partito Democratico nella lista proporzionale (collegio di Alessandria) per il Consiglio Regionale a sostegno di Mercedes Bresso. Voglio impegnarmi in particolare per dire no al nucleare, per contribuire ad uno sviluppo più sostenibile e per rendere la politica più accessibile e più aperta al rinnovamento.

(Motivazione piccola piccola sul perché del titolo: Civati e Abonante sono materiale resistente, in primis perché trentaquattrenni – basta con gli ottuagenari; secondo, perché resistono come icone del diverso nel mediocre paesaggio del pressapochismo e del tiriamo a campare che si estende a tutto il PD. Scusate se è poco).

Regionali 2010: se in Piemonte vince Cota, un altro indagato in Parlamento.

Il Piemonte è una delle Regioni in bilico. La Presidente uscente Mercedes Bresso ha dovuto scendere a patti con l’UDC, non senza concesssioni sulla sanità piemontese, fra le più morigerate ed efficienti nel paese. Nonostante ciò, nonostante l’accordo con il partito di Casini, la riconferma della Presidente è fortemente insidiata dalla minaccia Lega Nord, la cui forza elettorale si annuncia straripante (in Veneto è candidata a esser primo partito, in Lombardia avrà ancor più voti del PD).
Così, se in Piemonte dovesse vincere Roberto Cota (appunto, Lega Nord), si libererà uno scranno a Montecitorio. E per effetto del famigerato Porcellum, della legge elettorale a firma di Calderoli, il seggio non verrà rimesso in palio, bensì sarà allocato alla medesima lista vincitrice alle elezioni del 2008, ovvero la Lega Nord, al nominativo immediatamente successivo a quello di Cota. Il nome è quello di Maurizio Grassano (vedi Resoconto Giunta per le Elezioni). Un signore che non ha certo una grande carriera politica alle spalle, essendosi mosso sempre in ambito locale, ma che potrà generosamente contribuire a rinfoltire la schiera degli indagati – anzi, degli imputati – in Parlamento.
Questo perché Maurizio Grassano è stato consigliere nel Comune di Alessandria, poi anche Presidente del medesimo Consiglio Comunale, sino alle dimissioni, maturate, dopo un soffertissimo tira e molla con il PdL guidato dal sindaco Piercarlo Fabbio, soltanto lo scorso novembre. Grassano è sottoposto a processo, accusato di reati molto gravi quali truffa aggravata, truffa tentata e falso ai danni del medesimo Comune nel quale rivestiva la predetta carica di Presidente di Consiglio:

Andranno a processo il presidente del Consiglio Comunale Maurizio Grassano e il suo ex datore di lavoro Sergio Cavanna che devono rispondere di falso al fine di truffa ai danni del Comune. Per la Procura le prove sono evidenti. Fino al ’97 Grassano guadagnava non più di 41milioni di lire all’anno, ma dal ’98 quando ha chiesto e ottenuto il primo rimborso dal Comune le sue entrate sono progressivamente aumentate fino a guadagnare 20mila euro al mese. Secondo il Pm figurava che Grassano guadagnava il triplo del suo datore. Prima udienza l’8 febbraio (RADIO GOLD – Cronaca – Grassano a processo l’8 febbraio).

I guai veri, per Grassano, comiciarono una mattina di Settembre dello scorso anno, quando la Guardia di Finanza si presentò al suo ufficio per interrogarlo e per disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari poiché sussitevano i pericoli di fuga e inquinamento delle prove. Nonostante il provvedimento di arresto, Grassano non si dimise dalla carica di Presidente. Decise di lasciare immediatamente il partito della Lega Nord. Poi cominciò un furibondo braccio di ferro fra di lui, l’opposizione e lo stesso Sindaco. Motivazione? “Maurizio Grassano […] ha detto di aver pensato molto alla sua vicenda e al fatto di essere in “buona compagnia” con sindaci, consiglieri e parlamentari di ogni schieramento politico inquisiti”; “mi dimetto se lo faranno tutti loro”; addirittura si presentò in conferenza stampa con “un plico di carte, il regolamento e lo Statuto del Comune di Alessandria […] per far valere i propri diritti di uomo” (RADIO GOLD – Politica – Grassano contro tutti). Il Sindaco e la giunta studiarono addirittura una modifica dello Statuto Comunale che “contemplasse un mandato ridotto a metà per il presidente del consiglio comunale, con la possibilità di essere eventualmente rieletto”, ma Grassano rifiutò la modifica ad personam con sdegno, “se questa norma è stata fatta per me” ha affermato Grassano “tolgo il disturbo per rispetto nei confronti del consiglio […] mi dimetto se la giunta e i consiglieri comunali ritirano questa delibera che minaccia la democraticità del consiglio stesso e l’imparzialità che dovrebbe avere il presidente” (RADIO GOLD – Politica- Grassano si dimette).
E così si dimise, lasciando di stucco tutta l’assemblea. Quest’uomo avrebbe rubato al Comune denari per 760.000 euro in forma di rimborsi, soldi che poi transitavano nella società di cui era amministratore delegato e quindi nelle sue tasche. Soldi sottratti a una città le cui istituzioni ora fanno fatica a mantenere l’insieme delle società municipalizzate che gestiscono i servizi, dalla raccolta dei rifiuti alle case di riposo per anziani, per le quali si pensa alla privatizzazione. E lui parla di imparzialità e democraticità. Un ottimo curriculum, a ben pensarci, per far parte del prestigioso club di Montecitorio.