
Il caso scoppia (è proprio il caso di dirlo) durante il programma di Lucia Annunziata, In 1/2 h. Presenti il ministro della Difesa, La Russa e Piero Fassino (PD). La Russa pare colto da dubbi etici, è giusto o non è giusto negare ai militari italiani in Afghanistan l’uso dei bombardieri? Così il ministro:
In Afghanistan tutti i contingenti internazionali presenti hanno i bombardieri con l’armamento previsto, cioè le bombe. L’Italia no, per mia decisione. Ora, di fronte a quello che sta accadendo, non me la sento più di prendere questa decisione da solo e chiedo alle Camere di decidere (fonte L’Unità).
Il dibattito, anziché orientarsi sulla discussione circa il chiaro malcontento dei militari italiani – “cosa ci stiamo a fare qui”, ha scritto il militare ferito – è incentrato sul solito rimpallo maggioranza-opposizione. Ma Fassino cade nel medesimo errore di sempre, errore che dovrebbe consigliargli una diversa occupazione, piuttosto che questa dannosa perseveranza. Il responsabile Esteri del PD sembra appoggiare La Russa:
È giusto che il Parlamento valuti se l’attuale livello di sicurezza dei nostri soldati in Afghanistan è adeguato o meno (L’Unità, cit.).
Immediata la semplificazione: il PD apre sulle bombe.
Repubblica – Bombe sugli aerei: il PD discutiamone
L’Unità – Fassino: è giusto che il Parlamento valuti la cosa
Corriere della Sera – Disponibilità del Pd: «Pronti a confrontarci, ma vanno esclusi provvedimenti propagandistici»
La Stampa -Fassino: “Sì a dibattito serio in Parlamento”
Possibile che Fassino non abbia pensato prima di parlare? La Guerra in Afghanistan è così incomprensibile per l’opinione pubblica. Si avverte solo che in Afghanistan si muore perché là c’è la guerra. E noi che ci stiamo a fare, che la guerra dovremmo ripudiarla? In Afghanistan non si può parlare più di missione di pace. Basta con questa ipocrisia. Per La Russa non si può nemmeno parlare di ritiro anticipato, poiché si tratterebbe di sciacallaggio politico. Fassino si guarda bene dall’assumere su di sé l’onta dello sciacallaggio, così offre la guancia a La Russa. Ma è davvero così irresponsabile chiedere al governo di rivedere la nostra posizione in Afghanistan? Lo ha detto, con parole non tanto dissimili, ieri Bersani:
Fassino forse durante la diretta si è accorto di aver commesso una grave leggerezza. E cerca invano di correggersi, addirittura ammettendo la sua insipienza in fatto di “cose” belliche:
non essendo in grado di fare una valutazione tecnica non essendo un militare o un esperto di cose militari, mi propongo assieme al mio gruppo parlamentare di fare tutte le valutazioni di merito. Sulla base di queste valutazioni assumeremo in Parlamento al decisione che riterremo più giusta (L’Unità, cit.).
E allora ci è voluto Bersani, intervistato da Fazio per Che Tempo Che Fa, a correggere la mira sbilenca di Fassino. Il rilancio di agenzia è di soli tre minuti fa:
AFGHANISTAN: BERSANI, INVECE CHE BOMBE CHIARIAMO NOSTRO RUOLO
Vorrei che l’Italia invece di decidere su una bomba cercasse di capire meglio la questione e cercasse di decidere l’anno prossimo cosa succede […] I punti fondamentali secondo Bersani sono quattro:
- “Quanta credibilita’ ha il ritiro annunciato a meta’ del 2011”
- “Cosa succede in Pakistan anche in vista della stabilizzazione dell’Afghanistan”
- “Come si coinvolgono i Paesi che in questo momento se ne lavano le mani come la Russia e la Cina”
- “Quali sarebbe i compiti degli italiani in una nuova fase di transizione” (AgiNews).
Pur ribadendo che “non si può fuggire dall’Afghanistan”, la posizione espressa dal segretario pare più ragionevole e articolata, più prudente e scettica nei confronti del governo di quella manifestata in maniera scellerata da Fassino, oggi pomeriggio. Il distinguo con le posizioni di Vendola (ritiro subito) rimane, ma con una migliore esposizione comunicativa che invece è mancata a Fassino. Possibile che il PD non riesca a parlare con una sola voce?
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