Mentre Marino è in Lombardia – sarà alle 18.30 alla festa Democratica a Milano – raccogliamo in questo post i pareri di Marino e di Ileana Argentin sul nucleare, di Enrico Fusco, candidato in Puglia per la mozione terza, sulle civil partnership, di Casadei e Gozi sulla crisi economica.
Nucleare: l’art. 25 della cosiddetta Legge Sviluppo stabilisce che entro sei mesi devono essere definiti i criteri di scelta dei luoghi che ospiteranno le centrali nucleari. Scajola ha dichiarato che questi criteri saranno stabiliti entro il prossimo mese di Febbraio. Secondo il ministro, “Laddove esite una centrale nucleare, dove in tutto il mondo e’ successo c’e’ lo sviluppo dell’economia, c’e’ la crescita dei cervelli dei nostri giovani, c’e’ la crescita delle professionalita’: mai andare contro il progresso”.
Ecco la sua ideologia: mai andare contro il progresso. Il progresso prevale sulle persone, sui cittadini, sulla salute dei cittadini. Per il progresso siamo disposti ad accettare di vivere meno a lungo, di morire di tumore, di essere sottoposti alle chemiterapie. Per il progresso, questo e altro.
Ileana Argentin, candidata alla segretaria regionale del Lazio per la Mozione Marino, ha affermato oggi che ”Pian de Gangani, nel comune di Montalto di Castro, è una delle località indicate nello studio commissionato dal Governo per individuare i siti delle quattro centrali nucleari di terza generazione”. Ileana ha poi chiesto al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo “di convocare immediatamente un consiglio regionale straordinario per organizzare un ferma opposizione a questa ipotesi. Credo che la stessa cosa debba farla il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli, in difesa del proprio territorio e della salute dei cittadini”. Infatti, Montalto di Castro sarebbe inserita in un elenco di dieci possibili siti, attualmente all’esame del Governo. La scelta di Pian de Gangani si baserebbe su tre caratteristiche principali, che già negli anni Settata avevano portato alla costruzione di una centrale nucleare, bloccata con il referendum del 1987, quanto l’avanzamento dei lavori aveva superato l’80%. Gli altri siti indicati nello studio evocato da Argentin sono: Monfalcone (Gorizia), Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento), Oristano, Chioggia (Venezia), Caorso (Piacenza), Trino Vercellese (Vercelli), Termini Imerese (Palermo), Termoli (Campobasso).
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Questo PD, che si regge sull’arbitrio di pochi, dove è lecito tutto e suo contrario
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Enrico Fusco. Avvocato barese e omosessuale. Candidato alla Segreteria regionale del PD in Puglia. E’ stato radicale, e “radicale” dice di sentirsi ancora
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Sono laico e libertario, antiproibizionista e non violento
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Ho amato, per usare le parole che Pasolini non poté pronunciare, la passione dei Radicali, il loro coraggio laico, il loro essere eroici e sognatori. Poi l’amore è finito, resta il Dna.
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Lo statuto del PD, invece, è assai rigido sulla questione della doppia tessera. La vieta tassativamente. Un partito, come ogni associazione privata, è libero di vietare “appartenenze multiple”, sia chiaro; eppure io non riesco a non vedere l’errore politico nella preclusione di quella polifonia culturale che è il sale di un partito progressista
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Il PD deve diventare quel partito inclusivo, che è delineato nella sua carta dei valori. Al momento ci sono troppe finte regole.
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è grave che non si discuta e non si decida. Il “maanchismo” è la tomba della democrazia e sta diventando la tomba del PD. Gli elettori si allontanano perché il PD non è carne e neppure pesce, un matrimonio tra consanguinei che ha generato un mostro
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Il PD, in questo momento, si regge sull’arbitrio di pochi, dove è lecito tutto ed il contrario di tutto. Qualcuno ricorderà la deputata inciliciata e le sue uscite illiberali sulla patologia di cui sarebbero affetti gli omosessuali: la stessa deputata sarebbe stata espulsa perfino dal club di Topolino, mentre è rimasta nel PD
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Quando sono entrato nel Partito Democratico, ho giurato a me stesso che vi avrei portato il mio DNA laico e libertario, nel tentativo di lavorare dall’interno per fare del Partito Democratico il partito che aspettiamo da due anni, dalla sua costituzione.
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Un partito in cui si sia capaci di discutere e di decidere e, una volta deciso, di passare all’azione senza continui distinguo, paletti e veti incrociati. Un partito esemplare che pratichi le cose che dice, che si assuma la responsabilità di quello che propone, che sia riformista prima di tutto di se stesso, che lavori ad una idea di società.
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La mozione congressuale scritta da Ignazio Marino mi calza a pennello, come un abito cucito su misura, e ho accettato la candidatura alla segreteria regionale della Puglia del PD per tenere fede all’impegno che avevo preso con me stesso.
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Quanto alla signora Binetti, conosco bravi specialisti che potrebbero aiutarla a curare la gravissima malattia dalla quale è affetta: l’omofobia.
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Il Di.Co. è stato un aborto giuridico. Franceschini e Bersani sul tema non vanno oltre un generico “occorre risolvere il problema”, senza dire come
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Marino ha avuto il coraggio di proporre la soluzione della Civil Partnership, strumento giuridico inventato in Germania per superare l’ostracismo verso il matrimonio omosessuale
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Io sono per la parità assoluta dei diritti tra coppie gay e non gay: vorrei il matrimonio, e le ordinanze delle Corti di Appello di Venezia e Trento vanno evidentemente in questo senso.
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Tuttavia, mi rendo conto che – al momento- troppo forte è l’opposizione della quarta camera, la CEI
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mi dico che la partnership va bene per risolvere il problema nell’immediato. Ma occorre avviare una discussione seria sul punto per arrivare al matrimonio ed alle adozioni da parte dei gay. È un problema di uguaglianza sostanziale tra gli esseri umani
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Regionali, Casadei (Pd): “No ad alleanze con il partito di Cuffaro”
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No alle alleanze con l’Udc. A dirlo è il candidato segretario regionale del Partito democratico per la Mozione Marino, Thomas Casadei: “Non dimentichiamoci che Tabacci non e’ il segretario dell’Udc e che l’Udc e’ anche il partito di Cuffaro”.
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Casadei da’ comunque un buon giudizio “sui mandati” di Vasco Errani, anche se chiede di “tenere separato il congresso” dalla questione ricandidatura o meno
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“Fanno male quei leader nazionali che vengono qui a dire di ricandidarlo – dice Casadei -. Il congresso non deve essere discusso sugli organigrammi e le questioni interne”. “Errani comunque ha fatto molto bene”, rafforza il concetto Sandro Gozi, deputato e coordinatore nazionale della mozione. La questione delle alleanze comunque, per i sostenitori del chirurgo, va rovesciata.
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“Cioe’ non discussa nelle segrete stanze ma valutata dopo il congresso, nel quale il Pd deve definire- spiega Casadei- una volta per tutte il suo profilo programmatico e identitario”
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“No al nucleare, si’ alla scuola pubblica e si’ ai diritti civili”.
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Gozi e’ piu’ sfumato sulle possibili convergenze nazionali (“Ho registrato con piacere che l’Udc condivide ora la nostra analisi sull’emergenza democratica nel paese”), ma ammette scetticismo sulle prospettive immediate di un’eventuale alleanza coi centristi. “Non vorrei che l’apertura a Casini lo aiutasse a negoziare a destra invece che col centrosinistra”
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il punto di partenza per i sostenitori di Marino e Casadei deve essere una visione “radicalmente rinnovata” del modello emiliano nella cui nostalgia sembrano invece “indugiare” le altre due mozioni.
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Il primo punto da riformare e’ il piano anti crisi della giunta Errani, che prima dell’estate ha lanciato un fondo di 500 milioni a sostegno degli ammortizzatori sociali nelle aziende in crisi. Molto bene per Gozi, che sottolinea pero’ che “in Regione ci sono 112.000 atipici in scadenza di contratto a fine anno. Per questi- sottolinea il deputato cesenate eletto in Umbria- servirebbe un piano straordinario, un sussidio regionale di sostegno”
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i tempi della giustizia civile andrebbero dimezzati, se e’ vero, stimano i “sottomarini” che il tempo minimo di conclusione di una causa e’ di 10 anni
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in tema economico Gozi, Casadei e il responsabile del programma regionale, Luca Foresti, propongono un fondo straordinario di garanzia per imprese in crisi, “a cui le banche attingerebbero in caso di difficolta’ di rientro dall’investimento”
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“II conflitti di interesse vanno eliminati, senno’ succede come a Bologna che Hera, che da’ un dividendo di 12 milioni al Comune esercita di fatto una tassazione occulta”. E succede poi che non ci sia l’interesse a spingere sulla “raccolta differenziata porta a porta perche’ magari ritenuta non remunerativa”
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