Il comunicato stampa del sindaco di Casale Monferrato, Giorgio Demezzi, spiega perché il Comune ha scelto di accettare quei 18 sporchi milioni di euro da Stephan Schmidheiny, insieme al barone svizzero Louis de Cartier de Marchienne, il titolare della fabbrica Eternit che ha appestato il nostro territorio, le nostre case, con la fibra killer dell’amianto.
«Il documento di indirizzo discusso ieri sera in Consiglio Comunale fa riferimento a cinque punti chiave alla base del voto favorevole espresso dall’Amministrazione di Casale, e ritenuti imprescindibili per l’effettiva chiusura della trattativa. Innanzi tutto, questa decisione non influenza in alcun modo il giudizio processuale e la condanna degli imputati. Il corso della giustizia proseguirà comunque senza modifiche nel capo di imputazione. Il Comune rimane poi parte civile nei confronti dell’altro imputato, il belga Jean Louis De Cartier, e al fianco delle famiglie delle vittime dell’amianto nella loro lotta per ottenere giustizia».
«Ottenere subito il risarcimento economico dovuto evita di dover attendere la chiusura del processo e i diversi gradi di giudizio, e mette al riparo da future difficoltà di riscossione dovute alla nazionalità degli imputati, che non risiedono in Italia».
«Per quanto riguarda l’uso dei fondi ricevuti, una parte importante sarà destinata ad aiutare la ricerca sul mesotelioma, in modo da dare qualche speranza in più agli ammalati e a coloro che dovessero ancora essere colpiti da questa grave forma tumorale. Inoltre, durante la seduta di ieri sera, è stato approvato un emendamento affinché si crei una commissione non politica che vigili sulla gestione e l’utilizzo dei fondi».
«Infine è arrivato il momento per la città di pensare a un futuro diverso e di puntare a una ripresa economica e sociale capace di offrire una speranza ai nostri figli, dando nuovo stimolo a quegli investimenti che finora sono stati frenati dall’etichetta di “città dell’amianto” che accompagna il nome di Casale».
«Sarebbe stato molto più semplice dire “no” ma è nostro dovere governare questa città. E questo vuol dire anche saper prendere decisioni difficili e controcorrente, ma che hanno sempre e comunque come obiettivo primario il beneficio per l’intera comunità. Dire no alla proposta non porterebbe alcun vantaggio dal punto di vista dei tempi e delle modalità della giustizia nei confronti degli imputati, non offrirebbe garanzie né certezze sui tempi, sull’entità e sulla possibilità concreta di ottenimento di un futuro risarcimento, infine non avremmo a disposizione le risorse utili al risanamento ambientale definitivo del nostro territorio, alla ricerca contro il mesotelioma e al rilancio economico e sociale di Casale».
«Ed è proprio pensando all’interesse della città per quello che è stato e per quello che dovrà essere, che questa Amministrazione ha deciso di accettare questa offerta. Siamo i primi a esigere giustizia per le vittime e a non voler dimenticare il dramma che la nostra città vive ormai da troppi anni, ma vogliamo anche che Casale possa guardare a un futuro diverso».