Fukushima verso l’inesorabile fusione del nocciolo nucleare

Per Il Giornale l’incidente nucleare di Fukushima sarebbe poca cosa rispetto alla catastrofe generale. Si sbagliano. Poiché ci sono tutti i segni di una imminente fusione:

  1. la presenza di Cesio nell’atmosfera circostante: il cesio è “un prodotto della reazione nucleare e non è solitamente presente nel vapore o nel circuito di raffreddamento, dove sono invece presenti altri isotopi a breve vita. La sua presenza indica che, con tutta probabilità LE BARRE DI COMBUSTIBILE NUCLEARE SONO STATE O SONO ESPOSTE ALL’ARIA“;
  2. l’esplosione è dovuta allo sviluppo di idrogeno, ma “l’idrogeno si forma quando il vapore surriscaldato a temperature vicine o oltre i mille gradi si dissocia. Se le cose stanno cosi il nocciolo del reattore ha già raggiunto queste elevatissime temperature e quindi, con ogni ragionevolezza, l’esplosione ha danneggiato anche la struttura di contenimento vera e propria, se non l’ha direttamente coinvolta. A temperature cosi elevate anche l’acciao ed il cemento armato piu robusti diventano assai poco resistenti”;
  3. l’impiego di acqua marina è l’estrema ratio: “e’ una misura assolutamente disperata che si fa quando è chiaro che la reazione non è più frenata dalle barre di controllo, cosa dle resto provata dall’esplosione stessa” (per l’analisi tecnica rimando al dettagliato post di Pietro Cambi su Crisis? What Crisis?).

Quel che qui preme di sottolineare è la risposta dei media italiani alla catastrofe nucleare imminente:

L’intervista al fisico Tullio Regge – scusate il fin troppo facile gioco di parole – non regge: il fisico afferma che le radiazioni se l’è portate via il vento, e ciò dovrebbe rassicurarci? Significa che sono sulla testa di qualcun altro. E poi conclude: “Ricordiamoci sempre che uccide di più il fumo di sigaretta che un incidente del genere. Temo una nuova esplosione di rabbia antinucleare, ma quello che serve, ora, sono analisi adeguate di quante radiazioni siano state assorbite e dove siano andate a finire”. E prosegue ricordando che Chernobyl fu una bomba, che le nuove centrali sono state costruite secondo criteri di sicurezza che l’impianto ucraino nemmeno lontanamente immaginava. Peccato che l’impianto di Fukushima sia non di nuova generazione e che la presenza di cesio nell’aria sia il segnale inequivocabile che il combustibile nucelare sia fuoriuscito dalla gabbia e che la gabbia non sia intatta così come dice il governo giapponese.

In un altro articolo sempre de Il Giornale la stoccata politica:

Specula la sinistra ma l’ordine perentorio da destra è: no allarmismi. Fate vedere che il nucleare è un simbolo di sicurezza. E tutto il resto no.