Lega Ladrona, il terribile ritratto dell’ex partito del Nord, fra razzismo e lottizzazioni

Massimo Donadi, capogruppo di Italia dei Valori alla Camera, ha realizzato un dossier sul partito della Lega Nord e tutte le sue contraddizioni, gli inganni, l’inutile propaganda anti-straniero, il sostegno pieno al regime del berlusconismo dal quale ha drenato poltrone e potere. Un’analisi completa e insieme sintetica, estremamente utile per comprendere l’impronta lasciata negli ultimi quindici anni dal partito di Bossi. Dalla fallimentare legge sul federalismo ai provvedimenti presi dagli amministratori locali contro gli immigrati e gli stranieri, che Donadi condensa in un elenco che lascia esterrefatti. Eccolo, in anteprima, come breve epitaffio al partito che doveva combattere Roma Ladrona ed ha finito per scrivere leggine inutili e a difendere gli interessi di B.

(Grazie a Thomas Casadei per la segnalazione).

Lega Nord, il dossier di Massimo Donadi (leggi tutto)

Immigrati: fermare l’invasione! Atti degli amministratori locali leghisti contro gli immigrati:
Adro (Bs): premio di 500 euro ai vigili urbani per ogni clandestino individuato.
Alassio (Sv): divieto di trasporto di mercanzia in borsoni e sacchi di plastica e di utilizzo di furgoni come deposito merce.
Alessandria: la moschea viene chiusa perché i locali sono giudicati inidonei e privi del certificato di agibilità.
Alzano Lombardo (Bg): incentivi economici alle nuove coppie ma solo se italiane.
Assisi (Pg): divieto di mendicare nei luoghi pubblici situati a meno di 500 metri da chiese ed edifici pubblici. L’ordinanza anti elemosina vige in diverse altre città, da Cesena a Savona, da Firenze a Roma.
Azzano Decimo (Pn): divieto di burqa. Proposta di censimento dei residenti di fede islamica.
Brignano Gera d’Adda (Bg):  aiuti economici solo per i disoccupati italiani.
Cantù (Co): un numero verde per segnalare la presenza di clandestini.
Capriate San Gervasio (Bg): divieto di aprire kebaberie e call center in centro.
Caravaggio (Bg): nozze agli stranieri solo se in possesso di un permesso di soggiorno e in grado di capire l’italiano.
Casalpusterlengo (Lo): il centro islamico viene chiuso per presunti abusi edilizi.
Ceriano Laghetto (Mb): vietati kebab, phone center e servizi di trasferimento di denaro (ma non è contro gli stranieri, no).
Cernobbio (Co): ispezione dei vigili urbani nelle case dei futuri sposi per accertare la pulizia di muri e pavimenti, e il perfetto funzionamento di docce, bagni e caldaie.
Cittadella (Pd): residenza solo a chi ha un reddito di almeno 5000 euro all’anno e una casa  con un minimo di metri quadri (Moratti a Milano si dice interessata). 18 anni di residenza per ottenere una casa popolare. Schedatura di tutti gli stranieri.
Coccaglio (Bs): controlli anti immigrati in occasione del Natale: è la famosa operazione “White Christmas” (Bianco Natale).
Como: la ‘moschea’ viene chiusa per “irregolarità edilizie”.
Crespano del Grappa (Tv): cittadinanza solo a chi conosce l’italiano.
Drezzo (Co): vietato il burqa in pubblico.
Fermignano (PU): vietato il burqa in pubblico.
Firenze: vietato trasportare merci in borsoni sacchetti di plastica e simili.
Gallarate (Va): dura opposizione del Comune al centro islamico.
Gerenzano (Va): i cittadini sono invitati a non vendere o affittare casa agli stranieri.
Lecco: panchine più piccole per impedire ai barboni di dormire, divieto di sistemare giacigli nei luoghi pubblici e di chiedere l’ elemosina in piazze e parcheggi.
Lodi: per impedire la costruzione di una moschea la Lega Nord versa sul terreno urina di maiale (poi, la stessa cosa, a Padova).
Lucca: vietati ristoranti etnici nel centro storico.
Magenta (Mi):  la moschea viene chiusa perché giudicata abusiva.
Milano:  (proposta) autisti di autobus e tram solo italiani; (proposta) vagoni della metropolitana riservati ai milanesi.
Milano:  autobus con le grate alle finestre vengono usati per rinchiudere gli extracomunitari che nei controlli sono trovati sprovvisti di documenti in regola. L’uso di questi “autobus galera” verrà abbandonato dal Comune dopo qualche mese anche a seguito di polemiche.
Monfalcone (Ts):  divieto di sputo, «comportamento comune tra i bengalesi».
Morazzone e Tradate (Va): un assegno per i neonati esclusi quelli extracomunitari.
Ospitaletto (Bs): per diventare residente è necessario presentare la fedina penale.
Piacenza: La moschea viene chiusa per violazioni di norme edili e urbanistiche.
Prato: Vietati ristoranti etnici nel centro storico.
Romano d’Ezzelino (Vi): i bambini extracomunitari sono esclusi dai bonus scuola (vedi anche Brescia).
Rovato (Brescia): divieto per i non cristiani di avvicinarsi a meno di 15 metri dalle chiese.
San Martino dall’Argine (Mn): il comune invita a denunciare la presenza di immigrati clandestini.
Sanremo (Im): vietato sedersi sulle panchine comunali per chi ha un’età compresa tra 12 e 60 anni.
Teolo (Pd): cittadinanza solo a chi conosce l’italiano.
Tombolo (Pd): espulsione degli stranieri dopo 90 giorni di permesso.
Treviso: divieto ai negozi cinesi di esporre lanterne rosse. La provincia nega qualsiasi autorizzazione alla costruzione di moschee.
Varallo Sesia (Vc): vietati burqa e burqini.
Varese: la moschea viene chiusa per cambio di destinazione d’uso non autorizzato.
Venezia: vietato trasportare merce in borsoni sacchetti di plastica e simili.
Verona: (proposta) ingressi separati sugli autobus. Vietato chiedere l’elemosina. Controllo sulla pericolosità sociale per chi chiede la cittadinanza.
Vicenza: vietato sedersi sulle panchine per i minori di 70 anni.
Voghera (Pv): vietato sedersi in più di tre persone sulle panchine.

Giorgio Bocca, “hanno perso la testa”

Un articolo del 1992, quando Giorgio Bocca definì per sempre la miserrima classe dirigente leghista. Un pezzo esemplare e lungimirante. Per superare l’inutile polemica del Giorgio Bocca “omofobo e razzista”.

HANNO PERSO LA TESTA

09 ottobre 1992 —   pagina 1

LA LEGA avanza, dicono a Milano, “come il coltello nello stracchino”. Basta lasci fare agli altri che fanno a gara per aiutarla. Questo Nicola Mancino, ministro degli Interni, che nella crisi dirompente della partitocrazia, nella fine pietosa delle sue arroganze, cerca di togliere ai cittadini di Varese e di Monza il diritto di votare. Questo Giuseppe Gargani, noto per le partite a tresette con De Mita, che propone di mandare in galera i giornalisti che danno notizie su Tangentopoli, proprio lui nato e cresciuto alla politica nel bel mezzo della colossale dissipazione e corruzione del terremoto e della illegalità legalizzata di cui a quanto pare non si è mai accorto, pur essendo presidente della commissione giustizia della Camera. Questi cinquanta deputati che scrivono al ministro della Giustizia, Martelli, perché freni i giudici che si occupano della corruzione e se scorri i loro nomi scopri che metà sono in attesa o in timore di una comparizione giudiziaria e l’ altra metà sono stati eletti con i voti della Camorra o della Mafia. QUESTI leader dei partiti sordi a ogni richiamo della ragione, impudentemente testardi: il Bettino Craxi che vuole rifondare e moralizzare il Psi come se non fosse notoriamente il signore di piazza del Duomo 19, degli uffici dove quelli del suo stato maggiore ritiravano le tangenti e questo De Michelis che Craxi ha voluto, con violenza provocatrice, vice segretario del partito, che a parte le faccende giudiziarie risulta persona irresponsabile – cretino no, perché cretino non è – al punto di aver dichiarato alla stampa sul finire del 1990 a bancarotta finanziaria incombente “ci stanno davanti quindici e forse venti anni di una espansione economica e di un benessere senza precedenti”. In nobile gara con gli Andreotti e i Cirino Pomicino che continuavano a falsificare i bilanci dello Stato pur di rimanere al potere. Questo Francesco Cossiga che, forse per solidarietà massonica, rende pubbliche lodi al giudice Carnevale, ne parla come di un perseguitato, ignorando che con le sue trecento o quattrocento sentenze cassate ha reso praticamente impossibile per più di un decennio la persecuzione giudiziaria dei mafiosi. E Cossiga era il Presidente della Repubblica, colui che avrebbe dovuto proteggere i diritti degli italiani deboli, degli italiani umili taglieggiati, minacciati, uccisi dai mafiosi che Carnevale mandava liberi per i più ridicoli, anzi irridenti difetti di forma. Questi ministri della Giustizia e degli Interni che solo ora mettono taglie sui grandi latitanti e fanno fare retate a Gela, ma prima hanno affossato il pool antimafia e non si sono accorti che a Gela il prefetto era il boss Joccolano. E anche questi sindacati, questo Pds, che continuano a anteporre i loro interessi organizzativi, consociativi o politici a quello ormai dominante della nazione in pericolo. Ma purtroppo, o per fortuna, la Lega non si accontenta di stare sulla riva del fiume in attesa che passi il cadavere della partitocrazia. La Lega si è messa a sentenziare, a proporre, a sproloquiare, a fare la terrorista come se fosse un gioco eccitante, non solo per bocca del suo grande comunicatore Umberto Bossi o del suo mattocchio intellettuale Gianfranco Miglio, ma anche con i suoi quadri medi e inferiori che si avvicendano alle tribune messe a loro disposizione da una informazione attenta al nuovo per gridare “ci siamo anche noi”. La signorina Pivetti che si toglie il gusto di trattare da complice dei partiti e dei ladri il cardinale di Milano Martini; il capogruppo alla Camera Marco Formentini, che come se fosse una innocua boutade propone di far crollare sul paese la montagna del debito pubblico; lo Speroni e gli altri che al seguito di Bossi e di Miglio parlano nel vago di una riforma federalista ma nel concreto secessionista, come se rovesciare l’ orologio della storia italiana, tornare indietro di duecento anni ai primi moti unitari, fosse una bella festa paesana da andarci vestiti da Alberto da Giussano con spadoni e elmi di cartapesta, come al carnevale di Ivrea. L’ impressione è che i dirigenti della Lega si siano lasciati plagiare e quasi drogare da questo “coltello che affonda nello stracchino”, da questo successo facile e travolgente. Che si siano veramente convinti che i milioni di padani che gli danno il voto glielo danno veramente per le quattro scemenze localistiche e federalistiche con cui cercano di supplire un programma che non c’ è? Che non abbiano capito che gran parte di questo voto gli è dato da chi pensa alla Lega come l’ ariete, come il grimaldello che può rompere il pack dei partiti? Si prova persino imbarazzo nel ricordare ai dirigenti della Lega quelle che sono acquisizioni ormai sedimentate, consolidate nella coscienza della nazione. E non dico i legami economici, finanziari, strutturali dello Stato unitario, non dico i cataclismi e i pandemoni che affronterebbe chiunque si provasse a rompere quel po’ di stato di diritto, quel po’ di stato europeo che siamo riusciti a mettere assieme in centotrentadue anni. Non dico neppure le osservazioni più ovvie in materia economica, come chiedere ai Bossi e ai Formentini di spiegarci come verrebbe ripartita in una divisione dell’ Italia la montagna del debito pubblico. Al nord per quanto spetta agli acquirenti di Bot e Cct? L’ ottantuno per cento, come è stato calcolato, del prodotto lordo della Padania? E l’ economia padana, secondo Bossi, sopravvivrebbe sotto una simile valanga? Ma non sono ripeto questi argomenti economici, questi discorsi a non finire sul do ut des fra l’ Italia ricca e la povera, che pure c’ è e che una cultura meridionalistica onirica e piagnona sbaglia a rifiutare a contestare, gli argomenti decisivi; ma qualcosa di molto più importante, di molto più conficcato nella coscienza della nazione. Che non c’ è, non ci sarebbe delitto peggiore che abbandonare milioni di meridionali onesti, di concittadini onesti a un destino libanese; che lasciare inermi di fronte alla nomenklatura armata e ricca della malavita organizzata e del ceto politico corrotto i milioni di siciliani, di calabresi, di campani, di pugliesi che chiedono di vivere in un paese civile e ordinato. Sarebbe la morte, con vergogna, della società civile del settentrione. – di GIORGIO BOCCA

L’assassino di Samb Modou e Diop Mor leggeva Tolkien

(c) fabrizio porfidia 2006

Non puoi andare in mezzo a un mercato e uccidere due vu’ cumprà, così scrivono i giornali, senza essere un pazzo squilibrato. Lo si vede dai gesti, dal fatto che sei uno solitario, e soprattutto dal fatto che leggi. Se leggi devi esser per forza matto, o perlomeno strano. Soprattutto se leggi Tolkien.

Gianluca Casseri, il killer di Firenze, era “perso in un mondo tutto suo, fatto di miti celtici, di teorie della supremazia della razza e di paccottiglia ideologica legata ai romanzi dello scrittore John Ronald Reuen Tolkien” (Asca News).

Poco importa che sei razzista, che sei pervaso dall’odio per i neri, che sei profondamente fascista e predichi la purezza della razza.

Il killer razzista non è uno di noi, è un solitario, è estraneo alla società, infatti “è appena arrivato in citta”: “Gianluca Casseri, 50 anni, è un tipo solitario e ombroso. Abita a Firenze da poco tempo, ha passato il resto della sua vita in un paesino in provincia di Pistoia, a Cireglio sull’appennino” (La Repubblica).

Poi per giunta, lui, l’estraneo, il killer, viene dalla ‘provincia’, da un paese di montagna, e questo ci tranquillizza, lassù in montagna sono tutti introversi e strani, hanno sempre quel grugno che non capisci, comunque non è gente normale, non è gente normale come quella di città. Ecco, per giunta, oltre ad essere ombroso e solitario, il killer è un anonimo ragioniere, questa ‘poco eroica’, sì avete letto bene, “poco eroica professione di ragioniere” (Asca News, cit.).

In rete, si trovano alcune delle ”opere” del killer, saggi esoterici e neopagani dove rivaluta i ”Protocolli dei Savi di Sion”, famoso libro antisemita degli inizi del secolo, e le presunte origini celtiche e precristiane della vecchia Europa (ibidem).

In rete si trova di tutto, si direbbe. In rete si rivalutano anche i Protocolli dei Savi di Sion, testi apertamente falsi ma sempre utili alle tastiere dei revisionisti storici da strapazzo.

Quel che voglio dire è che tutte queste biografie estemporanee non spiegano il gesto, né contribuiscono a tranquillizzare e a sollevare dalle colpe gli altri cittadini. Samb Modou e Diop Mor sono morti per la mano di questo cinquantenne razzista, che ha ritenuto la vita di due ambulanti ‘neri’ talmente miserrima e indegna da essere terminata su un marciapiede. Casseri non è uno di noi, dicono con una certa fretta quelli di Casa Pound, quando invece i giornali indicavano alcune simpatie o sporadiche frequentazioni fra il Casseri e l’organizzazione giovanile neofascista. Nessuno direbbe oggi che Casseri è uno di noi. Tutti rifiutano l’orrore di cui è stato capace quest’uomo. Qualcuno, qualche fanatico e qualche trollista, certo, lo starà esaltando su qualche pagina facebook. Una inutile pagina facebook. Ma l’idea che i giornali e le tv respingano Casseri e lo mettano ai margini della società, perché la società non è in grado di essere razzista nella sua dimensione normale, è una idea molto facile da veicolare, direi quasi istintiva, legata alla naturale repulsione per l’orrido che c’è in noi.

Perché noi non siamo capaci di far del male, e il male è sempre qualcosa che viene da fuori: è sempre colpa degli stranieri, dei Rom, e quando sono gli stranieri ad essere uccisi, allora l’assassino, l’uomo nero, viene dalla provincia. E’ solo, frustrato e legge libri. Il ritratto perfetto – e sbrigativo – del mostro.

Su Facebook, prima manifestazione virtuale di massa antirazzista contro il razzismo e la xenofobia.

Il gruppo di Fb No Lega Nord Day ha organizzato per sabato 16 Gennaio una manifestazione mai vista sinora: una protesta virtuale via Facebook per gridare no al razzismo di Rosarno e della Lega Nord. Lo scopo: avere impatto massmediatico. Far parlare dell’evento attraverso la (sciocca) cassa di risonanza dei meidia mainstream (in special modo i media di proprietà del Padrone).

Ma la manifestazione dovrà necessariamente essere disvelatrice di quella grande menzogna che si è voluto far passare attraverso quegli stessi media supini al Padrone, gli stessi media che hanno parlato di violenza dell’immigrazione e di degrado, quando invece a Rosarno il vero degrado è l’istituzione collusa e lo sfruttamento della manodopera fornita a costo pari a zero da migranti disperati in fuga dalla miseria.

Loro, i tessitori di trame logiche perfette da stendere al cospetto degli elettori, per incantenare gli stessi a una identità culturale che non prevede il diverso, queste eminenti personalità della politica italiana dovrebbero invece prendere atto del fallimento sistemico, del fallimento della statualità, e riconoscere in sé medesimi i primi responsabili di questo. A Rosarno lo Stato non c’è, lo Stato a Rosarno arriva come un esercito straniero, come una forza di interposizione, per un’azione di peace restoring. A Rosarno lo Stato è potente come lo è l’ONU sul teatro delle relazioni internazionali. Perlomeno, dovrebbero questi signori Ministri prendere coraggio e affrontare l’opinione pubblica e la verità. Invece la miseria che li perseguita, ne ha devastato le parole e le azioni, e ora non possono che ripetere la medesima litania di sempre: “è colpa di chi ci ha preceduto, è colpa dell’altro, è colpa del diverso”.

La miseria delle parole e delle azioni degli uomini politici è speculare alla miseria di un territorio in cui lo Stato ha abdicato per una forma di potere oscuro che trae linfa dalle isitituzioni stesse e che tende, non già a sostituirsi a esse, ma a cooptarle per rendere certa e a proprio favore la decisione.

E, pertanto ai promotori di questa iniziativa, lancio da queste colonne una proposta: che il grido anzirazzista non sia separato dal grido di giustizia e che sia evidenziata e sostenuta in questa occasione sia la protesta contro le leggi ad personam, sia la protesta contro l’illegalità mafiosa, sia il ripudio della politica anti-migranti della Lega e del governo: ma sia altrettanto sostenuta e divulgata la proposta di legge sulla cittadinanza scritta dai deputati Granata (PdL) e Sabelli (PD) con la quale si intendono abbreviare i tempi per l’acquisizione della stessa e rafforzare nel nostro paese il principio dello jus solis. Se ci abbandoniamo al mero contestare, falliremo ogni obiettivo. Sia questa un’occasione per informare e creare consenso sulle giuste battaglie.

Dicono che l’identità stiamo smarrendola, a forza di rinunciare alle nostre radici e di convivere con diversi che ci condannano al meticciato. Anche questa è menzogna. In realtà siamo già cambiati: non perché incomba il meticciato tuttavia, ma perché la nostra identità non è più quella ­ curiosa, accogliente, porosa ­ che fu nostra quando emigravamo in massa e incontravamo violenza. È un ottimo viatico l’ultimo libro di Gian Antonio Stella (Negri Froci Giudei – L’eterna guerra contro l’altro, Rizzoli 2009): si scoprirà che la mutazione già è avvenuta, nel linguaggio della Lega e nella disinvoltura con cui si accettano segregazioni che trasformano l’uomo in non uomo.  L’identità che abbiamo perduto, la recuperiamo solo se non tradiamo quella vera inventandone una falsa. Solo se sblocchiamo le memorie e ricordiamo che le sommosse antimafia dei neri prolungano le rivolte italiane condotte, sempre in Calabria, da uomini come Peppe Valarioti e Giannino Losardo, i dirigenti comunisti uccisi dalle ’ndrine nel 1980. Solo se scopriremo che il nostro problema irrisolto non è l’identità italiana, ma l’identità umana (B. Spinelli – Se questi sono uomini – La Stampa.it)

CONTRO RAZZISMO E XENOFOBIA 24 ORE DI PROTESTA SU FACEBOOK – Partecipa!

Sabato 16 gennaio 2010

Aderenti, sostenitori e simpatizzanti di No Lega Nord Day, abbiamo deciso di indire

LA PRIMA MANIFESTAZIONE VIRTUALE DI MASSA DELLA STORIA CONTRO IL RAZZISMO E LA XENOFOBIA.

Un piccolo sforzo per un grande sogno di giustizia.

Istruzioni per partecipare:

sabato 16 gennaio, per almeno 24 ore, teniamo come STATO la seguente frase

DIVERSO…PERCHE’? STRANIERO…DOVE? ALTRO…QUANDO? Siamo tutti parte del medesimo respiro. Smettiamo di accettare, per ignavia, l’esclusione e l’invenzione di nuove differenze. Non respingere, Accogli!

Anche Gesù è stato un clandestino. NORD DAY Milano 6 marzo 2010 ore 14.oo NO RAZZISMO! NO OMOFOBIA! NO XENOFOBIA!

Poi, durante la giornata ogni volta che vedremo in bacheca qualcuno che ha la stessa scritta clicchiamo su “Mi Piace”.

Quindi inviamo il comunicato riportato sotto a tutti i nostri contatti e chi vuole potrà scrivere un proprio pensiero sulla pagina dell’evento anche indicando citazioni, canzoni, o altro in tema tenendo conto che durante la giornata la pagina sarà al centro dell’attenzione dei media.