Berlusconi? “Si liberi dai cortigiani”, parola di Responsabile

Spulciando le righe del Resoconto Stenografico, verreste a sapere che, sì, proprio uno dei Responsabili, il deputato Vincenzo D’Anna, è riuscito a proferire le seguenti illuminanti frasi:

1) credo che vi sia una sola persona in Italia – e quello che dico è vergin di servo encomio – che possa portare l’Italia fuori dalla crisi: quest’uomo è Silvio Berlusconi, a patto e a condizione che faccia quello che è in grado di fare e quello che ha promesso di fare;

2) lei è con le spalle al muro, come lo è questa nazione e può uscire da questa situazione soltanto riformandola e non facendo i giochini, può uscirne soltanto confermando il bipolarismo con l’indicazione del Premier sulla scheda;

3) I politici di mestiere – non faccio i nomi per decenza – molti dei quali sono anche assenti, ritornando al sistema proporzionale ed alla politica politicante, rielaborerebbero se stessi perché sanno fare solo questo. Lei è un imprenditore, un uomo di estrema intelligenza, si liberi dei cortigiani e faccia quello che noi professionisti le chiediamo: faccia Silvio Berlusconi.

Tradotto: lei faccia quello che ha promesso di fare (e non ha fatto); la smetta con i giochini e si liberi dei cortigiani (alias tutti i competitors dei Responsabili).

Invece Scilipoti sostiene che il suo “modesto pensiero intravede una logica trasversale di vecchi personaggi che sono presenti all’interno di questo Parlamento da trent’anni e che hanno determinato lo scatafascio dell’Italia, che hanno portato il Paese in questa crisi, perché il debito pubblico non nasce oggi, ma nasce da circa quarant’anni”.

Guarda caso, questi personaggi riescono a trovare una linea d’intesa politica per mettersi tutti assieme e per determinare un altro scatafascio, dicendo che l’unico problema di questo Paese si chiama Berlusconi. L’unico problema di questo Paese si chiamano coloro i quali sono presenti all’interno del Parlamento da quarant’anni e cercano di dire che oggi sono il nuovo, ma sono il vecchio e il peggio del vecchio.

Ma si è reso conto di esser fra i ventotto pasticcioni che martedì hanno affossato il Rendiconto 2010? Qualcuno gleilo dica, è urgente. Ne va della sua sanità mentale.

La congiura di Sciaboletta fra ingovernabilità e Aventino

Tutto è fermo. Tutto. E meno male che i mercati hanno accantonato le sclerotiche sedute ferragostane perché altrimenti l’aumento ulteriore dello spread sarebbe bastato a giustificare una rivolta, quanto meno.

Pensate, il trucchetto di ieri, l'”incidente”, il “guasto tecnico” sul rendiconto 2010 ha causato un vero e proprio blocco del governo, nuovamente in sospeso sul filo della sfiducia. Da giorni si attendono decisioni sulla nomina del nuovo governatore della Banca d’Italia, sul decreto sviluppo – ennesimo intervento legislativo in materia economica, doveroso visti i tempi e la crisi che paralizza il paese – mentre alle camere dovevano entrare nella fase finale i dibattiti sul pacchetto di leggi ad personam – intercettazioni e prescrizione breve. Niente, tutto cancellato. Che dire: su intercettazioni e prescrizione, i ventotto pasticcioni – così li ha chiamati Il Giornale – sono stati a dir poco provvidenziali.

Ma se credete che venerdì si possa consumare l’atto finale del berlusconiusmo, rischiate di sbagliarvi, come ci siamo sbagliati più volte in passato, a settembre 2010 con quel patetico dibattito con fiducia che doveva segnare lo smarcamento dei finiani e non lo fece; a dicembre 2010, quel famigerato 14 dicembre, quando Roma esplose in scontri mentre in aula la fuoriuscita dei finiani, questa volta effettiva, fu compensata con l'”acquisto” dei Responsabili.

La congiura di Sciaboletta, al secolo Claudio Scajola, se avverrà, avverrà naturalmente a sua insaputa. Ufficialmente gli sciaboletti dichiarano di esser stati tutti ricondotti alla rigida disciplina di partito: mai voteranno la sfiducia a Berlusconi. Mai.

Alcuni nomi degli sciaboletti:

Ferruccio Saro, senatore friulano amico della famiglia Englaro, noto anche per avere sostenuto il testamento biologico; Ignazio Abrignani, responsabile dell’ ufficio elettorale del partito; Fabio Gava, trevigiano, ex liberale ed ex assessore regionale alla Sanità; Salvatore Cicu, avvocato palermitano (Corriere.it).

A scanso di equivoci, Scajola ha mandato il deputato Paolo Russo danti alle telecamere di Sky Tg24: “Noi non voteremo mai la sfiducia a Berlusconi”.

“Noi crediamo che rispetto alla criticità della situazione internazionale si debba dare una scossa, si debba spingere in una direzione innovativa. Rispetto alla criticità dei nostri conti pubblici sarebbe opportuno mettere in campo un governo fatto dai migliori, allargare la base parlamentare, sollecitare Berlusconi ad essere uno straordinario innovatore” (Sky Tg 24).

Tradotto: discontinuità equivale a crisi di governo e governo dei migliori significa rimpasto con annesso allargamento all’UDC. Ma Casini oggi ha negato qualsiasi appoggio a B. E allora?

Mentre l’opposizione fa Aventino per il discorso di Berlusconi e il relativo dibattito di domani – testimoniando così la propria impotenza e la propria incapacità di prevedere e ascoltare gli umori della maggioranza – Scajola, casa vista Colosseo pagata da altri, prepara la Road Map che metterà Tremonti alla porta e permetterà a B. di sopravvivere nella forma di un governo bis. Un disegno perfetto e senza sbavature, visto così, da lontano.