Previsione del voto di fiducia numero ciquantatre:
Pdl, 216 voti; Lega Nord, 59; Responsabili, 29; Repubblicani, 3; Misto 12, che equivalgono a 319 da cui si devono detrarre almeno,
Filippo Ascierto[-1], operato alla gamba, per il quale potrebbe essere necessario un trasporto in elicottero; Stefano Stefani (Lega) [-2], che al telefono ammette: “Ho prenotato l’aereo, ma se sto come oggi non ce la faccio proprio”. Quelle politiche, da cercare soprattutto negli scajoliani, che al Cavaliere vorrebbero mandare un segnale: scendere sotto quota 316, a dimostrazione che da domani, come dal 14 dicembre scorso, il Governo è appeso ad un filo. Tentati dall’assenza sarebbero, tra loro, Giustina Destro [-3] e Fabio Gava [-4], ma anche Roberto Antonione [-5], Paolo Russo [-6] e Pietro Testoni [-7] (fonte TMNews).
Secondo il TgLa7, sicuri No sono Calogero Mannino e Santo Versace, mentre gli sciaboletti al soldo di Scajola voteranno sì.
Fatti due conti, maggioranza che oscilla fra 310 e 319, mentre l’opposizione non supererà certamente i 302-304 voti. Ergo, tutto inutile, tutto rimandato.
Spulciando le righe del Resoconto Stenografico, verreste a sapere che, sì, proprio uno dei Responsabili, il deputato Vincenzo D’Anna, è riuscito a proferire le seguenti illuminanti frasi:
1) credo che vi sia una sola persona in Italia – e quello che dico è vergin di servo encomio – che possa portare l’Italia fuori dalla crisi: quest’uomo è Silvio Berlusconi, a patto e a condizione che faccia quello che è in grado di fare e quello che ha promesso di fare;
2) lei è con le spalle al muro, come lo è questa nazione e può uscire da questa situazione soltanto riformandola e non facendo i giochini, può uscirne soltanto confermando il bipolarismo con l’indicazione del Premier sulla scheda;
3) I politici di mestiere – non faccio i nomi per decenza – molti dei quali sono anche assenti, ritornando al sistema proporzionale ed alla politica politicante, rielaborerebbero se stessi perché sanno fare solo questo. Lei è un imprenditore, un uomo di estrema intelligenza, si liberi dei cortigiani e faccia quello che noi professionisti le chiediamo: faccia Silvio Berlusconi.
Tradotto: lei faccia quello che ha promesso di fare (e non ha fatto); la smetta con i giochini e si liberi dei cortigiani (alias tutti i competitors dei Responsabili).
Invece Scilipoti sostiene che il suo “modesto pensiero intravede una logica trasversale di vecchi personaggi che sono presenti all’interno di questo Parlamento da trent’anni e che hanno determinato lo scatafascio dell’Italia, che hanno portato il Paese in questa crisi, perché il debito pubblico non nasce oggi, ma nasce da circa quarant’anni”.
Guarda caso, questi personaggi riescono a trovare una linea d’intesa politica per mettersi tutti assieme e per determinare un altro scatafascio, dicendo che l’unico problema di questo Paese si chiama Berlusconi. L’unico problema di questo Paese si chiamano coloro i quali sono presenti all’interno del Parlamento da quarant’anni e cercano di dire che oggi sono il nuovo, ma sono il vecchio e il peggio del vecchio.
Ma si è reso conto di esser fra i ventotto pasticcioni che martedì hanno affossato il Rendiconto 2010? Qualcuno gleilo dica, è urgente. Ne va della sua sanità mentale.
Domani dalle ore 15 verrà discusso e votato il Decreto Omnibus. Un decretono milleproroghe bis, che però contiene l’abrogazione delle norme del ritorno del nucleare in Italia. La furbata per cancellare il referendum di giugno. Se non passa il decreto, il governo si gioca la faccia e B. l’immunità zoppa di quel che resta del legittimo impedimento. Ecco perché è stata posta la fiducia. In un’aula di Montecitorio deserta, oggi il rappresentante del governo ha annunciato il ricorso allo strumento del voto di fiducia, extrema ratio in una Camera distratta dalla campagna elettorale e con gli occhi rivolti anzitutto a Milano. Pare di capire che il mercato delle vacche sia fermo da un bel pezzo e che non tira aria di sottosegretariati in regalo. Anzi, il clima è di quelli tesi, tutti contro tutti, a suon di pernacchie e di mirabolanti promesse. Milano val bene una messa (nera), si direbbe.
Certo, per domani potrebbero ripetersi gli schemi già visti in passato: una maggioranza a pezzi però salvata da un’opposizione altrettanto a pezzi, sfilacciata, distratta, incapace di prevedere per tempo l’importanza delle votazioni in aula. Ma domani ci si gioca il referendum sul nucleare. Non poco. Ci si gioca la possibilità di mobilitare l’opinione pubblica riallacciandosi ad essa, attraverso i temi dell’acqua pubblica e del no al nucleare. Per l’opposizione, e per il PD, il referendum significa capitalizzare – grazie al lavoro di altri – un consenso che si fa fatica ad intercettare, sempre troppo piegato verso sinistra, sia essa la versione vendoliana, sia essa la versione giustizialista dipietrista.
Ecco perché domani è bene che il PD faccia squillare i telefoni dei propri deputati. Domani è “voto chiave”. Aleggia come una nebbia la domanda: cosa faranno i responsabili?
Per chi avesse tempo di contare le poltrone vuote fra le file dell’opposizione, questa è la diretta streaming della Camera: http://bit.ly/l8prfb
Il neonato gruppo dei Responsabili, che vanta un capogruppo che è anche ministro (dell’Agricoltura) sospettato di mafia, tale Romano Francesco Saverio, ha all’attivo qualcosa che lo contraddistinguono fra le forze della maggioranza: un condannato in primo grado per truffa. Trattasi del famigerato Maurizio Grassano, ex leghista, ex presidente del Consiglio comunale di Alessandria, diventato parlamentare grazie alla elezione a presidente della Regione Piemonte Cota in quanto primo dei non eletti della circoscrizione Piemonte-due.
Grassano, soltanto qualche giorno fa, è stato svergognato dalla trasmissione radiofonica La Zanzara. Essendo ‘stato trasferito’ – così ha riferito – alla commissione Esteri della Camera per questioni di equilibri di maggioranza, è stato interrogato sulla geografia. Questo l’esito:
Uno che non sa niente di Esteri e di geografia, qualche anno fa ha pensato bene, in combutta con il suo datore di lavoro, di decuplicarsi lo stipendio così da incamerare un rimborso mensile dalle casse comunali a quattro zeri. Una operazione da furbetto del quartierino che gli è costata la poltrona nonché la tessera di partito – ma quante remore prima di mandarlo via, non è vero leghisti?
Duro colpo per Maurizio Grassano e Sergio Cavanna. Tutti e due sono stati condannati a 4 anni di reclusione, di cui uno condonato, per truffa ai danni del Comune di Alessandria. Con questa sentenza si è espresso ieri il Tribunale di Alessandria nel processo penale di primo grado a carico dell’onorevole dei Responsabili ed ex presidente del consiglio comunale di Alessandria, Maurizio Grassano, e del suo ex datore di lavoro alla Vega s.r.l. di Novi Ligure, Sergio Cavanna […] Gli imputati sono stati inoltre condannati a risarcire il Comune di Alessandria, costituitosi parte civile, con 850.000 euro. Di questi, 380.000 dovranno essere versati subito a titolo di anticipo. Il Comune di Alessandria aveva chiesto un milione di euro a titolo di risarcimento. Nessuna pronuncia del giudice, al momento però, sulla richiesta del Comune di avere il “sequestro conservativo”e quindi sulla possibilità di incassare direttamente il denaro (Radiogold.it).
Per dire, ora che è un Responsabile, l’on. Grassano dovrebbe fare un gesto di responsabilità e dimettersi. Poiché, a differenza del suo capogruppo, lui la condanna ce l’ha già sulle spalle. Che fa, Grassano, se ne va?