Disintossicarsi dal sampietrino

Ne ferì più la penna che la spada. Ce n’è da imparare da questa frase. Me la ripeto all’eccesso da sabato.

Che scrivere dopo gli scontri del 15 Ottobre? Val la pena commentare l’ennesimo fallimento del movimentismo? Val la pena rispolverare i testi di Rosa Luxemburg, capire il perché del ricorso alla violenza, immedesimarsi nell’anarchismo più puro e oscuro?

Dopo un lungo tergiversare, mi sono detto che no, non ne vale la pena. Il movimentismo, così come lo abbiamo visto sinora, così come lo abbiamo interpretato sinora, è fallito. Lo scontro di piazza è fine a sé stesso, non serve, come poteva servire in passato, a far cadere i regimi o i governi. E’ utile invece alla controparte, che ha così l’alibi per far approvare a un imbarazzato parlamento leggi illiberali e contro la libertà individuale. Grazie ai casseur di sabato, per esempio, la prossima manifestazione di FIOM, così come quella altrettanto legittima dei poliziotti, è ridotta a un miserevole sit-in. La protesta è stata utilissima a condannare al silenzio tutte le altre proteste. Un bel modo per fronteggiare il malcontento crescente della crisi.

A giugno, con la partecipazione ai referendum, abbiamo dimostrato che ne ferisce veramente più la penna che la spada. Qualcuno aveva osato scrivere della originalità della ‘primavera’ italiana, che partecipa in massa al voto referendario e amministrativo, non occupa o invade i ministeri o le piazze, ma spinge il cambiamento del metodo democratico della rappresentanza chiedendo più partecipazione e praticandola, la partecipazione.

Devo ammetterlo, eravamo sulla buona strada. Occuparsi, in maniera rivoluzionaria (e non violenta) del Noi, che è poi la quintessenza della politica, quell’interesse generale oggi calpestato dell’ego ipertrofico dell’interesse di uno solo.

Disintossicarsi, è la parola d’ordine, adesso. Disintossicarsi dal sampietrino. Ditelo anche a Di Pietro, così frettoloso nell’invocare manette e pistola facili. Occorre prendere una buona dose di buona politica. Invadere, nel senso buono del termine, ovvero praticare con la partecipazione, le istituzioni democratiche e le organizzazioni che sottendono alle funzioni istituzionali, che si chiamano ancora partiti.

Qualche giorno fa, Stefano Boeri, ha rivolto un appello ai semplici elettori del PD affinché essi non abbandonino il partito alle sue trame e alle sue nomine e alle sue gerarchie ma invece lo occupino, ritornino a confrontarsi con esso e a imporne la linea politica contribuendo a riportare il dibattito sul piano della concretezza e dei problemi reali. Si potrà non esser d’accordo, si potrà obiettare con il fatto che il PD è un partito omologo a quelli dell’attuale governo, si potrà dire tutto e il contrario di tutto, ma Boeri ha ragione quando dice quanto segue:

È triste dircelo, ma nonostante questo successo, il Partito che esiste oggi a Milano sembra un piccolo mondo chiuso, parallelo e indifferente a quanto succede nel governo della città. Il partito che di fronte alle vicende giudiziarie di un suo dirigente si produce in un complicato riassetto della sua Segreteria invece che affrontare con coraggio un serio approfondimento politico sul rapporto tra interessi, governo locale e trasformazioni del territorio; il partito che oggi discute e si divide parlando di riorganizzazione per componenti, di nomine equilibrate sulle correnti, è lontano mille miglia dalla tensione propulsiva della nostra campagna elettorale. E lo è in un momento in cui, lo ripetiamo, avremmo bisogno come ossigeno di quella tensione ideale. Noi che stiamo a Palazzo Marino, voi che ci avete eletto – e tutta la città intera.[…]

Iscrivetevi a una comunità che ha bisogno come il pane delle vostre idee e che per questo deve rigenerarsi, uscire dalle logiche piccole e ottuse delle consorterie legate alle leadership nazionali o locali. Iscrivetevi per rifondare una comunità di milanesi che sappia ripensare e rilanciare la propria identità di movimento collettivo di idee e progetti e – solo in conseguenza a questa identità rigenerata- sappia anche rimettere in discussione la propria formula organizzativa […]

Siamo in molti a volere questa invasione rigenerante. Cominciamo, oggi, a farla diventare realtà (Il Post).

Il cambiamento, io credo, deve passare per questo cambio di prospettiva. Non è solo questione di passato e futuro e non è vero del tutto vero che la violenza è una risposta vecchia a problemi nuovi poiché la violenza è sempre una opzione possibile – forse l’unica praticabile – nel quadro estremo di una resistenza all’ingiustizia, una resistenza alla violenza pubblica di un potere privato che si è fatto pubblico in maniera illegittima violando la sfera del diritto universale dell’individuo. Ma la nostra realtà è pur sempre una realtà democratica e il conflitto è combattuto con mezzi pacifici e nell’alveo del metodo democratico. Prender armi contro l’ingiustizia significa far prevalere il proprio argomento tramite la parola e l’azione, manifestandosi nella sfera pubblica, partecipando. Invadere in senso buono le istituzioni, pretendere da esse che si occupino del Noi e non di un Io Potente e prevaricatore. Questo dobbiamo fare. Prendersela con i bancomat e le camionette dei Carabinieri è inutile nonché dannoso.

Lasciate cadere il sampietrino e impugnate la penna. Non lasciatevi incasellare nell’astensionismo. Scegliete la vostra parte.

Se non ora quando? A difesa della Costituzione, diretta web

Dalle ore 14, diretta web della manifestazione Se non ora, quando? A difesa della Costituzione.

Ma quale bufala, è l’effetto Grecia: le rivolte di piazza sull’orlo del default

foto La Repubblica

Effetto fallimento. O default. Chiamatelo come desiderate. Per il TG1 sono bufale. Bufala la presunta presenza di agenti sobillatori fra i dimostranti. Qualcuno ha dimenticato il potere di Internet: tramite la rete le idee circolano. Tutti abbiamo la possibilità di vedere e giudicare. Sia in quanto cittadini che netizen, abbiamo il diritto di sollevare questioni e porre domande. Così è stato fatto su questo blog, con il caso di GiaccaFaccia, la cui figura nelle primissime ore degli scontri è stata interpretata perlomeno come ambigua, con in mano quel manganello e quelle manette. Molti di voi hanno avuto la mia stessa percezione, vedendo quelle immagini. Molti altri hanno dubitato e hanno invitato alla cautela. Per molte ore nessuno è stato in grado di spiegare il ruolo di GiaccaFaccia negli scontri.

Ridurre il tutto alla dicotomia bufala/non bufala è riduttivo e serve a sviare l’attenzione dalla vera questione: tutti noi abbiamo il diritto di porre delle domande e di ricevere delle risposte. Ricordatevi che un blog non è un giornale. E’ uno spazio atipico in cui una o più persone esprimono il proprio punto di vista sul mondo. Si manifestano tramite il pensiero e la parola. Esercitano cioè la propria libertà individuale di espressione. Ecco, allora: per una volta i blog, facebook, la rete, ovvero le persone connesse ad essa per mezzo dei computer e delle linee telefoniche sono state in grado di determinare il dibattito dell’opinione pubblica. Stamane il giallo di GiaccaFaccia era su tutte le prime pagine. Era cominciato – forse – su questo blog (o su facebook). E’ stato ribaltato lo schema gerarchico dei produttori di informazione e dei consumatori di informazione. Non è la prima volta che accade, ma è successo di nuovo e succederà sempre più spesso. Perché? La ragione fondamentale è che le persone vogliono partecipare. Scendono in piazza e urlano. Sono più che altro giovani. Quei giovani che si connettono a internet e si informano non tramite le vie canoniche e irrigimentate dalla fedeltà al padrone dei telegiornali. Chi ha criticato l’ipotesi degli infiltrati ha aggiunto che martedì a Roma gli scontri non potevano essere ricondotti a poche decine di persone. Questa volta, hanno detto, è stato diverso. Erano centinaia. Non è stata la solita manifestazione con quei tafferugli quasi preordinati fra centri sociali e polizia. E’ stata guerriglia. Una rivolta vera e propria. Oserei dire, un atto di resistenza.

Cosa accade se una classe dirigente, l’intera classe dirigente, è divenuta impermeabile alla società e non è più in grado di fornire risposte alle domande della società medesima? Succede che la domanda inascoltata diviene sempre più forte fino a rompere gli argini dell’ordine sociale. La domanda inascoltata diventa legittima sul piano della moralità. Di fatto il potere che non ascolta la domanda che promana dalla società, che la rifiuta trincerandosi in un condizione di agio dorato, diventa potere dispotico (sì, anche se frutto di regolari elezioni). Allora diventa legittimo tutto, persino la resistenza con ogni mezzo, persino la violenza è legittima dinanzi al dispotismo. Lo è stato nel ’43, quando il paese era sotto il giogo dei nazisti. Lo potrebbe essere oggi, se la classe politica non mettesse in opera i necessari canali di circolazione delle élite, aprendo le liste elettorali alla libera scelta dell’elettore, permettendo che i partiti siano liberamente determinati dagli elettori nella formazione degli organi dirigenziali. Quella di martedì è stata una risposta emotiva, è vero, alla pantomina della fiducia comprata da Berlusconi. Ma è soprattutto una richiesta gridata di democrazia.

Fatti non dissimili da quanto accaduto in Grecia, quando la popolazione si è vista, da un giorno all’altro, privata dei diritti e decurtata nei salari. E’ quello che è successo in Inghilterra, quando una Camera dei Lord,quasi del tutto sorda e cieca, ha approvato l’aumento delle tasse universitarie. C’erano migliaia di giovani in piazza. Hanno lottato contro chi stava decidendo del loro futuro senza tenere minimamente conto della loro opinione. E’ l’effetto della Crisi del Debito: la cancellazione delle generazioni future. Che non ci stanno a essere depennate da chi quel futuro non lo vivrà affatto.

Pertanto chi festeggia per la fiducia strappata a furia di bigliettoni nelle tasche delle giacche di un Scilipoti qualsiasi, beve forse il calice della sua ultima cena. Poiché il governo, nel 2011, dovrà apportare alla spesa pubblica il colpo finale. Il PIL italiano langue da un decennio. Accade perché la nostra produttività è in costante calo. Perché la nostra attività lavorativa non crea abbastanza valore aggiunto. Per produrre spendiamo 100, il valore di ciò che abbiamo prodotto è 101. Una miseria. Ciò è a sua volta causato dal fatto che la classe imprenditoriale non è in grado di immaginare il futuro. Non crea nulla. Investe in prodotti standard a basso valore aggiunto. Per poter lavorare in profitto, è costretta a stringere sul costo del lavoro. Per quindici anni lo hanno fatto grazie alla precarizzazione dei contratti. Altri hanno delocalizzato. Adesso tentano di cancellare lo Statuto dei Lavoratori e il Contratto Collettivo Nazionale (o di operarne in deroga come vuole Marchionne). Pensate a quanto sono miseri, a quanto sono incapaci. Scaricano sui lavoratori la loro insipienza. Il governo non potrà in alcun modo stimolare la crescita, se non riducendo i diritti. Sarà chiamato a tagliare ulteriormente la spesa pubblica. Il debito ha toccato a Novembre un nuovo record, sebbene abbia un tasso di crescita inferiore a quello del debito dell’Inghilterra, per esempio. Arriveranno nuovi tagli alla scuola e all’Università. Tagli alla sanità pubblica. Tagli agli enti locali che saranno a loro volta costretti a tagliare i servizi fondamentali. Un lavoro sporco che Berlusconi dovrà fare giocoforza, pena il fallimento dello Stato. E allora, pensate davvero che Fini e Casini, Bersani e Di Pietro abbiano davvero perso con il voto di sfiducia di martedì scorso?

Roma brucia: infiltrati fra i manifestanti?

[Post aggiornato alle ore 20.42 del 15/12/2010: GiaccaFaccia non è stato arrestato. Leggi a fondo pagina]

La Repubblica ha pubblicato alcune immagini degli scontri, in special modo le foto dell’inquietante episodio in cui un finanziere, mentre viene assalito dai manifestanti, impugna la pistola d’ordinanza. Il Post Viola fa notare che l’individuo che lo soccorre sembra un manifestante qualsiasi ma indossa dei guantini in pelle che paiono proprio essere quelli in dotazione alla Finanza. Osservate la foto che segue:

Si distingue abbastanza chiaramente la pistola nella mano del finanziere e l’individuo con il volto coperto e il giubbotto blu che lo afferra per la giacca. Pare essere un manifestante che partecipa all’aggressione. Un pericoloso balck-block. L’uomo indossa un guantino di pelle nera.

Osservate invece la sequenza che segue:

L’individuo con la giacca blu, anziché aggredire e disarmare il finanziere, lo aiuta a risollevarsi e a mettersi in salvo. Cosa se ne può dedurre? Che sia un buon samaritano? O forse un agente in borghese? Se era un agente in borghese, come spiegare invece quest’altra foto, in cui il soggetto si trova dalla parte dei “rivoltosi”?

Si intravede il cappuccio grigio chiaro spuntare fra le teste dei manifestanti, il braccio proteso verso il volto del finanziere. Ebbene, questa non è l’unica “stranezza”: nelle foto sopra esposte, compare un ragazzo con un giubbotto color senape. Ha sciarpa bianca e cappuccio in testa. Jeans azzurri e scarpe bianche. Secondo voi, impugna un bastone o un manganello? E che cosa tiene nella mano destra? Un ingrandimento può aiutarvi a capire:

Sono forse manette? Che ci fa un manifestante con un paio di manette e un manganello in mano? Voi che ne pensate?

Dal sito del Corriere della Sera, altre foto mostrano di nuovo il soggetto delle manette:

Qui carica i finanzieri insieme a altri manifestanti

Eccolo nelle vicinanze del finanziere cascato a terra; c'è anche il ragazzo con il giubbotto blu

Gli attimi precedenti alla carica dei manifestanti durante la quale il finanziere estrae la pistola: il ragazzo con il giubbotto color senape è lì, fronteggia le forze dell'ordine, stringe nella mano sinistra un oggetto metallico

Che abbia sottratto le manette al finanziere esangue a terra? Chi è l’altro soggetto con il casco nero? Anche lui è dotato di manganello e guantino nero. Sembra stia pestando il finanziere.

Aggiornamento del 15/12/2010: dal sito de L’Espresso, la conferma:

Eccolo, Mister Giubbotto color Senape, rinfrancato dai poliziotti (colleghi?). Non ha più la sciarpa bianca a occultare il volto, neppure i guantini rosso-bianchi. Ma è certamente lui. Maroni afferma che la Polizia ha gestito ottimamente una situazione estremamente critica. Giudicate voi. così sono entrati i blindati in questa piazza di Roma, affollata di dimostranti per lo più pacifici:

E’ un miracolo che non sia successo nulla di grave. I blindati entrati in piazza, hanno fatto un rodeo spingendo le persone verso quella chiesa che si intravede nel fondo. La folla è stata schiacciata e compressa. Una calca pericolosissima. Il Ministro dell’Interno e il Capo della Polizia sono i responsabili di questa gestione irresponsabile dell’ordine pubblico. Direi quasi: un uso criminoso della Polizia, quello di Maroni. E’ bene che gli elettori sappiano chi è veramente Maroni. Traggano le loro conseguenze, ma questo non è un clima da paese civile.

Aggiornamento delle 18.52, 15/12/2010:

Continuo a raccogliere informazioni circa il misterioso Yellow Boy, o GiaccaFaccia, il ragazzo che impugna manganello e manette e sembra essere uno degli attori principali delle sommosse, presente in varie zone di Roma, un po’ dalla parte dei rivoltosi, un po’ dalla parte delle Forze dell’Ordine. Il Post in questo articolo molto ben scritto e dettagliato, forse chiarisce del tutto il ruolo del ragazzo negli scontri. Sono spuntate altre foto in cui si vede GiaccaFaccia arrestato:

Nell’articolo del Post sono presenti altre immagini in cui GiaccaFaccia bastona il finanziere, comportamento giudicato eccessivo per un agente infiltrato:

Stando a quanto ci ha detto una delle nostre fonti, la persona in questione sarebbe un semplice manifestante, un ragazzo romano dell’età di sedici anni. Avrebbe partecipato all’aggressione al finanziere documentata dalle foto precedenti e in quel contesto gli avrebbe strappato il manganello e le manette, mentre un ragazzo vicino a lui ne ha preso lo scudo (Il Post, cit.).

Circola anche un video in cui GiaccaFaccia dice al poliziotto “sono un minorenne, sono un minorenne”. Pensate di cosa è stato capace. D’altronde, gli scontri di ieri sono stati condotti non certo da una decina di agenti sobillatori. Si trattava di un centinaio di individui. Provenienti chissà dall’ala oltranzista o dai centri sociali anarco-insurrezionalisti. Non mi interessa tanto affibiare dei nomi o delle etichette: ci penseranno i giudici. Qui si è cercato di usare la forma dubitativa, sempre. Fin dal titolo del post. GiaccaFaccia è stato molto sfortunato: è diventato suo malgrado un agente sobillatore. Però, il pestatore sedicenne ha fatto un gran casino. Ha lanciato legni, sbarre di ferro, badili, si è impossessato di manganelli e manette. E i finanzieri sono caduti a terra come birilli.

Continuo ad avere la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra in tutto ciò. In ogni caso, il caro Ministro Maroni dovrebbe spiegare la gestione dell’ordine pubblico, soprattutto per quanto successo in Piazza del Popolo (le camionette che fanno il rodeo). Per il resto, se addirittura Anna Finocchiaro, capogruppo del PD al Senato, ha chiesto spiegazioni al ministro sulla presenza di agenti infiltrati nel corteo, allora qualcosa di non chiaro sul ruolo della Polizia permane. Ad esempio, nulla si è ancora detto del ragazzo con la giacca blu e il cappuccio bianco che soccorre il finanziere caduto. Forse c’è bisogno di risposte ufficiali e di altra ulteriore documentazione.

Attendo il vostro contributo.

Aggiornamento ore 20.42 del 15/12/2010:

Il Tg La7 riferisce la notizia del giallo della giornata, ovvero GiaccaFaccia questo sconosciuto. Mentana riporta la dichiarazione della Questura di Roma secondo la quale GiaccaFaccia sarebbe un estremista di sinistra già noto alle Forze dell’Ordine. Il tizio sarebbe stato fermato dalla Polizia e allontanato dal centro degli scontri. Attualmente è irreperibile.

Insomma, GiaccaFaccia avrebbe sottratto manganello e manette al finanziere caduto (e gli altri picchiatori dotati di manganello? quanti finanzieri sono caduti ieri?), ma quando viene fermato dai poliziotti, questi non provvedono neanche a portarlo in Questura e a prenderne le generalità. Avrebbero perlomeno accertato che il giovine devastatore è un minorenne. Pertanto avrebbero provveduto a informarne i genitori, almeno. Essere minorenne non significa essere irresponsabile e non punibile qualora si commetta il reato di devastazione. Altro aspetto di critica: se il giovane è noto alle Forze dell’Ordine, come dobbiamo interpretare l’affermazione secondo la quale esso è irreperibile? Se Mentana sostiene di aver chiarito il giallo, in realtà esso si è complicato. Perché i poliziotti non fermano il giovane? Perché, se sono note le sue generalità, allora non si è provveduto a cercarlo presso il suo domicilio? Ricordate, il ragazzo è stato in prima linea, ieri.

Tg1 ore 20: scontri provocati dai manifestanti aquilani

La pagina web del Tg1 apre con la notizia degli scontri, "causati dai manifestanti"

Ore 20. Il Tg1 rende conto degli scontri a Roma fra manifestanti aquilani e polizia. Secondo il tg diretto da Minzolini, gli scontri sarebbero stati causati da manifestanti di area ‘antagonista’, estranei ai manifestanti veri e propri.

Le immagini che seguono sono da diffondersi il più possibile. Poiché è quasi totale l’oscurità sulla vicenda visto che il Tg1 delle 13.30 non ne ha fatto nemmeno menzione. E le proteste sono ancora in corso. In questi istanti si sta svolgendo un sit-in dinanzi a Palazzo Grazioli, proprio mentre il Presidente del Consiglio è in riunione con la direzione del PdL. Tutto questo viene pubblicato come reazione al silenzio del più importante telegiornale italiano, il tg della tv pubblica.

La testimonianza di un ferito:

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E il vergognoso silenzio del Tg1:

Dalle pagine di Repubblica.it si legge che Maroni è corso al Ministero dell’Interno per essere relazionato sui fatti. “Io giudico sui fatti, non sulle opinioni”. Poi aggiunge:

Maroni ha quindi riferito di “essere favorevole alle manifestazioni quando si svolgono pacificamente, senza violenze. E voglio capire perché questa non si è svolta in questo modo, voglio capire se ci sono responsabilità e da che parte” (Repubblica.it).

Il non violento Maroni? Ve lo ricordate nel 1996, resistere agli agenti della polizia mandati dall’allora pm Papalia a perquisire la loro sede? Badate bene che il ministro dell’Interno non ha atribuito la responsabilità degli scontri ai manifestanti: almeno, non ancora. Si è però lasciato andare a questa battuta, come se oggi la manifestazione SoS per L’Aquila fosse una manifestazione violenza e organizzata da violenti. Proprio lui: uno condannato a otto mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale.

Io sto con Emergency: dalle 14,30 la diretta streaming della manifestazione

Diretta conclusa (credo…).

Dalle ore 14.30/15, Yes, political! seguirà la manifestazione Io sto con Emergency che si svolgerà a Roma a Piazza S. Giovanni per chiedere la liberazione immediata dei tre cooperanti italiani nelle mani della polizia afghana, arrestati la scorsa settimana e privati di ogni più elementare diritto di difendersi e di conoscere le accuse che sono loro contestate.

Nell’attesa, per riflettere, trovate le differenze fra le fotografie che seguono. Per la serie strani parallelismi:

Genova, Luglio 2001, la polizia mostra le armi rinvenute all’interno della Scuola Diaz:

La polizia mostra le molotov della Scuola Diaz

Dettaglio delle pericolosissime bottiglie molotov in mano ai no-global

Ospedale di Emergency di Lagars-Kah, Afghanistan, la scorsa settimana:

Polizia afghana e militari inglesi mostrano le armi sequestrate nell'ospedale

Le armi erano custodite in anonimi scatoloni

(Per gli smemorati: le spranghe e le molotov della Diaz erano state poste ad arte all’interno della scuola per giustificare l’intervento della Polizia all’interno dell’edificio scolastico adibito a centro stampa durante le manifestazioni anti-G8. Seguì una vera e propria mattanza che spedì all’opsedale decine di ragazzi, e altri furono ingiustamente detenuti presso la caserma di Bolzaneto, dove subirono pestaggi, molestie e ingiurie gravi dai medesimi ‘tutori dell’ordine’).

Facebook si mobilita per Emergency. Io sto con Emergency, manifestazione nazionale, sabato a Roma.

Vignetta di Vauro I medici di Emergency arrestati ieri dalle forze di polizia afghane e dai servizi segreti inglesi ‘non hanno confessato’ un bel nulla. Il referente afghano, che è la fonte su cui il Times ha imbastito la notizia di ieri sera, ha smentito. Anzi, la notizia sul Times non è neppure stata corretta; su The Guardian non ci sono aggiornamenti rispetto alle notizie date ieri.

La rete si mobilita, in primis Facebook, con la creazione di decine di pagine in sostegno dei tre medici. Fra tutte, Io sto con Emergency, già a quota 12861 membri, con un messaggio di solidarietà ogni minuto o quasi.

Emergency organizza la mobilitazione: qui sotto i dettagli della manifestazione nazionale che si terrà a Roma sabato prossimo per chiedere la liberazione di Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani. Emergency invita tutti ad “evitare azioni personali o di gruppo che offendano chicchessia o che possano mettere a rischio i contatti che Emergency sta attivando per far liberare i 3 operatori”. Intanto Frattini torna a contestare le dichiarazioni di Gino Strada, ‘sono attacchi politici’. Ma a chi giovano gli arresti di sabato scorso? Strada non è ben visto da Karzai, già dal caso Mastrogiacomo, il giornalista del CorSera rapito in Afghanistan anni or sono. All’epoca dei fatti i due giunsero ai ferri corti per l’arresto da parte delle autorità afghane di Hanefi, il funzionario locale di Emergency che mediò per la liberazione di Mastrogiacomo. La politica di Emergency di soccorrere entrambe le parti in conflitto non va giù al presidente afghano. Forse neppure agli USA.

sito di emergency: http://www.emergency.it
profilo su facebook: http://www.facebook.com/#!/emergency.ong?ref=nf
profilo su twitter: http://twitter.com/emergency_ong/

Questi i dettagli della manifestazione di sabato e il link dove firmare la petizione a favore della liberazione dei tre medici.

SABATO 17 – ore 14,30
Appuntamento in piazza Navona ROMA

Sabato 10 aprile militari afgani e della coalizione internazionale hanno attaccato il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e portato via membri dello staff nazionale e internazionale. Tra questi ci sono tre cittadini italiani: Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani.

Emergency è indipendente e neutrale. Dal 1999 a oggi EMERGENCY ha curato gratuitamente oltre 2.500.000 cittadini afgani e costruito tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso.

IO STO CON EMERGENCY

Manifestazione 13 Marzo 2010, Piazza del Popolo, Roma, contro il decreto salva liste. Dalle ore 14 la diretta streaming su Yes, political!

L’intervento di Nichi Vendola:

L’intervento di Emma Bonino:

La diretta è terminata.

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Dalle ore 14 la diretta streaming su Yes, political! della manifestazione congiunta PD, IDV, Popolo Viola, Radicali, Sinistre contro il decreto salva liste e la deriva anti democratica che il governo Berlusconi ha impresso alla politica italiana dopo il fattaccio della esclusione della lista PdL nella provincia di Roma.

A questo link, http://vids.myspace.com/index.cfm?fuseaction=vids.channel&vanity=vittoriocaratozzolo il video di una canzone che mette in musica l’art. 3 della Costituzione – articolo tanto bistrattato, e invece guarda che musicalità intrinseca, opera di Vittorio Caratozzolo, arrangiato e cantato da Maurizio Salvato, artista di Ravenna.

il popolo viola

Di seguito l’appello di Antonio di Pietro alla cittadinanza:

Carissimi,

è tempo di reagire. L’Italia, dal 5 marzo 2010, non è più una democrazia parlamentare. Il Governo Berlusconi ha cambiato la legge elettorale con un decreto legge per favorire il Pdl, il proprio partito, alle prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010. Il Pdl è stato escluso per gravi irregolarità nel collegio elettorale di Roma, dove non aveva depositato le firme nei tempi fissati dalla legge. Il 5 marzo 2010 il Consiglio dei Ministri, presieduto dal Premier Silvio Berlusconi, ha emanato un decreto con cui ha cambiato la legge elettorale e violato la Costituzione, sostituendosi agli organi competenti giudiziari, proprio per ammettere il Pdl alle elezioni. Il presidente della Repubblica ha firmato il decreto e, secondo alcune fonti, questo sarebbe avvenuto sotto forti pressioni di Berlusconi il quale avrebbe minacciato di ricorrere alla piazza. Ma il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha confermato l’esclusione della lista Pdl per le gravi irregolarità nella presentazione della documentazione e perché la Regione Lazio ha proprie disposizioni in tema elettorale, pertanto la legge nazionale non ha competenze in materia.

Nessun governo in nessuna democrazia può cambiare le regole elettorali durante il periodo elettorale. Nessun governo in nessuna democrazia può “interpretare” le leggi al posto della magistratura. Invece, questo è ciò che è avvenuto in Italia.

Un Paese nel quale i media televisivi pubblici e privati sono sotto il totale controllo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E’ tempo di chiamata alle armi. Pertanto, invito tutti i cittadini a partecipare alla manifestazione di sabato 13 marzo a Roma, alle ore 14,00, in piazza del Popolo.

Su tutto il territorio abbiamo predisposto dei pullman e altri mezzi di trasporto per raggiungere Roma. In caso di necessità o per ulteriori informazioni logistiche, prego rivolgervi alla sede Nazionale dell’Italia dei Valori: 06/95948119 – 06/95948120.

Antonio Di Pietro

Presidente dell’Italia dei Valori

MANIFESTAZIONE 13 MARZO 2010 ORE 14:00 PIAZZA DEL POPOLO – ROMA « «Italia dei Valori» Marino.

Wifi gratuito a Roma vs. Digital Divide.

A ben pensarci, non è affatto un peccato che Zingaretti abbia – per ora – rinunciato alla sua candidatura alle Regionali del Lazio (una scelta spinosissima per il PD quella del candidato del Lazio, a quanto pare, dove al posto di criteri quali le scelte di programma e le linee politiche, continuano a prevalere logiche di alleanze e pesi elettorali) poiché iniziative come quella del Wi-fi gratuito sono degne di una grande capitale europea come Roma e sarebbe un vero peccato che Zingaretti dovesse lasciare a metà. Soprattutto, in tempi di criminalizzazione di internet e dei suoi contenuti, trovare un politico che vuole aprire punti di accesso alla rete anziché chiuderla del tutto e condannare che la frequenta, è alquanto raro.

Nicola Zingaretti mostra il suo palmare in wi-fi (Roma, wi-fi gratuito contro il digital divide).

NICOLA ZINGARETTI: “ABBIAMO L’AREA WIFI GRATUITA PIU’ GRANDE D’EUROPA”

“Stiamo costruendo la più grande area di rete Wi-fi gratuita, certamente d’Italia e probabilmente di tutta Europa”. Con queste parole il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti ha inaugurato i primi 2 hot-spot della rete ‘Provincia Wi-fi’ a Roma, a Garbatella e a piazza del Popolo. Da oggi la Provincia di Roma allarga la sua rete che già offre internet gratuito e senza fili ad 11 mila utenti iscritti al servizio e ha già installato 200 hot spot in tutto il territorio. “Stiamo contribuendo alla modernizzazione del paese – ha detto Zingaretti – aggredendo il tema del digital divide e quindi del diritto alla rete, che è propedeutica ai servizi”.

Il primo “taglio del nastro” c’è stato a Garbatella, nel parco ‘Cavallo pazzo’ di via Magnaghi, il secondo punto wi-fi è stato invece inaugurato nello storico “Caffè Rosati” di piazza del Popolo. “Entro la fine del 2010- ha aggiunto Zingaretti – arriveremo ad installare complessivamente 250 hot-spot nella capitale”. Si partirà a gennaio con piazza Anco Marzio di Ostia, il Pigneto, Ponte Milvio ed i giardini di Castel Sant’Angelo. Ad oggi sono state individuate a Roma 130 postazioni grazie ad un lavoro intenso con i Municipi. Anche gli esercizi pubblici possono entrare a far parte della rete provinciale per garantire un servizio in più ai clienti, con un contributo di circa 50 euro.

“Abbiamo proposto anche agli Aeroporti di Roma di introdurre il wi-fi gratuito negli scali romani – ha poi spiegato ancora il presidente della Provincia – Sarebbe una cosa molto importante che AdR sta valutando. In questo modo avremmo un caso unico al mondo in cui i passeggeri entrando all’aeroporto possono accedere gratuitamente al servizio Provincia Wi-fi. Un’iniziativa destinata soprattutto ai turisti che arrivano a Roma e che potranno così continuare a navigare nelle pause dentro la stessa rete gratuita. Qualora il progetto si concretizzasse non esisterebbe nessuna altra capitale al mondo con un servizio del genere”.

Libera Rete in Libero Stato, la diretta streaming dalle 17.00.

Aggiornato il 24.12.09:

Ignazio Marino intervistato da Emmart

Ignazio Marino, Alessandro Giglioli, Emmart

Libera Rete in Libero Stato: diretta video il 23 dicembre Roma Piazza del Popolo lato Pincio, by Emmart, assolutamente sperimentale!

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Capitale Metropolitana, il progetto per una sostenibilità urbana.

NICOLA ZINGARETTI PRESENTA IL PROGETTO DI SVILUPPO DELL’AREA METROPOLITANA

Nicola Zingaretti

Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti presenta il documento preliminare del Progetto Strategico di sviluppo dell’Area Metropolitana dell’Amministrazione provinciale.

Il Progetto Strategico costituisce, alla luce della grave crisi economica e climatica che stiamo vivendo, un elemento programmatico indispensabile per l’azione di governo della Giunta provinciale. Il documento definisce indirizzi ed obiettivi e rappresenta la base su cui si intende sviluppare, in sinergia con gli altri livelli istituzionali, un’ampia fase di consultazione con tutta la comunità attraverso incontri, iniziative di studio e tavoli di confronto. Lo scopo è quello di ricevere nuovi contributi e proposte al fine di giungere ad un documento condiviso e strutturato su progetti operativi. Terminata questa fase di consultazione in cui sarà verificata anche la disponibilità di investitori ed operatori economici, il documento finale sarà presentato entro il mese di maggio in un’iniziativa pubblica per avviarne il lavoro di attuazione.

Il Documento preliminare del Progetto Strategico di sviluppo dell’Area Metropolitana si fonda su tre concetti chiave:

· l’integrazione del territorio, le nuove reti materiali e immateriali, per fare sistema e superare la frammentazione.

· l’innovazione e lo sviluppo della banda larga per creare nuove opportunità di sviluppo e di occupazione a partire dalla creatività, dai talenti, dalle eccellenze del nostro sistema produttivo.

· la sostenibilità come orizzonte sul quale orientare l’intera agenda di governo. Non più una parte limitata della nostra attività, un tema settoriale da ricercare al capitolo “politiche per l’ambiente”, ma un modo complessivo di governare.

Sulla base di questi tre concetti, il Progetto strategico propone cinque assi di lavoro:

1.Realizzare una provincia ecologica.

(Costruire la Rete ecologica provinciale, sviluppare il risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, incrementare il risparmio idrico, il trattamento delle acque, la gestione dei rifiuti e la messa in sicurezza del territorio)

2. Riorganizzare il sistema metropolitano per integrare spazio urbano e campagna.

(Costruire il policentrismo metropolitano, con la salvaguardia delle discontinuità ambientali e con la limitazione del consumo del suolo, lotta all’abusivismo, riqualificazione dei tessuti urbani e mobilità sostenibile)

3. Valorizzare il territorio agricolo.

(Promuovere l’innovazione, dell’attività agricola, la qualità del prodotto, l’agricoltura biologica e valorizzare la fruizione delle aree protette)

4. Elevare la qualità dello sviluppo.

(Riconversione ecologica dell’economia, valorizzazione del turismo, produzione del sapere della cultura e dell’innovazione, sviluppo del marketing territoriale e commerciale e della banda larga)

5. Ridurre le povertà e le disuguaglianze ed offrire opportunità di lavoro.

(Migliorare le condizioni materiali di vita, accrescere il diritto al lavoro alla sicurezza alla cittadinanza e il diritto a comunicare)

Nel mese di gennaio partiranno i cinque tavoli di lavoro coordinati da ProvinciAttiva, che avranno il compito di rafforzare le linee di indirizzo coniugando ciascun titolo a una serie di progetti concreti. Nello stesso mese partiranno gli incontri territoriali di approfondimento con i sindaci dei diversi quadranti.

Nella seconda metà di febbraio verrà convocata la prima conferenza tematica del Progetto Strategico interamente dedicata all’approfondimento delle novità e delle opportunità offerte dall’approvazione del PTPG (Piano territoriale provinciale generale).

Infine, ad inizio marzo, sarà organizzata la conferenza ambientale Provincia di Kyoto 2 per rilanciare, nel quadro di una visione strategica, scelte e progetti sui temi della sostenibilità ambientale.

“Soprattutto nel corso degli ultimi dieci anni, l’area metropolitana di Roma è stata uno dei territori italiani piu’ dinamici in termini di crescita economica. Questa però si e’ contraddistinta rispetto alle tendenze nazionali per alcune criticità, come la diminuzione della produttività per addetto, l’aumento del lavoro precario, la crescente disuguaglianza nella distribuzione del reddito”. Lo ha detto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, durante il suo intervento alla presentazione del documento preliminare del progetto strategico di sviluppo dell’ area metropolitana.

“Oggi Roma si è fermata – ha detto Zingaretti – l’ area metropolitana ha un patrimonio di ricchezze del passato e un tessuto di aziende che guardano al futuro per essere protagoniste di una sfida che definiamo ‘ripresa economica’. Ma per farlo deve scommettere davvero sulle sue potenzialità e aggredire i suoi problemi. Uno di questi, il principale anzi, e’ che le grandi risorse sono riuscite ancora troppo poco a fare sistema, che fino a oggi le logiche dei particolarismi, dei campanilismi, del ‘romanocentrismo’ hanno prevalso a scapito di una visione unitaria dello sviluppo”.

Ecco perche’ il progetto strategico presentato oggi “parte dall’ idea che serve una nuova idea – ha continuato il presidente della Provincia – il nostro problema non e’ solo fare piu’ cose, ma farle meglio e far funzionare nel modo migliore quelle che gia’ ci sono. Se non saremo pigri, la crisi puo’ essere trasformata in una opportunita’ per ricominciare. Diventa opportunità se l’obiettivo della ripresa economica produttiva del sistema si accompagna all’ avvio di una sua radicale trasformazione, a una crescita fondata sulla sostenibilità e sulla innovazione”.

Sostenibilità e Mobilità Metropolitana, se ne discute domani a Roma.

Domani, Martedì 15 dicembre alle ore 10, a Roma, presso la Residenza di Ripetta (via di Ripetta 231), il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, presenterà il documento preliminare del Progetto Strategico di sviluppo dell’Area Metropolitana.

Sulla base di questo documento si vuole sviluppare, in sinergia con gli altri livelli istituzionali, un’ampia fase di consultazione con tutta la comunità attraverso incontri, iniziative di studio e tavoli di lavoro.

L’obiettivo è ricevere nuovi contributi e proposte al fine di giungere ad un documento strutturato su progetti operativi condivisi.

Terminata la fase di consultazione in cui sarà verificata anche la disponibilità di investitori ed operatori economici, il documento finale sarà presentato entro il mese di maggio in un’iniziativa pubblica per avviarne il lavoro di attuazione.

Capitale Metropolitana, Via di Ripetta 231, Roma, domani ore 10