Di Battista, sei circondato

Mi spiace moltissimo ripetermi. Ritengo quella certa critica a Civati, mossa dagli ambienti pentastellati, non solo fine a sé stessa ma anche errata negli argomenti impiegati. Alessandro Di Battista è parlamentare dei 5 Stelle, uno dei fedelissimi alla linea del duo Grillo-Casaleggio. Ieri, in un post sul suo blog (che volutamente non cito) paragona Giuseppe Civati a Borghezio. Vi risparmio lo schema mediante il quale Di Battista giunge a formulare questa equazione. Ma mi vorrei soffermare sul passaggio del pezzo da lui scritto, poi ripreso – acriticamente – dagli amici de Il Post.

1) Civati è un mito. Fa finta di ribellarsi (solo la sera davanti al PC) ma vota, nel 98,1% dei casi come la Santanchè

Questa frase è lo specchio di una tendenza ormai ampiamente radicata nell’ambiente: prendere i risultati di analisi automatiche e impiegarli per una valutazione politica. Sbagliato. Sbagliatissimo. In primis perché le percentuali nascondono altre verità e vanno debitamente soppesate. Sono, troppo spesso, semplificatorie.

Ripeto l’esercizio di qualche settimana fa, quando andava di moda paragonare Civati a Capezzone. Innanzitutto guardiamo alle presenze in aula:

Presenze Assenze Missioni
Di Battista 1711 338 0
Santanché 275 1846 0
Civati 1506 615 0

in pratica, in circa l’88% delle volte in cui Di Battista sedeva in aula, era presente anche Civati, mentre non si può dire lo stesso della Santanchè (16% delle sedute di Di Battista). Si potrebbe già dire che il confronto con Santanchè è irrilevante. Santanchè ha votato allo stesso modo di Civati in 228 votazioni, ma se guardiamo ai voti chiave (come definiti dal medesimo sito e organizzazione dalla quale Di Battista ha ripreso i dati per il suo personalissimo confronto) questo numero scende a 2. Avete capito bene: 2. Il resto dei voti era relativo a mozioni, subemendamenti, emendamenti, eccetera. Normale prassi d’aula. Ed è altrettanto normale che, facendo parte entrambi della medesima maggioranza, giocoforza alcuni provvedimenti li devono aver votati insieme. Nei voti chiave, Civati ha invece votato ben 3 volte come Di Battista. Dobbiamo forse pensare che Di Battista sia passato al nemico?

Di Battista Santanché Civati
Decreto Salva Pubblica Amministrazione Astenuto Assente Assente
Norme in materia di Diffamazione Contrario Assente Favorevole
Abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti Assente Assente Assente
Decreti Imu Contrario Assente Favorevole
Decreto Anti Femminicidio Assente Assente Assente
Decreto Cultura Astenuto Assente Assente
Fiducia al Governo Letta Contrario Favorevole Assente
Assestamento Bilancio 2013 Contrario Assente Favorevole
Delega Fiscale al Governo Astenuto Assente Favorevole
Contrasto Omofobia e Transfobia Assente Assente Voto segreto
Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali Contrario Assente Assente
Decreto del Fare Contrario Assente Favorevole
Dimissioni deputata Marta Leonori Voto segreto Assente Voto segreto
Decreto Lavoro Contrario Assente Favorevole
Decreto Svuota Carceri Assente Assente Favorevole
Modifica 416 ter, scambio elettorale politico mafioso Favorevole Assente Favorevole
Decreto ILVA Contrario Assente Favorevole
Delega al Governo per pene detentive non carcerarie Contrario Assente Assente
Decreto Emergenze Astenuto Assente Favorevole
Sospensione IMU e Rifinanziamento CIG Favorevole Assente Favorevole
Convenzione Internazionale contro la violenza nei confronti delle donne Favorevole Favorevole Favorevole
Pagamento debiti Pubblica Amministrazione Astenuto Favorevole Favorevole
Fiducia al Governo Letta Contrario Favorevole Assente

Questi 228 voti in cui Civati ha votato con Santanchè fanno parte di un pacchetto di 232 voti. Ma attenzione: sapete quante volte Di Battista e Civati hanno votato nella medesima maniera: 363. Trecentosessantatre voti (lo scrivo in lettere perché sia più chiaro). Va da sé che la base imponibile di voti espressi, in questo secondo caso, è maggiore (1162), ma è evidente che ciò sia così, dato che è più facile trovare in aula Civati-di Battista che Civati-Santanchè.

2) Tu latiti Pippo pavido! Alzati in piedi martedì in aula e fai un intervento contro l’ultima vergognosa prova dell’indecenza del sistema partitico. «Ma no, sei matto? Mi cacciano dal partito».

Parliamo di disciplina di partito? Ebbene, sappiate che il vostro eroe a 5 Stelle vota molto diligentemente secondo le indicazioni del partito. Questa caratteristica è valutata da openparlamento tramite i cosiddetti voti ribelli. Facciamo un confronto su questo? Facciamolo:

Voti ribelli
Di Battista 1 1781 0,06%
Civati 18 1506 1,20%

Civati ha votato diciotto volte contro i suoi stessi colleghi. Non è poco, soprattutto per uno che si è sobbarcato l’onere di non votare la fiducia al governo delle Larghe Intese in ben due occasioni. Si può dire lo stesso di Di Battista? Si può dire che sia un deputato che pensa e agisce solo sulla base delle proprie convinzioni personali? Dobbiamo credere che fosse d’accordo con il proprio gruppo parlamentare tutte e le 1780 volte in cui ha votato conformemente? A voi l’ardua sentenza. Credo che quei diciotto voti ribelli la dicano lunga sull’approccio di Civati rispetto alle decisioni intraprese dal proprio gruppo parlamentare.

Non commento la parte di critica relativa alla mancanza di interventi in aula di Civati sugli F35. Parlano in sua difesa, le centinaia di persone che lo ascoltano in molte parti del paese, alle manifestazioni collegate alla campagna congressuale. Tutti sanno, o hanno letto sulla mozione congressuale, quale è l’opinione di Civati in merito.

3) Uomini come Civati continuano purtroppo a dare speranza a chi crede ancora che un partito morto come il PD possa cambiare.

Sì, continua a dare speranza. Ma non è una speranza fine a sé stessa. E’ una speranza che invita ad agire. Ora. Occupare il Pd è l’invito che Civati ha rivolto a tutti coloro che sono mossi dallo schifo verso un sistema partitico (spiacente, è compreso in questa definizione anche il M5S) che è immobile, spinto solo dalla conservazione dello status quo (chi conserva la posizione di dominanza, chi quella di critica al potere). E’ un atto di civiltà, occupare il Pd. Farlo proprio per mandar via i signori della pioggia (delle tessere). Farlo diventare luogo della libera e informata discussione. Un progetto irrealizzabile? Di Battista vuol farvi intendere questo. Vuol farvi intendere che è tutto finito, che può solo peggiorare. Che non ci sarà mai fine alla corruzione e alla malapolitica. Vi invito a rifiutare questo nichilismo, questo intendimento secondo cui ci attende solo la distruzione. Ricostruire la sfera pubblica si può. Fare ciò cominciando dal Partito Democratico è l’impresa più straordinaria che possa capitarvi in tutta la vita. Reagite.

Fango! E Pisapia è lasciato solo

Pisapia lasciato solo dalla Sinistra deve raccogliere quintali di fango dal fuoco incrociato dei media del Padrone nonché di quelli non allineati che evitano ben bene di raccontare la verità del processo e del carcere che subì quando era giovane. Una vicenda che si dovrebbe chiudere lì, e invece no. Pisapia fa paura perché è una persona normale. Allora, fango!

Questi i titoli dell’infame attacco di oggi:

E poi in conclusione quella storia della bandiera di Freedom Flotilla, indicata dalla Santanché come la bandiera di Hamas, e invece opera di – pensate… – Vauro.

Le parole pesanti come metastasi della Santanché

Metastasi, cancro, ma in senso figurato. No, avevamo pensato per davvero – che sciocchi – che quelle abusate parole fossero state impiegate, volontariamente, per il verso giusto. Indicare i magistrati come metastasi aveva già acquisito il senso mortifero che quella parola ha nell’immaginario collettivo: un senso di speranza tradita, di orizzonti che si richiudono su sé stessi, di fine dell’esistenza e della vita.

E invece erano usate in senso figurato. Già, come dire che le parole possono essere impiegate a piacimento, come un martello, e date sulla testa delle gente, così, tanto per disseminare male e dolore, per inquinare il pensiero e suscitare ribrezzo. Quelle parole diventano un mezzo per stabilire associazioni di pensiero pericolose, per abituare all’oscenità del dolore, e anestetizzare al contempo.

Il volto marmoreo della Santanché esce dal video e scandisce la parola metastasi: in un attimo trasforma la politica in chirurgia e apre stomaci, intestini, cervelli praticando un turpe ribaltamento di significato, indicando, non più in una categoria ma in una persona, il male terminale, l’obiettivo da distruggere. Invita cioè all’atto di guerra civile, allo spargimento di sangue.

Qualcosa che abbiamo già visto nella storia:

Gli ebrei sono indubbiamente una razza, ma non sono umani (Hitler, Mein Kampf).

Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perché lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana (Berlusconi citato in la Repubblica, 5 settembre 2003)

Lassini aggrappato al ramo vuole entrare in Consiglio comunale

Lassini, l’autore di quei beceri manifesti che hanno tappezzato Milano, quello del Via le BR dalle Procure, coinvolto dallo scandalo e dall’anatema di Napolitano nonché dell’opposizione tutta e persino della Moratti, inizialmente doveva dimettersi, poi ha ricordato di aver ricevuto il sostegno del suo capo Berlusconi, e ora è lanciato più che mai verso Palazzo Marino:

“Se sarò eletto”, dichiara a Radio24, penso che vada rispettata la volontà degli elettori”. La sua volontà – ha precisato – “sarebbe quella di restare al mio posto”. In precedenza, in occasione della cena delle “mille donne” organizzata dalla Santanché per la campagna elettorale del sindaco uscente, avrebbe mandato la moglie in avanscoperta, tentando un riavvicinamento con la Sciura Moratti. Un evento felice, dice Tiziana Maiolo, poiché la moglie del Lassini ha affrontato tempi così cupi quando il maritino fu arrestato ingiustamente anni or sono, ai tempi di Tangentopoli. Le donne sono più pragmatiche, afferma la Santanché, facendo intendere che la Sciura prima o poi si piegherà ai voleri del premier e terrà Lassini come un dolce agnello a pascolare in Consiglio Comunale, magari con qualche carica in qualche assessorato. Fosse per lui, se ne sarebbe restato al proprio posto. Tutta questa polvere per aver vilipeso la magistratura, quella stessa magistratura che lo violentò in quei tempi cupi delle manette facili. No, lui ne ha patite di cotte e di crude dai magistrati e intende uscirne a testa alta: è una vittima della giustizia, un martire che però non ha sparso sangue. Il sangue è solo quello dei magistrati morti ammazzati. Roba che lui neanche si immagina.