#Quirinale, la convergenza parallela

E infine ogni nube si è dissolta sul Colle del Quirinale. Mattarella verrà eletto domani, al quarto scrutinio, con una convergenza – parallela, si direbbe – fra sostenitori della prima ora e i redenti del centrodestra, vecchio o nuovo che sia. Non ci saranno imboscate, né trame occulte. Berlusconi incassa la sconfitta, che sconfitta non è. Grillo può continuare a sparare a zero su un obbiettivo, dovendo mantenere lo scopo primario della sua impresa politica, ovvero l’iniziativa editoriale. E Renzi, Renzi ha battuto gli spettri del 2013 e può proseguire l’esperienza di governo con Alfano e soci. Perché questo è l’elemento chiave. E’ cambiato solo l’inquilino al Quirinale, il resto no. La maggioranza che voterà domani Sergio Mattarella è più precaria dei contratti del jobs act. Si materializzerà per un singolo voto e quindi si inabisserà nei meandri di Montecitorio per lasciare il passo al patto d’acciaio Pd-NCD.

Il Quirinale è stato neutralizzato. Potremo tornare a discutere di riforme costituzionali come se niente fosse?

#Quirinale, Renzi sconfigge Renzi

Mattarella non è ancora presidente della Repubblica. Ma sembra che Renzi abbia sconfitto tutti, sé stesso compreso. Affossando il Patto del Nazareno, ha praticamente tagliato il ramo su cui siede da qualche mese a questa parte. Così almeno sembra.

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Se da un lato, nessuno può ragionevolmente credere che il vecchio Caimano si sia fatto ‘fregare’ dal presidente del Consiglio, dall’altra persistono interessi politici consistenti nel far proseguire la legislatura e il cammino delle riforme costituzionali, specie la riforma della legge elettorale. E allora, dove sta la verità? Forse Renzi considera lo strappo rimediabile, forse lo strappo aprirà le porte ad un esecutivo Renzi bis, forse. La vittoria di Renzi può anche essere la sua sconfitta? La partita (per proseguire l’analogia calcistica che oggi ha spopolato nelle interminabili cronache televisive), in realtà, è ancora tutta da giocare e Berlusconi potrebbe diventare, alla quinta votazione, l’indispensabile appoggio. A quel punto, il prezzo da pagare al Caimano sarebbe molto caro. Dal momento che Renzi ha imposto un unico nome, quello di Mattarella, se alla quarta consultazione dovesse essere impallinato – per esempio, dai cespugli di Gal o dalle paludi di Scelta Civica – a quel punto il Pd dovrà ingoiare il rospo che Berlusconi gli proporrà in cambio del voto. E l’incredibile mirabolante vittoria di oggi, si ridurrà in una cocente sconfitta.

D’altronde, questo propone l’azzardo. Fate il vostro gioco.