Nel Mali del nord l’Azawad diventa uno stato islamico

Aggiornamento 01/06/12:

La fusione tra i ribelli tuareg del Mali e il gruppo islamico Ansar Dine volta a costituire un stato autonomo nel nord del Paese e’ stata sospesa ieri sera a causa di disaccordi di fondo, tra i quali l’applicazione della Sharia (la legge musulmana, ndr). Lo ha annunciato Ibrahim Assaley, del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (Mnla).

”Ci siamo rifiutati di varare la dichiarazione finale poiche’ e’ diversa dal protocollo d’intesa che avevamo firmato. I colloqui sono andati avanti per un intero giorno, ma non e’ stato raggiunto alcun accordo”, ha dichiarato l’insorto.

Ieri gli stessi tuareg e le milizie islamiche fondamentaliste avevano proclamato la nascita di un ”Consiglio di transizione” nell’Azawad, scosso di recente da un golpe, nel tentativo di dar vita all’istituzione di uno Stato indipendente e autonomo (asca news).

E’ stato firmato ieri sera a Gao un accordo fra MNLA, il Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad e il gruppo tuareg islamico denominato Ansar Dine. I tuareg cedono all’ala islamica e rinunciano alla dottrina dei diritti umani che in un primo momento sembrava essere l’elemento caratterizzante del Movimento di Liberazione. Il sito web del MNLA non viene più aggiornato da diverse settimane e non vi è traccia dell’accordo siglato ieri, segno forse della rottura fra la propaggine parigina del movimento e e il leader Mahmoud Ag Aghaly.

L’accordo prevede la costituzione dell’Azawad come stato indipendente e l’applicazione della sharia. Verrà formato un “Consiglio di transizione” tramite il quale si realizzerà la fusione fra MNLA e Ansar Dine. E’ stato firmato da Abbas Ag-Intalla, a nome di Iyad Ag Ghali, il leader di Ansar Dine, e il segretario generale del MNLA Bilal Ag-Sharif, in presenza di una serie di personalità di alto livello nel territorio del Azawad e dell’inviato del presidente del Niger, in aggiunta ad una serie di leader tribali nella regione.

Nel testo dell’accordo si specifica che tra i due movimenti è stata raggiunta una condivisione di intenti su concetti di base quali il concetto di blasfemia negli idoli, il concetto di lealtà fra i due gruppi e la necessità di stabilire uno stato islamico in Azawad. Nello stato dell’Azawad la legge islamica regolerà tutti i settori della vita, secondo l’approccio sunnita al Corano. I due gruppi hanno inoltre deciso di costituire una unica forza armata. E’ evidente che l’accordo è innanzitutto di tipo politico-militare. ECOWAS è in procinto di inviare un contingente di 3000 uomini per la repressione dei separatisti e il ripristino del governo di Bamako sull’area del Sahel. Lo Stato islamico dell’Azawad ha infatti la caratteristica della transitorietà poiché è tale il suo organo esecutivo, una sorta di consiglio di guerra congiunto fra MNLA e Ansar Dine.

Nell’accordo restano fuori le due correnti qaediste di AQMI e Mujao (i rapitori di Rossella Urru). Ansar Dine è forse la parte più moderata fra i gruppi jihadisti presenti nell’area. Ansar Dine non si finanzia con il rapimento degli occidentali. Oggi già controllano Timbuctu, Gao e Kidal, le tre città più importanti del nord del Mali, dove hanno già imposto la sharia. Un certo malcontento era emerso, poiché la sharia non permette ai giovani di giocare a pallone, o di guardare la televisione, per esempio. A metà aprile sembrava che MNLA dovesse entrare in conflitto con Ansar Dine proprio dentro la città di Timbuctu. Poi la situazione umanitaria piuttosto precaria e la presenza nella città di donne e bambini indusse il Fronte per la liberazione ad farsi da parte e ad accamparsi fuori dalle mura.

Parlando con Al Jazeera UK, Akli Sha’kka, portavoce del Movimento Giovanile Tuareg, ha detto che l’operazione è “un punto di svolta importante nella storia dell’Azawad”.
“Questa [la cooperazione] arriva dopo irte discussioni che hanno avuto luogo per quasi un mese. I due gruppi ancora non sono d’accordo ideologicamente”, ha detto Sha’kka.
“Ma la comunità internazionale deve sapere che questo non sarà uno stato estremista. Si tratta di uno stato islamico e la MNLA ha detto chiaramente all’inizio dei negoziati che la Sharia non sarà applicata nel modo in cui Ansar Dine stava spingendo fin dall’inizio.” (Al Jazeera).

E’ sbagliato pertanto scrivere e pensare che si stia creando un regime di Talebani a due passi dall’Europa. MNLA è secolarizzato, e Ansar Dine non era minimamente interessato a una indipendenza del Sahel. L’unione fra i due gruppi è strategic e servirà al MNLA per fronteggiare l’offensiva restauratrice.

Il Mali cede sotto i colpi dei Tuareg

Dopo Kidali è caduta Gao, oggi Timbuctu. L’esercito maliano è in disfatta. Secondo Sahara Media il colonnello Elhadj Ag Gamou si è unito ai combattenti Tuareg. Due giorni fa il capo della autoproclamatasi Giunta Militare del Mali, Amadou Sanogo, ha lanciato un appello per un aiuto militare straniero. Viene scritto, anche sui giornali italiani – come La Repubblica – che i ribelli Tuareg si sono alleati con la cellula di Al Qaeda nel Sahel, AQMI. In realtà si tratterebbe di un gruppo minore, islamista, chiamato Ansar Edine, una formazione politico militare che vorrebbe applicare la Sharia nel nuovo stato dell’Azawad. Ma l’Azawad è la terra dei Tuareg e i Tuareg sono nomadi, seppur islamizzati, e mantengono una identità culturale ben definita.

Dire che i Tuareg si sono alleati con Al Qaeda non è completamente corretto. Il Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad (MNLA) si è formato all’inizio dell’Ottobre 2011. L’impulso per questa nuova guerra dei Tuareg (l’ultima è terminata nel 2009) è venuto alla fine del regime di Gheddafi in Libia. Tuareg di diverse tribù hanno combattuto sia per il Raìs che contro. Il comandante militare dell’MNLA, Mohammed Ag Najm è stato certamente un ufficiale libico di origini maliane ed ha servito durante il regime di Gheddafi ma si è espressamente dichiarato in disaccordo con il regime fin dall’inizio dell’insurrezione di Bengasi. Ma non si tratta di mercenari. Essi sono ex ufficiali libici di etnia Tuareg. Combattono ora per il loro vero paese.

Ansar Edine è un gruppo salafista Tuareg. Certo è difficile distinguere. La presa della città di Kidal è un punto di non ritorno. Dopo sono cadute Gao – in seguito a una sanguinosa battaglia in cui l’esercito maliano ha dispiegato persino degli elicotteri, senza evidentemente ottenere l’effetto di fermare l’avanzata dei ribelli berberi – e Timbuctu. Il nord del Mali è fuori del controllo del governo di Bamako e potrebbe suggerire alla cellula di Al Qaeda in Algeria, AQMI, responsabile dei rapimenti di Rossella Urru e dei due cooperanti spagnoli, di iniziare attività terroristiche o di guerriglia in territorio algerino. Aveva ragione Giulio Sapelli sul Corriere: la caduta di Gheddafi ha spezzato l’equilibrio dell’area, importantissima per la produzione di petrolio ma anche per il traffico della droga e degli immigrati verso l’Europa. L’Azawad potrebbe nascere come narcostato, come Stato Canaglia, un nuovo Afghanistan, palestra del terrore qaedista. O forse no. Forse ci stiamo ingannando. forse siamo vittime della propaganda del governo diBamako, che già otteneva i soldi e le armi dalla Comunità Internazionale per combattere il Terrore di AQMI, soldi che invece hanno ingrassato le tasche dell’ex presidente ATT, Amadou Toumani Touré, deposto dai militari.

Cosa succederà se la guerra coinvolgerà l’Algeria? Cosa farà la Francia, da sempre dominus dell’area? Le elezioni presidenziali in Francia saranno discrimine per un intervento militare straniero, come è successo per la Libia, questa volta però in chiave conservativa, anti-ribelli? Oppure anche Francoise Hollande vede nell’Azawad una minaccia agli interessi francesi?