Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva del provvedimento AGCOM che estendeva il regolamento della par condicio alle emittenti private, che di fatto eliminava dalla televisione italiana ogni spazio di approfondimento giornalistico politico.
Sky e Telecom Italia (che controlla La7) erano immediatamente ricorse al Giudice Amministrativo contro il provvedimento AGCOM. AGCOM aveva deciso di applicare le più restrittive norme sulla par condicio anche al settore privato come diretta conseguenza della interpretazione data dal CdA Rai al regolamento sulla par condicio, deliberato dalla Commissione di Vigilanza (sospensione di un mese di tutti i Talk-show a carattere politico).
Nella fattispecie, il Giudice Amministrativo ha sospeso l’articolo 6 c. 2 del regolamento, che recita:
"i notiziari diffusi dalle emittenti televisive e radiofoniche nazionali e tutti gli altri programmi a contenuto informativo… si conformano con particolare rigore ai principi di tutela del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, dell’obiettività e dell’apertura alle diverse forze politiche, nonché al fine di garantire l’osservanza dei predetti principi, allo specifico criterio della parità di trattamento tra i soggetti e le diverse forze politiche".
Il Giudice ha ritenuto fondate le "censure dedotte attraverso la delibera impugnata". L’udienza di merito è fissata per il 6 Maggio. Intanto, i talk show potranno tornare a ospitare politici e a occuparsi delle imminenti elezioni regionali. Il CdA Rai ha convocato per lunedì un consiglio di amministrazione urgente: il presidente Garimberti aveva anticipato che, se il verdetto del Tar fosse stato una sospensiva del regolamento, la Rai avrebbe dovuto necessariamente rivedere la propria decisione. Santoro stamane, alla notizia della sentenza, ha detto "ora andiamo in onda". Ma le intenzioni dei consiglieri di maggioranza sono ben chiare: per Butti (PdL) "non cambia niente, la decisione riguarda solo il provvedimento dell’AGCOM". Sulla stessa lunghezza d’onda, il radicale Beltrandi, il relatore del famigerato regolamento.
Intanto, stamane Il Fatto Quotidiano apre con alcune intercettazioni a margine di un’inchiesta della procura di Trani: Berlusconi avrebbe fatto pressioni sul membro dell’AGCOM, Giancarlo Innocenzi, per ottenere la chiusura della trasmissione. Anche Minzolini intercettato, a colloquio con il (finto) premier, avrebbe gentilmente accolto le richieste di un intervento televisivo per smorzare la "bomba" Spatuzza (leggi tutto: http://antefatto.ilcannocchiale.it/2010/03/12/cos%C3%AC_berlusconi_ordino_chiudet.html)