Stasera a Annozero Sandro Ruotolo intervisterà Massimo Ciancimino. Ruotolo nei giorni scorsi è stato oggetto di minacce di morte. Lo hanno pedinato sino a casa. Forse solo a scopo intimidatorio. Forse per dissuaderlo dall’intervistare il figlio dell’ex sindaco di Palermo, don Vito, il palazzinaro del sacco di Palermo, esponente della DC per la corrente andreottiana.
La bocciatura del Lodo Alfano s’interseca con questo altro passaggio fondamentale, l’indagine sui mandanti occulti delle stragi del 1992-1993 che dovrà spiegare come è nata la cosiddetta Seconda Repubblica. L’intervista di stasera potrebbe far tremare il Palazzo.
Perché negli anni seguenti alla Strage di Capaci, che rese visibile una guerra cominciata mesi prima con l’omicidio Lima, qualcuno condusse in gran segreto una o più trattative con la mafia al fine di giungere a un nuovo armistizio che ribadisse il patto di non belligeranza fra stato e mafia stabilito negli anni seguenti al 1943, quando lo Stato Italiano abbandonò la Sicilia occupata dagli alleati. Una sorta di Lodo Provenzano, dal nome di colui che la spuntò e che ottenne il dovuto dallo Stato sconfitto. Impunità, indebolimento del pentitismo, revisione dell’art. 41 bis, molti appalti, fondi pubblici, in cambio dell’appoggio politico.
Tutto ciò che è stato dopo le stragi del 1993 è per forza di cose contemplato in quel rinnovato patto: tutto, proprio tutto. E l’emergere di questa verità ostile spaventa. L’Italia bipolare, nata dopo Tangentopoli, è in realtà tripolare, e il terzo non si è quasi mai fatto vedere.
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‘La mafia non è folklore’ | ItaliaDall’Estero
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Secondo lei non é cambiato quasi nulla dal 1992, quando la mafia ha assassinato i giudici Falcone e Borsellino.
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Sono andata a vivere in Italia nel 1989, in un momento di grande speranza per l’Italia. Vi erano buoni motivi all’epoca. I giudici Falcone e Borsellino, attraverso il loro lavoro, riuscivano a trasmettere il messaggio che la mafia non era invincibile. Ma la mafia ha tappato loro la bocca.
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i mafiosi avevano complici influenti. La legislazione antimafia in Italia é stata indebolita un pò alla volta negli ultimi quindici anni. I pentiti ricevono ora sconti di pena minori di prima, e devono confessare tutto in 180 giorni. Ciò che si ricordano dopo, non conta più. Per vari motivi, ad un mafioso non conviene più collaborare con la giustizia.
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Mafia e politica vanno mano nella mano in Italia. I processi politici alla mafia diventano sempre più difficili. È già stato impossibile condannare l’ex premier Giulio Andreotti. Marcello dell’Utri, il braccio destro di Berlusconi , é stato condannato a 9 anni per associazione con la mafia siciliana. Solo che in Italia non ti fai neanche un giorno in cella finchè le due procedure di appello, molto lunghe, non si sono concluse. Quindi il pregiudicato Dell’Utri non solo può muoversi liberamente, ma é tuttora senatore ed é stato per anni al Parlamento Europeo.
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In Italia nessun partito, di sinistra o di destra, può permettersi di andare contro la mafia. Perché essa continua ad influenzare pesantemente il comportamento elettorale.
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Non cambierà mai niente, finché il problema non verrà affrontato alla radice. E per questo deve prima avere fine la politica dell’impunità in Italia.
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E non crede che ciò succederà presto?
‘Non finché l’Italia viene lasciata sola.
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Il resto dell’Europa considera con piacere la mafia come un misto di folklore italiano e un fenomeno criminale proveniente da un Paese mediterraneo e retrogrado. Questa mentalità é ipocrita. Le famiglie mafiose italiane investono miliardi nel mio Paese, la Germania, ma anche qui in Belgio e nel resto del mondo
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fino a quando qualcuno non viene assassinato, sembra che per la Germania e per il Belgio non stia succedendo nulla. Quindi l’influenza politica non è pericolosa? Cosa pensa che uno come Marcello Dell’Utri abbia realmente combinato al Parlamento Europeo? Questo tipo di uomini ha avuto accesso per anni ai fondi con le sovvenzioni per la Sicilia, ma anche per l’Europa Centrale e dell’Est. Tutti soldi che anche lì poi giungono nelle mani della mafia grazie ai contratti pubblici.
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Grazie al giudice Borsellino Rita Atria arrivò a capire che suo fratello e suo padre erano dei criminali infami. È per questo che si è suicidata? O aveva paura che, dopo la morte di Borsellino, sarebbe toccato a lei?
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Gli assassinii dei giudici di mafia ed il suicidio di Rita Atria hanno portato a qualcosa?
‘Non lo so, ma ho paura di no. Dobbiamo evitare di lavare le nostre coscienze sporche con le loro morti.’
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Stranamente la mafia mi ha minacciato per la prima volta solo recentemente, alla pubblicazione del mio libro Mafia. La mafia calabrese in Germania ha perfino censurato il mio libro. I vertici della ‘ndrangheta calabrese sono riusciti, con una causa in tribunale in Germania, a fare cancellare i loro nomi dal mio libro.
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È raro che un mafioso sia concreto, la minaccia rimane sempre sottile ed implicita. Per esempio dice: “Ha veramente dei bei bambini. Ne ho anch’io, e la famiglia è l’unica cosa che conta veramente . Non potrei sopravvivere se qualcosa dovesse accadere ai miei figli…
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Moltissimi giornalisti italiani sono inoltre molto più coraggiosi di me. Rosaria Capacchione per esempio non esce più di casa senza la scorta. (Ride relativizzando) Poi è una fortuna che io abiti a Venezia – lì almeno non mi possono seguire in auto.
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Analisi: cosa ne sarà adesso di Silvio Berlusconi? | ItaliaDall’Estero
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Mentre attendeva la sentenza decisiva di ieri, Silvio Berlusconi si è comportato come se niente fosse. Ha discusso di Medio Oriente con Mahmoud Abbas, il Presidente palestinese, e secondo i collaboratori era di “ottimo umore”. Ma la situazione è ben lungi dall’essere normale e il verdetto precipita l’Italia nel caos politico. Per il Presidente del Consiglio italiano e i suoi nemici si aprono diversi scenari.
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Berlusconi va avanti senza considerare la sentenza
Un’opzione difficile. Alcuni processi contro di lui sono stati congelati quando lo scorso anno ha varato la legge che gli concedeva l’immunità parlamentare e gli inquirenti senza dubbio li riapriranno.
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Si accusa Berlusconi di aver versato a David Mills, ex consulente fiscale britannico ed ex marito di Tessa Jowell, una tangente di 600 000 dollari per testimoniare il falso nei processi per corruzione negli anni ‘90. Mills è stato condannato a 4 anni e mezzo a marzo per aver commesso il reato. L’appello inizierà a Milano venerdì prossimo e la difesa di Mills ha chiesto a Berlusconi di comparire come testimone. Ora è probabile, invece, che il Presidente del Consiglio italiano si ritrovi imputato nel processo.
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Ci sono altre indagini che possono sfociare in processi, tra cui un presunto tentativo di convincere senatori di centro-sinistra a disertare lo scricchiolante governo di Romano Prodi due anni fa. Per non parlare delle accuse sui presunti legami con la mafia.
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Il Presidente rassegna le dimissioni e chiede elezioni anticipate
Il suo portavoce ha dichiarato che non lo farà, ma può esserne tentato
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La sua popolarità è scesa nel corso dell’ultimo anno dal 63% al 47% a causa degli scandali sessuali e del divorzio pubblico, ma la coalizione di centro-destra non ha perso il vantaggio nei sondaggi.
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Berlusconi potrebbe dimettersi a favore di un governo tecnico e potrebbe indire le elezioni insieme alle regionali che si terranno a marzo. Se vincesse, potrebbe reintrodurre la legge sull’immunità.
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Accade un golpe interno al partito, contro di lui
I nemici di Berlusconi all’interno della sua coalizione potrebbero sostenere che la sentenza della Consulta è l’ultima goccia dopo mesi di rivelazioni imbarazzanti e dannose.
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L’ovvio leader di una rivolta interna è Gianfranco Fini, l’ex neofascista, ora conservatore e co-fondatore del Popolo delle Libertà al governo.
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Ieri Fini si è unito a Luca Cordero di Montezemolo, capo della FIAT, in occasione del lancio di un nuovo comitato di esperti. Ha negato le voci secondo cui potrebbe formare una grande coalizione o un governo di emergenza con imprenditori, come di Montezemolo, ed elementi di sinistra. Ma potrebbe arrivare il momento di Fini, se non immediatamente, nei prossimi mesi, mano a mano che si deteriora la posizione di Berlusconi.
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Il premier si ritira
Improbabile, dato che si considera come l’ammirato, addirittura adorato, salvatore dell’Italia.
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Se i problemi legali si accumulano o se gli si prospetta la prigione, potrebbe anche essere tentato di andare in esilio, come fece il suo mentore Bettino Craxi, un altro discreditato Presidente del Consiglio, nel 1994, l’anno in cui Berlusconi entrò in politica. Craxi morì in esilio in Tunisia.
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Mediaset/ Svizzera verso inchiesta formale per riciclaggio Fondi neri, coinvolti 4 manager; congelati 150 mln franchi svizzeri.
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Quattro manager della Mediaset saranno presto oggetto di un’inchiesta formale in Svizzera per riciclaggio. Lo ha riferito la portavoce del ministero della Giustizia Walburga Bur, secondo cui lo scorso 2 settembre i pm hanno chiesto alla Procura federale di aprire un’indagine
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l’ipotesi di reato sarebbe riciclaggio di denaro, in collegamento con la compravendita di diritti televisivi per importi ‘gonfiati’
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Secondo quanto riporta l’Associated Press, dopo anni di indagini su Mediaset, ora i giudici svizzeri potrebbero formalizzare le accuse, e le prove raccolte oltreconfine potrebbero aiutare le inchieste italiane parallele che stanno per ripartire dopo la bocciatura del lodo Alfano
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L’inchiesta in Svizzera è infatti un filone di quella sui fondi neri Mediaset, relativa all’acquisto di diritti Tv su film americani prima del 1999 attraverso società offshore, con importi modificati in modo da frodare il fisco
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Le autorità elvetiche avevano cominciato a collaborare con i magistrati italiani nel 2002, e tre anni più tardi hanno congelato conti in banca per oltre 150 milioni di franchi svizzeri (circa 100 milioni di euro)
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