Il governo approva la Delega Fiscale e sui giornali oggi esplode il panico da tasse. Sì, perché revisionare le rendite catastali (oggi ferme ai valori del 1990!) è una mezza rivoluzione e, come tutte le rivoluzioni, anche la Delega Fiscale farà delle “vittime” (metaforicamente parlando, ci si augura). Sappiate che nella Delega Fiscale si nasconde una vera e propria Patrimoniale. La redistribuzione del carico fiscale avverrà così: prima con un aggravio sui proprietari di case e terreni; dopo, ma solo dopo (la scadenza è a fine mandato legislativo, ovvero fra circa nove mesi), tramite un ulteriore provvedimento, detraendo il surplus di entrate con uno sconto sulla tassazione dei redditi da lavoro. Vuol dire che se volete lo sconto fiscale sui redditi, dovrete tenervi il governo Monti sino all’ultimo dei giorni di questa dannatissima legislatura. E sperare che la Delega Fiscale produca gli effetti sperati, cioè il “tesoretto” da impiegare per ridurre il famigerato “cuneo fiscale”.
Ecco come ce lo racconta il governo medesimo nel comunicato di ieri sera:
Il disegno di legge delega fiscale vuole correggere alcuni aspetti critici del sistema fiscale italiano per renderlo più equo, trasparente ed orientato alla crescita economica. Un primo punto importante del disegno di legge delega approvato in data odierna dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, è quello di dare maggior certezza al sistema tributario e migliorare i rapporti con i contribuenti. A questo si aggiunge la volontà di proseguire nel contrasto all’evasione e all’elusione e nel riordino dei fenomeni di erosione fiscale. Sul fronte dell’equità, un contributo sarà assicurato dalla riforma del catasto dei fabbricati, mentre su quello della crescita emerge la fiscalità ambientale.
La delega verrà attuata a parità di gettito e quindi non si attende alcun aumento di pressione fiscale. Ovviamente, razionalizzare il prelievo in funzione dell’equità e della rimozione di distorsioni comporterà una redistribuzione del prelievo, ma questa resterà confinata all’interno dei singoli comparti. Ad esempio, la riforma del catasto persegue in primo luogo l’obiettivo di una maggiore equità, avvicinando le singole rendite catastali ai valori effettivi di mercato; ma alla revisione delle rendite si accompagnerà, contestualmente, quella delle aliquote, in modo da mantenere invariato il carico fiscale complessivo sui fabbricati. La razionalizzazione della tassazione dei redditi d’impresa e di lavoro autonomo e delle agevolazioni fiscali comporterà aumenti o riduzioni di carico impositivo sui singoli contribuenti, ma per il complesso delle imprese il carico fiscale resterà invariato. Anche il riordino dei fenomeni di erosione fiscale non comporterà aumenti del prelievo complessivo, essendo finalizzato alla razionalizzazione del sistema, a parità di gettito. Anche dalla tassazione ambientale non conseguiranno aumenti di pressione fiscale: anch’essa è infatti finalizzata alla redistribuzione del carico fiscale esistente e alla revisione del finanziamento degli interventi per le fonti rinnovabili. L’entrata in vigore della nuova tassazione ambientale sarà comunque legata al recepimento della disciplina armonizzata decisa a livello europeo.
Di seguito, in sintesi, le informazioni principali relative ai tre capitoli del disegno di legge:
1) Il capitolo “equità e razionalità del sistema” prevede la revisione del catasto dei fabbricati, che sarà attuata in collaborazione con i Comuni e l’Agenzia del territorio, con l’obiettivo di attribuire a ciascuna unità immobiliare il relativo valore patrimoniale e la rendita. Con la riforma si vuole ridefinire i fabbricati in base non solo a valori ma anche a criteri più aggiornati: localizzazione, qualità dell’immobile e superficie in metri quadri. Per le unità immobiliari urbane saranno applicati i seguenti principi e criteri direttivi: (1) riferimento ai rispettivi valori medi ordinari espressi dal mercato in un arco temporale triennale antecedente alla nuova determinazione; (2) definizione degli ambiti territoriali del mercato immobiliare; (3) rideterminazione delle destinazioni d’uso catastali ordinarie e speciali; (4) determinazione del valore patrimoniale medio ordinario. La rendita media ordinaria per le unità immobiliari sarà valutata attraverso l’analisi delle statistiche sui valori di mercato; inoltre sono previsti meccanismi di adeguamento periodico dei valori e delle rendite delle unità immobiliari. Infine, per evitare che la revisione delle rendite catastali causi un aggravio del carico fiscale, è prevista la contestuale riduzione delle aliquote.
La delega, inoltre, definisce metodologie di stima e rilevazione dell’evasione di tutti i principali tributi, attraverso il confronto tra i dati di contabilità nazionale con quelli dall’anagrafe tributaria; questi risultati saranno calcolati e pubblicati ogni anno, con partecipazione dell’ISTAT, dell’Amministrazione finanziaria e di altre Amministrazioni pubbliche. Il provvedimento introduce anche l’obbligo di redigere un rapporto annuale, all’interno della procedura di bilancio, sulla strategia seguita e sui risultati conseguiti.
Nell’ambito del monitoraggio e riordino dell’erosione fiscale, viene istituto l’obbligo di redigere, all’interno della procedura di bilancio, un rapporto annuale sulle spese fiscali (dove, per spese fiscali si intende qualunque forma di esenzione, esclusione, riduzione dell’imponibile o dell’imposta, regime di favore) che sarà confrontato con i programmi di spesa. Si prevede la possibilità di costituire una commissione indipendente e di eliminare, ridurre o riformare le spese fiscali che appaiono in tutto o in parte ingiustificate alla luce delle mutate condizioni socio-economiche. E’ comunque fatta salva la tutela dei diritti fondamentali e delle finalità meritevoli: la famiglia, la salute, le situazioni di svantaggio economico o sociale, il patrimonio artistico e culturale, la ricerca e l’ambiente. Verrà anche razionalizzato e stabilizzato l’istituto del 5 per mille.
2) Il secondo capitolo della delega interviene sui rapporti tra fisco e contribuente, introducendo una definizione generale di abuso del diritto che, recependo la giurisprudenza delle Sezioni unite della Cassazione, sarà unificata con quella dell’elusione, rendendola applicabile a tutti i tributi. Inoltre saranno introdotte specifiche regole procedimentali, che garantiscano un efficace confronto con l’amministrazione fiscale e salvaguardino il diritto di difesa del contribuente. Verrà anche attuata una revisione del sistema sanzionatorio penale secondo criteri di predeterminazione e proporzionalità rispetto alla gravità dei comportamenti. In proposito verrà dato più rilievo al reato tributario per i comportamenti fraudolenti, simulatori o finalizzati alla creazione e utilizzo di documentazione falsa; mentre si prevede l’esclusione della rilevanza penale per i comportamenti ascrivibili all’abuso del diritto e all’elusione fiscale. Viene prevista, inoltre, la revisione del regime della dichiarazione infedele e del sistema sanzionatorio, in modo da correlare le sanzioni stesse all’effettiva gravità dei comportamenti, introducendo la possibilità di ridurre le sanzioni in casi di minore gravità o di applicare sanzioni amministrative anziché penali. Si prevede che il principio del raddoppio del termine di accertamento in caso di denuncia penale si applichi solo ove la denuncia sia inoltrata in riferimento ai termini di decadenza dell’accertamento.
I controlli saranno mirati e rafforzati attraverso l’utilizzo delle banche dati e la collaborazione con altre autorità pubbliche; sarà potenziata la tracciabilità dei pagamenti e l’utilizzo della fatturazione elettronica. Nell’ambito del contenzioso tributario è prevista la procedura stragiudiziale per liti di modesta entità; l’estensione della conciliazione alla fase di appello e al giudizio di revocazione, la ridefinizione della distribuzione delle Commissioni tributarie sul territorio, salvaguardando l’articolazione provinciale, per razionalizzare l’utilizzazione del personale amministrativo e dei Giudici. Sarà rivista la riscossione dei Comuni.
Nell’intento di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente, secondo l’impostazione della enhanced relationship incoraggiata dall’OCSE, per i soggetti di maggiori dimensioni è prevista l’introduzione di sistemi aziendali di gestione e controllo del rischio fiscale. Alle aziende che attiveranno questi sistemi interni di controllo saranno garantiti una serie di incentivi in termini di minori adempimenti, riduzione delle sanzioni e minori accertamenti; mentre per le imprese di minori dimensioni sarà rivisto ed ampliato lo strumento del tutoraggio.
Sarà avviato un processo di semplificazione degli adempimenti superflui o di scarsa utilità per l’Amministrazione finanziaria.
3) La terza parte della delega rivede la tassazione in funzione della crescita, dell’internazionalizzazione delle imprese e della tutela ambientale. Si prevede che la tassazione dei redditi prodotti dalle imprese commerciali e dai lavoratori autonomi venga assoggettata ad un’unica imposta. In proposito si stabilisce la deducibilità dalla base imponibile di questa imposta dalle somme prelevate dall’imprenditore, dal professionista o dai soci come remunerazione. Queste ultime concorreranno alla formazione del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF personale del singolo imprenditore. Per i contribuenti di minori dimensioni, invece, si prevede la possibilità di introdurre il pagamento a forfait di un’unica imposta in sostituzione di quelle dovute.
Con la delega, inoltre, si introducono criteri chiari e coerenti con la disciplina di redazione del bilancio per determinare il momento del realizzo delle perdite su crediti; si rivede la disciplina dell’imposizione fiscale delle operazioni transfrontaliere per adeguarla alle migliori pratiche internazionali; si razionalizzano l’IVA e le altre imposte indirette come quelle di registro, di bollo, ipotecarie e catastali, sulle concessioni governative, sulle assicurazioni e sugli intrattenimenti, con l’obiettivo di semplificare gli adempimenti e razionalizzare le aliquote.
Verrà rivista la tassazione dei giochi e il loro regime, con la finalità prevalente di prevenire la ludopatia, tutelare i minori e inibire forme di pubblicità
Il provvedimento, infine, in sintonia con le politiche adottate dall’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile, punta ad un riordino della fiscalità al fine di preservare e garantire l’equilibrio ambientale (green taxes); si rivedrà inoltre la disciplina delle accise sui prodotti energetici in funzione del contenuto di carbonio, come previsto dalla proposta di Direttiva del Consiglio europeo in materia di tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità. Il gettito derivante dall’introduzione della carbon tax è destinato prioritariamente alla revisione del sistema di finanziamento delle fonti rinnovabili. L’entrata in vigore delle disposizioni riguardanti la fiscalità ambientale sarà coordinata con la data di recepimento della disciplina armonizzata decisa a livello europeo.