Se diamo uno sguardo ai sondaggi dell’ultimo mese, capita di scorgere un panorama partitico abbastanza chiaro: il bipolarismo italiano, fatto di cartelli elettorali di coalizioni di partiti più o meno grandi, quindi già abbastanza precario di suo, vede il sorgere di una nuova formazione metastatica, il cosiddetto Terzo Polo. L’aggregazione centrista, per ora esistente solo nel campo delle ipotesi, è un coacervo dei fuoriusciti da destra e da sinistra. Un meltin’ pot, diciamo. Che potrebbe anche liquefarsi qualora la legge elettorale dovesse nuovamente cambiare. Intanto, stando così le cose, ovvero permanendo in essere il Porcellum, vincerebbe a man bassa la maggior minoranza che, calcoli alla mano, è ancora rappresentata dall’alleanza PdL-Lega, con l’unica variante della mutazione dei rapporti di forza interni, in favora dei leghisti.
1. Ma procediamo con ordine: il grafico sottostante mostra l’andamento dei principali partiti per il periodo 06/10-09/10; le curve di PdL, PD e Lega sono state esemplificate da una polinomiale di ordine 5. La novità dell’estate 2010 è rappresentata dal sostanziale riavvicinamento fra PdL e PD, dovuto, più che alla verve dei democrats, rimasti invece al palo del 27%, al progressivo degrado del consenso del PdL, oramai consolidatosi vicino alla quota del 30%. Indubbiamente, l’erosione del partito di Berlusconi è da attribuirsi alla comparsa nel quadro partitico – pur non ancora ufficialmente – dal partito di Fini, FLI, cioè Futuro e Libertà. I finiani hanno avuto una partenza a razzo: FLI entra a piè pari nel circus spalla contro spalla con UDC, IDV e SeL (Vendola). Intanto, la Lega Nord sembra aver perso il suo trend in continua ascesa.

2. Poniamo il caso che FLI non esca dal centro-destra: l’effetto del partito di Fini sull’alleanza PdL-Lega sarebbe quello di rafforzare la coalizione. Questo è un paradosso che si spiega soltanto con il fatto che Fini non toglie voti soltanto a Berlusconi; in realtà, attinge a piene mani anche fra i moderati che votano PD. Con FLI, il Cdx sfiora il 50% dei voti: una performance da non credere. E’ certo però che buona parte del consenso di FLI con provenienza centro-sinistra è legato alla convinzione che Fini farà cadere prima o poi il Caimano, per cui in una prospettiva di “ritorno all’ovile” di Fini, con una sua propria formazione, gli potrebbe far perdere parte del seguito. Intanto però si può ben osservare come FLI non incida così in profondo – almeno per il momento – nel PdL, conferma del fatto che le campagne diffamatorie hanno avuto perlomeno l’effetto di contenere l’emorragia di voti.

3. Il terzo grafico ci mostra l’incidenza di FLI su PD e IDV: il centro-sinistra langue, mentre una parte del consenso che potrebbe catturare migra verso Fini e non è intercettato in alcun modo da Di Pietro, il quale invece non sembra poter contribuire più di tanto al successo dell’opposizione. Di Pietro ha il suo zoccolo duro di votanti e la soglia del 7% resta una cintura stretta che impedisce al partito della legalità di sfondare. Forse che il modello personalistico di IDV, incentrato sin dalla prima ora sulla persona del suo fondatore, ha fatto il suo tempo? Il suo sviluppo procede di pari passo con il berlusconismo: quando si indebolisce il PdL, anche IDV soffre (IDV, 06/10-09/10, -1.1%).

4. Ed ecco finalmente il nuovo quadretto partitico: è il prodotto della media delle ultime cinque rilevazioni (ove presenti). La sigla CSX comprende PD, IDV, SeL (Vendola), Radicali e i cespugli (Rifondazione, Comunisti Italiani): da notare che i cespugli sono qui conteggiati come partiti esterni al PD; qualora Bersani decidesse, come pare voglia fare, di inserire nella lista PD candidati appartenenti a Rifondazione e a Comunisti Italiani, il valore del 39.3% potrebbe anche essere più basso. Come d’altronde il valore potrebbe essere diverso se alla guida della coalizione verrà eletto, tramite le agognate primarie di coalizione, Nichi Vendola, il cui forte potere carismatico potrebbe spingere molti a votare per il centro-sinistra.
Il Terzo Polo è invece l’aggregato di UDC, FLI, API, MPA (Movimento per le Autonomie – Lombardo). Nella sigla CDX sono altresì ricompresi PdL, Lega, La Destra e i Pensionati.

Fonte dati: Sondaggi politico elettorali

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28/6/2010 19/7/2010 27/7/2010 29/7/2010 4/8/2010 26/8/2010 2/9/2010 5/9/2010 6/9/2010
PdL 34,2 34,7 34,2 33 32,2 30 29,9 29,7 30,6 30,1
Lega 12,5 11,6 11,5 13 13,1 12,3 14,1 11,5 11,7 12,4
FLI – – – – – 7 4,3 6,3 5,3 5,7
UDC 5,4 6,6 6,5 7 6,1 6,5 6,3 6,4 6 6,3
API – – – – 1,4 0,7 1,9 – 1,3
PD 26,1 28,2 28,2 27 27,1 24 27 26,7 26,9 26,2
IDV 8,2 7,3 7,4 7,5 7,9 6,5 6,9 6,3 7,1 6,7
FED SIN 2,3 2 2,1 2 2,3 1,2 1,6 2,1 1,8 1,7
SEL 3,5 3,7 3,8 4,5 3,4 4,5 4,5 4,5 3,2 4,2
RAD 0,8 0,8 0,8 – 1,6 1 0,2 – 0,7 0,6
GRILLO 3 – – – 3,1 1,6 2,1 – 1,3 1,7
LA DESTRA 1,5 2 2 – 0,6 2,3 0,4 2,3 1,7 1,7
PENSIONATI – – – – 0,4 – 0,2 – – 0,2
MPA 0,3 0,7 0,7 – – – – 1,1 0,7 0,9
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