Mali, la giunta militare di Bamako tratta con Al Qaeda

Mali begins Touareg dialogue | بدء الحوار بين ...

(Photo credit: Magharebia)

La rivelazione contenuta nel titolo è stata fatta da un esponente del Movimento per la liberazione dell’Azawad, MNLA, tale Moussa Ag-Saeed membro del Consiglio provvisorio dell’Azawad, contattato telefonicamente dai giornalisti di Saharamedia.net. Naturalmente Moussa Ag-Saeed ha duramente condannato i negoziati. L’uomo ha rivelato che un aereo privato appartenente all’esercito golpista ha raggiunto la città di Niafunke (200 km da Timbuctu), portando tale Omar Marik e un imprecisato numero di ufficiali dell’esercito del Mali all’incontro con emissari di una delle tre organizzazioni islamiche che controllano la zona. Inoltre, MNLA è giunto a conoscenza del fatto che sarebbe stato l’ex presidente Traoré a chiamare i gruppi Tawhid e AQMI al fine di assoggettare al loro controllo le regioni del nord, esautorando proprio il MNLA. Secondo Ag-Saeed, la fuoriuscita del MNLA dalle grandi città, come Timbuctu, Gao e Kidal, è un fatto positivo poiché evita che il movimento possa confondersi con i terroristi. Attualmente il MNLA si sarebbe stanziato in due piccole città e starebbe controllando il confine con la Mauritania.

Ag-Saeed ha chiamato a raccolta tutti gli Azawaddein bianchi, arabi e neri per liberare il paese dallo straniero. Non è un problema di religione, ha detto, poiché essi tutti sono nati musulmani, ma è invece un “problema di povertà e ignoranza e di mancanza di libertà dalla criminalità organizzata”. Il MNLA rende conto della povertà di queste popolazioni, dei “diritti di questi poveri oppressi”, e dà ascolto alla voce dei bambini e delle donne che cantano di un Azawad non venduto: “Non possiamo dimenticare il sangue che è stato versato e tutti questi ultimi eventi faranno in modo che non ci saranno alternative all’Azawad […] Il movimento ha raggiunto la fase in cui non può più accettare che l’Azawad porti una bandiera diversa dalla propria”.

E mentre giungono notizie di altre distruzioni di monumenti e tombe di santi islamici nella città di Gao da parte dei fondamentalisti salafiti di Mujao, il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi h affermato al termine dell’incontro con il suo omologo del Burkina Faso, Yipene Djibril Bassolè, che “L’Italia auspica che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite possa autorizzare l’invio di una missione di pace con il mandato chiaro di sostenere e consolidare il processo di transizione in Mali”. Il colloquio fra i due è stato “l’occasione per fare il punto della situazione sul processo di mediazione” in Mali, ha detto Bassolè, che è mediatore per la comunità ECOWAS. Il 26 Settembre prossimo si terrà un incontro apposito a New York, al quale presenzierà anche Terzi, durante il quale verrà affrontato il problema di come eliminare l’anomalia jihadista del nord del Mali, anche alla luce dell’attacco all’ambasciata USA di Bengasi. Finora la crisi del nord del Mali è stata gestita dai paesi dell’area nord africana, senza alcun successo. Il governo di Bamako è ancora in mano ai militari e Traoré sembra stia cospirando sia contro i golpisti che contro il MNLA. Difficilmente il Consiglio di Sicurezza dell’ONU autorizzerà l’invio di truppe poiché ciò collide con l’ambizione francese di estendere la propria egemonia nell’area. La prospettiva di una culla del terrorismo jihadista nel Sahel è sempre più concreta.

Addio, Timbuctu

Cour de la mosquée de Djingareiber, Tombouctou

Cour de la mosquée de Djingareiber, Tombouctou (Photo credit: Wikipedia)

Ansar Dine, il gruppo islamico jihadista che controlla la città di Timbuctu, ha iniziato stamane una vasta operazione per la demolizione degli antichi santuari. Secondo la Bbc, sostenitori di Ansar Dine avrebbero danneggiato il mausoleo di Sidi Mahmoud a “colpi di vanga e piccone”. Timbuktu contiene 333 santuari, di cui 16 classificati dall’Unesco come Patrimonio Mondiale, tra cui appunto la tomba di al-Faqih Sidi Mahmoud Ben Ammar, che gode di grande prestigio tra la popolazione della città.

Intanto da Washingoton si fa sentire l’Assistente al Segretario di Stato per gli Affari africani, Johnnie Carson. Carson, durante una audizione alla Camera dei Deputati, ha affermato che la comunità internazionale deve supportare l’azione militare della Comunità Economica degli Stati Africani Occidentali – ECOWAS – ma a condizione che la sua azione stabilizzatrice sia limitata a rimettere ordine nel sud del paese e sia evitata qualsiasi “avventura” nel nord dell’Azawad secessionista.

“Non si può parlare di azione seria senza un leader legittimo nella capitale Bamamko”, ha detto Carson. E’ sbagliato, ha aggiunto, definire pericolose le forze islamiste che si sono inserite nell’area accanto al MNLA. AQMI e Andar Dine sono “povere” e non costituiscono una minaccia per gi Stati Uniti.

Fonte: http://www.saharamedia.net

Sceicco al-Thani

Nel Mali del Nord l’ombra dello Sceicco del Qatar. Scontri fra Tuareg e Islamici

Sceicco al-Thani

Sceicco al-Thani

MNLA e Ansar Dine si sarebbero completamente separati. E’ quanto ha detto il Segretario della Conferenza Episcopale del Mali, don Edmond Dembele, all’Agenzia Fides. Al Arabiya ha riportato notizia di scontri fra i due gruppi: “la scorsa notte uomini armati dei due schieramenti si sono affrontati alla periferia di Kidal” (Corriere del Ticino via Afp). La situazione è degenerata dopo il fallimento delle trattative per trovare un accordo sul destino dell’Azawad, il presunto stato indipendente dei Tuareg. Iyad Ag Ghaly è sempre stato contrario alla indipendenza dell’Azawad. E’ contrario ai suoi interessi avere uno stato laico nel centro del Sahel. Per i traffici di armi e schiavi è meglio il debole governo di Bamako, che non è strutturato per controllare un’area tanto vasta quanto inospitale. In questo senso è da spiegarsi la nascita in Mauritania di un soggetto politico-militare che vuole riagganciare il Sahel al sud del paese:

“Si ricordi che in Mauritania gli arabi del nord del Mali hanno appena fondato un nuovo gruppo con lo scopo di cacciare i ribelli da Tomboctou e riattaccarla al resto del Paese” dice don Dembele (Agenzia Fides).

Ecowas ha chiesto ufficialmente all’ONU di poter inviare un contingente militare nel nord del Mali per combattere gli indipendentisti. Lo scopo è ristabilire l’ordine preesistente alla rivolta del MNLA. Ma il voto in Coniglio di Sicurezza è tutt’altro che scontato. MNLA ha un forte legame con Parigi, soprattutto con gli intellettuali radicali che intendono esportare la democrazia “suggerendo” l’insurrezione. L’interessamento di Parigi alla sorte dei Tuareg sarebbe confermato anche dalla notizia riportata dal il giornale francese “Le Canard enchaîné che, in un articolo dal titolo Il nostro amico del Qatar finanzia gli islamisti del Mali scrive come l’emirato stia finanziando da tempo i gruppi attivi nel nord del paese, dai combattenti islamici di Ansar al-Din al Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad” (AltreNews.com). Lo Sceicco del Qatar, Cheikh Ahmad ben Khalifa al-Thani, il fondatore di Al-Jazeera, avrebbe fornito il proprio aiuto finanziario e logistico anche al gruppo terroristico al Qaeda nel Maghreb islamic (AQMI, fra le cui fila troviamo quelli del Mujao, i rapitori di Rossella Urru). L’Eliseo – quindi Sarkozy – era al corrente di tutto ciò. Forse era anche d’accordo. Ora la presidenza francese è cambiata e anche il clima nell’area è diverso. E’ probabile che Parigi abbia appoggiato l’azione dello Sceicco del Qatar. La sua longa manus sarebbe dietro alla Primavera Araba, in Tunisia, Egitto, Libia, (dove però l’intervento francese è stato ben più determinante), Siria. In Qatar si celavano i rivoltosi di Bengasi con la loro emittente televisiva e le loro armi provenivano proprio dall’emirato. Al-Jazeera è stato il medium dominante nel racconto della Rivoluzione dei Gelsomini in Tunisia, e nella documentazione degli eventi di piazza Tahir.

Lo Sceicco ben Khalifa al-Thani è grande amico di Sarkozy. Il Qatar è un grande alleato della Francia. La Francia sapeva, anzi ha orientato le decisioni di al-Thani. La presidenza francese oggi è cambiata. Ma non la politica estera. al-Thani potrebbe aver ricevuto da Hollande la richiesta di rompere con le formazioni jihadiste in Mali (Ansar Dine in primis). Detto fatto: dal trovare un accordo, MNLA e Ansar Dine sono giunti a spararsi. Quando inizialmente veniva dato per imminente l’intervento militare francese sulla Timbuctu invasa dagli jihadisti, nessuno poteva immaginare che l’indipendenza dell’Azawad facesse parte di un quadro politico più ampio. Resta da spiegare il perché di questo rinnovato interesse francese per l’Africa e per il medioriente.

Nel Mali del nord l’Azawad diventa uno stato islamico

Aggiornamento 01/06/12:

La fusione tra i ribelli tuareg del Mali e il gruppo islamico Ansar Dine volta a costituire un stato autonomo nel nord del Paese e’ stata sospesa ieri sera a causa di disaccordi di fondo, tra i quali l’applicazione della Sharia (la legge musulmana, ndr). Lo ha annunciato Ibrahim Assaley, del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (Mnla).

”Ci siamo rifiutati di varare la dichiarazione finale poiche’ e’ diversa dal protocollo d’intesa che avevamo firmato. I colloqui sono andati avanti per un intero giorno, ma non e’ stato raggiunto alcun accordo”, ha dichiarato l’insorto.

Ieri gli stessi tuareg e le milizie islamiche fondamentaliste avevano proclamato la nascita di un ”Consiglio di transizione” nell’Azawad, scosso di recente da un golpe, nel tentativo di dar vita all’istituzione di uno Stato indipendente e autonomo (asca news).

E’ stato firmato ieri sera a Gao un accordo fra MNLA, il Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad e il gruppo tuareg islamico denominato Ansar Dine. I tuareg cedono all’ala islamica e rinunciano alla dottrina dei diritti umani che in un primo momento sembrava essere l’elemento caratterizzante del Movimento di Liberazione. Il sito web del MNLA non viene più aggiornato da diverse settimane e non vi è traccia dell’accordo siglato ieri, segno forse della rottura fra la propaggine parigina del movimento e e il leader Mahmoud Ag Aghaly.

L’accordo prevede la costituzione dell’Azawad come stato indipendente e l’applicazione della sharia. Verrà formato un “Consiglio di transizione” tramite il quale si realizzerà la fusione fra MNLA e Ansar Dine. E’ stato firmato da Abbas Ag-Intalla, a nome di Iyad Ag Ghali, il leader di Ansar Dine, e il segretario generale del MNLA Bilal Ag-Sharif, in presenza di una serie di personalità di alto livello nel territorio del Azawad e dell’inviato del presidente del Niger, in aggiunta ad una serie di leader tribali nella regione.

Nel testo dell’accordo si specifica che tra i due movimenti è stata raggiunta una condivisione di intenti su concetti di base quali il concetto di blasfemia negli idoli, il concetto di lealtà fra i due gruppi e la necessità di stabilire uno stato islamico in Azawad. Nello stato dell’Azawad la legge islamica regolerà tutti i settori della vita, secondo l’approccio sunnita al Corano. I due gruppi hanno inoltre deciso di costituire una unica forza armata. E’ evidente che l’accordo è innanzitutto di tipo politico-militare. ECOWAS è in procinto di inviare un contingente di 3000 uomini per la repressione dei separatisti e il ripristino del governo di Bamako sull’area del Sahel. Lo Stato islamico dell’Azawad ha infatti la caratteristica della transitorietà poiché è tale il suo organo esecutivo, una sorta di consiglio di guerra congiunto fra MNLA e Ansar Dine.

Nell’accordo restano fuori le due correnti qaediste di AQMI e Mujao (i rapitori di Rossella Urru). Ansar Dine è forse la parte più moderata fra i gruppi jihadisti presenti nell’area. Ansar Dine non si finanzia con il rapimento degli occidentali. Oggi già controllano Timbuctu, Gao e Kidal, le tre città più importanti del nord del Mali, dove hanno già imposto la sharia. Un certo malcontento era emerso, poiché la sharia non permette ai giovani di giocare a pallone, o di guardare la televisione, per esempio. A metà aprile sembrava che MNLA dovesse entrare in conflitto con Ansar Dine proprio dentro la città di Timbuctu. Poi la situazione umanitaria piuttosto precaria e la presenza nella città di donne e bambini indusse il Fronte per la liberazione ad farsi da parte e ad accamparsi fuori dalle mura.

Parlando con Al Jazeera UK, Akli Sha’kka, portavoce del Movimento Giovanile Tuareg, ha detto che l’operazione è “un punto di svolta importante nella storia dell’Azawad”.
“Questa [la cooperazione] arriva dopo irte discussioni che hanno avuto luogo per quasi un mese. I due gruppi ancora non sono d’accordo ideologicamente”, ha detto Sha’kka.
“Ma la comunità internazionale deve sapere che questo non sarà uno stato estremista. Si tratta di uno stato islamico e la MNLA ha detto chiaramente all’inizio dei negoziati che la Sharia non sarà applicata nel modo in cui Ansar Dine stava spingendo fin dall’inizio.” (Al Jazeera).

E’ sbagliato pertanto scrivere e pensare che si stia creando un regime di Talebani a due passi dall’Europa. MNLA è secolarizzato, e Ansar Dine non era minimamente interessato a una indipendenza del Sahel. L’unione fra i due gruppi è strategic e servirà al MNLA per fronteggiare l’offensiva restauratrice.

Rossella Urru, chi è Mujao che l’ha rapita

Hanno chiesto un riscatto di 30 milioni per liberare Rossella Urru e Ainhoa Fernández, rapite in Algeria diversi mesi or sono. Si chiamano Mujao, Movimento per l’unicità e la jihad in Africa Occidentale (Tawhid Wal Jihad fi Jamat Garbi) e una certa vulgata giornalistica li definisce come dissidenti di Al Qaeda. In realtà si tratta di un gruppo estremista che è legato a AQMI, Al Qaeda nel Maghreb Islamico; hanno partecipato alla recente presa della città di Gao, durante l’insurrezione Tuareg.

Hanno un portavoce che si chiama Adnan Abu Walid Sahraoui. E’ lui ad esser stato contattato dalla agenzie France Presse (AFP) per il rilascio di queste dichiarazioni. In realtà Mujao cerca di far pervenire la propria voce già da un mese a questa parte. Lo scorso 9 Aprile arrivò una richiesta simile, ma ora Mujao può muoversi con maggior destrezza nel ricatto, avendo catturato il console algerino a Gao. Pensano anche di realizzare attacchi contro l’Algeria, come a Tamanrasset, un colpo eseguito da due giovani. I negoziati con Algeri sono falliti la settimana scorsa. Mujao chiedeva 15 milioni e i rappresentanti del governo hanno risposto con il rifiuto.

Le autorità algerine contano sull’appoggio di Iyad Ag Ghaly, il leader di Ansar Edine, altra formazione salafita jihadista che opera però in Timbuctu. “Abbiamo un accordo con i nostri fratelli in Ansar Edine”, aveva detto un membro del Mujao solo qualche giorno fa, quando si parlava della liberazione degli ostaggi algerini. Ciò conferma che il gruppo ribelle islamico Ansar Edine ha assunto in sé la questione della liberazione dei diplomatici algerini. In Bamako, una fonte della sicurezza del Mali ha confermato l’esistenza di trattative tra il gruppo di Iyad Ag Ghaly e Mujao. Iyad Ag Ghaly è considerato un moderato. E’ un uomo di guerra, ma con lui si può trattare, si può fare la pace.

Intanto la Mauritania chiude la frontiera con il Mali secessionista, l’Azawad. Lo spettro di una crisi umanitaria si fa sempre più pesante.

Mali / Bamako si autodistrugge mentre Timbuctu è nelle mani dei jihadisti

Nelle ultime ore è stato un susseguirsi di notizie di golpe. I fedeli all’ex presidente ATT (Amadou Toumani Touré), defenestrato dai ribelli militari guidati da Sanogo lo scorso 22 Marzo, hanno attaccato una caserma e il palazzo della tivù. Qualche ora più tardi Sanogo è comparso alla televisione ed ha comunicato ai cittadini in fuga che la capitale Bamako era sotto il loro controllo e che un manipolo di ribelli era asserragliato in una caserma ma presto sarebbero stati tutti imprigionati. I giornali hanno parlato di golpe e di contro-golpe. Nessuno può dire in questo momento chi comanda a Bamako. Gli scontri di oggi sono costati 14 morti e 40 feriti (Le Nouvelle Observateur).

Intanto MNLA si è ritirato da Timbuctu. I Tuareg laici si sono allontanati dalla città “per evitare una carneficina”. Ci sarebbero andati di mezzo i civili. Timbuctu, come altresì detto, è sotto il controllo di Ansar Edine, il gruppo jihadista salafita capeggiato da Iyad Ag Ghaly. Fuori della città volteggia la bandiera nera della Jihad islamica. Ansar Edine si è resa protagonista di saccheggi ed ha imposto alla città la Sharia. I suoi miliziani prendono a cannonate le statue che celebrano Alfarouk, l’angelo difensore della citta’ del nord del Mali. Si temono danni anche per le numerose e importantissime biblioteche contenenti testi islamici antichissimi.

Timbuctu divisa fra Qaedisti e Tuareg aspetta le bombe francesi

Così la caduta di Timbuctu nelle mani dei ribelli Tuareg ha determinato una fuga dalla città. L’esercito ufficiale maliano è in rotta, ha lasciato l’area senza combattere, appena qualche sparo, qualche elicottero in volo, nulla di più. Il golpe militare che ha agitato la capitale Bamako la scorsa settimana non ha inciso in alcun modo nel confronto bellico con i Tuareg del MNLA. Bamako è in preda ad uno stato confusionale. Reclama aiuto internazionale, ma nessun paese risponde.

Così la città è stata divisa. Il centro è occupato dal gruppo salafista di Ansar Edine. Voci parlano anche di membri del AQMI, Al Qaeda del Maghreb Islamico, i rapitori di Rossella Urru, insediatesi in alcuni quartieri della città. La parte esterna sarebbe controllata dai Tuareg. Oggi dovrebbe verificarsi l’incontro fra Mohamed Ag, Capo di Stato Maggiore nel Movimento Nazionale per la Liberazione della Azawad,e Iyad Ghali, il leader di Ansar Edine. Dovrebbero discutere delle modalità con cui dichiarare l’indipendenza dell’Azawad dal Mali.

Timbuctu si estende in forma di ferro di cavallo; è adiacente al fiume Niger e piega verso nord, nel Sahara. I suoi centri vitali sono distribuiti tra la regione meridionale e il centro della città, i quartieri con alta densità di popolazione si concentrano nel nord della città. Il MNLA è di stanza nella regione meridionale della città, oltre che nei valichi Cabara, e controlla il fiume, l’aeroporto e la zona che porta verso Bamako. Ansar Edine occupa come detto la zona centrale della città, e quindi i suoi punti vitali. La città aspetta ma è chiaro che i due gruppi si scrutano e si osservano. Non è escluso che, se l’incontro di oggi avrà un esito negativo, inizino a bombardarsi a vicenda.

E la Francia che fa? Può permettere che il Mali, sua ex colonia, venga diviso e spartito fra Tuareg e gruppi assimilabili ad Al Qaeda? Chi vive a Timbuctu pensa di no e si aspetta le bombe di Sarkozy (o di Hollande?). Il MNLA nega qualunque correlazione con Ansar Edine. Lo fa con un comunicato sul proprio sito nel quale stigmatizza gli organi di informazione del Mali e internazionale, in particolar modo France Presse, colpevole di essere l’autrice di un’opera di disinformazione globale volta a rappresentare il MNLA come un movimento di ex mercenari di Gheddafi e ora di fondamentalisti qaedisti.

Dei rapiti italiani e spagnoli nessuna notizia.