#ijf14 | Rosiconi! Debunking vs. Troll, sulla strada della conoscenza

L’interessante panel discussion tenutosi a Perugia lo scorso 2 Maggio, moderato da Emanuele Midolo (Agoravox Italia), con Silvia Bencinelli (giornalista scientifica di La Stampa), Mario Seminerio (phastidio.net), Leonardo Bianchi (news editor per Vice Italia) e Santiago Greco (blogger), sulla guerra dei ‘due mondi’ 2.0, ovvero il conflitto fra mistificazione e demistificazione, mi ha suggerito alcune riflessioni che vado ora spiegandovi.

Il trollismo è ovunque. Forse viviamo l’epoca del trollismo. Non è un fenomeno chiuso fra le mura virtuali della rete: il troll è un sofista, e la dialettica di un sofista tende ad un fine, e questo fine non è certo entrare nel merito delle questioni bensì allontanarsene, per così dire, specie se si tratta di critiche ben argomentate. Ecco, rispondere alla critiche con ‘Rosiconi, gufi’, come ha detto Santiago Greco, è trollismo: significa traslare dal piano delle argomentazioni ad un piano delle accuse alla persona. E’ usare, come risposta al proprio interlocutore, una caricatura caratteriale del medesimo. Una tecnica propria dei comici. Come Waldo, il pupazzo che concorre alle elezioni, che ridicolizza in diretta tv il candidato del Partito Conservatore Liam Monroe (nella serie tv Black Mirror).

Però il mondo del giornalismo non è in grado di affrontare questo fenomeno. Tanto spesso lo condanna, ma nella condanna usa il troll per trollare i lettori (specie sulla necessità di regolare l’odio su internet, il cosiddetto hatespeech, con nuove importanti norme repressive della libertà d’espressione di ciascuno di noi). Il giornalismo dovrebbe perseguire una stringente verifica dei fatti, elemento fondamentale per chi scrive – come me – un blog. Senza fonti giornalistiche affidabili, accessibili online, senza opendata effettivamente fruibili e confrontabili fra di loro, è molto difficile (se non impossibile) esercitare una verifica dei fatti di ciò che si scrive.

Il debunking politico è giocoforza verifica dei fatti, è smontaggio dell’affermazione del politico per svelarne la mistificazione o la vacuità dell’apparenza. Può, di volta in volta, poggiare su argomentazioni di tipo scientifico o economico, ma è scientifico nel senso più autentico, ovvero opera secondo il principio della falsificabilità (o inficiabilità, Karl Popper). Per dire ciò che è vero, prima devo provare che non è falso.

Da questo punto di vista, quando semplici “correlazioni casuali diventano fattori di causalità” (Mario Seminerio), entriamo nel terreno della non-verificabilità, quindi dell’opinione. E questa fallacia è comune sia alle teorie cospirazioniste, sia ad illustri esponenti di governo (Tremonti). Individuare nessi di causalità diretta non è facile. Tanto spesso, nella narrazione online, la semplice correlazione fra dati può essere impiegata per ‘fare discussione’. Ma deve esser chiaro che la correlazione numerica (o temporale) da sola non basta. Deve essere dichiarato che l’analisi non ha velleità scientifiche. Possiamo discutere di presunte teorie conoscendo che esse non trovano verifica empirica, se non nella mera speculazione dialettica. Non per questo siamo dei troll. Un troll è colui che usa queste argomentazioni difettose per dare sostanza ad una posizione discorsiva (o politica), nel costante flusso dello speech online.

Poi, è chiaro, c’è il problema della persistenza delle bufale. Posto che vi sono addirittura ‘cabine di regia’ (caso Bencivelli-Scie Chimiche) che coordinano l’attivismo online, è palese che la demistificazione ha il suo quarto d’ora di celebrità, poi cala irrimediabilmente la scure dell’oblio e la parte più strutturata – in termini di attivisti online reclutati ed effettivamente attivi – ha il sopravvento e riesce a far sopravvivere la menzogna, come è accaduto con l’emendamento D’Alia, provvedimento soppresso da un voto del Parlamento (era la XVI Legislatura) eppure più volte tornato agli onori dello speech online e addirittura citato da giornalisti professionisti (Travaglio) che – evidentemente – difettavano in verifica della fonte. Se persino le notizie – poi dimostrate essere false o manipolate – circa una Grecia in preda ai disordini, ai saccheggi dei supermercati, a fantomatici gruppi anarchici che devolvevano i proventi delle rapine al Popolo, sono diventati argomento per il comizio di Beppe Grillo in piazza San Giovanni a Roma, in conclusione della campagna elettorale per le politiche 2013 – ricorda Leonardo Bianchi – allora il lavoro del debunker è lungi dall’essere efficace. Infatti, data la persistenza delle bufale, esso non può limitarsi a smontare il caso specifico, ma deve anche preoccuparsi a come comunicare il risultato della propria attività. Le bufale si smontano, poi bisogna avere la necessaria visibilità. Altrimenti è come se non lo fossero.

Tutto ciò è applicabile alla politica? La critica motivata, orientata al dato fattuale, è certamente il miglior contributo che si possa dare alla discussione pubblica. Nell’immediato non pagherà: attirerà odio e insulti. Demistificare il dibattito politico è pur sempre un’opera biblica.

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Berlusconi, il Re dei Troll è tornato

Frase n. 1: toglierò l’IMU;

Frase n. 2: se Monti si candida e aggrega il polo dei moderati, io lascio.

Di fatto le due frasi sono in aperta contraddizione fra di loro: se vuole togliere l’IMU, allora è contro uno dei provvedimenti che il governo Monti ha adottato per evitare il default. E’ contro il governo Monti. Inequivocabilmente. Come potrebbe allora affermare che lo ritiene idoneo a guidare il campo dei moderati, suggerendo un suo endorsement, quando invece lui, per mezzo del suo segretario fantoccio, ha annunciato l’intenzione di staccare la spina.

Qualcuno (Filippo Facci) ha suggerito che si tratti di un ricatto. L’ennesimo. L’unico modo per uscire da questo gioco da bar è lasciare che questo attempato signore perda una volta per tutte le prossime elezioni.

Ignorandolo.

Grillo, Forza Nuova e il trollismo del Corriere

Le pagine di pessimo giornalismo online si arricchiscono oggi di una nuova pagina, grazie al Corriere della Sera e alla penna – anzi, tastiera – di Benedetta Argentieri. Tutti sanno il potere del blog di Grillo di aggregare intorno a sé un variegata platea di lettori e di sostenitori. Come ci ricorda la giornalista, è tra i “cento blog più influenti del mondo”. Da un anno circa, la Casaleggio ha creato un aggregatore di notizie che si chiama ‘tze tze’. Una colonna degli articoli maggiormente in evidenza su tze tze compare sulla destra della home page del blog di Beppe Grillo. Di fatto, potremmo scrivere un articolo che sostiene il ritorno del comunismo, ottenere un certo numero di visualizzazioni su tze tze e, come per magia, finire in home page su uno dei blog “più influenti del mondo”.

Non è un miracolo e non dovrebbe essere uno scandalo. E’ la perversione di un sistema che non valuta in nessun modo la qualità del contenuto, ma fa solo riferimento alla link popularity, o alla web audience che quel contenuto è in grado di convogliare. Il problema è se questo fatto sia o meno degno di diventare una notizia del Corriere.it: una notizia da home page del Corriere.it, che è pur sempre il portale web del “prestigiosissimo” quotidiano di Via Solferino.

L’autrice dell’articolo impiega tutte le armi della disinformazione maliziosa, quella che produce visualizzazioni “a manetta” sull’onda dell’indignazione: fa cioè finta di confondere un badge o widget di un aggregatore di notizie con un banner (che di solito è a pagamento); parla di spot, comparando quel trafiletto a uno strumento pubblicitario televisivo; e sulla base di queste assunzioni, costruisce una affinità fra Grillo e Forza Nuova, riesumando una dichiarazione di Roberto Fiore («Abbiamo idee simili anche sull’immigrazione»), che è vecchia di qualche mese. Gli è bastato fare un copia-incolla.

GRILLO E L’ESTREMA DESTRA– Il «banner» con il programma del partito è proprio sotto la promozione del libro di Grillo, una sorta di manifesto del movimento che sta sparigliando le carte della politica italiana. Roberto Fiore, da diverso tempo, strizza l’occhio a Grillo. «Abbiamo idee simili anche sull’immigrazione», cioè si vuole negare la cittadinanza italiana ai figli di immigrati. Oppure: «Grillo non si è mischiato con il potere». Il comico genovese, insomma, piace all’estrema destra. Anche ai «fascisti del terzo millennio», alias Casa Pound. Il Movimento 5 Stelle più volte aveva preso le distanze. «Forza nuova? Una realtà aliena all’impronta democratica del movimento». SUL WEB– Sarà quindi stata una svista? È vero che la pagina a cui rimanda la locandina di Forza Nuova, è gestita da «tze tze», una sorta di aggregatore di notizie che le sceglie in automatico, gestito da Casaleggio e Associati. La redazione del blog dovrebbe controllare anche i contenuti da fonti esterne. Intanto il programma della manifestazione di Forza Nuova a Bari si può leggere sul blog più visitato d’Italia, cioè quello di Grillo (Benedetta Argentieri, corriere.it).

Questo modo di fare giornalismo sul web è molto prossimo al trollismo. Si vuol solo generare traffico su una determinata pagina, con lo scopo non secondario di schizzare di fango la già non limpidissima immagine dell’ex comico, fondatore del M5S, accreditato oggi del 22% dei voti nei sondaggi, quindi a un soffio dalla maggioranza relativa (e virtuale). Non importa che le affermazioni divulgate siano vere o verosimili, l’importante è bruciare il carburante poco nobile dell’indignazione via web. Qualcosa di simile era già successo due giorni fa, quando un blog ha rilanciato la notizia falsa de L’Espresso sugli sprechi di  Favia, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna del M5S. Quel post è rimasto a lungo fra i più letti dell’intera piattaforma WordPress in Italia. Ma non si è preoccupato di verificare alcunché di quello che ha riportato. Non è questo il netizen che abbiamo in mente.