Corradino Mineo rimosso dalla Commissione Affari Costituzionali

Corradino Mineo rimosso dalla Commissione Affari Costituzionali

Corradino Mineo non è più tra i membri Pd della commissione Affari costituzionali del Senato. Lo ha deciso a larga maggioranza l’ufficio di presidenza del gruppo, che ha indicato come membro permanente, secondo quanto si apprende, il capogruppo Luigi Zanda.

Via Huffington Post

C’è sempre un piano B

C’è sempre un piano B

E’ super segreto, tanto che ne parla pure Repubblica. Ma Renzi avrebbe in tasca, ah no – nel cassetto, la soluzione all’impasse creatasi sulla riforma del Senato dopo le dichiarazioni di Berlusconi di qualche giorno fa. Quindi, riassumendo: stavate dicendo che una riforma elettorale, ancorché pasticciata, poteva essere approvata solo e soltanto dopo la riforma del Senato, ovvero la sua cancellazione, ovvero la sua trasformazione in Assemblea dei sindaci, o in Senato delle autonomie, rigorosamente non elettivo ma avente funzioni di camera di controllo sia sull’iter legislativo ordinario che su quello costituzionale, pieno zeppo di nominati (dalle Regioni; dal Presidente della Repubblica), spacciando tutto ciò come doveroso ammodernamento – in nessun sistema parlamentare moderno vige un bicameralismo paritario come il nostro –  e ora, dopo aver tentato di minacciare elezioni anticipate, o di proseguire per proprio conto (e con che numeri?) con la riforma Italicum, dinanzi ai presunti alleati (che non sono) pronti a defilarsi man mano che si avvicinano le elezioni europee, ecco spuntare l’alternativa: un piano B, che sta a significare, sì stavo per fallire e dal momento che ho promesso di ritirarmi se dovesse succedere tale evenienza, allora estendiamo l’applicabilità della nuova legge elettorale (e tutto il pacchetto di distorsioni della rappresentanza che contiene) al Senato. Bella idea: ricordo che il testo originario già conteneva tale proposito e un emendamento a firma D’Attorre l’aveva proditoriamente cancellato, aprendo la strada per l’aggancio della modifica della legge elettorale alla riforma del bicameralismo paritario. Tutto questo perché il 2018 non può essere anticipato. Questione di credibilità. O presunta tale.

[Ecco, sarà colpa dei gufi]

Ti rendi conto? E’ la Resa dei Konti!!$$$!!

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La retribuzione dei parlamentari – nei discorsi del quotidiano – è quella cosa che rende indegno e indecoroso fare politica. Chi ha avuto il coraggio di dimezzarsi lo stipendio? Perché non fanno tutti come i 5 stelle, che in fondo non hanno niente da perdere?

La risposta è semplice: perché tutti (o alcuni) già fanno come i 5 stelle. Soltanto che i soldi decurtati dalle indennità finiscono al Partito, in linea di massima a finanziarne l’attività e l’organizzazione a livello nazionale e territoriale. Lavorando sui numeri e sforzandosi di lasciar da parte l’armamentario dei discorsi della retorica anti-Casta, è nata l’idea per questo ebook, un documento breve nel quale si riportano i piedi a terra, alla apparente freddezza dei numeri. Così, leggetelo, almeno scoprirete:

  • che i 5 stelle e i parlamentari del Pd guadagnano e spendono le medesime cifre; che dei ventimila euro di cui si narra, il parlamentare conserva per sé circa 3000 euro;
  • che la restituzione si risolve nel devolvere i soldi raccolti ad un fondo di garanzia per le Pmi (e perché non Emergency o la Croce Rossa o la Caritas?); che localmente il 5s trattiene i soldi delle indennità per finanziare attività politica affine (quale differenza con il Pd, quindi?);
  • che c’erano parlamentari a 5 stelle che pubblicavano rendiconti a zero euro (senza accantonamenti) tutti i mesi e che sono stati mandati via;
  • che altri, come Fico, trattengono per sé, con la formula dell’accantonamento, migliaia di euro di rimborsi non spesi (e poi li spendono in un mese circa, per “l’ufficio”).

Tutto questo vi farà arrabbiare. Avevate pensato che i giusti fossero solo da una parte. E invece non è così. E’ molto più complicato di così.

[Comunque, se si volesse davvero, domani si potrebbero ridurre le indennità di 3000 euro senza far danno a nessuno)]

Presidenziali in Mali: IBK contro Cissé per ritrovare l’unità nazionale

Presidenziali in Mali: IBK contro Cissé per ritrovare l’unità nazionale

(Foto AFP)

(Foto AFP)

Le previsioni annunciano un esito favorevole a IBK (Ibrahim Boubacar Keita) dopo il grande vantaggio ottenuto al primo turno lo scorso 28 luglio, sul suo rivale Cissè. Il conteggio dei voti  confermato dalle conclusioni della Corte costituzionale vedeva infatti classificato in testa Ibrahim Boubacar Keita con il 39,79% dei voti, seguito da Soumaila Cissé, con il 19,70%.

Una partita senza storia, viziata – secondo le indiscrezioni della vigilia – dal sospetto di brogli.

 

M5S e le due primavere di Dario Pattacini

L’intervista a Floris di Dario Pattacini

Quando Giovanni Favia venne attaccato sulla storia delle interviste tv a pagamento, tutti avevamo appreso che anche i 5 Stelle impiegavano i denari dei gruppi consiliari regionali per pagare spazi televisivi. Favia, in particolare, aveva ricevuto questo trattamento favorevole da alcune tv locali bolognesi, specie 7Gold, che lo ospitò in diverse occasioni in una trasmissione di Dario Pattacini. Favia firmò un regolare contratto per quelle partecipazioni. Fu uno scandalo, o un mezzo scandalo che dir si voglia. Ve ne parlai qui: https://yespolitical.com/2012/08/14/emilia-romagna-anche-i-5-stelle-pagano-le-interviste-in-tv/

Tutto ciò avveniva soltanto lo scorso Settembre 2012. Pattacini venne messo sotto osservazione da parte dell’Ordine dei Giornalisti. Poi non se ne è saputo più nulla.

Oggi apprendo che tale Dario Pattacini è giornalista de La cosa – web tv del Movimento 5 Stelle. E che ha tentato di intervistare Giovanni Floris e che ne è uscito parecchio malconcio.

Dario Pattacini è iscritto al Meet Up bolognese dal Luglio 2010 (link). Sempre per quella storia del Quarto Potere e del chi controlla chi.

Pattacini ha cercato di provocare Floris a mezzo twitter, guadagnandone solo un gran silenzio.

Ora, come sostituiamo la gran pletora dei pennivendoli? Con altri pennivendoli? Giusto per sapere. Credo sia una domanda legittima.

Inchiesta sulla Gestione Fondi del M5S

Inchiesta sulla Gestione Fondi del M5S

Ottima analisi sulla poca trasparenza dei fondi del Movimento 5 Stelle – vedi http://www.genovaweb.org

Appare evidente che vi sia una gestione finanziaria da parte del “MOVIMENTO 5 STELLE” assolutamente non conforme alle norme relative alle Associazioni (ivi comprese quelle “non riconosciute”) sia rispetto a quanto previsto, più nello specifico, per i Partiti politici (che, in Italia, sono “associazioni non riconosciute”). Non vengono rispettate, oltre alle stesse disposizioni interne (derivanti dallo STATUTO e dal REGOLAMENTO INTERNO, il c.d. “NON-STATUTO), le procedure per contabilizzare correttamente le Entrate e le Uscite, rendendo impossibile ogni sorta di tracciabilità dei fondi derivanti, principalmente da “donazioni” al “MOVIMENTO 5 STELLE”.A parte le Entrate derivanti dalle donazioni raccolte direttamente dal BLOG tutte le altre Entrate, derivanti da donazioni in contanti o sui conti online, bancari o postali intestati a privati cittadini e/o ad associazioni diverse dal “MOVIMENTO 5 STELLE, rappresentano una sorta di “fondo nero” nella disponibilità del “MOVIMENTO 5 STELLE”. Conseguentemente non vi è nemmeno tracciabilità delle Uscite, considerando che le spese sostenute con quanto raccolto e depositato su conti correnti, conti online e carte personali (o di altre Associazioni esterne e non costituenti articolazione del “M5S”), vedono fatturazioni a soggetti diversi dal “MOVIMENTO 5 STELLE”.