Cento di questi Monti

Così Andrea Sarubbi (PD) sul suo blog. Parole che sottoscrivo:

Sono andato a rivedermi gli interventi di Berlusconi nei primi 100 giorni del suo ultimo governo, da maggio ad agosto 2008. Il più mediatico fu l’abolizione dell’Ici anche per i redditi elevati, con conseguente taglio di parecchi fondi destinati alle politiche sociali; la promessa di allora fu che gli enti locali non ci avrebbero rimesso nulla, perché lo Stato avrebbe provveduto a rimborsarli della perdita con dei trasferimenti, ma basta parlare con un sindaco di un qualsiasi Comune d’Italia per capire che quella promessa si rivelò subito una bugia. A pari merito, per impatto sull’opinione pubblica, ci fu il capitolo rifiuti a Napoli: Berlusconi ci tenne un Consiglio dei ministri, ci tornò 5 volte, si fece fotografare con la scopa in mano e dichiarò urbi et orbi la fine dell’emergenza. Che naturalmente non finì, perché ci vollero altri 5 decreti, e non bastarono neppure: proprio a novembre 2011 De Magistris ha chiamato una nave olandese per caricarsi un po’ di rifiuti e portarli via, e comunque rimangono 9 milioni di tonnellate (sotto forma di ecoballe) ancora da smaltire. Poi ci fu il lodo Alfano, per risolvere un’emergenza ben più grave di quella dei rifiuti a Napoli (l’imminente conclusione del processo Mills), che un anno e mezzo dopo la Consulta bocciò perché violava gli articoli 3 e 138 della Costituzione. Infine, ciliegina sulla torta, in quei primi 100 giorni vide la luce il famigerato pacchetto sicurezza (primo di una triste serie), che – al di là del merito, sul quale abbiamo avuto modo di discutere spesso – collezionò altri 3 grandi figuracce di fronte alla Corte costituzionale: il no all’aggravante di clandestinità per chi commette reato, il no alla sanzione penale per chi – trovandosi in stato di estrema indigenza – non può obbedire all’ordine di allontanamento dall’Italia, il no alla norma sui sindaci sceriffo tanto cara a Maroni. Ecco, questi furono i primi 100 giorni del governo Berlusconi. Per non dimenticare dove eravamo, visto che oggi qualcuno sembra averlo dimenticato troppo in fretta.