Cristiano Di Pietro, il bamboccione: storia del circolo ribelle Idv di Termoli

Molise, elezioni regionali del 17-18 ottobre. Non potete immaginare il conciliabolo che ha agitato la cittadina di Termoli nelle scorse ore. Chi candidare? Immaginate il circolo Idv di Termoli, la sera, chiuso in stanze dimesse, a snocciolare la rosa dei nomi dei candidati da mettere in lista. Lo stesso circolo che mesi fa litigava con la segreteria romana, debitamente rappresentata in loco dal figlio del Presidente dell’Idv, Antonio di Pietro, al secolo Cristiano, passato agli onori della cronaca per delle intercettazioni in cui il medesimo cercava di raccomandare alcune persone all’ormai ex provveditore alle opere pubbliche della Campania e del Molise Mario Mautone, condannato con rito abbreviato a due anni per illeciti in materia di appalti.

Così a Termoli è scoppiato di nuovo il finimondo quando Roma ha imposto la candidatura di Cristiano alle prossime elezioni regionali:

Cristiano Di Pietro, il figlio del leader Antonio Di Pietro, dopo esserne riuscito a venirne fuori dall’inchiesta che lo ha visto indagato per corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio è pronto per il grande salto. Dal consiglio provinciale al consiglio regionale, con stipendio dieci volte maggiore e soprattutto una bella pensione garantita dopo 60 mesi di duro lavoro nell’aula consiliare di Campobasso. (I segreti della Casta).
Alla notizia, tutto il circolo cittadino dell’Idv di Termoli è uscito dal partito. Una dimissione di massa contro l’ennesimo caso di nepotismo interno all’Idv. Termoli aveva già mostrato segni di dissidenza rispetto alle direttive romane anche in occasione delle scorse elezioni. Era Febbraio e l’onorevole Anita Di Giuseppe doveva emettere un comunicato con cui stigmatizzava il comportamento degli affiliati di Termoli:
In merito alla nota stampa diffusa dal Circolo Cittadino IdV di Termoli, riteniamo di dover intervenire con alcune precisazioni.
Ribadiamo che la linea politica adottata dalla Segreteria Regionale rispetto ai temi delle alleanze all’interno del centrosinistra, coincida con la linea politica dettata dal presidente Antonio Di Pietro e stabilita anche in sede dell’ultimo direttivo nazionale dell’Italia dei Valori tenutosi a Tivoli in data 14 e 15 gennaio.
Quanto sostenuto dal Circolo di Termoli voglia spingere il Partito ad accettare e ad adottare l’unica e sola proposta che è venuta fuori dal dibattito dell’assemblea degli autoconvocati (vale a dire l’applicazione dell’istituto delle Primarie), è una posizione fortemente in contrasto con le direttive nazionali ribadite non più di 48 ore fa dal leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. L’Italia dei Valori, tramite il suo Segretario Regionale, già da tempo sta perseguendo l’ obiettivo indispensabile per un cambio di rotta di questa regione: l’unità della coalizione intorno ad un programma elettorale valido e credibile.
Unità sancita da una serie di documenti firmati da tutti i partiti della coalizione, che renda trasparente e incontestabile la volontà dell’Italia dei Valori ad affrontare i prossimi appuntamenti elettorali in modo competitivo e possibilmente vincente.
Avendo già chiarito in diverse occasioni che lo strumento delle primarie non appartiene allo statuto del nostro partito, nel pieno rispetto delle opinioni altrui, crediamo sia auspicabile che tutti gli iscritti, osservino le direttive nazionali e regionali senza creare ulteriori situazioni di imbarazzo.
Alla luce di ciò, ritenendo la posizione del Circolo IDV di Termoli strumentale e inopportunamente ostativa al raggiungimento dell’unità, si ritiene necessario prendere provvedimenti utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per garantire la univocità dei metodi, nei confronti di coloro che, con azioni antitetiche, non rispettano il Partito e la sua linea politica nazionale.
On. Anita di Giuseppe
Cristiano Di Pietro – responsabile enti locali ed eletti idv molise

(altramolise.it)

In sostanza il circolo di Termoli poneva in essere degli ostacoli all’unità dogmatica del centro-sinistra che in realtà, in quell’area, è quantomeno rissoso, neanche in grado di definire le candidature alle elezioni comunali. Allora si aprì un conflitto sui nomi di un certo Monaco e di tal D’Ambrosio con il PD molisano:
Il Tavolo Politico del centrosinistra, che in un crescendo di paradossi e giochi di prestigio ha perso pezzi e autorevolezza, non ha prodotto alcun candidato unitario, dopo le debacle di nomination degli ultimi giorni. […] l’Italia dei Valori ha risolto la questione. Il Circolo Cittadino di Termoli ha confermato, con estrema chiarezza, la propria posizione. Lo ha fatto con una nota stampa […] sostiene che «Il Circolo Cittadino dell’Italia dei Valori di Termoli, in riferimento alla scelta del candidato Sindaco al Comune per il centrosinistra, nello spirito unitario che ha sempre caratterizzato l’azione politica ed amministrativa del proprio gruppo nel Comune di Termoli, dichiara di sostenere la candidatura a Sindaco della città di Termoli nella persona di Filippo Monaco, quale espressione di una evidente volontà popolare, e di garante della continuità con la precedente amministrazione Greco» (primonumero.it).
Pare che il circolo di Termoli faccia politica ‘dal basso’: petizioni, class action, primarie. Tutto questo armamentario di iniziative è inviso alla segreteria regionale poiché destabilizza le alleanze locali con PD e quel che resta di Rifondazione. In particolar modo, l’attivismo del circolo contrasta con le esigenze di unitarietà del centro-sinistra finalizzate meramente a vincere le competizioni elettorali con il centro-destra, costi quel che costi. In altre parole: nessuno disturbi i capibastone PD dell’area.
In questo contesto, Cristiano Di Pietro appare come una sorta di commissario che viene messo dalla segreteria nazionale per evitare imbarazzanti litigi con gli alleati del futuro Nuovo Ulivo. Il figlio di Di Pietro è da anni un dirigente del partito in Molise. Chi conosce la realtà dell’Idv a livello locale e sublocale, non si è stupito più di tanto. Idv è un partito personalistico, familistico: di fatto impiegato come un’azienda di famiglia.

20 Comments

    1. I mali dell’Idv: se ne parla da parecchio tempo sui blog e sui social network. Che cosa pretende dalla ‘stampa italiota’: si cerchi altre – buone – letture.

    2. Altro che trote di destra: a Lecco è venuta fuori la storia di Alessandro Marcucci, candidato alla Regione Lombardia nello stesso anno in cui era candidato il Trota, anche lui ventenne (di grande esperienza dunque per un incarico così!) e anche lui con di mezzo un segretario, non il papà come per il Trota leghista ma la sorella, che allora era era segretario di Rifondazione comunista a Lecco quando il fratellino è stato candidato alla regione…….

  1. mi sembra che il tuo pensiero sia molto corretto, altro che scorretto, visto che patteggi per il governo ladro. La stampa a sto ragazzo lo sta crocifiggendo, per il Trota basta sentirlo parlare per farsi un’idea. Se il Trota è il futuro il tuo pensiero rimarrà corretto ancora a lungo…

    1. almeno il trota non è indagato per corruzione,abuso d’ufficio e pressioni su appalti,nonché appropriamento di denaro del partito…fù cacciato….adesso viene “ripescato”???? PS:io sono un grillino del sud…prima che tu mi dia del leghista

  2. Nella dittatura quirinalizia fondata nel 1992 a Capaci, quel che contra è l’accredito, o la registrazione, presso l’Ufficio di Polizia Segreta dei Corazzieri. Normale che i boss accreditino i familiari. DiPietro, poi, che fu attore della Grande Purga come agente speciale CC sul campo… Il PD è differente, perché, essendo proprietà di CDB-Mediosbank, le facce contano ancor meno che negli altri partiti e le personalità le crea Repusblik-Express in 24 ore appena il padrone abbia deciso…
    Guardate che successe e succede al Berlusca perché se ne uscì di suo e non previsto. Gang-stalking mondiale da quasi 18 anni!

  3. Non puoi predicare bene e razzolare male, antonio!! Molta gente ti vede come esempio di legalità e anche tu come gli altri “acciucci e spartisci”?! Hai perso il mio voto..

  4. Si può urlare allo scandalo quando a pesare è solamente un cognome??? Diamo il tempo a questo ragazzo di dimostrare quello che sa fare…

  5. Scusate ma…. è stato coinvolto di striscio in un scandalo qualche tempo fa, per cui nonostante 10 anni di gavetta come dice il padre non sa fare un bel tubo di niente se si è infilato alla prima occasione in uno stupido affare di raccomandazioni, e ne ha cavato le gambe per pura misericordia. Di Pietro (che ho sempre votato sinora) sta commettendo un grave peccato di arroganza se candida questo suo figlio così maldestro (è naturalmente un eufemismo). E bene hanno fatto gli iscritti di quel partito che hanno dato le dimissioni in massa. Bisogna arrabbiarsi di brutto quando i politici in cui crediamo ci deludono così.

  6. Ma cosa avete da indignarvi? Finalmente sappiamo che anche Di Pietro è umano, come lo sono Fini, Bossi e Berlusconi! A chi avrebbe dovuto provvedere per primo, a suo figlio o a un estraneo? Non basta predicare i valori, bisogna sapere che esiste una gerarchia dei valori, e quelli familiari (naturali) sono preminenti rispetto a quelli civili (politici), se così non fosse dovremmo riconoscere che ci troviamo sotto il giogo di uno Stato etico.

  7. Se Cristiano Di Pietro ha le capacità per fare il consigliere regionale non vedo il motivo per cui un padre, a capo di un partito politico, non debba candidare un proprio figlio; comunque decideranno i molisani ad eleggerlo o meno.

    1. Non è questo il punto: stiamo parlando della selezione di una classe dirigente. Che non può procedere per parentele.

  8. Tanto rumore per nulla. Di Pietro non ama le primarie e vuole dirigere il partito in maniera centralistica (posizione politica criticabile, ma del tutto lecita). Candida suo figlio, ma se quest’ultimo è venuto fuori indenne da una vecchia inchiesta che ipotizzava vari reati, allora la candidatura è più che legittima (fedina penale pulita). Sulla questione dei “partiti personali”… la loro esistenza è imputabile non a Di Pietro, ma al crollo rovinoso della prima repubblica ed alla scomparsa della militanza politica e dei partiti politici stessi. E’ tutto un fiorire di “partiti personali” (PDL di Berlusconi, FEL di Fini, API di Rutelli, Lista Pannella, IDV di Di Pietro)… dov’è la notizia? dove sarebbe la novità?

    1. Qualche sforzo in senso più democratico sarebbe auspicabile. La notizia sta nel fatto che c’è un circolo locale che vuole contare nel meccanismo decisionale del partito e questo viene del tutto esautorato. E’ poco secondo lei?

  9. Secondo voi coloro che fino ad ora sono stati votati da IDV che fine hanno fatto?
    MICA PER CASO SI SONO INTASCATI I VOTI DI IDV ED HANNO CAMBIATO PARTITO?
    IL MOLISE E’ RIMASTA L’UNICA REGIONE CHE ANCORA NON HA CAPITO NIENTE? CONTINUIAMO A RIMANERE GLI ULTIMI A SOPRAVVIVERE IN QUESTA AGONIA MOLISANA

  10. Dopo la Trota della lega ecco comparire un Caciocavallo molisano il cui unico merito è essere figlio di famiglia. Meglio votare Grande Sud.

  11. Secondo me per farsi un’opinione oggettiva bisognerebbe prima conoscerlo e poi commentare, diversamente si farebbe, come in tutte le cose la figura della capra, questo è il suo sito http://www.cristianodipietro.it ed è risultato primo eletto nel centrosinistra in Molise…

  12. Tra l’altro con un curriculum scolastico peggiore del Trota o della Minetti: infatti, come loro, pluribocciati e col diploma da privatista. In più, con l’esame orale a porte chiuse (fonte: archivio storico del Corriere della Sera).

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