IDV teme il Grillismo politico. Di Pietro vs. De Magistris?

De Magistris non piace all’IDV. Il partito di Di Pietro lo contesta. L’oramai ex magistrato si muove troppo indipendentemente. Molti sospettano che, dietro l’imboscata di Flores D’Arcais su Micromega (http://temi.repubblica.it/micromega-online/flores-darcais-caro-tonino-adesso-rifonda-lidv/) ci sia stato lo zampino di De Magistris, che mal tollera l’ala IDV di origine pentapartitica. Lo stesso Flores D’Arcais s’ardimenta in un tentativo di screditare Ignazio Marino sulla questione del mancato accordo sulla lista girotondina al congresso PD, a cui Marino ha risposto coerentemente senza più ricevere un solo segno di approvazione o disapprovazione. Forse tutto questo strano movimento sotterraneo nasconde un progetto ben più importante. Forse.
Perché domenica Beppe Grillo ha presentato il suo Movimento, quello che promana dal modello delle liste civiche e che dovrebbe condurre il comico-blogger-sollecitatore di menti a formare delle liste di giovani neofiti e a presentarle alle prossime regionali in alcune regioni. Mossa che fa tremare l’IDV, finora l’unico beneficiario del movimento del grillismo, sempre presente alle sue manifestazioni, ma non domenica: Di Pietro a Roma alla manifestazione FNSI, Grillo e De Magistris e Sonia Alfano a Firenze. Lo stesso Grillo ha affossato la manifestazione FNSI, definendo quei giornalisti come “puttane che cercano di tornare vergini”.
Ora, il quadro che ne emerge è che l’inventore dei girotondi, Flores D’Arcais, avanguardista e polemista, sempre intento a scovare sistemi per rovesciare il suo vecchio partito che non parla più la lingua della sinistra, abbia visto in Grillo una nuova opportunità e in De Magistris un nuovo Di Pietro senza gli opportunismi di quello vecchio; che lo stesso Grillo abbia poca fiducia nell’IDV e nelle capacità di Di Pietro di rinnovare il partito – (sennò perché farne uno nuovo?); che Di Pietro sospetti trame alle sue spalle per far crescere il partito di Grillo a sue spese, senza aver più la centralità che ha sempre voluto all’interno del suo movimento personalistico. D’Arcais critica prima Di Pietro, poi Marino – il cui consenso fra i trentenni è molto forte, lo stesso bacino d’utenza di Grillo; De Magistris sembra già fuori dell’IDV, e Grillo fonda il partito. Sono tutti elementi separati, che però conducono alla medesima prospettiva: la nascita di un altro partito d’opposizione che derivi dall’esperienza primaria dei girotondi e che sia diretta espressione dell’antiberlusconismo, proponendosi come il depositario unico del valore della moralità politica, il campione della moralità, facendo proprie le concrete rivendicazioni del grillismo. Vale a dire, la fine dell’IDV.

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    • È lungo, anzi lunghissimo, il programma del “Movimento a cinque stelle” di Beppe Grillo che dalle prossime settimane verrà discusso on line con gli iscritti
  • Quasi tutti ragazzi tra i venti e 35 anni che hanno deciso di rinunciare a un pomeriggio di sole per ragionare di politica.
  • i cittadini (alcuni) tentano di riappropriarsi dello Stato.
  • Grillo insomma passa definitivamente dalla protesta alla proposta. Spiega come i 122 punti del suo programma, che spazia dall’energia, all’economia, per arrivare all’educazione e all’informazione, non siano definitivi. Chiarisce che, prima delle elezioni politiche e di quelle regionali, si deciderà tutti assieme.
  • gli unici apprezzamenti sono per “kriptonite” Antonio Di Pietro e per i due euro-parlamentari che i ragazzi del Movimento hanno contribuito a far eleggere: Sonia Alfano e Luigi De Magistris, seduti in prima fila.
  • Poi si passa alla strategia politica: il Movimento a cinque stelle alle prossime amministrative si presenterà solo “in due regioni, forse tre”. Certe sono Piemonte ed Emilia Romagna, in bilico è la Campania.
  • Alle politiche invece gli uomini e le donne di Grillo saranno in tutti i collegi. “Avremo liste fatte di gente di trent’anni. Io ne ho ormai 62, non credo proprio che ci sarò”
  • La diffusione di internet, anche perché la banda larga non copre tutto il Paese, è ancora troppo bassa per pensare di condurre campagne elettorali esclusivamente in rete
  • Il modello svedese dove, come spiega via Skipe, il suo leader, Rick Falkvige, il “partito dei pirati” è riuscito a portare due rappresentanti al parlamento europeo rinunciando totalmente alla propaganda tradizionale, non può essere riprodotto integralmente
  • alle imminenti regionali il Movimento volerà basso concentrando gli sforzi solo su quelle   aree dove è realistico pensare di poter arrivare al 4 per cento dei voti
  • La scelta fa tirare un sospiro di sollievo all’Italia dei Valori. Il rischio di non raggiungere il quorum in molte regioni a causa della presenza dei grillini, è scongiurato
  • è probabile che nelle prossime settimane l’Idv offra la possibilità al Movimento di candidare come indipendenti dei rappresentati nelle liste di Di Pietro
  • La lite dei Valori – di Tommaso Labate

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    • E così, martedì notte, una riunione di routine dei parlamentari dipietristi s’è trasformata in un maxiprocesso
    • la maggioranza dei deputati e dei senatori italvaloristi ha messo sotto accusa due grandi imputati, entrambi in contumacia: Paolo Flores d’Arcais, il direttore di Micromega, rivista che nell’ultimo numero presentava un attacco frontale all’«anima inciucista e politicante» del partito del Gabbiano; e soprattutto Luigi De Magistris, fresco di elezione all’europarlamento, considerato l’ispiratore dell’inchiesta
    • Di Pietro s’era presentato con canovaccio pronto, che andava solo recitato: «Il partito è uno solo, non esiste un’anima nobile e una meno nobile
    • s’è trovato di fronte a un gruppo di parlamentari inferociti contro Micromega
    • «Ci difenderemo in tribunale», «De Magistris ci ha tradito»
    • Di Pietro ha aggiunto: «Paolo mi ha garantito che sul prossimo numero di Micromega mi darà almeno venti pagine. Uno spazio in cui risponderò, in maniera circostanziata e puntuale, alle tante falsità pubblicate su di noi in questo numero».
    • l’ex pm ha preso di petto anche la questione De Magistris. «Luigi – ha scandito – mi ha giurato che non era a conoscenza dell’inchiesta di Micromega»
    • Dalle elezioni europee in poi, anche «Tonino» ha iniziato a sospettare che De Magistris voglia lanciare un’opa ostile sul progetto politico dell’Italia dei valori. Tante le mosse non concordate, eccessivo il protagonismo dell’ex pubblico ministero di “Why not?”, troppi gli indizi per non ricavarne una prova
    • è stato lo stesso Di Pietro a trovare l’escamotage: la prossima settimana, è stata la decisione presa dall’Italia dei valori, l’ufficio di presidenza del partito incontrerà De Magistris
    • «Per quanto possano infastidirci le falsità – ha concluso il leader – la libertà di informazione è un bene da difendere anche quando ci andiamo di mezzo noi»
    • «De Magistris è una grande risorsa per tutti noi. Ma per il bene del partito, forse è il caso d’ora in poi dei problemi ne parli direttamente con noi, invece di farceli sapere dai giornali
    • Che le strade di «Tonino» e «Luigi» possano anche separarsi, lo dimostra un’altra curiosità: ieri, nel giorno in cui il primo

      ha rilasciato al Corriere la sua intervista più “morbida” sul Cavaliere (titolo: «Io e il tumore alla prostata. Sono solidale col Cavaliere»), l’altro s’appalesava sulla prima pagina del Fatto con il j’accuse rivolto al Quirinale e l’addio alla magistratura

    • cominci addirittura a sospettare, sussurrano nel partito, del «giro Travaglio»
    • «Tonino» è concentrato a frenare la possibile emorragia di italvaloristi in marcia verso il Pd bersaniano anche per ribadire la sua forza al congresso della prossima primavera

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