Strage di Oslo e deriva xenofoba nordeuropea

Qualunque società, scriveva Ivan Illich – Nemesi Medica. L’espropriazione della salute, Boroli Editore, p. 94 – per essere stabile, ha bisogno di registrare la devianza. Gli individui dall’aria strana o dal contegno eccentrico costituiscono un fattore di sovversione fino a quando le caratteristiche che li accomunano non abbiano ricevuto una designazione formale e la loro condotta sconcertante non sia stata sistemata in una casella riconosciuta. Una volta ricevuto un nome e un ruolo, gli anormali  che spaventano e disturbano  sono domati e diventano semplici eccezioni prevedibili, che si possono trattare con riguardo, evitare, reprimere o espellere.

Comincio con il dire che Anders Behring Breivik non è un’anomalia. Non è giusto liquidarlo come un folle, un pazzo isolato, un fanatico. C’è una cultura condivisa, diffusa nel nord Europa, pronta a giustificare Breivik. Certo, la violenza su coetanei e su adolescenti è eccessiva, forse inutile, ma le ragioni profonde che hanno animato il terrorista, quella necessità di ‘pulizia’, di omogeneità, di unità che ossesiona da sempre la civiltà occidentale, quelle le comprendono tutti.

Il Nord Europa è un’incubatrice di xenofobia. Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia: in tutti questi paesi esistono forze politiche oramai istituzionalizzate, in alcuni casi indispensabili ai partiti conservatori per governare, forze che fanno della xenofobia e della retorica neonazista il proprio elemento identitario. Alle presidenziali austriache dello scorso anno, la candidata del Fpoe Barbara Rosenkranz, d’estrazione dichiaratamente filo-nazista, ha raggiunto la significativa cifra del 15,6%. In aprile, l’Ungheria ha ratificato una revisione della Costituzione nella quale Dio, Patria, l’orgoglio della nazione etnica magiara e lo Stato definito nella sua essenza nazionale, etnica, sostituiscono i vecchi articoli che definivano l’Ungheria una Repubblica Democratica.

In Svezia, nella ex culla della socialdemocrazia, il partito di estrema destra dei “Democratici svedesi”, con il suo giovane leader 31enne Jimmie Akesson, è riuscito nel settembre dello scorso anno per la prima volta ad accedere al Parlamento della Svezia, in lingua locale Riksdag, con un programma apertamente anti-islamico ed ostile all’Unione Europea. Anche in questo caso, il governo conservatore di Fredrik Reinfeldt non aveva ottenuto la maggioranza dei seggi.

Akesson, con la sua aria elegante e giovanile, ha conquistato gli elettori basando la sua campagna elettorale  sui problemi dell’immigrazione di massa, specie quella proveniente dai Paesi islamici, sul peso che questa ha sulla spesa pubblica nazionale, sulla volontà di uscire dall’Unione Europea (Svezia: shock alle elezioni, l’estrema destra xenofoba entra per la prima volta in Parlamento. Una riflessione | Esteri Blog).

Pure il governo conservatore olandese è sorretto dall’appoggio del partito neonazista anti islamico chiamato Partito per la Libertà (PVV), il cui leader Geert Wilders è spesso al centro delle cronache per le sue dichiarazioni contro il Corano e l’immigrazione.

Wilders era sotto processo per il suo film “Fitna”, in cui le immagini dell’undici settembre scorrevano accanto ad alcuni versi del Corano, e per avere definito l’Islam una religione «fascista», paragonando il Corano al Mein Kampf di Hitler (Geert Wilders assolto in Olanda | Il Post).

Wilders è stato assolto dalle accuse perché, secondo i giudici, le sue affermazioni erano “accettabili nel contesto del dibattito pubblico di quel momento“. Wilders è profondamente anti islamico, quindi mosso dall’odio per una comunità religiosa, e ciò è stato dichiarato accettabile da un giudice.

Tutte queste formazioni politiche hanno in comune:

  • una chiara matrice nazi-fascista;
  • l’aspetto culturale retrogrado e oscurantista;
  • un risvolto razzista e xenofobo;
  • le istanze nazionaliste e antieuropeiste.

Anders Behring Breivik non è solo. E’ probabile che qualcuno abbia ritenuto le motivazioni che hanno armato questo giovane norvegese, dall’aspetto assolutamente normale, del tutto plausibili. In fondo Breivik ha agito “per smuovere le coscienze dei norvegesi”, colpendo fra quei giovani politicanti della socialdemocrazia che vogliono applicare il modello impossibile del multiculturalismo. L’humus sociale – si potrebbe dire – è pronto a accettare e giustificare Breivik. La cultura antisolidaristica che muove la società nord europea (ma non solo) tende a chiudere le porte all’altra anomalia, l’anomalia rappresentata dall’immigrazione musulmana, un’alterità da scongiurare poiché rende la comunità non più eterogenea. Gli anomali spaventano e disturbano e pertanto la comunità è disposta a tollerare il sangue, la violenza, la morte pur di preservare la sua integrità. E’ già successo, è già storia. La violenza burocratizzata del nazismo tedesco ha giustificato solo con l’adesione alla norma un eccidio di quattro milioni di persone.

La xenofobia e l’anti islamismo non sono sole: la nazione etnica torna ad essere caricata di una sovranità illimitata. La destra xenofoba teorizza l‘idea della nazione che non ha regole nel consesso delle relazioni internazionali. La nazione torna ad essere protagonista nei discorsi politici, ad estrinsecarsi nei rapporti internazionali nella sua volontà di potenza; pretende per sé sul piano esterno quella libertà che nega al suo interno. In questo senso vanno lette le tendenze a volersi disfare dell’Unione Europea. Tendenze condivise dalla popolazione che ignora che l’abbandono di qualsiasi tipo di convergenza politica dei governi europei porterebbe senza soluzioni a conflitti e a guerre. Il principio della limitazione della sovranità nazionale è contenuto nella nostra Costituzione all’articolo 11 (secondo e terzo capoverso, spesso dimenticati: consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo). E se le organizzazioni internazionali – soprattutto quelle a carattere economico, come il FMI o il WTO ma anche la stessa UE – peccano in fatto di democrazia, non significa che dobbiamo cancellare 5o anni di cooperazione e di organismi sovranazionali.

E’ accaduto che l’Islanda, uno dei paesi più colpiti dalla crisi finanziaria, abbia compiuto una svolta epocale dandosi una nuova costituzione elaborata con il concorso dei cittadini via internet. Una rivoluzione che nasconde una involuzione: all’interno di questa nuova costituzione si fa cenno esplicito al fatto che la volontà popolare non possa essere limitata dagli accordi internazionali. E’ la volontà del popolo sovrano a determinare le sorti di una nazione, e questa deve prevalere su qualsiasi accordo o pretesa internazionale. Ciò è prodondamente sbagliato: tutte le nazioni sono interdipendenti fra di loro. Le decisioni di una nazione possono creare danno ad un’altra. E’ necessario che la sovranità nazionale trovi limite nella dinamica delle relazioni internazionali. Altrimenti torneremo a veder lo stato di natura delle nazioni, l’anarchia del più forte: il ritorno del Leviatano che esplicta la propria volontà assoluta su tutti gli individui e contro le comunità.

Sitografia

Influenza A, tre casi di mutazione del virus in Norvegia.

Non è la prima modificazione del virus. Lo dice l’OMS. La mutazione interessa una proteina. Può non essere una mutazione significativa, anzi, secondo una interpretazione dell’OMS divulgata in serata, potrebbe rendere il virus ancor meno aggressivo. Finora l’A-H1N1 ha colpito per prima la gola, mentre i tre pazienti norvegesi sono stati colpiti direttamente ai polmoni. Naturalmente l’efficacia del vaccino e degli antivirali – parere dell’OMS – resta immutata (sfugge a chi scrive l’evidenza empirica dell’affermazione).

Di seguito il testo ufficiale del comunicato dell’OMS.

Pandemia (H1N1) 2009 nota informativa 17

20 NOVEMBER 2009 | GENEVA — Il Norwegian Institute of Public Health ha informato di aver rivelato una mutazione in tre campioni di virus H1N1. I virus sono stati isolati nei primi due casi letali di pandemia di influenza nel paese e in un paziente con grave malattia. Gli scienziati norvegesi hanno analizzato campioni provenienti da più di 70 pazienti con malattia clinica e nessun ulteriore caso di questa mutazione è stato rilevati. Questa scoperta suggerisce che la mutazione non è molto diffusa nel paese.

Il virus, anche se con questa mutazione, continua ad essere sensibile ai farmaci antivirali, oseltamivir e zanamivir, e gli studi dimostrano che i vaccini attualmente disponibili contro la pandemia conferiscono protezione. In tutto il mondo, il monitoraggio di laboratorio del virus dell’influenza, ha rilevato una mutazione simile in virus provenienti da diversi altri paesi, con la prima scoperta che si verifica nel mese di aprile. In aggiunta alla Norvegia, la mutazione è stata osservata in Brasile, Cina, Giappone, Messico, Ucraina e Stati Uniti.

Anche se le informazioni su tutti questi casi sono incomplete, diversi virus, che mostrano la stessa mutazione, sono stati rilevati nei casi mortali, e la mutazione è stata rilevata in alcuni casi di entità lieve. In tutto il mondo, numerosi casi mortali non hanno mostrato alcuna mutazione. Il significato in termini di salute pubblica di questo dato è molto chiaro. Le mutazioni si manifestano sporadicamente e spontaneamente. Fino ad oggi, nessun legame è stato trovato tra il piccolo numero di pazienti infettati con il virus mutato e la mutazione non sembra diffondersi. Il significato della mutazione è in corso di valutazione sia da parte degli scienziati della rete che dei laboratori di influenza. Cambiamenti nel virus a livello genetico devono essere costantemente monitorati. Tuttavia, il significato di questi cambiamenti è difficile da valutare. Molte mutazioni non alterano le caratteristiche importanti del virus o della malattia che provoca. Per questo motivo, l’OMS, al momento della valutazione dei rischi, utilizza anche i dati clinici ed epidemiologici.

Anche se ulteriori indagini sono in corso, nessuna evidenza suggerisce che queste mutazioni attualmente stiano portando ad un insolito aumento del numero di infezioni da H1N1 o di un maggior numero di casi gravi o fatali.

I laboratori nel Global Influenza Surveillance Network monitorano attentamente i virus influenzali in tutto il mondo e resteranno vigili per eventuali ulteriori modifiche del virus che possono avere rilevanza per la sanità pubblica.

La TV norvegese TV2 Channel ha detto che due persone sono morte a causa di una mutazione del virus dell’influenza suina in Norvegia. Le due persone morte a causa del virus mutato furono anche i primi decessi nel paese attribuito l’influenza suina. Il Norwegian Institute of Public Health ha detto oggi di aver trovato una versione mutata del virus dell’influenza A (H1N1), il virus dell’influenza suina. Non è chiaro che cosa sia questa mutazione e quanto letale sia […]

http://www.tv2nyhetene.no/innenriks/helse/h1n1viruset-har-mutert-3019035.html Questo l’articolo on-line.

http://www.fhi.no/eway/default.aspx?pid=238&trg=MainLeft_5812&MainLeft_5812=5825:81363::0:5967:1:::0:0

Mutazione di una pandemia di influenza A (H1N1) in Norvegia – Pubblicato il 20.11.2009, aggiornato: 20.11.2009, 15:36

Il Norwegian Institute of Public Health ha annunciato oggi di aver trovato una versione mutata del virus dell’influenza A (H1N1) in tre pazienti in Norvegia, trovati positivi al test per la nuova influenza. Il Norwegian Institute of Public Health ha analizzato il virus da un certo numero di pazienti nell’ambito della sorveglianza del virus della pandemia di influenza. I virus hanno molte analogie, ma alcune mutazioni sono state osservate. Questo è normale e la maggior parte di queste mutazioni probabilmente hanno poca o nessuna importanza. Tuttavia, una di queste mutazioni ha catturato l’interesse particolare.

E ‘stato trovato in due pazienti deceduti dal nuovo influenza A (H1N1) e in un paziente con grave influenza. Questi erano i due pazienti che sono morti per primi a causa della nuova influenza in Norvegia. Alcuni di coloro che sono morti in seguito sono stati esaminati senza trovare lo stesso virus mutato. La mutazione potrebbe rendere il virus più inclini ad infettare più profondamente le vie aeree e quindi causare malattie più gravi.

– Abbiamo analizzato circa 70 virus da casi norvegesi confermati ed abbiamo trovato la mutazione solo in questi tre pazienti, afferma il direttore generale Geir Stene-Larsen presso l’Istituto norvegese di sanità pubblica. – Sulla base di quanto sappiamo finora, sembra che la mutazione del virus non circola nella popolazione, ma potrebbe essere il risultato di cambiamenti spontanei che si sono verificati in questi tre pazienti.

– Non vi è alcuna indicazione che questo cambiamento di virus abbia una certa importanza sull’efficacia del vaccino o del trattamento antivirale, conclude Stene-Larsen.