NDM-1, il super batterio, un nuovo businness per Big Pharma?

Si chiama NDM-1 ed è il terrore degli ospedali di mezza Inghilterra. Un super batterio resistente a tutti gli antibiotici. Viene da India e Pakistan ed ha già all’attivo un morto, in Belgio, avvenuto la scorsa settimana. In Inghilterra si contano già circa cinquanta casi e i ricercatori pensano si possa sviluppare velocemente, proprio ora che India e Pakistan sono stati flagellati dai monsoni. Il pericolo di una epidemia è reale? L’OMS non ha ancora lanciato alcun allarme. Pare che il virus abbia colpito soprattutto persone ricoverate negli ospedali di India e Pakistan. Persone che hanno cioè fatto del “turismo medico”, molto in voga nei paesi anglosassoni, in special modo in ambito di chirurgia estetica. L’India è un paese in forte crescita, in quanto a turismo medico.
Sembra una eresia, ma lo sviluppo del NDM-1, almeno nella modalità in cui la notizia viene veicolata all’opinione pubblica, pare ricalcare lo schema già seguito per il famigerato A-H1N1, il virus dell’influenza A. Si cominciò con l’allarme di alcuni ospedali in alcune zone del Messico; poi la bolla mediatica cominciò a gonfiarsi a dismisura, anche grazie all’allarmismo dell’OMS, che per ragioni non note, modificò i propri parametri di interpretazione delle pandemie, facendo scattare i piani di emergenza pandemica in tutti i paesi (fatto che generò cospicue entrate per le multinazionali del farmaco – ricordate il contratto capestro con cui il governo italiano firmò in bianco l’acquisto di milioni di dosi di vaccino?).
Il superbatterio NDM-1 viene già riconosciuto da non meglio specificati “ricercatori” internazionali come una potenziale minaccia globale. E’ un batterio resistente agli antibiotici:

NDM-1, che sta per New Delhi metallo-beta-lattamasi-1 è un gene (codice del DNA), trasportato da alcuni batteri. Un ceppo di batteri che ospita il gene NDM-1 è resistente a quasi tutti gli antibiotici, tra cui gli antibiotici carbapenemici, conosciuti anche come gli antibiotici di emergenza che si usano in situazioni critiche e gravi[…] I carbapenemici sono gli antibiotici più potenti, utilizzati come ultima risorsa per molte infezioni batteriche, come ad esempio Escherichia coli e la polmonite da Klebsiella […] Il gene NDM-1 rende il batterio resistente in modo da produrre un enzima che neutralizza l’attività degli antibiotici […] Sembra che al momento non ci siano antibiotici in grado di combattere l’NDM-1 […] non ci sono ricerche in preparazione in tema di terapia farmacologica e un batterio che ha nel suo codice Dna il gene NDM-1 ha il potenziale per essere resistente a tutti i nostri attuali antibiotici […] Il codice del DNA può facilmente passare da un ceppo di batteri ad un altro attraverso il trasferimento genico orizzontale […] c’è un rischio grave di pericolose infezioni che si diffondono rapidamente da uomo a uomo […] l’Escherichia coli e la polmonite da Klebsiella possono portare il gene NDM-1 (NDM-1, il super batterio resistente agli antibiotici – Italia-News.it News in Italia).

Leggendo fra le righe, ci sono tutti gli ingrendienti affinché Big Pharma si metta all’opera, scopra il super antibiotico contro il super batterio e, considerata l’elevata mortalità e l’altrettanto elevata morbidità del batterio, induca l’OMS a raccomandare il nuovo farmaco, dal prezzo cercamente esorbitante (si devono pagare i costi della ricerca), a tutti i governi occidentali e non (quelli africani non avrebbero comunque soldi, tanto vale che si becchino l’infezione).
Analisi troppo maliziosa? Me lo auguro (o no?). Nel frattempo, non fate turismo medico in India. Al massimo in Lombardia.

Sitografia:

‘Faked pandemic’, l’attacco di Wolfang Wodarg all’OMS. La pandemia è una farsa.

Se ne era già parlato, su Yes, political! Prima ancora lo avevano ipotizzato i tipi di Crisis, What Crisis? (onore al merito). Poi, un crescendo. Ma solo sulla stampa estera. Poiché in Italia nessuno – sui media del mainstream, ovvero i media governativi – ha ripreso le notizie dei giornali svedesi. Fazio oggi ha specificato che “non spetta al ministro della Salute giudicare l’OMS”. Certo che no. Ma una presa di distanza s’impone, soprattutto quando ancora il contratto che il nostro governo ha stipulato con le major del farmaco era ancora coperto dal segreto per quanto concerne le cifre pattuite, né è dato sapere se le industrie farmaceutiche continueranno a rifornire il nostro paese del tanto inutile vaccino antipandemico. Tanto più che, prima o poi, tutte quelle dosi saranno da buttare via.
Già a Dicembre si parlava sui giornali svedesi di tangenti sospette fra gli scienziati che presiedono i comitati sui quali l’OMS basa le proprie decisioni in materie di salute globale, e le multinazionali farmaceutiche. Nei giorni scorsi è stato tale Wolfang Wodarg, presidente della sottocommissione per la salute e un membro della Commissione Affari politici ed ex vice presidente della commissione per la cultura, l’istruzione e la scienza dell ‘Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, membro della SPD tedesca, a rilasciare pesanti dichiarazioni sul conto dell’OMS:

“L’influenza aviaria è stato più pericolosa del H1N1, ma molto meno contagiosa, e di conseguenza gli argomenti per una prossima pandemia erano “sottili”, per usare un eufemismo. Ma l’influenza aviaria ha contribuito a creare un clima di panico, ed ha spinto molti paesi a creare un piano di emergenza pandemica. Inoltre la Germania, la Danimarca e in molti altri paesi hanno acquistato grandi scorte di Tamiflu, anche se non è stato sufficientemente testato, ” ha detto Wodarg, che ha criticato anche i contratti di fornitura di vaccino che molti paesi hanno stipulato nel periodo dopo l’influenza aviaria :

“I governi hanno chiuso contratti con i produttori di vaccini in cui essi ottengono gli ordinativi in anticipo mentre i governi si prendono su di sé quasi tutte le responsabilità. In questo modo i produttori di vaccini sono sicuri di guadagni enormi senza addossarsi i rischi finanziari. Così possono soltanto aspettare, fino a quando dice l’OMS “pandemia” e attivare i contratti “. E quel momento è arrivato (Faked pandemic).

    • L’influenza A H1N1 non e’ una ”falsa” pandemia e tali affermazioni sono ”errate e irresponsabili”, ha affermato oggi a Ginevra un responsabile dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms). Inoltre, l’Oms non ha esagerato la pandemia, ha detto Keiji Fukuda, consigliere del Direttore generale dell’Oms per la pandemia di influenza.
    • l’Oms ha chiaramente affermato che il virus era moderato e che il futuro era incerto, ha aggiunto rispondendo a chi accusa l’Oms di aver esagerato la minaccia costituita dal nuovo virus
    • “Abbiamo adottato il principio di precauzione che implica prepararsi per il peggio sperando il meglio”, ha detto Fukuda.
    • Wolfang Wodarg, presidente tedesco della Commissione Sanità del Consiglio d’Europa, ha accusato sulle pagine del Dailiy Mail, le case farmaceutiche di aver influenzato la decisione dell’Organizzazione mondiale della Sanità di dichiarare lo stato di pandemia per influenza A.
    • Wodarg sostiene che esse avrebbero tratto guadagni enormi dalla vendita di vaccini ed antinfluenzali, spingendo gli Stati di tutto il mondo all’acquisto di grossi quantitativi con il denaro previsto per la sanità, spesa che poi è rivelata non necessaria
    • Il Consiglio d’Europa, infatti, si è espresso in merito affermando che si tratta di: “uno dei più grandi scandali sanitari del secolo” e ora chiede che si apra un’inchiesta sul ruolo delle case farmaceutiche.

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Influenza A, sospetto di tangenti fra scienziati e Big Pharma.

La notizia corre sul web già dal 30 novembre scorso. Compare in Italia su Repubblica.it il 13 Dicembre. L’OMS è costretta a dare spiegazioni in via ufficiale anche sul proprio sito. In Danimarca è stata avviata un’inchiesta governativa su alcuni scienziati, in particolar modo il dr. Albert Osterhaus, uno dei virologi leader a livello mondiale – il suo gruppo è stato il primo a identificare l’infezione umana con il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria – in seguito a un articolo pubblicato nientemeno che su Science. Lo scienziato sarebbe accusato di avere legami chiaroscuri non solo con l’industria farmaceutica, ma anche con politici, ministri della salute, dottori e giornalisti. La “classica” bustarella, dicono.

Tutto è cominciato l’undici di Giugno 2009: il Direttore Generale dell’OMS, Margaret Chan, decide di elevare il livello di emergenza pandemia da 5 a 6, ovvero al massimo. Questo sulla base delle conclusioni di un “Comitato di Crisi”, convocato dal Direttore Generale al fine di fornire all’OMS la consulenza scientifica necessaria a fronteggiare l’emergenza pandemica. E che cos’è questo “Comitato di Crisi”? Da chi è composto? Di quali poteri è investito? Pare che nel frattempo la definizione di crisi pandemica sia stata opportunamente corretta,

Il Comitato è composto da 18 membri ed è solo consultivo, ha detto Gregory Hartl, portavoce per l’influenza presso l’OMS […] I nomi dei membri della commissione sono confidenziali. Non devono essere sottoposti a pressioni esterne. Essi vengono selezionati in base alle loro competenze in materia di diffusione del virus influenzale e di controllo della malattia”, dice Hartl (fonte: Experter samarbetar med industrin | Inrikes | SvD, trad. propria).

Quindi, la decisione di innalzare il livello dell’emergenza pandemia da 5 a 6, fatto che ha innescato il ricorso al vaccino e di conseguenza il businness per Big Pharma, è stato scaturito dalle conclusioni di un organo meramente “consultivo”, i cui membri non vengono nemmeno resi noti, affinché “non subiscano pressioni” (bel metodo: viene da chiedersi come si possa esercitare il controllo su queste 18 persone che, coperte dall’anonimato, possono eventualmente essere orientate nella decisione dal proprio interesse personale).

Nella lotta contro questa epidemia, dobbiamo collaborare con numerosi partner. Ciò include i governi, le ONG e l’industria farmaceutica. Abbiamo bisogno di trovare le soluzioni migliori per proteggere la vita delle persone. Salvare vite è più importante per noi”, ha dichiarato Gregory Hartl. Egli ha aggiunto, “indaghiamo circa i conflitti di interesse e riceviamo informazioni su questo”. Dice anche che ci sono diversi comitati che forniscono consulenza su vari aspetti di influenza e di come combatterla. “Questi comitati devono evitare conflitti di interesse”, ha detto (fonte: Experter samarbetar med industrin | Inrikes | SvD, trad. propria).

Questa la dichiarazione ufficiale. Eppure un giornale danese ha appurato rapporti fra questi esperti e gruppi di esperti sulle pandemie influenzali e le industrie farmaceutiche, in particolar modo con quelle rivelatesi leader nella produzione del vaccino. Tutto è esemplificato in questo grafico che mostra le linee direzionali della “bad influence” lobbistica di Big Pharma rispetto al Direttore Generale dell’OMS, Margaret Chan:

Schema delle relazioni OMS-Big Pharma

Più difficile replicare alle rivelazioni sui presunti conflitti di interesse di alcuni esperti scientifici degli advisory groups, i gruppi di consulenza dell’Oms sull’H1N1. Il medico olandese Albert Osterhaus, del comitato “Sage” incaricato delle linee guida per la prescrizione di vaccini contro il virus, avrebbe partecipazioni economiche in diverse società farmaceutiche. Anche Frederick Hayden e Arnold Monto, altri due consulenti dell’Oms per la campagna di vaccinazione, sono stati accusati di collaborare stabilmente con Roche e Gsk […] da pochi giorni sul sito compare un comunicato di precisazione sugli advisory groups ed è stata avviata un’inchiesta per verificare l’effettiva indipendenza dei comitati di consulenza a cui è stata affidata la regia della prima pandemia globale (fonte: E se il virus fosse solo un raffreddore? – cronaca – Repubblica.it).

E pare che nel frattempo la definizione di crisi pandemica sia stata opportunamente corretta:

A inizio 2009 la conditio sine qua non per lo stato d’emergenza (il livello 6) era quella di trovarsi di fronte a “un enorme numero di morti”. Dizione sparita nei primi mesi dell’anno dal prontuario di Ginevra. “La confusione è dovuta a una vecchia definizione sbagliata sul nostro sito che è stata in effetti aggiornata”, si giustifica Gregory Hartl, portavoce dell’organizzazione […]  (fonte: E se il virus fosse solo un raffreddore? – cronaca – Repubblica.it)

    • Chiamato “Dr.Flu” (Dottor Influenza), il professor Albert Osterhaus (nella foto) è il principale consigliere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la pandemia H1N1.
    • Da diversi anni, parla dell’imminenza di una pandemia globale e quello che sta succedendo sembra dargli ragione.
      Ma lo scandalo che è scoppiato nei Paesi Bassi e che è stato oggetto di dibattito in Parlamento, ha messo in evidenza i suoi legami personali con i laboratori che fabbricano i vaccini da lui fatti prescrivere all’OMS.
    • Da molto tempo, il Parlamento nederlandese [1] nutriva dei sospetti sul famoso Dott. Osterhaus e aveva aperto un’inchiesta per conflitto d’interesse e malversazioni.
    • Quello che viene messo in causa, come ci spiega la rivista Science in un semplice dispaccio, è l’indipendenza del giudizio personale sulla pandemia di influenza A
    • Science pubblicava queste poche righe su Osterhaus nell’edizione del 16 ottobre 2009:“Negli ultimi sei mesi, nei Pesi Bassi è stato difficile accendere la televisione e non vedere il famoso cacciatore di virus Albert Osterhaus e sentirlo parlare della pandemia di influenza A. O perlomeno, è ciò che credevamo. Il Signor Influenza era Osterhaus, il direttore di un laboratorio di fama mondiale in seno al Centro medico dell’Università Erasmo di Rotterdam. Ma la scorsa settimana la sua reputazione è stata fortemente criticata dopo che sono stata espressi alcuni sospetti sulla volontà di attizzare le paure di una pandemia, con l’obiettivo di servire gli interessi del proprio laboratorio nella messa a punto di nuovi vaccini. Nel momento in cui Science mandava in stampa, la Camera bassa del Parlamento nederlandese annunciava che la questione sarebbe stata discussa con urgenza”.

    • Un esame più approfondito del dossier di Osterhauas lascia intendere che questo virologo nederlandese di fama internazionale potrebbe trovarsi al centro di una truffa di diversi miliardi di euro riguardo all’idea di una pandemia. Un sistema fraudolento in cui dei vaccini non testati sono iniettati a degli uomini, col rischio -come è già successo- di causare seri danni, paralisi gravi o decessi.
    • Albert Osterhaus non è una persona qualunque. Ha avuto un ruolo in tutti i grande ondate di panico suscitate dalla comparsa di virus, a partire dai misteriosi decessi imputati alla SARS a Hong-Kong, dove l’attuale Direttrice generale dell’OMS Margaret Chan aveva lanciato la sua carriera di responsabile della Salute Pubblica a livello locale.
    • nell’aprile 2003, all’apice del panico causato dalla SARS, Osterhaus fu incaricato di partecipare alle inchieste sui casi di infezioni respiratorie che si moltiplicavano a Hong Kong. Nel rapporto dell’unione Europea possiamo leggere: “dimostrò ancora una volta la sua capacità di agire velocemente in situazioni gravi. In tre settimane ha dimostrato che questa malattia era provocata da un coronavirus scoperto recentemente che contamina le civette, i pipistrelli e altri animali carnivori”
    • In seguito, quando i casi di SARS non fecero più parlare di sé, Osterhaus passò ad altro, lavorando questa volta per la mediatizzazione dei pericoli di quella che chiamava l’influenza aviaria H5N1. Nel 1997 aveva già suonato l’allarme dopo la morte a Hong Kong, di un bambino di tre anni che Osterhaus sapeva essere stato in contatto con degli uccelli
    • Osterhaus ha sviluppato quindi il suo lobbying nei Paesi Bassi e in Europa
    • nell’ottobre 2005, Osterhaus dichiarava: “se il virus riuscisse a mutare in maniera tale da trasmettersi poi tra umani, allora saremmo in una situazione completamente diversa: potremmo avere dinnanzi a noi l’inizio di una pandemia”. Aggiungeva: “C’è il rischio che il virus venga sparso dagli uccelli in tutta Europa. C’è un rischio reale che nessuno ha saputo tuttavia valutare fino ad oggi, perchè non abbiamo fatto gli esperimenti dovuti”
    • Per sostenere il suo allarmante scenario di pandemia cercando di dargli una legittimità scientifica, Osterhaus e i suoi assistenti di Rotterdam han cominciato a raccogliere e congelare dei campioni di feci d’uccelli. Affermava che, secondo i periodi dell’anno, fino al 30% di tutti gli uccelli d’Europa risultavano portatori del virus mortale dell’influenza aviaria H5N1

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In Canada 36 casi di reazioni allergiche al vaccino A-H1N1. C’è pure il morto.

Il vaccino contro l’influenza A è messo sotto accusa in Canada. Si tratta di Pandemrix, il prodotto della GlaxoSmithKline. In Italia non esiste, il governo ha firmato contratti con Novartis e Sanofi-Aventis. Non è previsto che sia acquistato anche Pandemrix, sebbene sia fra i prodotti autorizzati dalla UE. Pandemrix aveva sin dall’inizio preoccupato il mondo medico poiché realizzato con tecnologie innovative ma poco sperimentate: coltivazione del virus non nelle uova ma in coltura cellulare, nuovo tipo di adiuvante testato “solo” su 50.000 persone (contro le milioni di somministrazioni dello squalene contenuto nei vaccini stagionali prodotti dalla Novartis fin dal 1997).

La pandemia in Italia ha smesso di essere nei primi titoli dei giornali. I morti sono saliti a 82, ma ricorderemo a stento forse solo i primi dieci.

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    • Quant à la trentaine de décès signalés dans le cadre des vaccinations à grande échelle, rien ne permet, selon l’organisation, d’établir, pour le moment, un lien avec les vaccins. Un cas d’effet secondaire indésirable est rapporté pour 10 000 doses de vaccin administrées. Sur 100 effets secondaires indésirables, cinq sont sérieux, y compris un décès, avait alors expliqué une responsable de l’organisation onusienne.
    • Per quanto riguarda i trenta decessi registrati nel contesto della vaccinazione su grande scala, non vi è alcuna prova, secondo l’organizzazione, di stabilire, per il momento, un legame con i vaccini. Un caso di effetto collaterale è stato segnalato ogni 10 000 dosi di vaccino somministrate. Di 100 eventi avversi, cinque sono gravi, compresa la morte, ha poi detto un funzionario dell’organizzazione delle Nazioni Unite.
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    • Un numero insolito di reazioni allergiche «gravi» al vaccino contro il virus H1N1 dell’influenza pandemica è stato registrato recentemente in Canada, dove un lotto della casa farmaceutica GlaxoSmithKline è stato richiamato.
    • «Un numero insolito di allergie gravi al vaccino è stato registrato in Canada», ha dichiarato un portavoce dell’Oms, Thomas Abraham
    • «Le autorità canadesi hanno richiamato un lotto del vaccino di Gsk» ed «effettuano le ricerche» necessarie per stabilire le cause di queste allergie
    • Allarme anche per un possibile mix tra l’influenza aviaria e la A. Il virus dell’aviaria si è risvegliato in Nord Africa e in Asia, e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) invita i Paesi interessati a tenerlo sotto stretto controllo. Il timore è infatti che l’H5N1 si combini con il virus H1N1 dell’influenza A, dando origine a una nuova variante più letale per l’uomo.
    • L’allerta arriva dall’Ufficio regionale Ovest Pacifico dell’agenzia ginevrina, che mette in guardia contro nuovi focolai di aviaria tra il pollame in Egitto, Indonesia, Thailandia e Vietnam.
    • «Non sappiamo se accadrà – precisa Shin Young-Soo, direttore dell’Ufficio regionale Oms Ovest Pacifico – ma siamo consapevoli del rischio e siamo in allerta»

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Influenza A, tre casi di mutazione del virus in Norvegia.

Non è la prima modificazione del virus. Lo dice l’OMS. La mutazione interessa una proteina. Può non essere una mutazione significativa, anzi, secondo una interpretazione dell’OMS divulgata in serata, potrebbe rendere il virus ancor meno aggressivo. Finora l’A-H1N1 ha colpito per prima la gola, mentre i tre pazienti norvegesi sono stati colpiti direttamente ai polmoni. Naturalmente l’efficacia del vaccino e degli antivirali – parere dell’OMS – resta immutata (sfugge a chi scrive l’evidenza empirica dell’affermazione).

Di seguito il testo ufficiale del comunicato dell’OMS.

Pandemia (H1N1) 2009 nota informativa 17

20 NOVEMBER 2009 | GENEVA — Il Norwegian Institute of Public Health ha informato di aver rivelato una mutazione in tre campioni di virus H1N1. I virus sono stati isolati nei primi due casi letali di pandemia di influenza nel paese e in un paziente con grave malattia. Gli scienziati norvegesi hanno analizzato campioni provenienti da più di 70 pazienti con malattia clinica e nessun ulteriore caso di questa mutazione è stato rilevati. Questa scoperta suggerisce che la mutazione non è molto diffusa nel paese.

Il virus, anche se con questa mutazione, continua ad essere sensibile ai farmaci antivirali, oseltamivir e zanamivir, e gli studi dimostrano che i vaccini attualmente disponibili contro la pandemia conferiscono protezione. In tutto il mondo, il monitoraggio di laboratorio del virus dell’influenza, ha rilevato una mutazione simile in virus provenienti da diversi altri paesi, con la prima scoperta che si verifica nel mese di aprile. In aggiunta alla Norvegia, la mutazione è stata osservata in Brasile, Cina, Giappone, Messico, Ucraina e Stati Uniti.

Anche se le informazioni su tutti questi casi sono incomplete, diversi virus, che mostrano la stessa mutazione, sono stati rilevati nei casi mortali, e la mutazione è stata rilevata in alcuni casi di entità lieve. In tutto il mondo, numerosi casi mortali non hanno mostrato alcuna mutazione. Il significato in termini di salute pubblica di questo dato è molto chiaro. Le mutazioni si manifestano sporadicamente e spontaneamente. Fino ad oggi, nessun legame è stato trovato tra il piccolo numero di pazienti infettati con il virus mutato e la mutazione non sembra diffondersi. Il significato della mutazione è in corso di valutazione sia da parte degli scienziati della rete che dei laboratori di influenza. Cambiamenti nel virus a livello genetico devono essere costantemente monitorati. Tuttavia, il significato di questi cambiamenti è difficile da valutare. Molte mutazioni non alterano le caratteristiche importanti del virus o della malattia che provoca. Per questo motivo, l’OMS, al momento della valutazione dei rischi, utilizza anche i dati clinici ed epidemiologici.

Anche se ulteriori indagini sono in corso, nessuna evidenza suggerisce che queste mutazioni attualmente stiano portando ad un insolito aumento del numero di infezioni da H1N1 o di un maggior numero di casi gravi o fatali.

I laboratori nel Global Influenza Surveillance Network monitorano attentamente i virus influenzali in tutto il mondo e resteranno vigili per eventuali ulteriori modifiche del virus che possono avere rilevanza per la sanità pubblica.

La TV norvegese TV2 Channel ha detto che due persone sono morte a causa di una mutazione del virus dell’influenza suina in Norvegia. Le due persone morte a causa del virus mutato furono anche i primi decessi nel paese attribuito l’influenza suina. Il Norwegian Institute of Public Health ha detto oggi di aver trovato una versione mutata del virus dell’influenza A (H1N1), il virus dell’influenza suina. Non è chiaro che cosa sia questa mutazione e quanto letale sia […]

http://www.tv2nyhetene.no/innenriks/helse/h1n1viruset-har-mutert-3019035.html Questo l’articolo on-line.

http://www.fhi.no/eway/default.aspx?pid=238&trg=MainLeft_5812&MainLeft_5812=5825:81363::0:5967:1:::0:0

Mutazione di una pandemia di influenza A (H1N1) in Norvegia – Pubblicato il 20.11.2009, aggiornato: 20.11.2009, 15:36

Il Norwegian Institute of Public Health ha annunciato oggi di aver trovato una versione mutata del virus dell’influenza A (H1N1) in tre pazienti in Norvegia, trovati positivi al test per la nuova influenza. Il Norwegian Institute of Public Health ha analizzato il virus da un certo numero di pazienti nell’ambito della sorveglianza del virus della pandemia di influenza. I virus hanno molte analogie, ma alcune mutazioni sono state osservate. Questo è normale e la maggior parte di queste mutazioni probabilmente hanno poca o nessuna importanza. Tuttavia, una di queste mutazioni ha catturato l’interesse particolare.

E ‘stato trovato in due pazienti deceduti dal nuovo influenza A (H1N1) e in un paziente con grave influenza. Questi erano i due pazienti che sono morti per primi a causa della nuova influenza in Norvegia. Alcuni di coloro che sono morti in seguito sono stati esaminati senza trovare lo stesso virus mutato. La mutazione potrebbe rendere il virus più inclini ad infettare più profondamente le vie aeree e quindi causare malattie più gravi.

– Abbiamo analizzato circa 70 virus da casi norvegesi confermati ed abbiamo trovato la mutazione solo in questi tre pazienti, afferma il direttore generale Geir Stene-Larsen presso l’Istituto norvegese di sanità pubblica. – Sulla base di quanto sappiamo finora, sembra che la mutazione del virus non circola nella popolazione, ma potrebbe essere il risultato di cambiamenti spontanei che si sono verificati in questi tre pazienti.

– Non vi è alcuna indicazione che questo cambiamento di virus abbia una certa importanza sull’efficacia del vaccino o del trattamento antivirale, conclude Stene-Larsen.

Influenza A, il punto dell’OMS sulla situazione globale.

Anche l’OMS, tramite l’organismo denominato SAGE, ovvero Strategic Advisory Group of Experts, che solitamente si riunisce a Ginevra, ammette che il virus A colpisce maggiormente i bambini e che sarebbe preferibile dare loro la priorità nella vaccinazione, somministrando almeno una dose a più bambini possibile. Ed è costretta anche a osservare l’insorgenza di alcuni casi di reazioni avverse dopo la somministrazione del vaccino: casi marginali, certo, che già le statistiche della vaccinazione stagionale riportano con frequenze molto basse – inferiori a 1/10000 – ma che fanno dire al Gruppo di Esperti di evitare la co-somministrazione dei vaccini stagionale e pandemico se non del tipo inattivato (alemno uno dei due deve esserlo). Anche la condizione delle donne incinte pare essere delle più a rischio: dei pazienti affetti da virus A che necessitano di ricovero, una percentuale fra il 7 e il 10% sono donne in gravidanza, fra il secondo e il terzo trimestre.
Di seguito parte dell’articolo ripreso dal sito OMS.

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A-H1N1: negli USA, dose unica anche per i bambini? La sperimentazione non ha dati sufficienti.

In Italia si pensa di vaccinare gli atleti delle prossime Olimpiadi Invernali. O piuttosto i calciatori. Non sia mai che si perda qualche medaglia, o si debba rinviare qualche partita del campionato per l’influenza A.

Negli USA, invece l’OMS raccomanda di vaccinare il prima possibile i bambini. Anche con una sola dose. Non ci sono dati sufficienti per affermare che una sola dose possa bastare, dicono all’OMS, ma la prima bisogna estenderla il più possibile. Il governo USA pensa a vaccinazioni per i carcerati. Ma l’emergenza dell’ultima settimana è per i minori di dieci anni. I morti sono saliti a 114, con un picco negli ultimi sette giorni. E oggi è pure Halloween.

Da noi i morti sono undici. Ci si affretta a dire che “avevano patologie pregresse”. Oggi è stata divulgata la notizia che è morta la prima bambina. Aveva undici anni. Era ricoverata da quattro giorni con febbre molto elevata. Prima all’ospedale di Scafati, poi al “Santobono”. Solo quando è stata trasferita, le è stato fatto il tampone per l’A-H1N1. Ci si chiede se è più vittima dell’influenza o della malasanità. Degli undici casi di morte per A-H1N1, sei si sono verificati in ospedali di Napoli. Una percentuale considerevole, direi.

L’articolo che segue è stato pubblicato dal The Washington Post ed è stato tradotto da me.

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    • Una dose di vaccino potrebbe essere sufficiente a proteggere sia gli adulti che i bambini di età superiore ai sei mesi contro la pandemia di influenza suina, così ha concluso un gruppo internazionale di esperti.
      Gli esperti, convocati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità per esaminare i dati globali sui vari vaccini in fase di collaudo e utilizzati per arginare la pandemia, ha raccomandato che i paesi che hanno dato ai bambini una priorità alta per il vaccino dovrebbero considerare di dare una dose a quanti più bambini possibile, prima di somministrare la seconda.I funzionari della sanità degli Stati Uniti hanno consigliato due dosi per i bambini di età inferiore ai 10 anni, sulla base dei primi risultati degli studi che indicano che una dose non era sufficiente a produrre una risposta abbastanza forte del sistema immunitario nel proteggere quel gruppo di età.

      Il Gruppo Consultivo Strategico dell’OMS ha riconosciuto che i dati su quella fascia di età sono “limitati e sono necessari altri studi.” Ha detto, ogni paese deve decidere qual è la strategia più appropriata per la sua popolazione. Somministrando due dosi è più sicuro, dicono gli esperti.

      “Diverse Autorità di Controllo hanno preso decisioni diverse,” ha detto Marie-Paule Kieny, direttore dell’Iniziativa di Ricerca per il Vaccino dell’OMS, in un briefing Venerdì per i giornalisti, a conclusione dei due giorni di incontro del gruppo consultivo a Ginevra.

      “Ma per il momento per i paesi che vogliono fare una campagna vaccinale a ampio raggio nei bambini,… Il numero di dosi di vaccino può non essere sufficiente a fornire due dosi a tutti questi bambini”, ha detto Kieny.

      Il National Institutes of Health si aspetta ulteriori risultati già la settimana prossima dai test sul vaccino che coinvolgono i bambini, che dovrebbero contribuire a chiarire se una dose di richiamo è necessaria oppure no, ha detto Thomas Frieden, direttore dei Centri federali per il controllo delle malattie e la prevenzione. “Se i dati mostrano una differenza, si rivedrà la nostra raccomandazione”, ha detto.
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      La raccomandazione è arrivata quando il numero di bambini americani che sono morti per il virus H1N1 è aumentato a 114 – un salto di 19 morti rispetto alla settimana precedente. A differenza della tipica influenza stagionale, che tende a colpire più duramente le persone anziane, il virus H1N1 ha ampiamente risparmiato gli anziani, ma più comunemente colpito bambini e giovani adulti, tra cui alcuni che sono altrimenti sani.

      Il CDC ha anche annunciato Venerdì dei piani per rilasciare i restanti 234.000 confezioni di liquido Tamiflu della Confederazione Nazionale Strategica delle Scorte per contribuire ad alleviare le carenze in loco dei farmaci antivirali.
      La forma liquida della medicina, più comunemente utilizzata dai bambini, che possono avere difficoltà a deglutire le capsule, è stato difficile trovarla in alcuni luoghi a causa di un aumento della domanda e una decisione da parte del fabbricante di concentrarsi sulla produzione dei farmaci in forma di capsule. I Farmacisti possono utilizzare le capsule per farne la versione liquida per i singoli clienti. Il CDC rilasciato 300.000 confezioni del farmaco il 1 ° ottobre per cercare di evitare carenze.

      La giuria ha anche concluso che ogni vaccino, che è stato approvato dagli organismi di regolamentazione governativi in tutto il mondo, appare sicuro, anche per le donne in gravidanza. Compresi i vaccini con una sostanza nota come coadiuvante, che aumenta l’efficacia del vaccino, permettendo di creare maggiori scorte disponibili per essere poi suddivise in più dosi.

      Nonostante un programma di emergenza per produrre il vaccino, negli Stati Uniti e altrove, la domanda finora ha superato la fornitura in molti paesi. Gli Stati Uniti non ha ancora approvato un vaccino, che contiene un adiuvante.

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    • Novant’anni fa, negli ultimi giorni di un ottobre come questo, in piena escalation del numero dei morti di Spagnola, il prefetto di Milano proibì il suono delle campane a morto.
    • Deprimeva lo «spirito pubblico» – dicevano le circolari – quel lugubre rintocco che risuonava di continuo, ossessivamente, durante le frettolose cerimonie degli addii, in chiese e cimiteri senza gente, per decisione delle autorità sanitarie. Provocava ansia. Diffondeva paura e angoscia. Alimentava una psicosi collettiva che contaminava le menti, e facilitava l’attacco ai corpi degli uomini.
    • nessun possibile e fondato accostamento a quella del 1918, che fu capace di raddoppiare le vittime della sanguinosa guerra appena conclusa
    • c’è, ora, un altro genere di campana a morto, capace di risvegliare un’emotività che innesca incertezza e ansia: la notizia strillata di «un altro morto di influenza», che dà visibilità a ogni singola vittima, nei titoli di apertura dei telegiornali, nelle prime pagine dei giornali, e persino nelle trasmissioni pomeridiane di gossip e chiacchiere in libertà
    • Una campana di ben diversa potenza sonora e diffusiva, che amplifica e moltiplica i numeri, massimizza il contenuto ansiogeno, e fa passare in secondo piano – pur non sottacendolo – il fatto che in tutti, ma proprio tutti gli undici (undici!) morti era presente una multipatologia che l’influenza ha solo contribuito ad aggravare.
    • Un evento che nella classica influenza stagionale si verifica, malauguratamente, migliaia di volte, senza che giornali e telegiornali si occupino di quelle morti che non fanno notizia, nascoste nelle tavole della mortalità «ordinaria»
    • basta mettere in fila numeri, dati e fatti, che danno credito alle voci autorevoli di chi afferma, sulla base delle conoscenze scientifiche, che la minaccia del nuovo ceppo del virus influenzale H1N1 è destinata a restare una bomba inesplosa: il tasso di mortalità – che non potrà comunque essere calcolato fino a quando non si sarà superato il picco epidemico – è, al momento – sembrerebbe – più basso di quello della normale influenza stagionale (anche se occorrerebbe conoscere con precisione il numero dei colpiti).
    • pur in grado di trasmettersi abbastanza efficacemente da persona a persona, sembra sostanzialmente incapace di causare una malattia severa
    • quello che preoccupa davvero è la confusione che regna sotto il cielo delle vaccinazioni: le dosi di vaccino stanno arrivando alle Regioni, ma in quantità limitate
    • E solo in pochissime realtà si è, di fatto, messa in moto la farraginosa macchina organizzativa per realizzare la prima campagna di vaccinazione di massa contro l’influenza
    • ha un solo precedente, negli Stati Uniti: una débâcle, in verità. Nel 1976, in seguito ad una piccola epidemia di «suina» a Fort Dix, base militare nel New Jersey, furono avviate le vaccinazioni che raggiunsero 40 milioni circa di americani e nelle quali fu impegnata una montagna di dollari: 137 milioni.
    • La malattia non si diffuse, ma tra i vaccinati si registrarono numerosi casi della cosiddetta sindrome di Guillain-Barré (una neuropatia acuta che si manifesta con paralisi progressiva agli arti)
    • la campagna fu interrotta e le autorità sanitarie dovettero fare i conti con un’ondata di sfiducia e di sospetto
    • Il fantasma di quella sindrome ricompare oggi ed è uno dei fattori all’origine della diffusa ritrosia a vaccinarsi anche da parte dei medici
    • l’influenza è un serio problema sanitario nei Paesi industrializzati, dove occupa uno dei primi posti come causa di morte per malattie infettive
    • Senza parlare dei costi diretti e indiretti dell’ospedalizzazione e delle assenze dal lavoro
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    • Una bambina di 11 anni è morta ieri pomeriggio all’ospedale «Santobono» di Napoli. La notizia è stata comunicata solo oggi da fonti dell’assessorato alla Sanità della Regione Campania. Era ricoverata da alcuni giorni ed era risultata affetta dall’influenza A. Dal mese di settembre è la sesta vittima a Napoli, la dodicesima in Italia ed è la prima vittima fra i bambini.
    • La ragazzina, residente a Pompei, era stata ricoverata nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi nell’ospedale di Scafati, con sintomi di febbre elevata. Visto l’aggravarsi delle sue condizioni è stata trasferita ieri nell’ospedale pediatrico Santobono, con una diagnosi di sindrome cardiorespiratoria acuta di probabile origine cardiaca. Il tampone praticato al momento del ricovero al Santobono, i cui risultati si sono avuti oggi, è risultato positivo all’H1N1. Sono in corso ulteriori accertamenti per stabilire con esattezza le cause della morte.

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L’adiuvante MF-59, altrimenti detto “squalene”: quel che dice l’OMS.

Per completezza d’informazione, riporto un articolo del New England Journal of Medicine (NEJM) con i risultati di un’analisi sull’impiego dello squalene, l’adiuvante contenuto nel vaccino della Novartis in distribuzione in Italia, che secondo una certa corrente del web sarebbe causa di reazioni immunitarie e di mallattie rare – come la sindorme di Guillain-Barré, già verificatasi nel caso della somministrazione di un analogo vaccino anti-pandemia nel 1976. L’OMS nega qualsiasi relazione fra di esse e l’impiego di MF-59: l’adiuvante è stato autorizzato in Italia nel 1997, e da allora ne sono state distribuite 22 milioni di dosi. Non si conoscono studi recenti che abbiamo monitorato l’insorgenza di malattie a carattere immunitario in soggetti che hanno fatto uso di vaccini. L’OMS non ne cita.
Veniamo ai dati della ricerca pubblicata dal NEJM:

Abbiamo condotto un unico studio, che coinvolge 175 adulti, da 18 a 50 anni di età, per verificare l’influenza del monovalente A/California/2009 (H1N1)- vaccino antigene di superficie, in entrambe le forme adiuvato MF59 e non adiuvato. I soggetti hanno ricevuto – in modo random – due iniezioni intramuscolari di vaccino contenente 7,5 microg di emoagglutinina il giorno 0 in ogni braccio o una iniezione al giorno 0 e l’altra il giorno 7, 14, o 21, o due dosi 3,75 microg di MF59-adiuvato vaccino, o 7,5 o 15 microg di vaccino non adiuvato, somministrato al 21° giorno. Risposte anticorpali sono stati misurate mediante emoagglutinazione-test di inibizione e un test microneutralizzazione nei giorni 0, 14, 21, e 42 dopo l’iniezione della prima dose.

Risultati di un’analisi delle risposte al vaccino adiuvato MF59 – dose da 7,5 μg – a 14 e  a 21 giorni dalla somministrazione (dati relativi a quattro dei sette gruppi di studio, per un totale di 100 soggetti). Le reazioni più frequenti, locali e sistemiche, sono stati dolore al sito di iniezione e dolori muscolari, osservati nel 70% e il 42% dei soggetti, rispettivamente. Due soggetti hanno riportato la febbre, con una temperatura di 38 ° C o superiore, dopo la prima somministrazione. Titoli anticorpali, espressi come medie geometriche, sono stati in genere superiori a 14 giorni tra i soggetti che avevano ricevuto due 7.5-μg di dosi di vaccino adiuvato MF59-che tra coloro che avevano ricevuto un solo punto da questo momento (P = 0,04 dal emoagglutinazione – Saggio di inibizione e P <0,001 per il test microneutralization). Entro 21 giorni dopo la vaccinazione con la prima dose di 7,5 microg di vaccino adiuvato MF59, i tassi di sieroconversione, misurata con l’uso di un emoagglutinazione-test di inibizione e un test microneutralization, è stata del 76% e il 92% dei soggetti, rispettivamente, che avevano ricevuto una sola dose fino ad oggi (con la seconda dose prevista per il giorno 21) e 88 a 92% e da 92 a 96% dei soggetti, rispettivamente, che aveva già ricevuto entrambe le dosi (P = 0,11 e P = 0.64, rispettivamente).

Questo cosa significa? Che l’MF-59 non ha effetti di tipo immunitario sull’organismo? Sulla base dell’analisi riportata dal NEJM non è possibile affermarlo. Il dubbio è la reazione nel tempo, per la quale non esiste letteratura, poiché le 22 milioni di dosi somministrate sinora, a detta dell’OMS, hanno inciso maggiormente su una categoria di persone avente età superiore a 65 anni. E’ pur vero che lo squalene è presente nel nostro corpo, negli alimenti ecc. nella sua forma naturale (di fatto già lo assumiamo attraverso il cibo). In ogni caso, da parte del governo italiano non si ha notizia alcuna dell’esistenza delle eventuali procedure di monitoraggio a lungo termine sui vaccinati, mentre il governo americano si sta organizzando in tal senso (vedi: Vaccino A-H1N1: quale monitoraggio sugli effetti collaterali?).

  • Results of an interim analysis of the responses to the 7.5-µg dose of MF59-adjuvanted vaccine by days 14 and 21 are presented (data from four of the seven groups studied, for a total of 100 subjects). The most frequent local and systemic reactions were pain at the injection site and muscle aches, noted in 70% and 42% of subjects, respectively. Two subjects reported fever, with a temperature of 38°C or higher, after the first dosing. Antibody titers, expressed as geometric means, were generally higher at day 14 among subjects who had received two 7.5-µg doses of the MF59-adjuvanted vaccine than among those who had received only one by this time point (P=0.04 by the hemagglutination-inhibition assay and P<0.001 by the microneutralization assay). By 21 days after vaccination with the first dose of 7.5 µg of MF59-adjuvanted vaccine, the rates of seroconversion, as measured with the use of a hemagglutination-inhibition assay and a microneutralization assay, were 76% and 92% of subjects, respectively, who had received only one dose to date (with the second dose scheduled for day 21) and 88 to 92% and 92 to 96% of subjects, respectively, who had already received both doses (P=0.11 and P=0.64, respectively).

  • Conclusions In preliminary analyses, the monovalent influenza A (H1N1) 2009 MF59-adjuvanted vaccine generates antibody responses likely to be associated with protection within 14 days after a single dose is administered. (ClinicalTrials.gov number, NCT00943358

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    • Lo squalene è un componente di alcuni adiuvanti che vengono aggiunti ai vaccini al fine di incrementare la risposta immunitaria. Lo squalene è una sostanza presente in natura (nelle piante, negli animali e negli esseri umani) che viene sintetizzata nel fegato e che circola nel sangue umano.

    • Si trova in molti alimenti, cosmetici, farmaci ed integratori. Lo squalene viene estratto, per ragioni commerciali, dall’olio di pesce, in particolare dall’olio di fegato di squalo

    • L’MF59, un adiuvante contenente lo squalene, fa parte del vaccino anti-influenzale stagionale ed è stato autorizzato nel 1997 in Italia e successivamente anche in diversi altri Paesi. Ogni dose di vaccino contiene circa 10mg di squalene.

    • Oltre 22 milioni di dosi sono stati distribuiti da allora fino ad oggi (2006). I numeri di eventi avversi e reazioni locali non sono risultati superiori rispetto a quanto ci si aspettava in base agli eventi dovuti ad altri vaccini anti-influenzali; sembra quindi che lo squalene non rappresenti un rischio significativo.

    • Alcuni vaccini sperimentali, inclusi dei vaccini anti-pandemia, vaccini anti-malarici e vari altri vaccini di natura virale e batterica, vengono allestititi con adiuvanti contenente lo squalene con l’obiettivo di rafforzare l’immunogenicità e quindi l’efficacia dei vaccini. Sono stati condotti studi clinici con vaccini contenente squalene coinvolgendo bambini e lattanti senza risultati preoccupanti dal punto di vista della sicurezza.

    • E’ stato ipotizzata una relazione tra problemi di salute dei veterani della guerra del Golfo e la possibile presenza di squalene nei vaccini che ai soldati sono stati somministrati. Un report pubblicato ha ipotizzato che alcuni dei veterani esposti al vaccino anti-antrace hanno sviluppato anticorpi anti-squalene e che questi anticorpi hanno successivamente provocato disabilità. Tuttavia lo squalene non faceva parte dei vaccini somministrati ai veterani e non è stato neppure utilizzato nel processo di produzione dei vaccini. Sono stati pubblicati molti studi che hanno evidenziato dei limiti tecnici di questo report.

    • La maggior parte degli adulti, specialmente quelli più anziani, indipendentemente dalla loro storia vaccinale, possiedono anticorpi naturali che reagiscono con lo squalene

    • In uno studio clinico l’immunizzazione con il vaccino anti-influenzale contenente squalene non ha modificato né frequenza né titolo degli anticorpi anti-squalene.

    • Il comitato (il Global Advisory Committee on Vaccine Safety) è d’accordo nel ribadire che preoccupazioni sul fatto che lo squalene contenuto nei vaccini possa indurre anticorpi anti-squalene siano infondate.

    • dal momento che le esperienze con i vaccini contenente squalene derivano in primo luogo dalla vaccinazione di persone appartenenti a fasce di età più anziane , il comitato evidenzia la necessità di condurre, con particolare attenzione, studi post-marketing al fine di identificare qualsiasi eventuale evento avverso.

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A-H1N1: viceministro Fazio, multinazionale del farmaco dietro il virus? “Tutto è possibile”.

Il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio stmane si è gloriato in tv perché il nostro governo è il primo in Europa a somministrare il vaccino anti A-H1N1. Ma – cosa che ha dell’incredibile – non ha smentito l’ipotesi secondo la quale la diffusione del virus e la relativa produzione in milioni di dosi del vaccino sia opera delle lobbies del farmaco. Anzi, ci avverte che in Italia il governo ha stimato in difetto il numero di persone da vaccinare, solo il 40% della popolazione, ovvero: adottiamo una strategia precauzionale minimizzando l’eventuale danno per l’inoculo di un vaccino inutile. E’ veramente così, viceministro?
In pratica viene detto, il vaccino lo fa il 40% perché se è utile o dannoso non lo sappiamo. Nonostante il moltiplicarsi dei dubbi sui componenti del vaccino, nonostante le informazioni contrastanti sul virus – ora gli allarmi dell’OMS si sono stranamente placati – i rappresentanti del governo non fanno che minimizzare la portata del virus e a dirci che il vaccino è necessario ma solo per le "categorie" a rischio. Una litania che va avanti da mesi e che non contribuisce a fare chiarezza.

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    • All’ Asl di Milano è stata appena vaccinata la prima persona in Italia contro il virus H1N1 responsabile dell’Influenza A

    • «Abbiamo appena varato la sconfitta del virus suino»

    • A riceverlo, in dose unica, è stato Giorgio Ciconali, medico e direttore del servizio di igiene pubblica della Asl di Milano

    • L’Italia è il primo paese europeo a partire con la vaccinazione per la nuova influenza A/H1N1 e, rispetto all’Europa, potrebbe anche risparmiare nella fornitura dei vaccini

    • Lo ha spiegato il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, intervenendo questa mattina al programma La telefonata su Canale5. Nella distribuzione del vaccino, ha detto, non si deve parlare di ritardi, ma di «anticipi, perché siamo i primi in Europa

    • Se la vaccinazione si farà in una sola fase l’Italia potrebbe poi spendere meno dei 400 milioni ad ora previsti: «Forse molto meno perché secondo la nostra strategia vaccinale, che abbiamo studiato scientificamente con delle proiezioni, con questo 35-40% di vaccinazioni riteniamo di sradicare il virus

    • Sulla possibilità che l’operazione sia montata dalle lobby farmaceutiche, Fazio conclude: «Tutto è possibile. Io posso solo dire che la strategia vaccinale dell’Italia prevede il numero di persone da vaccinare più basso di tutta Europa: siamo sotto il 40%»

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    • Il sostegno dell’opinione pubblica al vaccino contro l’influenza suina sta evaporando giorno dopo giorno, via via che i fondamenti razionali della vaccinazione si rivelano sempre più ridicoli a chi sia in grado di prestare attenzione

    • e motivazioni addotte da Big Pharma a sostegno della vaccinazione contro l’influenza suina semplicemente non stanno in piedi

    • più del cinquanta per cento delle mamme rifiutano di sottoporre i propri bambini al vaccino; le infermiere e gli operatori sanitari di Stati Uniti e Inghilterra esprimono ormai ad alta voce la loro contrarietà alla vaccinazione

    • E’ in dirittura d’arrivo un’azione legale contro il provvedimento con cui la FDA ha approvato il vaccino contro l’influenza suina (vedi qui) e le proteste aumentano man mano che cresce la consapevolezza delle più importanti obiezioni mosse alla vaccinazione. Le persone intelligenti e informate, in ogni luogo, stanno dicendo NO al vaccino

    • Perché dunque le argomentazioni a favore del vaccino sono così deboli?

    • cinque ragioni cruciali spacciate dall’industria delle vaccinazioni

    • sebbene il tasso di contagiosità dell’H1N1 sia attualmente piuttosto alto, il tasso di mortalità è invece notevolmente basso. Allo stato attuale, non è più alto di quello di una comune influenza stagionale

    • Non esiste assolutamente nessuna prova scientifica che il vaccino offra una protezione efficace contro il virus H1N1. Per quanto vi siano prove che esso produce anticorpi, come ben sanno tutti coloro che hanno compiuto studi sull’efficacia dei vaccini, la mera esistenza di anticorpi indotti dal vaccino non implica affatto un’immunità funzionale ed effettiva! In realtà molto spesso i vaccini non sono altro che una falsa promessa di immunità che non fornisce alcuna difesa effettiva nel mondo reale.

    • questa affermazione è veramente risibile. Nessuno di questi vaccini è stato testato in modo appropriato dalla FDA o dalle compagnie farmaceutiche. Sono stati approvati dalla FDA con una deroga, scavalcando completamente la normale procedura di sperimentazione che la gente si aspetterebbe di veder garantita dalla FDA. Anzi, secondo il procuratore Jim Turner, l’approvazione infondata di questi vaccini rappresenterebbe una violazione della legge federale.

    • Pur di vendere una maggior quantità di vaccini, l’industria farmaceutica (e le sue coorti come la CDC e l’Organizzazione Mondiale per la Salute) sta tenendo dolosamente nell’ignoranza la popolazione riguardo l’esistenza di opzioni di gran lunga più sicure ed efficaci, come la vitamina D e i rimedi anti-virali da erboristeria.

    • Non sottoporsi alla vaccinazione è immorale, perché si lascia il fardello dell’iniezione sulle spalle degli altri senza attivarsi in prima persona. Perché è ridicolo: Esilarante! Questo si chiama marketing colpevolizzante: si cerca di costringere la gente a farsi l’iniezione facendola sentire in colpa se sceglie di non farla. La verità è che è immorale chi l’iniezione LA FA, perché sostiene finanziariamente un’industria dei vaccini che è pericolosa ed altamente fraudolenta e che provoca danni terribili ai bambini, alle donne in gravidanza e ad altre innocenti vittime delle vaccinazioni.

    • Ovviamente, se le cose cambiassero in modo drastico potrebbero esserci buone ragioni per prendere in considerazione il vaccino. Se il virus H1N1 mutasse in un virus con alto tasso di mortalità le cose sarebbero diverse. Se si provasse la sicurezza del vaccino attraverso una sperimentazione a lungo termine, ciò rappresenterebbe un punto a suo favore. Se fosse scientificamente provato che i vaccini proteggono davvero dai virus, anche in questo caso le cose sarebbero diverse.

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Influenza suina S.p.A

Senti parlare dell’influenza suina come della peste, poi come della truffa del secolo. Ma dove è la verità? Questo grande demone.
Diamo allora una sbirciatina all’andamento dei titoli azionari di alcune multinazionali del farmaco – GlaxoSmithkline, Sanofi-Aventis e Roche.

Considerato che le prime notizie della pandemia suina risalgono alla fine di aprile 2009, si può affermare che da quel periodo i tre titoli borsistici abbiano avuto delle buone performance (il confronto è fatto con l’indice Nasdaq per Glaxo e Roche, per Sanofi-Aventis con l’indice Mibtel). Una ulteriore prova del buono stato di salute delle multinazionali del farmaco si potrebbe fare facendo coincidere i picchi delle curve con gli annunci dell’OMS. Proviamoci:

28 aprile – OMS lancia l’allarme, il virus si trasmette da uomo a uomo (Glaxo, 23/04 p. 986, 27/04 p. 1.063, +8%; Sanofi Aventis, 23/04 eur. 39.75, 27/04 eur. 41.80, +5%). Va bene sarà un caso. Riproviamo.

14 Luglio – OMS, pandemia inarrestabile (Sanofi Aventis, 10/07 eur. 41.25, 15/07 eur. 43.04, +4%; Glaxo, 10/07 p. 1091, 15/07 p. 1113, +2%). Bè, sarà un caso, l’ennesimo. Provate a dilettarvi anche voi, prendete nota degli annunci dell’OMS e l’indomani guardate quanto valgono questi titoli. Passerete l’estate dignitosamente…

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    • Sale la febbre per la ricerca del farmaco e il business si fa miliardario. Se da un lato il virus H1N1 terrorizza il mondo, qualcuno non perde occasione per incassare. Il giro d’affari dell’influenza vale 10 miliardi di dollari per aziende farmaceutiche come Big Pharma
    • ogni singola dose di vaccino è destinata a costare una decina di euro
    • i governi dei vari paesi hanno già prenotato, presso le 3-4 aziende in grado di produrre il vaccino su larga scala, almeno 600 milioni di dosi, per un controvalore di 3 miliardi di euro, circa 4,3 miliardi di dollari
    • J. P. Morgan stima che, alla fine, ai 600 milioni di dosi già prenotate se ne sommeranno altri 350 milioni, per un’ulteriore fattura di oltre 2 miliardi e mezzo di dollari
    • I giganti dell’industria farmaceutica protagonisti del business miliardario sono i soliti noti, da GlaxoSmithKline a Sanofi Aventis, passando per Novartis, Astra Zeneca.
    • è Big Pharma a dominare il mercato. Anzitutto con il Tamiflu della Roche. E poi con il Relenza, ancora di GlazoSmithKline.
    • Secondo J. P. Morgan, Tamiflu e Relenza porteranno, rispettivamente a Roche e Glaxo, vendite per 1,8 miliardi di dollari nei paesi ricchi, più 1,2 miliardi di dollari nei paesi in via di sviluppo.
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    • Il virus non sarebbe nato da una nuova mutazione ma da esperimenti effettuati in un laboratorio della Baxter a Orth-Donau.
    • Il rilascio accidentale di una mescolanza di virus umani ed animali può provocare infatti conseguenze terribili. Questo è ciò che emerge dalla denuncia di una giornalista austriaca e da alcuni articoli sulla stampa internazionale. Da qui la corsa a vaccinare l’intero pianeta. Fantascienza o realtà?

    • Lo strano sta nel fatto che tutto è fuori posto, tutto è sproporzionato, tutto è illogico
    • Come può un pericolo irrisorio (si tratta di una pandemia di grado 2 ovvero debole e assai circoscritta. In tutto 17.181 casi in Europa e 320 in Italia. Questi i dati forniti dal Ministro Sacconi e che statisticamente significano lo zero assoluto), 800 morti in tutto il mondo su una popolazione di 6 miliardi e 750.819.383 di persone, scatenare una reazione da codice rosso?
    • Il 9 luglio scorso compare sul “The Canadian Press”, un articolo dal titolo “Baxter: un prodotto conteneva virus vivi dell’influenza aviaria”. Alcuni siti e blog italiani lo riportano, primo tra tutti “Disinformazione”. La Baxter avrebbe fatto uscire da un suo impianto materiale virale contaminato con virus dell’influenza aviaria H5N1.
    • L’incidente da contaminazione, che è sotto inchiesta nei quattro paesi europei, è venuto alla luce quando il subappaltatore nella Repubblica Ceca ha inoculato il prodotto a dei furetti ed essi sono morti. I furetti (mammiferi) non dovrebbero morire se esposti ai virus H3N2 dell’influenza umana.
    • è stato descritto come un “serio errore” da parte della Baxter hanno ipotizzato che la morte dei furetti significasse che il virus H5N1 nel prodotto fosse vivo.
    • Gli esperti “sono sgomenti per il fatto che il virus umano H3N2 e il virus H5N1 convivessero in qualche modo nel laboratorio di Orth-Donau. Si tratta di una pratica pericolosa che non dovrebbe essere permessa. Il rilascio accidentale di una mescolanza di virus H5N1 e H3N2 avrebbe potuto provocare conseguenze terribili.
    • Se qualcuno esposto ad una mescolanza dei due, fosse stato infettato simultaneamente da entrambi i ceppi, avrebbe potuto servire da incubatrice per un virus ibrido capace di essere trasmesso facilmente da persona a persona. Questo processo di mescolamento, chiamato riassortimento, è uno dei due modi in cui vengono creati virus pandemici”.

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