Influenza A, analisi sui dati del Ministero della Salute.

I dati che seguono a fondo pagina, fonte Ministero della Salute, riferiscono alla Settimana 43, ovvero quella che va dal 19 al 25 Ottobre scorsi, e riportano il numero globale di casi e i tassi d’incidenza nelle regioni che hanno attivato la sorveglianza medica di base. L’incidenza è espressa come numero di sindromi influenzali (casi) per 1000 assistiti per settimana.

Sebbene i dati siano “datati” – la settimana 43 infatti non è stata contrassegnata dal parrossismo mediatico di questi giorni – alcune considerazioni si possono fare lo stesso. Primo, la maggior incidenza nella fascia d’età compresa fra gli 0 ei 14 anni era già evidente a metà Ottobre – 60 % dei casi se si guarda ai numeri assoluti, il 87% se invece si osservano le percentuali di incidenza a parità di assistiti. E gli over 65 possono dormire sonni tranquilli in entrambi i casi.



Casi di influenza A-H1N1 suddivisi per età

Suddivisione per fascia d'età, valori assoluti - fonte Min. Salute

Suddivisione per fascia d'età, incidenza ogni mille assistiti

Suddivisione per fascia d'età, incidenza ogni mille assistiti, fonte Min. Salute

E’ naturale che se le proprozioni sono queste, allora la percentuale di mortalità complessiva – che negli altri paesi è inferiore al 1 per mille e in Italia, dati attuali, è circa 0.07 per mille, vale a dire 18 vittime su 250000 casi accertati, vedi La Stampa.it di oggi – avrà all’incirca la medesima distribuzione per classi d’età. Nello stesso articolo de La Stampa, fra l’altro, viene riferito che il governo ha rassicurato sui bambini, essi “non sono a rischio”. Viene da chiedersi se il Ministero della Salute e il viceministro Fazio abbiano letto gli stessi rapporti che pubblicano sul loro sito. Se non altro, dovrebbero sapere che la categoria d’età da 0 a 14 anni, fino al 25 Ottobre, secondo la sorveglianza dei medici di base, a partià di assistiti, era quella nota del 86%. Ragion per cui c’è da aspettarsi che i deceduti per complicanze o per sola influenza A, alla fine della pandemia, tenderanno a ricalcare grossomodo la distribuzione di cui sopra. Quindi l’affermazione fatta oggi è puramente volta a raffreddare gli animi. Non vi diranno di certo che alla fine – sicuramente – qualche bambino sarà morto.

Torniamo ai dati del Ministero.

Andamento settimanale Influenza - rete Influnet

Andamento settimanale Influenza - rete Influnet

Quest’altro grafico mostra l’andamento delle rilevazioni di campioni positivi per influenza stagionale e pandemica realizzate dalla rete Influnet, una serie di laboratori di Aziende Ospedaliere e Università delle varie città italiane. Naturalmente i dati raccolti si fermano alla settimana 42, quindi al 18 di Ottobre; sarebbe interessante chiarire cosa è stato detto e scritto su tv e giornali durante la settimana 30, che corrisponde circa alla scorsa metà di Luglio e confrontarla con quanto verrà registrato nella settimana corrente, che ha visto esplodere la pandemia mediatica. Per rispondere bisogna aspettare il nuovo bollettino della rete Influnet, ma tenete ben presente il grafico. Il dato del numero dei campioni, di per sé, non ci dice nulla e può portare a considerazioni erroree: l’aumento dei casi in Luglio è dovuto a una maggiore attività della rete Influnet, o effettivamente di reale incremento si è trattato? Possiamo solo dire che dalla settimana 21 a oggi, la quasi totalità di casi di campioni positivi lo erano per l’influenza A e solo una quota marginale per influenza stagionale. E questo è un po’ poco.

Un altro grafico realizzato sui dati della rete Influnet mostra la distribuzione regionale dei casi di influenza A:

Dati rete Influnet suddivisi per Regione

Dati rete Influnet suddivisi per Regione

Sorveglianza medica di base, numero casi di influenza A ogni 1000 assistiti

Sorveglianza medica di base, numero casi di influenza A ogni 1000 assistiti

I dati della rete Influnet, rispetto alla sorveglianza medica di base, sottostimano il Piemonte, mentre confermano la tendenza di una maggiore incidenza del virus influenzale nella regione Campania. A parziale giusificazione di ciò, è stata chiamata in causa la maggior densità demografica. Infatti, fra le dieci città più densamente popolate d’Italia, otto sono della provincia di Napoli:

Pos. Città Provincia Area (km²) Popolazione Densità (Pop per km²)
1 Portici (NA) 4 57.777 14.444,25
2 Melito di Napoli (NA) 3 36.547 12.182,00
3 Casavatore (NA) 1,62 19.608 12.103,70
4 San Giorgio a Cremano (NA) 4,11 48.079 11.698,05
5 Grumo Nevano (NA) 2 18.883 9.441,50
6 Bresso (MI) 3 26.814 8.938,00
7 Napoli (NA) 117 984.242 8.412,42
8 Arzano (NA) 4,68 37.994 8.118,38
9 Frattaminore (NA) 1,99 15.987 8.033,67
10 Sesto San Giovanni (MI) 11 81.031 7.366,55

fonte wikipedia, parola chiave: densità demografica italia

Questo forse basta a dare una spiegazione sulla maggior diffusione del virus nella Regione. Di certo non è sufficiente a giustificare la maggiore mortalità.

Questa infine la tabella dei dati Regione per Regione raccolti con la sorveglianza medica di base.

Settimana 43/2009 Totale Totale Totale Incidenza 0 – 4 5-14 15 – 64 +65
Regione Medici Casi Assistiti Totale Casi Inc Casi Inc Casi Inc Casi Inc
PIEMONTE 53 449 67866 6,61 69 15,43 186 21,97 176 4,34 18 1,24
VAL D’AOSTA
Pr,Aut,BOLZANO 10 32 19152 1,67 3 8,67 14 7,22 15 1,14 0 0
Pr,Aut,TRENTO 11 14 15102 0,92 6 6,57 1 0,45 7 0,77 0 0
VENETO 77 89 101109 0,88 22 3,48 24 2,04 36 0,58 7 0,32
EMILIA ROMAGNA 80 323 105301 3,06 61 9,62 109 9,61 141 2,21 12 0,5
MARCHE 22 133 27363 4,86 45 15,49 61 11,95 23 1,69 4 0,69
LAZIO 68 378 87427 4,32 51 9,17 147 14,21 158 2,86 22 1,34
MOLISE
CAMPANIA 27 401 32408 12,37 69 16,79 255 29,83 72 4,48 5 1,35
BASILICATA 3 6 4478 1,33 0 0 1 6,02 5 1,99 0 0
SARDEGNA 8 4 7169 0,55 4 2,99 0 0 0 0 0 0
ABRUZZO 3 0 2399 0 0 0 0 0 0 0 0 0
CALABRIA 4 6 5566 1,08 0 0 1 8,2 5 1,14 0 0
FRIULI V,G, 18 22 23714 0,93 2 0,93 0 0 18 1,51 2 0,33
LIGURIA 38 213 48137 4,42 29 12,88 85 17,41 88 3,13 11 0,85
LOMBARDIA 153 1214 207630 5,85 192 11 619 18,67 386 3,38 17 0,4
PUGLIA 124 281 160357 1,75 64 6,84 96 5,37 111 1,05 10 0,36
SICILIA 53 143 67271 2,13 13 5,63 32 5,32 84 1,8 14 1,14
TOSCANA 48 364 61716 5,9 14 5,31 149 22,59 185 4,77 16 1,17
UMBRIA 13 43 16291 2,64 7 5,71 26 9,98 10 1,11 0 0

A-H1N1: negli USA, dose unica anche per i bambini? La sperimentazione non ha dati sufficienti.

In Italia si pensa di vaccinare gli atleti delle prossime Olimpiadi Invernali. O piuttosto i calciatori. Non sia mai che si perda qualche medaglia, o si debba rinviare qualche partita del campionato per l’influenza A.

Negli USA, invece l’OMS raccomanda di vaccinare il prima possibile i bambini. Anche con una sola dose. Non ci sono dati sufficienti per affermare che una sola dose possa bastare, dicono all’OMS, ma la prima bisogna estenderla il più possibile. Il governo USA pensa a vaccinazioni per i carcerati. Ma l’emergenza dell’ultima settimana è per i minori di dieci anni. I morti sono saliti a 114, con un picco negli ultimi sette giorni. E oggi è pure Halloween.

Da noi i morti sono undici. Ci si affretta a dire che “avevano patologie pregresse”. Oggi è stata divulgata la notizia che è morta la prima bambina. Aveva undici anni. Era ricoverata da quattro giorni con febbre molto elevata. Prima all’ospedale di Scafati, poi al “Santobono”. Solo quando è stata trasferita, le è stato fatto il tampone per l’A-H1N1. Ci si chiede se è più vittima dell’influenza o della malasanità. Degli undici casi di morte per A-H1N1, sei si sono verificati in ospedali di Napoli. Una percentuale considerevole, direi.

L’articolo che segue è stato pubblicato dal The Washington Post ed è stato tradotto da me.

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    • Una dose di vaccino potrebbe essere sufficiente a proteggere sia gli adulti che i bambini di età superiore ai sei mesi contro la pandemia di influenza suina, così ha concluso un gruppo internazionale di esperti.
      Gli esperti, convocati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità per esaminare i dati globali sui vari vaccini in fase di collaudo e utilizzati per arginare la pandemia, ha raccomandato che i paesi che hanno dato ai bambini una priorità alta per il vaccino dovrebbero considerare di dare una dose a quanti più bambini possibile, prima di somministrare la seconda.I funzionari della sanità degli Stati Uniti hanno consigliato due dosi per i bambini di età inferiore ai 10 anni, sulla base dei primi risultati degli studi che indicano che una dose non era sufficiente a produrre una risposta abbastanza forte del sistema immunitario nel proteggere quel gruppo di età.

      Il Gruppo Consultivo Strategico dell’OMS ha riconosciuto che i dati su quella fascia di età sono “limitati e sono necessari altri studi.” Ha detto, ogni paese deve decidere qual è la strategia più appropriata per la sua popolazione. Somministrando due dosi è più sicuro, dicono gli esperti.

      “Diverse Autorità di Controllo hanno preso decisioni diverse,” ha detto Marie-Paule Kieny, direttore dell’Iniziativa di Ricerca per il Vaccino dell’OMS, in un briefing Venerdì per i giornalisti, a conclusione dei due giorni di incontro del gruppo consultivo a Ginevra.

      “Ma per il momento per i paesi che vogliono fare una campagna vaccinale a ampio raggio nei bambini,… Il numero di dosi di vaccino può non essere sufficiente a fornire due dosi a tutti questi bambini”, ha detto Kieny.

      Il National Institutes of Health si aspetta ulteriori risultati già la settimana prossima dai test sul vaccino che coinvolgono i bambini, che dovrebbero contribuire a chiarire se una dose di richiamo è necessaria oppure no, ha detto Thomas Frieden, direttore dei Centri federali per il controllo delle malattie e la prevenzione. “Se i dati mostrano una differenza, si rivedrà la nostra raccomandazione”, ha detto.
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      La raccomandazione è arrivata quando il numero di bambini americani che sono morti per il virus H1N1 è aumentato a 114 – un salto di 19 morti rispetto alla settimana precedente. A differenza della tipica influenza stagionale, che tende a colpire più duramente le persone anziane, il virus H1N1 ha ampiamente risparmiato gli anziani, ma più comunemente colpito bambini e giovani adulti, tra cui alcuni che sono altrimenti sani.

      Il CDC ha anche annunciato Venerdì dei piani per rilasciare i restanti 234.000 confezioni di liquido Tamiflu della Confederazione Nazionale Strategica delle Scorte per contribuire ad alleviare le carenze in loco dei farmaci antivirali.
      La forma liquida della medicina, più comunemente utilizzata dai bambini, che possono avere difficoltà a deglutire le capsule, è stato difficile trovarla in alcuni luoghi a causa di un aumento della domanda e una decisione da parte del fabbricante di concentrarsi sulla produzione dei farmaci in forma di capsule. I Farmacisti possono utilizzare le capsule per farne la versione liquida per i singoli clienti. Il CDC rilasciato 300.000 confezioni del farmaco il 1 ° ottobre per cercare di evitare carenze.

      La giuria ha anche concluso che ogni vaccino, che è stato approvato dagli organismi di regolamentazione governativi in tutto il mondo, appare sicuro, anche per le donne in gravidanza. Compresi i vaccini con una sostanza nota come coadiuvante, che aumenta l’efficacia del vaccino, permettendo di creare maggiori scorte disponibili per essere poi suddivise in più dosi.

      Nonostante un programma di emergenza per produrre il vaccino, negli Stati Uniti e altrove, la domanda finora ha superato la fornitura in molti paesi. Gli Stati Uniti non ha ancora approvato un vaccino, che contiene un adiuvante.

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    • Novant’anni fa, negli ultimi giorni di un ottobre come questo, in piena escalation del numero dei morti di Spagnola, il prefetto di Milano proibì il suono delle campane a morto.
    • Deprimeva lo «spirito pubblico» – dicevano le circolari – quel lugubre rintocco che risuonava di continuo, ossessivamente, durante le frettolose cerimonie degli addii, in chiese e cimiteri senza gente, per decisione delle autorità sanitarie. Provocava ansia. Diffondeva paura e angoscia. Alimentava una psicosi collettiva che contaminava le menti, e facilitava l’attacco ai corpi degli uomini.
    • nessun possibile e fondato accostamento a quella del 1918, che fu capace di raddoppiare le vittime della sanguinosa guerra appena conclusa
    • c’è, ora, un altro genere di campana a morto, capace di risvegliare un’emotività che innesca incertezza e ansia: la notizia strillata di «un altro morto di influenza», che dà visibilità a ogni singola vittima, nei titoli di apertura dei telegiornali, nelle prime pagine dei giornali, e persino nelle trasmissioni pomeridiane di gossip e chiacchiere in libertà
    • Una campana di ben diversa potenza sonora e diffusiva, che amplifica e moltiplica i numeri, massimizza il contenuto ansiogeno, e fa passare in secondo piano – pur non sottacendolo – il fatto che in tutti, ma proprio tutti gli undici (undici!) morti era presente una multipatologia che l’influenza ha solo contribuito ad aggravare.
    • Un evento che nella classica influenza stagionale si verifica, malauguratamente, migliaia di volte, senza che giornali e telegiornali si occupino di quelle morti che non fanno notizia, nascoste nelle tavole della mortalità «ordinaria»
    • basta mettere in fila numeri, dati e fatti, che danno credito alle voci autorevoli di chi afferma, sulla base delle conoscenze scientifiche, che la minaccia del nuovo ceppo del virus influenzale H1N1 è destinata a restare una bomba inesplosa: il tasso di mortalità – che non potrà comunque essere calcolato fino a quando non si sarà superato il picco epidemico – è, al momento – sembrerebbe – più basso di quello della normale influenza stagionale (anche se occorrerebbe conoscere con precisione il numero dei colpiti).
    • pur in grado di trasmettersi abbastanza efficacemente da persona a persona, sembra sostanzialmente incapace di causare una malattia severa
    • quello che preoccupa davvero è la confusione che regna sotto il cielo delle vaccinazioni: le dosi di vaccino stanno arrivando alle Regioni, ma in quantità limitate
    • E solo in pochissime realtà si è, di fatto, messa in moto la farraginosa macchina organizzativa per realizzare la prima campagna di vaccinazione di massa contro l’influenza
    • ha un solo precedente, negli Stati Uniti: una débâcle, in verità. Nel 1976, in seguito ad una piccola epidemia di «suina» a Fort Dix, base militare nel New Jersey, furono avviate le vaccinazioni che raggiunsero 40 milioni circa di americani e nelle quali fu impegnata una montagna di dollari: 137 milioni.
    • La malattia non si diffuse, ma tra i vaccinati si registrarono numerosi casi della cosiddetta sindrome di Guillain-Barré (una neuropatia acuta che si manifesta con paralisi progressiva agli arti)
    • la campagna fu interrotta e le autorità sanitarie dovettero fare i conti con un’ondata di sfiducia e di sospetto
    • Il fantasma di quella sindrome ricompare oggi ed è uno dei fattori all’origine della diffusa ritrosia a vaccinarsi anche da parte dei medici
    • l’influenza è un serio problema sanitario nei Paesi industrializzati, dove occupa uno dei primi posti come causa di morte per malattie infettive
    • Senza parlare dei costi diretti e indiretti dell’ospedalizzazione e delle assenze dal lavoro
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    • Una bambina di 11 anni è morta ieri pomeriggio all’ospedale «Santobono» di Napoli. La notizia è stata comunicata solo oggi da fonti dell’assessorato alla Sanità della Regione Campania. Era ricoverata da alcuni giorni ed era risultata affetta dall’influenza A. Dal mese di settembre è la sesta vittima a Napoli, la dodicesima in Italia ed è la prima vittima fra i bambini.
    • La ragazzina, residente a Pompei, era stata ricoverata nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi nell’ospedale di Scafati, con sintomi di febbre elevata. Visto l’aggravarsi delle sue condizioni è stata trasferita ieri nell’ospedale pediatrico Santobono, con una diagnosi di sindrome cardiorespiratoria acuta di probabile origine cardiaca. Il tampone praticato al momento del ricovero al Santobono, i cui risultati si sono avuti oggi, è risultato positivo all’H1N1. Sono in corso ulteriori accertamenti per stabilire con esattezza le cause della morte.

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A-H1N1, Calciatori a rischio. Il governo nega il vaccino.

Un’altra vittima del virus suino e il mondo del calcio va in paranoia: i medici sportivi chiedono a gran voce di dare l’autorizzazione alle società di calcio di acquistare il vaccino, ma il viceministro Fazio glielo nega, non sono categorie a rischio. In realtà a rischio ci sono i diritti tv: se dovessero saltare degli incontri per l’A-H1N1, chi le sente le emittenti televisive?
Il morto a Napoli era un medico. Era ancora operativo, anche se con problemi di insufficienza renale. Anni prima era stato colpito da un linfoma. E’ peggiorato in tre giorni. Fazio rassicura dicendo che è partita la distribuzione del vaccino. Ma si vaccineranno solo 4 medici su 10: per Fazio è un successono, sono il doppio di quelli che fanno il vaccino stagionale.

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    • L’influenza A colpisce anche il calcio europeo e il mondo del pallone comincia a tremare

    • Dopo i casi nel Blackburn, anche il Bolton in Premier League ha reso noto che cinque suoi giocatori e un membro dello staff sono stati contagiati dal virus H1N1

    • Al momento comunque in Inghilterra nessuna gara è stata rinviata. Diversamente da quanto successo domenica nella Ligue 1 francese.

    • La gara tra Marsiglia e il Paris St. Germain è stata rinviata all’ultimo momento in seguito alla quarantena decisa per giocatori e staff del club parigino

    • Dopo l’attaccante Ludovic Giuly, ex del Barcellona e della Roma, e il difensore Mamadou Sakho, anche il centrocampista Jeremy Clement è risultato positivo al test per il virus dell’H1N1 e altri due, uno dei quali sarebbe Loris Arnaud, accuserebbe gli stessi sintomi

    • richieste opposte delle due società, con il club parigino che preferiva il rinvio mentre quello marsigliese contava di poter comunque giocare

    • A fare pressione c’era anche Canal+, che possiede i diritti di trasmissione, e che col rinvio ha accusato una grossa perdita economica

    • il calcio italiano si sta muovendo per non farsi trovare impreparato di fronte al rischio influenza A

    • "Come presidente dell’Associazione dei Medici italiani del Calcio ho scritto una lettera al vice ministro del Welfare, Ferruccio Fazio, facendo presente quali sono i pericoli di una contagiosità grossa in uno spogliatoio e chiedendo un incontro"

    • "Questa influenza non è pericolosa, ma altamente contagiosa, quindi se il virus entra nello spogliatoio – ha spiegato ancora il medico degli azzurri – è facile che vengano contagiati più giocatori. I medici delle società di calcio si sono rivolte a me per sapere come acquistare il vaccino, che non è possibile comprare senza mandato del Ministero della Salute. Attendiamo una risposta"

    • E la risposta non è tardata ad arrivare. Ma non nella direzione che Castellacci si auspicava

    • "I calciatori non rientrano nelle categorie essenziali che hanno la priorità nella vaccinazione contro l’influenza A/H1N1", è la replica del viceministro del Welfare. "Le categorie essenziali che hanno la priorità nella vaccinazione sono state identificate sulla base della legge 146 del 1990" e la legge è stata "il riferimento per definire le categorie che hanno la priorità nella vaccinazione"

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    • U

      n medico, Claudio Petré, già in dialisi e con insufficienza renale, è morto all’ospedale Cotugno di Napoli

    • n medico, Claudio Petré, già in dialisi e con insufficienza renale, è morto all’ospedale Cotugno di Napol

    • ricoverato nella notte tra domenica e lunedì in gravissime condizioni, con le patologie aggravate dal virus dell’influenza A

    • sono ancora in corso esami di conferma per stabilire se si tratta del virus H1N1

    • Claudio Petré aveva 56 anni era stato colpito 8 anni fa da un linfoma che lo aveva cistretto a sottoporsi per molti mesi a una devastante radioterapia che ne aveva minato il sistema immunitario

    • Residente a Lipari ma domiciliato a Napoli, era un chirurgo del Nuovo Policlino della Federico II di Napoli. L’ultimo intervento che lo aveva visto al tavolo operatorio risale a venerdì mattina.

    • Poi il giorno dopo i primi sintomi dell’influenza che ha complicato il quadro già critico di un paziente con insufficienza renale

    • Non cala il livello di attenzione sull’Influenza A. La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e di Sanità Pubblica (S.It.I.) ha istituito una Task Force di esperti contro la pandemia influenzale.

    • Al via la vaccinazione contro l’influenza pandemica per le categorie a rischio, come le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza e i malati cronici fino ai 64 anni d’età. Saranno vaccinati, dunque, contestualmente agli operatori sanitari e i lavoratori dei servizi essenziali. Lo ha precisato il viceministro della Salute, Ferruccio Fazio

    • Per il viceministro, il comportamento dei media italiani sull’influenza A è stato "finora responsabile". E poi: "I giornalisti hanno capito che non è il caso di fare scoop sulla pelle dei cittadini".

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