Bárcenas e i fondi neri del PP

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foto El Pais

Lo scandalo dei fondi neri. Non si tratta di Penati, né di Lusi, né di Belsito, né di Batman Fiorito. Avviene in Spagna e interessa direttamente il partito del capo del governo Rajoy. Alvaro La Puerta e  Bárcenas Luis sono stati tesorieri del Partito Popolare fra il 1990 e il 2009, un termine di tempo lunghissimo durante il quale il partito ha accettato “donazioni” in nero da parte soprattutto di importanti costruttori. Rajoy avrebbe incassato 25.200 euro all’anno, per undici anni. Uno scandalo senza eguali, in Spagna. In Italia, no, qualche esempio ce lo abbiamo.

El Pais online stasera è un insieme di racconti terribili che forse riscriveranno la storia di Madrid dell’ultimo decennio. Come per esempio l’acquisto del Banco de Vitoria, assorbita da Banesto nel 2003, per il quale i vertici del PP hanno ricevuto una super tangente. I documenti sono stati tutti pubblicati e rivelano che il PP di José Maria Aznar prese finanziamenti in nero sin dal 1997, fino all’anno successivo, quando Aznar medesimo vinse le elezioni e divenne primo ministro. Dal 1997 non c’è stato un solo segretario generale o un sottosegretario del partito che non abbia preso denari.

Tra di loro c’è l’attuale primo ministro e presidente di partito, allora vice segretario generale, Mariano Rajoy , i vicesegretari Rodrigo Rato e Jaime Mayor Oreja , e i segretari generali Francisco Alvarez-Cascos , Javier Arenas , Angelo Acebes e Dolores Cospedal . Alvarez-Cascos era l’unico, in base alle note, che continuava a ricevere denari anche dopo aver lasciato la segreteria generale (El Pais).

La contabilità di Bárcenas non ha nulla a che vedere con il finanziamento pubblico dei partiti. Sono a tutti gli effetti finanziamenti illeciti. Fra i finanziatori occulti figurano Alfonso Garcia Pozuelo, proprietario di Constructora Hispánica, e Juan Cotino, proprietario della impresa valenciana Sedesa, una società di servizi. Il bottino attuale, che ammonta a 22 milioni di euro, viene custoditi in una Banca svizzera. Uno schema antico. E collaudatissimo. Bárcenas ha fatto sinora questo ‘sporco’ lavoro per 200.000 euro annui. Con tutti questi soldi, perché mai avrebbe dovuto parlare? Era anche il suo businness.

Il #29s chi era costui

Colpisce lo spazio che le testate online hanno dato alla manifestazione di ieri a Madrid e a Lisbona. Due paesi si ribellano ai piani di austerity imposti da Bruxelles e la stampa sembra trattare qualche centinaio di migliaia di persone come fossero una triste e noiosa normalita’. Nessun giornale apre la propria home con i fatti di piazza Neptuno. Il #29s ha guadagnato appena un box fotografico, o qualcosa di simile.
Non parlo solo delle testate online italiane, ma anche di El Pais, che pure ha trasmesso la diretta streaming.  Anche se a loro discolpa bisogna aggiungere che il caos della secessione della Catalunya e’ evidentemente preminente rispetto anche al Rescate di Bankia.
Tutto il flusso di informazioni che passava attraverso twitter sembrava come una corrente a se’ stante, e il #29s e’ stato trattato dai media tradizionali come un mero problema di ordine pubblico. Chi ha seguito le dirette twitter avra’ certamente avuto l’impressione di partecipare ad un evento storico, un evento che cambiera’ le sorti della democrazia spagnola o piuttosto che fara’ intraprendere al suo governo decisioni restrittive in materia di liberta’ di manifestare. Piu’ volte la piazza ha chiesto le dimissioni di Mariano Rajoy, ma la piazza pare essere l’ultimo dei problemi per il primo ministro. Da un lato il caso Catalunya, dall’altro Bankia e l’esito negativo degli stress test; Rajoy sembra appeso per i capelli e l’eventuale caduta del suo governo aprirebbe la strada alla dissoluzione del paese.

Il governo taglia del 20% il finanziamento a partiti e sindacati. In Spagna

Il giorno nero della Spagna: il governo di Mariano Rajoy ha annunciato misure draconiane per un totale di 65 miliardi di euro. Saranno approvate venerdì, dal Consiglio dei Mnistri, e saranno applicate immediatamente. Questo è il risultato del bailout del EFSF, per salvare le banche spagnole.

Ecco le misure prese:

  1. aumento dell’IVA agevolata dall’8% al 10%;
  2. aumento dell’IVA normale dal 18% al 21%;
  3. aumento delle accise;
  4. riduzione delle detrazioni per l’abitazione principale;
  5. eliminazione della tredicesima per i dipendenti pubblici e riduzione dei giorni di ferie;
  6. riduzione della indennità di disoccupazione a partire dal settimo mese;
  7. riforma delle pensioni;
  8. riduzione del 30% delle consulenze esterne ;
  9. riduzione di 600 milioni della spesa dei ministeri;
  10. ma soprattutto: taglio del 20% al finanziamento pubblico a partiti e sindacati.

    Che dire: Rajoy non è ancora stato linciato dai partiti spagnoli, ma dinanzi alla eliminazione della tredicesima il 20% di taglio ai soldi destinati ai partiti era doveroso.