Delibera AGCOM sul copyright, altro bavaglio per internet

Oibò! L’AGCOM ha rispolverato a fini di protezione del copyright – che in Italia è una battaglia fatta dalla enclave televisivo-cinematografica in cui Mediaset è ben posizionata – una sorta di diritto di rimozione del contenuto audiovisivo indicato come lesivo del diritto d’autore in una forma molto simile a quella del diritto di rettifica che si voleva introdurre con la legge bavaglio dello scorso anno. Questo in sintesi il contenuto, come divulgato da Valigia Blu, come sempre in prima linea in fatto di difesa delle libertà digitali:

Secondo la delibera AGCOM, se il titolare dei diritti di un contenuto audiovisivo dovesse riscontrare una violazione di copyright su un qualunque sito (senza distinzione tra portali, banche dati, siti privati, blog, a scopo di lucro o meno) può chiederne la rimozione al gestore. Che, «se la richiesta apparisse fondata», avrebbe 48 ore di tempo dalla ricezione per adempiere. CINQUE GIORNI PER IL CONTRADDITTORIO. Se ciò non dovesse avvenire, il richiedente potrebbe, secondo la delibera ancora in bozza, rivolgersi all’Authority che «effettuerebbe una breve verifica in contraddittorio con le parti da concludere entro cinque giorni», comunicandone l’avvio al gestore del sito o del servizio di hosting. E in caso di esito negativo, l’Agcom potrebbe disporre la rimozione dei contenuti. Per i siti esteri, «in casi estremi e previo contraddittorio», è prevista «l’inibizione del nome del sito web», prosegue l’allegato B della delibera, «ovvero dell’indirizzo Ip, analogamente a quanto già avviene per i casi di offerta, attraverso la rete telematica, di giochi, lotterie, scommesse o concorsi in assenza di autorizzazione, o ancora per i casi di pedopornografia».

E per ovviare al caso di hosting su piattaforma estera – il caso di questo blog, per esempio – l’AGCOM sarebbe dotata di poteri straordinari e sarebbe in grado di chiedere e ottenere l’inibizione del nome e dell’IP del sito incriminato. Questo senza passare – neanche per idea – da un giudice.

La delibera AGCOM è per questa ragione illegittima. Comprime il nostro diritto alla difesa. Non possiamo essere accusati di aver violato un copyright se non possiamo difenderci da questa accusa. Qualcosa di simile è accaduto in Francia con l’HADOPI. La norma fu in principio bloccata dalla Suprema Corte proprio perché non contemplava il diritto dell’internauta – del “netizen” – a difendersi in un regolare procedimento dinanzi all’autorità giudiziaria competente.

Bloccare la delibera AGCOM è un dovere: essa è contro l’ordinamento democratico.

Se vuoi saperne di più leggi: http://www.valigiablu.it/doc/414/saremo-lesperimento-pi-avanzato-di-censura-del-nuovo-millennio.htm

 

Se non ora quando? A difesa della Costituzione, diretta web

Dalle ore 14, diretta web della manifestazione Se non ora, quando? A difesa della Costituzione.

Valigia Blu: invia una email al Presidente del Consiglio

Valigia Blu organizza questa protesta, a cui aderisco volentieri:

In un Paese democratico un capo di governo non può mentire ai suoi concittadini.

Vai qui: http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_presidente.asp – Compila il form e alla voce “testo” copia e incolla quanto segue:

LE DIECI BUGIE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

1.B. dice di «non aver fatto sesso con Ruby».

È contraddetto da numerosi documenti (intercettazioni, sms) e da testimonianze dirette.

2.B. dice che «anche Ruby lo scagiona».

È falso. Ruby è stata «interrogata» abusivamente da un «emissario» di B. e anche in quest’occasione opaca saltano fuori «le scene hard con il presidente)».

3.B. dice di aver telefonato una sola volta al capo di gabinetto della questura e di non averlo minacciato. È falso. Telefona più volte. Presenta Ruby come “la nipote di Mubarak” (altra bugia). L’ingerenza provoca l’agitazione dei funzionari e l’illegittimo affidamento a una prostituta brasiliana della minorenne.

4.B. dice: «E’ la 28esima persecuzione giudiziaria ».Il numero è inesatto. Berlusconi ha subito 16 processi (tre le assoluzioni).

5.B. dice: «Mi spiano dal gennaio 2010».

È falso. Sono soltanto stati raccolti i tabulati telefonicidelle sue amiche.

6.B. dice: «Hanno violato la mia casa».

È falso. Le indagini si sono sempre fermate al cancello della villa di Arcore.

7.B. dice: «I giudici di Milano sono incompetenti ».È falso. Dottrina e giurisprudenza danno ragione alla procura di Milano.

8.B. dice: «Hanno maltrattato le mie amiche ».È falso. Lo smentisce il suo ragioniere, Giuseppe Spinelli, anche lui perquisito: «Poliziotti garbati».

9.B. dice: «Non ho mai pagato una donna».

È falso. B. paga sempre le donne che partecipano al “bunga bunga” o che passano la notte con lui.

10.B. dice: «Non mi devo vergognare».

È la bugia più manifesta. Il premier deve dire finalmente la verità su questi dieci punti e assumersi fino in fondo le sue responsabilità, accettandone le conseguenze. In un Paese democratico un capo di governo non può mentire ai suoi concittadini.

Blog Bavaglio: spunta un emendamento Radicali/PD

La lettera-appello de La Valigia Blu ha fatto il giro del mondo: inviata un po’ a tutte le organizzazioni non governative che si occupano di libertà di espressione – due di esse, OpenDemocracy e Global Voices Advocay, hanno risposto ai fondatori del Gruppo Fb No Legge Bavaglio alla Rete chiedendo spiegazioni di quanto sta accadendo in Italia – ha suscitato anche alcune reazioni nel panorama politico italiano. Anche la segreteria del presidente della Camera ha rassicurato, affermando che presto risponderanno ai più di 10.000 italiani che hanno sottoscritto la lettera. Rita Bernardini (PD) ha annunciato che il gruppo dei Radicali del PD proporrà in aula, giovedì 29, un emendamento al famigerato comma 29.

Questo il testo:

Depositeremo in aula l’emendamento che segue che sarà firmato dalla delegazione radicale/pd Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Turco e Zamparutti. Rita Bernardini.

A.C. 1415- EMENDAMENTO

ART. 1 Al comma 29, lettera a), dopo le parole: “i…vi compresi quotidiani e periodici diffusi per via telematica”; aggiungere le seguenti: “e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’art. 5”.

Conseguentemente Al comma 29, lettera d), dopo le parole, ovunque ricorrono: “ivi compresi quotidiani e periodici diffusi per via telematica”; aggiungere le seguenti: “e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’art. 5”.

Al comma 29, lettera e), dopo le parole: “ivi compresi quotidiani e periodici diffusi per via telematica”; aggiungere le seguenti: “e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’art. 5” .

Motivazione: Il presente emendamento intende evitare che qualunque sito informatico sia costretto a sottostare all’obbligo di rettifica; obbligo che pare più giusto circoscrivere soltanto quelli contenenti giornali e periodici diffusi per via telematica soggetti all’obbligo di registrazione (e quindi equiparabili a un quotidiano cartaceo).

Depositeremo in aula l’emendamento che segue che sarà firmato dalla delegazione radicale/pd Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Turco e Zamparutti. Rita Bernardini A.C. 1415-BEMENDAMENTOART. 1 Al comma 29, lettera a), dopo le parole: “ivi compresi quotidiani e periodici diffusi per via telematica”; aggiungere le seguenti: “e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’art. 5”. Conseguentemente Al comma 29, lettera d), dopo le parole, ovunque ricorrono: “ivi compresi quotidiani e periodici diffusi per via telematica”; aggiungere le seguenti: “e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’art. 5”. Al comma 29, lettera e), dopo le parole: “ivi compresi quotidiani e periodici diffusi per via telematica”; aggiungere le seguenti: “e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’art. 5” . Motivazione: Il presente emendamento intende evitare che qualunque sito informatico sia costretto a sottostare all’obbligo di rettifica; obbligo che pare più giusto circoscrivere soltanto quelli contenenti giornali e periodici diffusi per via telematica soggetti all’obbligo di registrazione (e quindi equiparabili a un quotidiano cartaceo).

No Legge Bavaglio alla Rete, l’Appello

Il testo dell’Appello contro il bavaglio alla rete in lingua inglese, francese e spagnolo (credits S. Ramacci):

Petition Against Blog Censorship in Italy

Pétition contre la Censure des Blogs en Italie

Petition Contra la Censura de los Blog en Italia

[Volete aiutare a migliorare le traduzioni dell’appello contro la rete – soprattutto quella francese? Sapete lo spagnolo? Scrivete a davide.sera@gmail.com e inviate la vostra versione del testo]

La presidente della II Commissione Giustizia alla Camera, on. Giulia Bongiorno, ha respinto con la motivazione dell’inammissibilità l’emendamento Cassinelli con il quale il deputato PdL intendeva salvaguardare i bloggers e i netizen dagli effetti nefasti del comma 28 del ddl Intercettazioni che impone ai siti internet l’obbligo di rettifica equiparando i siti di informazione amatoriale ai giornali. Si tratta di un vero e proprio bavaglio alla libertà di espressione su Internet. Le opposizioni – PD, IdV, UDC – non hanno mosso un muscolo. I giornali festeggiano le modifiche ultime volute dal governo che consentono loro di continuare a fare cronaca giudiziaria senza più timori di bavagli e ritorsioni governative. I netizen sono stati lasciati soli. Allora alziamo la voce.

Scrivi anche tu alla Vice-presidente della Commissione Europea nonché Commissaria alla Giustizia e ai Diritti Fondamentali, Viviane Reding – questo il testo da inviare:

Title: Blog Censorship in Italy

Mrs. Reding,
I am writing to raise your attention to what is happening in Italy. The Wiretapping Bill will land on the house of parliament on July 29th: the government and our representatives are wishing to approve a law introducing the duty for bloggers to rectify their texts within 48 hours from a formal request or face 12,500 euros fine. It would be the end of netizen journalism in Italy.
Please analyse the law being discussed in the (Italian) House of Representatives and confirm in regard to EU laws the citizen’s right of free expression on the web.
Thank you for your attention.

For more information: http://www.camera.it/126?legislatura=16&tab=1&pdl=1415b

[trad. di Simone Ramacci]

L’appello contro il bavaglio ai bloggers su Facebook:  No Legge Bavaglio alla Rete.

Firmate l’Appello sul Sito Web: http://www.valigiablu.it
Al Presidente della Camera, On. Gianfranco Fini
Al Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, On. Giulia Bongiorno
Ai Capi-gruppo alla Camera dei Deputati
A tutti i Deputati

La decisione con la quale, lo scorso 21 luglio, il Presidente della Commissione Giustizia dellaCamera, On. Giulia Bongiorno, ha dichiarato inammissibili gli emendamenti presentati dall’On. Roberto Cassinelli (PDL) e dall’On. Roberto Zaccaria (PD) al comma 29 dell’art. 1 del c.d. ddl intercettazioni costituisce l’atto finale di uno dei più gravi – consapevole o inconsapevole che sia – attentati alla libertà di informazione in Rete sin qui consumati nel Palazzo.
La declaratoria di inammissibilità di tali emendamenti volti a circoscrivere l’indiscriminata, illogica e liberticida estensione ai gestori di tutti i siti informatici dell’applicabilità dell’obbligo di rettifica previsto dalla vecchia legge sulla stampa, infatti, minaccia di fare della libertà di informazione online la prima vittima eccellente del ddl intercettazioni, eliminando alla radice persino la possibilità che un aspetto tanto delicato e complesso per l’informazione del futuro venga discusso in Parlamento.
Tra i tanti primati negativi che l’Italia si avvia a conquistare, grazie al disegno di legge, sul versante della libertà di informazione, la scelta dell’On. Bongiorno rischia di aggiungerne uno ulteriore: stiamo per diventare il primo e l’unico Paese al mondo nel quale un blogger rischia più di un giornalista ma ha meno libertà.
Esigere che un blogger proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta – esattamente come se fosse un giornalista – sotto pena di una sanzione fino a 12.500 euro, infatti,
significa dissuaderlo dall’occuparsi di temi suscettibili di urtare la sensibilità dei poteri economici e politici.
Si tratta di uno scenario anacronistico e scellerato perché l’informazione in Rete ha dimostrato, ovunque nel mondo, di costituire la migliore – se non l’unica – forma di
attuazione di quell’antico ed immortale principio, sancito dall’art. 19 della dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e del cittadino, secondo il quale “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”.
Occorre scongiurare il rischio che tale scenario si produca e, dunque, reintrodurre il dibattito sul comma 29 dell’art. 1 del ddl nel corso dell’esame in Assemblea, permettendo la discussione sugli emendamenti che verranno ripresentati.
L’accesso alla Rete, in centinaia di Paesi al mondo, si avvia a divenire un diritto fondamentale dell’uomo, non possiamo lasciare che, proprio nel nostro Paese, i cittadini
siano costretti a rinunciarvi.

Guido Scorza, Presidente Istituto per le politiche dell’innovazione

Vittorio Zambardino, Scene Digitali

Alessandro Gilioli, Piovono Rane

Arianna Ciccone, Festival Internazionale del Giornalismo e Valigia Blu

Filippo Rossi Direttore Ffwebmagazine e Caffeina magazine

Stefano Corradino, Articolo 21

Luca Conti, Pandemia

Fabio Chiusi, Il Nichilista

Daniele Sensi, L’AntiComunitarista

Wil Nonleggerlo, Non leggere questo Blog!

Francesco Piccinini, Agoravox

Giorgio Tsiotas, Valigia Blu

Roberta Aiello, Valigia Blu

Tommaso Tani, Valigia Blu

Piero Filotico, Valigia Blu

Matteo Pascoletti, Valigia Blu

Matteo Bottecchia, Valigia Blu

Paolo Agnelli, Valigia Blu

Sigismondo Baldovino, Valigia Blu
Last but not least: Davide Serafin (alias Cubicamente aka Gracco Babeuf), Yes, political!

Scrivete a La Quadrature du Net, il movimento francese per le Libertà Digitali e la neutralità della Rete, al fine di far pervenire la nostra voce di protesta in Europa:

Amis français
une loi en Italie, actuellement en discussion à la Chambre des députés, de soumettre des sites Web, notamment les blogs, la loi sur la presse qui impose l’obligation de répondre dans les quarante-huit heures après réception de la demande, faute de quoi la peine de EUR 12.500. Une loi qui mettra un bâillon sur la liberté d’expression internaute italien et à porter gravement atteinte aux libertés fondamentales de l’individu.
Les gens du Web en Italie se mobilise. Aidez-nous à faire entendre notre voix en Europe: le gouvernement Berlusconi veut censurer les blogs!

Scrivi a La Quadrature du Net – Facebook